A
tutti voi cari amici di ViviTelese,
vi
segnalo la relazione introduttiva del convegno
"IN CAMPANIA, LEGALITA' VO CERCANDO,
tenutosi il giorno 28 gennaio 2008, presso la
sala convegno dell'Hotel- ristorante LA FIACCOLA
di Faicchio.
Dirigente scolastico dell'ITT di Faicchio
Reodolfo Antonio Mongillo
Discorso introduttivo al convegno sulla
legalita’ dal titolo “ in campania, legalita’
vo cercando” tenuto il 28 gennaio 2008 alla
fiaccola di faicchio, realizzato dal dott. Prof.
Mongillo Reodolfo Antonio, dirigente scolastico
dell’Istituto tecnico per il turismo di Faicchio
Mi pregio rivolgermi a tutti voi con un doveroso
saluto e ringraziamento,un saluto a tutte le
autorità presenti, civili, militari, scolastiche
e religiose.
Un caloroso saluto e ringraziamento a tutte le
scuole presenti con i propri dirigenti
scolastici, ai giornalisti, agli studenti del
mio istituto tecnico per il turismo, al
personale a.t.a., ai docenti che hanno
fattivamente collaborato per la buona riuscita
di questa giornata dedicata alla legalità.
Al sindaco mario borrelli, al direttore del
sannio, dott. Luca colasanto ed infine al nostro
dirigente provinciale scolastico, dott. Mario
pedicini che tanto ha fatto e fara’ per
sollevare le sorti della scuola sannita.
Scrittore e giornalista ha piu’ volte affrontato
questo argomento nelle scuole. Uomo attivo,
ponderato nei giudizi, sereno nel dire anche
cose dure, ha sempre predicato il senso della
responsabilita’ ad ognuno di noi.
Un grande grazie ai proprietari
dell’hotel-ristorante la fiaccola, al giornale
il sannio quotidiano e all’emittente televisiva,
media tv di gambuti angelo & company che hanno
sponsorizzato questo evento
Questa giornata è dedicata a tutti coloro che
rischiano la vita tutti i giorni per portare la
legalità in ogni luogo, a chi non ha paura, agli
scrittori d’avanguardia, a roberto saviano,
all’osservatorio regionale sulla camorra e sulle
illegalità , insomma, questa giornata, e’
dedicata a tutti i ragazzi e ragazze, ai
docenti, agli operatori sociali, ai medici e
volontari impegnati ogni giorno per affermare
diritti, solidarieta’, liberta’, legalita’
contro gli interessi, l'arroganza, la violenza e
la sub-cultura delle mafie e associate, della
camorra e del malaffare in generale
Come riporta nel suo messaggio il presidente
della commissione parlamentare antimafia
francesco forgione
“le mafie non rappresentano
solo un problema criminale di sicurezza, ma
costituiscono una primaria e attuale questione
di ordine politico, economico, sociale e
culturale: una questione nazionale e
democratica. Per sconfiggerle, dunque,
insieme all'iniziativa repressiva e giudiziaria,
all'impegno delle forze di polizia e della
magistratura, è necessaria un'azione di bonifica
sociale, di ricostruzione di diritti e un forte
impegno sul versante educativo e del lavoro.
La scuola, nelle sue varie articolazioni e
segmenti, è uno strumento e, contemporaneamente
un luogo indispensabile per la lotta contro le
mafie. Una scuola che toglie i ragazzi dalla
strada, che non li disperde, che li educa ai
valori della pace, della nonviolenza, della
solidarietà, della legalità, della giustizia
sociale costituisce una seria minaccia per le
organizzazioni mafiose.
La lotta contro la camorra e il malaffare
riguarda ognuno di noi e tutti insieme
collettivamente. Istituzioni e società,
parlamento e paese, non possono non stare dalla
stessa parte.
Pio la torre
segretario regionale del
partito comunista, in terra di sicilia, poco
prima della sua morte (palermo, 30 aprile 1982),
ebbe a dare degli elementi altamente positivi
per sconfiggere la mafia, tra l’altro:
procedere all’impoverimento delle cosche,
confiscando tutti i beni ed i patrimoni
acquisiti con denaro sporco, frutto di attività
illecite i beni dei quali sia stata accertata la
proprietà da parte di soggetti appartenenti alle
organizzazioni malavitose vengono confiscati,
vale a dire sottratti definitivamente a coloro
che ne risultano proprietari. Questi beni sono
rappresentati da immobili (case, terreni,
appartamenti, box, ecc.), da beni mobili (denaro
contante e titoli) e da aziende. Secondo quanto
previsto dalla
legge 7 marzo 1996, n. 109, una legge
di iniziativa popolare sostenuta dalla raccolta
di un milione di firme da parte
dell'associazione libera, i beni immobili
possono essere usati per finalità di carattere
sociale. Questo significa che essi possono
essere concessi dai comuni, a titolo gratuito, a
comunità, associazioni di volontariato,
cooperative sociali e possono diventare scuole,
comunità di recupero per tossicodipendenti, case
per anziani, ecc
Altro fenomeno malavitoso è senza dubbio
l’ecomafia,
vale a dire tutti quei reati compiuti dalle
organizzazioni mafiose a danno dell'ambiente e
della salute umana. Le attività ascritte sono:
Abusivismo edilizio
Attività di escavazione illecite
Traffico e smaltimento illecito dei rifiuti
speciali (pericolosi e non)
Racket degli animali
Furti e traffici di beni artistici e
archeologici.
Sono attività che non suscitano allarme sociale
ma che denotano i modi e le strategie con le
quali le organizzazioni criminali si infiltrano
nel tessuto economico imprenditoriale e del
mercato, alterando le regole di buon
funzionamento. Il fatturato criminale
ammonterebbe a quasi 23 miliardi di euro
Quattro sono fondamentalmente le categorie nelle
quali possono raggrupparsi le illiceità
dell'ecomafia:
Il
ciclo del cemento:
la filiera dell'illegalità inizia con
l'escavazione delle cave, la deturpazione di
intere colline, prosegue con la predazione di
fiumi, torrenti e spiagge per l'acquisizione dei
materiali necessari alla produzione del
calcestruzzo, per concludersi con la costruzione
di immobili abusivi e l'infiltrazione negli
appalti pubblici;
Il ciclo dei rifiuti:
si tratta di quell'insieme di attività che vanno
dalla raccolta allo smaltimento dei rifiuti.
Diverse sono le modalità di smaltimento di
rifiuti. I fanghi industriali, ad esempio, sono
sparsi nei campi di aziende agricole; i residui
di fonderia sono impiegati come sottofondo di
strade e autostrade. In alcuni casi, le cave in
precedenza scavate per ottenere il materiale per
la produzione del calcestruzzo sono riempite di
rifiuti smaltiti illegalmente. I rifiuti sono
scaricati anche in mare. Sovente i documenti che
le società legate ai clan utilizzano per
certificare il trasporto, il trattamento e lo
smaltimento dei rifiuti, sono falsi. In questo
ambito esiste la complicità di una rete di
fiancheggiatori composta da società di
trasporto, di stoccaggio e da laboratori di
analisi. I mafiosi, in alcuni casi, intervengono
anche per gestire l'attività di bonifica dei
siti che sono stati essi stessi a contaminare.
Il commercio illegale di specie animali protette:
corse clandestine di cavalli, combattimenti tra
cani, macellazione clandestina, traffico di
fauna esotica o protetta, racket degli animali e
loro derivati (es. Avorio, pellame), doping,
bracconaggio e zoopornografia: sono queste le
voci più significative dei profitti criminali a
danno degli animali. Si tratta di un mercato la
cui domanda è rappresentata soprattutto da
persone di nazionalità occidentale, da
collezionisti. A rischio c'è l'estinzione di
circa 100 specie di animali ogni anno, sia
terrestri che marine.
Il commercio di reperti archeologici:
l'archeomafia sottrae al nostro paese una
quantità di opere d'arte per un valore stimato
di oltre 150 milioni di euro l'anno. Le azioni
si concretizzano con il compimento di saccheggi
in aree archeologiche non ancora sondate, furti
nei musei, nelle chiese di piccole e medie
dimensioni.
Il parlamento italiano, anche nel corso della xv
legislatura, ha istituito una specifica
commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle
attività illecite ad esso connesse. È
attualmente in corso l'iter legislativo per
introdurre nel codice penale italiano i delitti
contro l'ambiente.
Nel 2002 è entrato in vigore l'ex art. 53 bis
del "decreto ronchi", che punisce
l'organizzazione di traffico illecito di rifiuti
(oggi art. 260 del nuovo codice dell'ambiente
Altre attività altamente redditizie ma
pericolosissime sono:
L’usura
Il narcotraffico
Il commercio degli esseri umani:
a partire dagli anni novanta del xx secolo, come
riportano i dati statistici, è stata riscontrata
l'utilizzazione di minorenni per lo svolgimento
di attività illecite anche da parte di gruppi
delinquenziali di tipo mafioso provenienti da
paesi stranieri, in particolare dell'est europa.giovani
ragazze sono costrette all'esercizio della
prostituzione e piccoli bambini sono impiegati
in attività quali l'accattonaggio, i furti, gli
scippi. Sia le une che gli altri sono le
principali vittime del
traffico di esseri umani.
I minori assumono sempre di più un ruolo
importante nell’ambito delle cosche. È un fatto
ormai riconosciuto,, che le organizzazioni
malavitose reclutano tra le loro fila molti
giovani poco più che adolescenti e che esse si
avvalgono per lo svolgimento di specifiche
attività illecite, come lo spaccio di droga, di
ragazzi minorenni molti di questi giovani, in
particolare nel mezzogiorno, vengono reclutati
in quartieri ad alta disoccupazione, in cui vige
da sempre la regola del più forte, della
violenza, provengono da famiglie disagiate,
spesso hanno abbandonato la scuola. I giovani
sono affascinati dal carisma dei leader mafiosi,
in particolare di quelli latitanti, i quali ai
loro occhi sono ritenuti più forti dello stato
che è incapace di catturarli. Il boss mafioso,
per questi giovani, diventa un modello di
riferimento, una persona di cui fidarsi.
E' bene, però, ricordare che le organizzazioni
mafiose e camorristiche non temono soltanto
l'operato delle forze dell'ordine e della
magistratura, ma anche quello delle scuole,
delle associazioni di volontariato, delle
parrocchie, dei servizi sociali che si
propongono di offrire a questi ragazzi
che
potenzialmente possono essere reclutati dai
mafiosi o che lo sono già stati, non solo delle
opportunità di vita e di lavoro alternative a
quelle criminali, ma soprattutto propongono una
cultura della legalità e della solidarietà
radicalmente alternativa a quella mafiosa.
Per questo, ad esempio, in sicilia è stato
assassinato don
pino puglisi,
ed è per la
medesima ragione che molte scuole del sud italia
sono oggetto di atti
vandalici e le persone che in esse vi operano
sono oggetto di pesanti atti intimidatori.
Per conchiudere, bisogna fare enormi sforzi,
prima con noi e poi nel sociale se vogliano
vincere questa ardua e impàri lotta contro la
piovra cancerogena che afferra, prende e
inabissa tutti. Bisogna che impariamo ad essere
civili nei comportamenti, credere nel lavoro che
si fa, avere voglia di cambiare: cambiare il
modo di fare politica, di stare con la gente, di
denunciare senza paura quella gentaglia e quei
parassiti che anche con modi garbati ci
soverchiano, ci tolgono la parola, la nostra
dignità di essere
sovrani pensanti e creativi.
Attacchiamoci ai valori sempiterni, ai valori
umani, alla solidarietà, all’amore verso
l’altro; attacchiamoci allo studio, siamo i
migliori nel bene
Non facciamo come quel giovane carcerato che
consegnò al prete del carcere il suo testamento
di guappo e di camorrista:…
Tutti quelli che conosco o sono morti o sono in
galera. Io voglio diventare un boss. Voglio
avere supermercati, negozi, fabbriche, voglio
avere donne. Voglio tre macchine, voglio che
quando entro in un negozio mi devono rispettare,
voglio avere magazzini in tutto il mondo. E poi
voglio morire. Ma come muore uno vero, uno che
comanda veramente.
Voglio morire ammazzato.
Forza! Creiamoci un futuro migliore. Non
facciamo morire la speranza.
FORGIONE Francesco
Nato
a Catanzaro il 15 agosto 1960
-Giornalista professionista Eletto nella
circoscrizione XXV (SICILIA 2)Lista di
elezione: PARTITO DELLA RIFONDAZIONE
COMUNISTA Proclamato il 28 aprile 2006.
PRESIDENTE della COMMISSIONE
PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL FENOMENO
DELLA CRIMINALITA' ORGANIZZATA MAFIOSA O
SIMILARE dal 15 novembre 2006(CAMERA DEI
DEPUTATI- SCHEDE PERSONALI)
Don Giuseppe Puglisi nasce nella borgata
palermitana di Brancaccio il 15
settembre 1937, figlio di un calzolaio e
di una sarta, e viene ucciso dalla mafia
nella stessa borgata il 15 settembre
1993, giorno del suo 56° compleanno. Da
me incontrato a Capo d’Orlando assieme a
Tano Grasso, Luciano Violante, le donne
coraggio in un convegno tenuto dalla
rete di scuola RACCUIA-UCRIA-SAN PIERO
PATTI, SINAGRA.e PATTI. Il 15 settembre
1999 il Cardinale Salvatore De Giorgi ha
insediato il Tribunale ecclesiastico
diocesano per il riconoscimento del
martirio, che ha iniziato ad ascoltare i
testimoni. Un archivio di scritti editi
ed inediti, registrazioni, testimonianze
e articoli si è
costituito presso il
"Centro ascolto giovani don Giuseppe
Puglisi" in via Matteo Bonello a Palermo
(091-334669).La sua vita e la sua morte
sono state testimonianze della sua
fedeltà all'unico Signore e hanno
disvelato la malvagità e l'assoluta
incompatibilità della mafia con il
messaggio evangelico.
"Il
credente che abbia preso in seria
considerazione la propria vocazione
cristiana, per la quale il martirio è
una possibilità annunciata già nella
rivelazione non può escludere questa
prospettiva dal proprio orizzonte di
vita. I 2000 anni dalla nascita di
Cristo sono segnati dalla persistente
testimonianza dei martiri"(Giovanni
Paolo II, Incarnationis Misterium, n.10)
Testo riportato da
Roberto Saviano nel suo libro GOMORRA,
Mondadori , 1996, a pag. 129
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