Contro il compost nasce il
comitato
il caso / Gli abitanti della
zona ‘Cocola’, tra Frasso e Dugenta, dicono ‘no’
all’installazione dell’impianto «Scelte
complesse come questa non si possono
amministrare solo nei confini geografici»
di Maria
Grazia Porceddu
La dovuta
attenzione dalle pubbliche autorità “al fine di
scongiurare i rischi che tale scelta sbagliata
andrebbe a comportare”. A parlare sono i
rappresentanti del neo costituito comitato
Cocola, la “scelta sbagliata” alla quale si fa
riferimento è quella relativa alla locazione in
tale zona di Frasso Telesino di un eventuale
sito di compostaggio. Si ritorna a parlare della
paventata ipotesi che tanto ha animato e
continua ad animare il dibattito locale.
Diversi i
firmatari che hanno siglato la costituzione del
comitato, rappresentati da: Lorenzo Meoli,
Carmela Palumbo e Mariano Ciervo. Scopo del
comitato: “promuovere ogni iniziativa utile e
necessaria a tutelare l’ambiente e la salute dei
cittadini della zona, in particolare agendo
attraverso campagne di sensibilizzazione
dell’opinione pubblica e di tutti gli Organi
Istituzionali che abbiano il potere di
intervenire in maniera diretta o indiretta per
garantire la tutela dell’intero paesaggio
coinvolto e il diritto alla salute dei cittadini
residenti”. Naturalmente l’iniziativa “rimane
aperta a chiunque altro condivida i principi
ispiratori del comitato”.
Un
documento, questo che ha sancito la nascita
dell’organismo civico, preceduto da una premessa
e alcune considerazioni: “il comitato Cocola
condivide i principi che stanno alla base dei
programmi comunitari, nazionali e locali
finalizzati alla tutela del patrimonio
ambientale e paesaggistico, li riconosce, li
assume come propri e li diffonde (…).
Il
paesaggio locale “compresso’ tra il comune di
Dugenta, Frasso Telesino, Melizzano e Sant’Agata
dei Goti – prosegue la nota –; vanta la presenza
di aree ripariali, di risorse ambientali, di
prodotti agricoli di pregio, di vegetazione
spontanea, di versanti boschivi, di zone umide
per la presenza dell’acqua dei canali che
attraversano l’area e di falda acquifera
superficiale. Un bellissimo scenario dunque,
proseguono le considerazioni del comitato
“minacciato, per la probabile apertura di un
sito di compostaggio, voluta a sorpresa dal
sindaco di Frasso Telesino nella propria area
industriale a ridosso del comune di Dugenta,
Melizzano, Sant’Agata dei Goti.
Un
paesaggio così articolato – viene sottolineato
ancora – per scelte complesse come queste
(l’impatto ambientale non segue i confini
amministrativi), non può essere amministrato
considerando solo i confini geografici”, ma,
viene evidenziato “necessitano di una procedura
concertata comprendente più comuni e tutti gli
attori del territorio (imprese agricole,
turistiche, artigianali, popolazione locale) che
hanno interesse nell’area di riferimento”.
“L’impianto in argomento – incalzano i
componenti del comitato Cocola – non è per la
zona interessata una scelta prioritaria” dato
che ricadrebbe “in un’area prevalentemente
rurale” dove “la popolazione da sempre adotta il
riciclaggio della maggior parte dei rifiuti
organici nelle proprie aziende”. E ancora una
volta gli abitanti delle località interessate
hanno appreso “le notizie esclusivamente dalla
stampa in merito alle vicissitudini
dell’impianto di compostaggio in argomento, non
essendoci stata nessuna azione di comunicazione
e concertazione né tra i comuni interessati né
con la popolazione residente”.
Considerato poi che “la procedura adottata – si
legge altresì – risulta carente dei dovuti studi
preliminari; tenuto conto che la normativa
vigente prevede di adottare tutte le misure
necessarie per assicurare che i rifiuti siano
recuperati o smaltiti senza pericolo per la
salute dell’uomo; appurato che l’insediamento in
argomento non può essere considerato un normale
insediamento artigianale, risulta necessario
raccogliere tutte le comunicazioni, la
documentazione e le analisi che il procedimento
amministrativo in argomento ha prodotto sin da
oggi sul territorio e di quello che si andrà a
fare in futuro”.
Un modo
questo “per contrastare il clima di “terrore”
diffuso nella popolazione locale.
L’indagine in argomento – ribadiscono i
componenti del comitato - doveva partire dal
chiarire le vie di accesso al sito individuato,
il tipo e la provenienza di rifiuti che verranno
trattati, le caratteristiche del sito, in
particolare il tipo di suolo vegetale, il suo
contenuto di elementi chimici, il livello di Ph,
le condizioni climatiche locali, il terreno di
fondazione, l’aspetto geologico, l’aspetto
naturalistico e paesaggistico. Per le
motivazioni sopra enunciate e per il contenuto
non esaustivo della procedura amministrativa
attivata, il comitato Cocola ritiene il criterio
di scelta adottato fuori da ogni logica di
corretta prassi amministrativa e per tale
motivazioni ha richiesto alle Autorità
Competenti, di sospendere gli atti
amministrativi in corso e di prevedere ulteriori
sopralluoghi di approfondimento, al fine di
completare gli atti procedurali necessari per
scongiurare un probabile disastro ambientale”.
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