2 giugno 2008
Guardia, anno deludente per Di Crosta
Vincenzo Di Crosta

 

 

UN ANNO DELUDENTE

Devo ammetterlo, sono rimasto profondamente deluso dei risultati raggiunti dall’attuale amministrazione ad un anno ormai dall’esito elettorale del 27/05/2007. E come me, credo anche molti concittadini che hanno riposto la loro fiducia in un’amministrazione di centro sinistra.

Spinta da una forte necessità di cambiamento, la lista “Guardia nel cuore”, risultata vincente con un largo margine di consenso, si presentava agli elettori con un programma elettorale a dir poco ambizioso e si impegnava, fra l’altro, a favorire un “profondo cambiamento culturale”, a “mutare il modo di interpretare la politica”, a profondere un “ nuovo entusiasmo nel conquistare nuovi orizzonti”.

Si indicavano poi una serie di interventi strategici per favorire lo sviluppo locale principalmente imperniato sull’agricoltura e sull’ambiente. Il risultato dopo un anno è sotto gli occhi di tutti. Il programma proposto rivela la sua reale natura di mero esercizio

propagandistico: solo chiacchiere … chiacchiere … chiacchiere... Se è vero che ancora non sono ben definiti gli assetti politici e quindi la condivisione di un percorso politico amministrativo condiviso. E pensare che qualche illuso aspettava segnali forti già nei primi cento giorni.

La delusione, per quanto mi riguarda, devo essere sincero, pesa molto meno se penso ai “giochini” e tatticismi messi in atto per vincere le elezioni e per dare il benservito all’ex sindaco Falato.

La coalizione attuale, infatti, è frutto di un caotico e frettoloso accordo tra i vertici dei partiti del nuovo centro sinistra, si fa per dire, e il comitato civico “liberi di cambiare”

costituito ad hoc in vista delle imminenti elezioni amministrative. Il nuovo però, nonostante l’ingresso dell’UDEUR, è soltanto un’operazione di facciata e si esaurisce sostanzialmente nella lista “Guardia nel cuore”, costituita per lo più dai soliti personaggi ombra e da qualche innesto effettuato “sul filo del traguardo”. Come per incanto, poi, a capo della coalizione, la “grande sorpresa”, si fa per dire, della candidatura Ciarleglio con un vissuto politico di tutto rispetto. Insomma, un politico di razza, nonostante l’età, e dalla lunghissima tradizione di famiglia (ex sindaco, ex assessore, attuale direttore generale del GAL Titerno da diversi anni ed ex D.C.), quale rappresentante della cosiddetta “società civile guardiese”, si fa per dire, che doveva garantire la sintesi tra la componente politica e la componente civica della coalizione. E così che sulla base di tali sotterfugi politici si sono vinte le elezioni. E oggi, ad un anno dal voto, emergono in tutta evidenza i limiti e le contraddizioni interne dell’attuale amministrazione.

Il disagio e la preoccupazione che manifesta l’Assessore Raffaele Garofano sulla situazione amministrativa locale ne mette chiaramente in luce i vizi e la mancanza di una visione comune.

Lo spezzatino della delega dei lavori pubblici che fa riferimento addirittura a quattro assessorati costituisce l’esempio più significativo. In un comune che conta poco più di 5000 anime appare come un’offesa e uno schiaffo alla intelligenza di una comunità intera.

Non risulta che le precedenti amministrazioni abbiano mai adottato tale tipo di scelta.

L’espediente forse potrebbe trovare una qualche forma di giustificazione in comuni di dimensioni medio-grandi, ma nel nostro piccolo comune non ha alcun senso: se non quello di creare difficoltà e confusione nei ruoli e nelle procedure. Dove non si capisce chi deve fare e che cosa, gli assessori si muovono in ordine sparso a scapito naturalmente della collegialità di governo e della buona pratica amministrativa. Pertanto ,” gli appuntamenti mancati” che ne derivano ne sono l’esempio più evidente.

Ora, a mio avviso, lo spezzatino dell’assessorato ai lavori pubblici, ripeto in quattro assessorati, ritengo che sia solamente una “trovata” di qualche “commerciante della politica” che lascia sottendere un impianto amministrativo basato più sul baratto o ricatto politico che a ragioni di ordine funzionale e di buona amministrazione.

E che dire, poi, dell’imbarazzante e diplomatico silenzio che si nasconde sull’increscioso episodio di una rissa scoppiata, pare, tra due assessori e sulle dimissioni del vice sindaco presentate al protocollo dell’Ente? E' accettabile continuare a far finta di nulla?

Ho la sensazione che alle tante chiacchiere annunciate in campagna elettorale non si sia ancora in grado di capire cosa bisogna fare.

A tal proposito mi sembra molto calzante un celebre proverbio napoletano: “CHIACCHIERE E TABBACCHERE ‘E LIGNAMMO ‘O BANCO NUN NE ‘IMPEGNA”.

Le chiacchiere e tabacchiere di legno la banca non le accetta come pegno.

Guardia Sanframondi 29 maggio 2008

Vincenzo Di Crosta

 

 

 

     

 Valle Telesina


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