Consiglio comunale aperto del 30 ottobre 2008 a
Guardia Sanframondi
Grazie alla richiesta
dell’Assessore Garofano Raffaele di un Consiglio
comunale aperto sul problema delle antenne, ed
alla proposta del consigliere di opposizione
Falato Silvio di un Piano comunale di
localizzazione, finalmente è stato concesso
anche ai cittadini contrari all’installazione
dell’ antenna Telecom nei pressi del cimitero il
Consiglio chiesto il 14 luglio 2008.
Abbiamo, così, avuto
l’occasione di ribadire le nostre perplessità
sulle procedure che hanno portato
all’individuazione della localizzazione nei
pressi del cimitero ad antenna già funzionante
da circa un mese.
Perplessità che non riguardano
assolutamente i livelli di emissioni e la
dannosità dell’impianto, su cui il Sindaco e
l’Assessore Garofano hanno spostato
continuamente il discorso, accusandoci di essere
contrari in modo pregiudiziale e disinformato.
Anche se non è questo che per ora ci interessa,
ci teniamo a precisare che siamo ben consapevoli
di leggi e regolamenti favorevoli agli interessi
dei gestori, ma crediamo fermamente che niente
possa limitare il diritto di cittadini ed
amministratori di decidere del loro territorio e
della qualità della loro vita.
I nostri amministratori,
invece, si sono limitati ad invocare la bontà
delle leggi in questione ed il dovere di
applicarle, come se tutti i problemi causati da
leggi ambigue e lesive di diritti di Enti locali
e cittadini non esistessero. Tutti abbiamo il
dovere di rispettare le leggi, ma abbiamo anche
il diritto di lottare per modificare quelle che
ledono diritti costituzionalmente garantiti.
Ringraziamo quegli
amministratori che, insieme a tanti cittadini in
tutta Italia, si sono opposti al Decreto
Gasparri per la sua incostituzionalità e ne
hanno determinato il decadimento. Se fosse stato
per gli amministratori di Guardia sarebbe ancora
quello a governare la materia! Inoltre, se vi
sono leggi che si ispirano al principio di
cautela e limitano i livelli di emissioni a cui
le persone possono essere sottoposte, non si può
affermare che i ripetitori sono impianti innocui
e che bisogna assolutamente accettarli, come
accettiamo tutte le comodità che ci offre il
nostro modello di sviluppo.
Comunque, gli amministratori
attuali, presenti anche nel precedente
Consiglio, ci dovrebbero spiegare
-
come mai la stazione radio, che originariamente
si sarebbe dovuta installare sull’edificio Del
Vecchio, allora era nociva e adesso non lo è
più;
-
come mai, allora, i gestori erano aggressivi e
poco attenti alla tutela dell’ambiente e,
adesso, sono oneste aziende che fanno il bene
del paese;
-
come mai il Comune, allora, poteva rifiutare
autorizzazioni alle installazioni e adesso non
può;
-
come mai i cittadini, all’epoca, potevano
protestare ed esternare i propri timori rispetto
agli effetti sulla salute, con l’appoggio degli
amministratori, e, adesso, sono solo persone mal
informate e che creano falsi allarmismi per
ignoranza e poca fiducia nelle istituzioni.
Forse la spiegazione è che,
allora, era periodo preelettorale e non
conveniva creare malcontenti, con possibili
conseguenze sull’esito del voto, ed ora si è
tranquilli per altri quattro anni?
Ci è stato detto che quel
Comitato ha raccolto 600 firme e chiesto la
delocalizzazione dell’antenna, ed il comune non
poteva non tenerne conto. Le 560 firme
consegnate questa volta hanno meno valore di
quelle 600?
Si è molto citato il Consiglio
comunale del gennaio 2007 che ha deliberato la
delocalizzazione dell’antenna, dimenticando,
però, di citare che quel Consiglio ha deliberato
la delocalizzazione previa approvazione di un
Piano comunale per una corretta e partecipata
regolamentazione delle installazioni. Non ci
sembra che quella delibera sia stata messa in
pratica.
Ci sembra solo che la
situazione sia stata fatta precipitare senza che
si prendessero seri provvedimenti o che si
mostrasse una minima volontà di risolvere la
situazione. Tanto ci si può sempre appellare
alle leggi ed alla loro bontà per giustificare
un operato approssimativo dell’Amministrazione!
Un
Assessore si è persino preoccupato di portarci
una serie di sentenze per contrastare la nostra
interpretazione delle leggi. Ci dispiace
deludere l’Assessore, ma molte di quelle
sentenze che ci ha dato le avevamo già lette e
studiate, e da esse, come si evince dagli stessi
commenti alle sentenze
che ci ha
gentilmente fotocopiati, abbiamo avuto conferma
del tremendo contenzioso che questa tematica ha
creato e dei diversi orientamenti normativi che
ne sono conseguiti..
Se una questione fa registrare
la conflittualità dimostrata da centinaia di
ricorsi al TAR e contenziosi legali, allora si
deve rilevare che qualche incertezza nella
materia esiste, e non si può chiedere di fidarci
ciecamente dell’interpretazione datane dagli
Amministratori
Tra l’altro, nei commenti di
esperti, che avrà letto anche l’assessore, si
ribadisce continuamente la competenza del comune
nel governo del territorio e nella tutela della
salute.
Anche
la procedura semplificata, continuamente citata
da un altro Assessore, la cosiddetta DIA, come
se fosse lo strumento che nega ai comuni
qualsiasi possibilità di azione, non prevede la
non necessità di autorizzazione da parte del
comune. Semplicemente, prevede il silenzio
assenso se il comune non risponde entro 90
giorni. Approfittiamo per ricordare al Sindaco,
che ha minacciosamente citato il Decreto
Brunetta come esempio dell’impossibilità di un
comune di opporsi a certe opere, che anche in
questo decreto è prevista l’opposizione del
comune: se il comune non dà la sua
autorizzazione,
la DIA
decade.
La non risposta nei termini
previsti è ciò che ha determinato la presente
situazione.
Quando
la Telecom
presentò
la DIA
nel 2006, il comune non ha risposto nei 90
giorni previsti, regalando alla Telecom la
possibilità di rivalsa sul comune. Solo
l’assessore Di Lonardo ha ricordato che
l’amministrazione ha il dovere di mettere in
atto delle azioni per governare in modo
finalmente corretto questa questione ed evitare
proteste continue, cominciando con il controllo
degli impianti in modo incrociato tra ARPAC e
altra società per fugare qualsiasi dubbio dei
cittadini. Anche questo non va bene per alcuni!
L’ARPAC è l’ARPAC e tutti gli altri soggetti
sono speculatori.
Ed
ecco la bella proposta che ci fa sospettare
della non volontà, anche stavolta, di voler
cominciare ad affrontare realmente la questione.
Il comune deve comprare le
attrezzature per il controllo dei CEM!
Alle obiezioni di un cittadino sulle
disponibilità di bilancio e sull’ambiguità di
tale proposta, la si approva lo stesso dando
però il contentino di accettare il monitoraggio
incrociato in mancanza dei fondi necessari
all’acquisto.
In pratica, il tutto è
rimandato a chissà quando, lasciando ancora una
volta il vuoto nell’azione del comune e libertà
di azione ai gestori.
Il Consiglio si è concluso
senza che ci fossero dati i chiarimenti chiesti.
Come mai il Comune ha
autorizzato la costruzione dell’antenna in area
di rispetto cimiteriale senza prima aver
approvato una variante al Piano regolatore?
Le zone di rispetto cimiteriale rispondono a
vincoli specifici che vanno rispettati, ed
esistono sentenze che ribadiscono il divieto
assoluto di costruzione in tale zona. Se si
vuole autorizzare una costruzione in tale area,
c’è bisogno di una variante al piano regolatore
e del parere dell’ASL.
Nessuno ha risposto alla
nostra domanda.
Neanche nelle sentenze forniteci dall’Assessore
prima citato abbiamo trovato riferimenti a
questa questione. L’assessore non le ha trovate,
o faceva più comodo ignorare le sentenze che
noi, pur semplici cittadini, abbiamo facilmente
trovato? Non ci sembra un modo corretto di agire
da parte degli Amministratori. Non si può non
rispondere a domande precise fatte dai cittadini
nascondendosi dietro ad altri problemi e
accusando quei cittadini di sfiducia nello stato
e di allarmismi infondati. Non abbiamo votato
un’ Amministrazione per assistere alla sua
inerzia o a polemiche lontane dagli interessi
dei cittadini, e che, però, si ricompatta e
difende l’indifendibile solo quando i cittadini
si attivano per chiedere un’amministrazione
trasparente ed efficiente, rispettosa delle
regole che si è data e dei diritti dei
cittadini.
Lo strumento principale di governo del territorio
di un comune è il PRG, che tutti devono
rispettare, amministratori e amministrati.
Se un’amministrazione non lo rispetta, non
rispetta le regole. Allora dove è l’antistato e
l’antipolitica? In chi chiede spiegazioni sulla
legittimità di un atto amministrativo, o in chi
evita di dare risposte sul proprio operato?
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