8 ottobre 2008
Guardia, consiglio comunale aperto
Maria Mucci

 

 

 

Consiglio comunale aperto del 30 ottobre 2008 a Guardia Sanframondi

Grazie alla richiesta dell’Assessore Garofano Raffaele di un Consiglio comunale aperto sul problema delle antenne, ed alla proposta del consigliere di opposizione Falato Silvio di un Piano comunale di localizzazione, finalmente è stato concesso anche ai cittadini contrari all’installazione dell’ antenna Telecom nei pressi del cimitero il Consiglio chiesto il 14 luglio 2008.

Abbiamo, così, avuto l’occasione di ribadire le nostre perplessità sulle procedure che hanno portato all’individuazione della localizzazione nei pressi del cimitero ad antenna già funzionante da circa un mese.

Perplessità che non riguardano assolutamente i livelli di emissioni e la dannosità dell’impianto, su cui il Sindaco e l’Assessore Garofano hanno spostato continuamente il discorso, accusandoci di essere contrari in modo pregiudiziale e disinformato. Anche se non è questo che per ora ci interessa, ci teniamo a precisare che siamo ben consapevoli di leggi e regolamenti favorevoli agli interessi dei gestori, ma crediamo fermamente che niente possa limitare il diritto di cittadini ed amministratori di decidere del loro territorio e della qualità della loro vita.

I nostri amministratori, invece, si sono limitati ad invocare la bontà delle leggi in questione ed il dovere di applicarle, come se tutti i problemi causati da leggi ambigue e lesive di diritti di Enti locali e cittadini non esistessero. Tutti abbiamo il dovere di rispettare le leggi, ma abbiamo anche il diritto di lottare per modificare quelle che ledono diritti costituzionalmente garantiti.

 Ringraziamo quegli amministratori che, insieme a tanti cittadini in tutta Italia, si sono opposti al Decreto Gasparri per la sua incostituzionalità e ne hanno determinato il decadimento. Se fosse stato per gli amministratori di Guardia sarebbe ancora quello a governare la materia! Inoltre, se vi sono leggi che si ispirano al principio di cautela e limitano i livelli di emissioni a cui le persone possono essere sottoposte, non si può affermare che i ripetitori sono impianti innocui e che bisogna assolutamente accettarli, come accettiamo tutte le comodità che ci offre il nostro modello di sviluppo.

Comunque, gli amministratori attuali, presenti anche nel precedente Consiglio, ci dovrebbero spiegare

-          come mai la stazione radio, che originariamente si sarebbe dovuta installare sull’edificio Del Vecchio, allora era nociva e adesso non lo è più;

-          come mai, allora, i gestori erano aggressivi e poco attenti alla tutela dell’ambiente e, adesso, sono oneste aziende che fanno il bene del paese;

-          come mai il Comune, allora, poteva rifiutare autorizzazioni alle installazioni e adesso non può;

-          come mai i cittadini, all’epoca, potevano protestare ed esternare i propri timori rispetto agli effetti sulla salute, con l’appoggio degli amministratori, e, adesso, sono solo persone mal informate e che creano falsi allarmismi per ignoranza e poca fiducia nelle istituzioni.  

Forse la spiegazione è che, allora, era periodo preelettorale e non conveniva creare malcontenti, con possibili conseguenze sull’esito del voto, ed ora si è tranquilli per altri quattro anni?

Ci è stato detto che quel Comitato ha raccolto 600 firme e chiesto la delocalizzazione dell’antenna, ed il comune non poteva non tenerne conto. Le 560 firme consegnate questa volta hanno meno valore di quelle 600?

Si è molto citato il Consiglio comunale del gennaio 2007 che ha deliberato la delocalizzazione dell’antenna, dimenticando, però, di citare che quel Consiglio ha deliberato la delocalizzazione previa approvazione di un Piano comunale per una corretta e partecipata regolamentazione delle installazioni. Non ci sembra che quella delibera sia stata messa in pratica.

Ci sembra solo che la situazione sia stata fatta precipitare senza che si prendessero seri provvedimenti o che si mostrasse una minima volontà di risolvere la situazione. Tanto ci si può sempre appellare alle leggi ed alla loro bontà per giustificare un operato approssimativo dell’Amministrazione!

Un Assessore si è persino preoccupato di portarci una serie di sentenze per contrastare la nostra interpretazione delle leggi. Ci dispiace deludere l’Assessore, ma molte di quelle sentenze che ci ha dato le avevamo già lette e studiate, e da esse, come si evince dagli stessi commenti alle sentenze  che ci ha gentilmente fotocopiati, abbiamo avuto conferma del tremendo contenzioso che questa tematica ha creato e dei diversi orientamenti normativi che ne sono conseguiti..

Se una questione fa registrare la conflittualità dimostrata da centinaia di ricorsi al TAR e contenziosi legali, allora si deve rilevare che qualche incertezza nella materia esiste, e non si può chiedere di fidarci ciecamente dell’interpretazione datane dagli Amministratori

Tra l’altro, nei commenti di esperti, che avrà letto anche l’assessore, si ribadisce continuamente la competenza del comune nel governo del territorio e nella tutela della salute.

Anche la procedura semplificata, continuamente citata da un altro Assessore, la cosiddetta DIA, come se fosse lo strumento che nega ai comuni qualsiasi possibilità di azione, non prevede la non necessità di autorizzazione da parte del comune. Semplicemente, prevede il silenzio assenso se il comune non risponde entro 90 giorni. Approfittiamo per ricordare al Sindaco, che ha minacciosamente citato il Decreto Brunetta come esempio dell’impossibilità di un comune di opporsi a certe opere, che anche in questo decreto è prevista l’opposizione del comune: se il comune non dà la sua autorizzazione, la DIA decade.

La non risposta nei termini previsti è ciò che ha determinato la presente situazione.

Quando la Telecom presentò la DIA nel 2006, il comune non ha risposto nei 90 giorni previsti, regalando alla Telecom la possibilità di rivalsa sul comune. Solo l’assessore Di Lonardo ha ricordato che l’amministrazione ha il dovere di mettere in atto delle azioni per governare in modo finalmente corretto questa questione ed evitare proteste continue, cominciando con il controllo degli impianti in modo incrociato tra ARPAC e altra società per fugare qualsiasi dubbio dei cittadini. Anche questo non va bene per alcuni! L’ARPAC è l’ARPAC e tutti gli altri soggetti sono speculatori.

Ed ecco la bella proposta che ci fa sospettare della non volontà, anche stavolta, di voler cominciare ad affrontare realmente la questione. Il comune deve comprare le attrezzature per il controllo dei CEM! Alle obiezioni di un cittadino sulle disponibilità di bilancio e sull’ambiguità di tale proposta, la si approva lo stesso dando però il contentino di accettare il monitoraggio incrociato in mancanza dei fondi necessari all’acquisto.

In pratica, il tutto è rimandato a chissà quando, lasciando ancora una volta il vuoto nell’azione del comune e libertà di azione ai gestori.

Il Consiglio si è concluso senza che ci fossero dati i chiarimenti chiesti.

Come mai il Comune ha autorizzato la costruzione dell’antenna in area di rispetto cimiteriale senza prima aver approvato una variante al Piano regolatore? Le zone di rispetto cimiteriale rispondono a vincoli specifici che vanno rispettati, ed esistono sentenze che ribadiscono il divieto assoluto di costruzione in tale zona. Se si vuole autorizzare una costruzione in tale area, c’è bisogno di una variante al piano regolatore e del parere dell’ASL.  Nessuno ha risposto alla nostra domanda. Neanche nelle sentenze forniteci dall’Assessore prima citato abbiamo trovato riferimenti a questa questione. L’assessore non le ha trovate, o faceva più comodo ignorare le sentenze che noi, pur semplici cittadini, abbiamo facilmente trovato? Non ci sembra un modo corretto di agire da parte degli Amministratori. Non si può non rispondere a domande precise fatte dai cittadini nascondendosi dietro ad altri problemi e accusando quei cittadini di sfiducia nello stato e di allarmismi infondati. Non abbiamo votato un’ Amministrazione per assistere alla sua inerzia o a polemiche lontane dagli interessi dei cittadini, e che, però, si ricompatta e difende l’indifendibile solo quando i cittadini si attivano per chiedere un’amministrazione trasparente ed efficiente, rispettosa delle regole che si è data e dei diritti dei cittadini. Lo strumento principale di governo del territorio di un comune è il PRG, che tutti devono rispettare, amministratori e amministrati. Se un’amministrazione non lo rispetta, non rispetta le regole. Allora dove è l’antistato e l’antipolitica? In chi chiede spiegazioni sulla legittimità di un atto amministrativo, o in chi evita di dare risposte sul proprio operato?

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it