14 giugno 2008
Guardia, interessi dei cittadini e governo del territorio
Maria Mucci

 

 

Da molti anni, per la rapida evoluzione della tecnologia che ha portato ad una enorme diffusione di elettrodomestici, telefonini, antenne, ripetitori ecc., vi è un acceso dibattito sui campi elettromagnetici e sul loro impatto sulla vita quotidiana, e molti ricercatori conducono studi per individuarne gli effetti. Naturalmente, gli autori di questo nuovo tipo di inquinamento tecnologico, i gestori di telefonia mobile, sminuiscono l’allarme sui rischi da esposizione ai campi elettromagnetici e, con i loro miliardi, riescono a controllare giornali e TV, e importanti studi con i loro finanziamenti ( un esempio per tutti, lo studio avviato dall’OMS finanziato dall’Omnitel ), e soprattutto i governi ( vedi il Decreto Gasparri che ha liberalizzato l’installazione delle antenne ). Di qui l’attacco contro l’opposizione dei cittadini, definita inutile allarmismo e pregiudiziale rifiuto del progresso, dell’industria e della tecnologia. Quale migliore garante della salute pubblica e del controllo delle emissioni elettromagnetiche di chi le produce?

Noi non ci fidiamo di ricercatori finanziati da chi ha tutto l’interesse a nascondere la nocività dei propri prodotti, e se i ricercatori sono divisi, ci richiamiamo al principio di precauzione. La nostra salute ci interessa di più dei profitti delle multinazionali, e non vogliamo ripetere l’esperienza di altre “ evoluzioni tecnologiche “ poi rivelatesi nocive per gli esseri umani come l’amianto, gli elettrodotti, il DDT. La nostra domanda è sempre la stessa: Nel dubbio, è corretto esporre i cittadini ad un pericolo ignoto?

E’ vero che gli interessi economici sono oggi prevalenti e tutti si affannano a ripeterci che nulla si può contro di essi, anche se ledono il diritto alla salute ed alla qualità dell’ambiente. Crediamo, però, che ci siano leggi e procedure, regole e controlli che si possono applicare per difendere i cittadini. Ed il primo organo a ciò preposto è il Comune, perché ente più vicino ai cittadini e maggiormente a conoscenza dei problemi e delle criticità dei territori. Dobbiamo, purtroppo, constatare che molti comuni sono ostaggi delle società di telefonia, che decidono persino i siti dove collocare le loro stazioni, senza ovviamente puntare alla minimizzazione dei rischi ed alla precauzione, ma solo ai loro interessi.

Con il ricatto di procedimenti penali e di risarcimenti imposti ai comuni che ostacolano l’installazione di antenne, le società convincono gli amministratori che eventuali danni biologici sono solo i soliti costi sociali della tecnologia.

A noi risulta che i comuni possono ricorrere anche contro impianti da loro stessi autorizzati per tutelare il diritto alla salute dei cittadini proprio per l’incertezza scientifica che suggerisce l’adozione del principio di cautela. Ma per poterlo fare il Comune dovrebbe avere un piano per gli impianti di telefonia mobile, redatto a partire da un censimento delle antenne già presenti, delle loro carenze dal punto di vista urbanistico e sanitario, e dalla misurazione del livello di inquinamento elettromagnetico già presente. E dovrebbe predisporre ed adottare un regolamento che preveda obiettivi di qualità, come garantire, nelle aree residenziali, in cui la popolazione risiede, lavora o studia per più di quattro ore, che il campo elettromagnetico rimanga il più vicino possibile ai valori di fondo; che la potenza degli impianti sia bassa; che le distanze minime previste siano realmente di sicurezza. Un modo facile per tutelare la salute dall’inquinamento elettromagnetico è l’utilizzo di strumenti urbanistici al fine di allontanare la sorgente di campi magnetici dai luoghi in cui i cittadini soggiornano, chiedendo ai gestori di adeguarsi e di limitare le installazioni alle zone indicate dal comune; o perlomeno prevedere una variante al Piano regolatore con una nuova norma tecnica per la localizzazione delle antenne, e fissare le distanze dalle abitazioni.

Questa la situazione a livello nazionale. Vediamo cosa accade a Guardia Sanframondi.

Dopo il tentativo di installazione di un antenna  sull’edificio Del Vecchio, impedita dalla protesta dei cittadini, ecco che si scopre che si sta lavorando nei pressi del cimitero per localizzare l’antenna in quel luogo, su terreno, pare, acquistato ad hoc dal Comune. Una notizia che molti cittadini hanno appreso solo da pochi giorni. L’amministrazione precedente aveva promesso uno studio sull’inquinamento elettromagnetico, una diversa localizzazione delle antenne già presenti in luoghi non idonei, e l’installazione di strumenti avanzati di rilevazione dei valori di inquinamento elettromagnetico. E’ stato fatto? Se sì, come mai i cittadini non ne sanno nulla? Se no, perché non si è aspettato ad autorizzare l’installazione dell’antenna?

Il comune di Guardia Sanframondi si è dotato di un regolamento per gestire la localizzazione delle antenne? O ha semplicemente seguito le richieste della società?

E perché le notizie ai cittadini arrivano sempre per caso e all’ultimo momento? I residenti dell’area non avevano il diritto di essere informati e di avere la possibilità di esprimere le proprie obiezioni?

Una buona amministrazione governa il territorio per garantire il benessere dei propri cittadini e con la loro collaborazione. Non decide nel chiuso dei propri uffici senza nemmeno consultarli. Visto che la nostra amministrazione non brilla per dinamismo e attivismo, ci meravigliamo che, per tali decisioni trovi il tempo di agire, mentre, per la necessaria condivisione con la cittadinanza, non trovi neanche il tempo di indire un incontro per informarla. A proposito, nell’interesse di chi è necessaria quest’ennesima antenna? Degli abitanti di Guardia o della Telecom?

Invito tutti i cittadini, soprattutto quelli interessati dagli effetti della nuova localizzazione, a chiedere spiegazioni ed attivarsi per contrastare una scelta che non consideriamo un esempio di buon governo del territorio, volto alla tutela della salute dei cittadini e dei loro interessi. Né può essere una giustificazione l’introito economico a favore del Comune, rispetto al rischio che corrono i cittadini ed alla privazione della loro serenità. Ed invito tutti i politici locali, soprattutto quelli che pure esprimono disagio per una gestione della cosa pubblica che non condividono, di ascoltare di più le vere esigenze della cittadinanza e di cambiare uno stato di cose che nuoce a tutti e, soprattutto, ad una vera democrazia partecipata.

Maria Mucci

 

 

 

     

 Valle Telesina


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