IL CASO
In un paesino beneventano, la vera croce per i
parrocchiani, il curatore d’anime
FEDELI IN RIVOLTA CONTRO IL PARROCO: VATTENE!
Al top della sopportazione, hanno scritto al
vescovo chiedendo l’allontanamento del curato, che evangelizza con dispetti, omelie velenose e offensive.
La gente del posto: “Deve andare via, da anni ne
combina di tutti i colori, inquietante il silenzio del vescovo Nogaro”!
L’escalation delle bizze del curato: il rifiuto di celebrare la
funzione funebre all’ex medico condotto del paese, lo sciopero delle campane, per mesi mute, l’allontanamento di un
disabile con diffida a non entrare nel campetto parrocchiale e zuffe che sarebbero terminate anche con lo scontro fisico.
Limatola (Benevento)
-Le cronache degli ultimi anni hanno riportato di fedeli spesso insorti contro le curie, per evitare trasferimenti di
parroci stimati e benvoluti dai parrocchiani: tanto da “murare” i ministri di Dio nelle rispettive chiese- per
sensibilizzare i vescovi, quindi bloccare i ventilati trasferimenti.
A Limatola, piccolo paese della provincia di Benevento, situato al
confine con la provincia di Caserta, i fedeli, avendo perduto la pace, vanno in controtendenza e invitano il curatore
d’anime ad andare via, e lo fanno con toni tutt’altro che pacati.
LETTERE DI PROTESTA ALLA CURIA
Lo hanno messo pure per iscritto, inviando
lettere di protesta alla Curia di Caserta, di cui fanno parte. Una brutta patata bollente per il vescovo, mons. Raffaele
Nogaro, fino ad oggi vicino e solidale al parroco della discordia. Che nessuno più vuole a Limatola, poco più di tremila
anime e oltre settanta insediamenti produttivi, un circuito industriale aperto proprio dal rimpianto predecessore.
Casus belli, la vera croce per la
maggior parte dei fedeli limatolesi, si chiama don Giuseppe Giuliano- il prete, che in tanti vogliono cacciare: diventato
da queste parti più “popolare” di Adel Smith. Prete arrogante e prepotente per gli “ex fedeli”.
LO SCIOPERO DELLE CAMPANE
Appare nutrita la lista delle
esagerazioni architettate da don Giuliano: l’allontanamento e la diffida inflitta ad un disabile dall’entrare nello spazio
parrocchiale; il silenzio delle campane per mesi non suonate, in segno di protesta contro gli amministratori locali;
l’orologio del campanile e l’organo della chiesa, bloccati per mesi per ripicca; protagonista di vere e proprie zuffe con
diversi parrocchiani, che sarebbero culminate con duri scontri fisici, e dulcis in fundo, il rifiuto di celebrare il
funerale dello stimato, ex medico condotto del paese- una vita spesa al servizio della comunità.
Evento quest’ultimo, classica goccia che ha
fatto traboccare il vaso: inducendo la vedova a scrivere una breve composta lettera al vescovo di Caserta, Mons. Raffaele
Nogaro, che evidenziava la superba discriminazione subita.
Fedeli stanchi, stufi delle capricciose bizze del don in odore di
“defenestramento”, che dal pulpito, in un’omelia delle scorse domeniche aveva sentenziato ad alta voce: “La gente di
Limatola pensa di effettuare una raccolta di firme per mandarmi via, ma quelle firme dovranno passare prima per le mie
mani.”
VANGELO COLMO DI RIMPROVERI
Una sfida bella e buona verso la popolazione sempre più in
fibrillazione e indispettita, che diserta ogni giorno di più la messa domenicale: omelie sempre più trasformate in prediche isteriche,
pulpito usato per bacchettare e picconare l’intera comunità, fatta di gente onesta e laboriosa, un “vangelo” colmo di rimproveri per
le pecorelle ormai smarrite, ma non più disposte a porre l’altra guancia al pastore. Fedeli al top della sopportazione, stufi degli
altalenanti atteggiamenti del curato, che predicherebbe male e razzolerebbe peggio.
Fede, speranza, carità e perdono, optional preziosi nella minuscola
comunità sannita, che si sente umiliata dal reverendo, sulla via della “rottamazione”: i fedeli vogliono barattarlo con un
nuovo evangelizzatore, non attratto dall’altro dio- il dio denaro, un nuovo pastore, che sappia curare e rispettare le
anime, che sappia anteporre ai propri bisogni materiali, quelli spirituali della parrocchia.
In paese si ricorda, che alcuni anni orsono,
si barricò per otto giorni in canonica, senza mai uscire.
GRATIS ET AMORE DEI
Altra esagerazione ricordata al cronista, da un abitante del luogo:
Una campana mastodontica
(nella foto qui sotto), costata centinaia di milioni (vecchie lire), e collocata paradossalmente ai piedi del campanile,
per l’eccessivo peso, che avrebbe compromesso la stabilità dello stesso.
“Un lusso esagerato, uno schiaffo alla miseria- da anni
ne combina di tutti i colori, con arroganza e prepotenza- è inquietante il silenzio del vescovo Nogaro, deve mandarlo
via…..deve andare via…via….via”- ripete come un automa, allontanandosi il nostro interlocutore.
Il novello don Camillo sannita, appare in
cattive acque: prossimo “all’estrema unzione” (allontanamento) – a somministrarla, stavolta gli ex fedeli, alla ricerca di
un prete che sappia dare amore, conforto, pace all’intera comunità, “gratis et amore dei”, che alla messa domenicale
spieghi il vangelo, non l’odio e il rancore, sentimenti troppo spesso esternati dal pulpito della chiesa di Limatola.
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