14-09-2008
L’ordinanza accoglie le
richieste contenute nel ricorso del prete:
l’opera è di pubblica utilità
“Vista la natura e la
destinazione dei manufatti sportivi abusivamente
realizzati, il provvedimento impugnato non
appare adeguatamente motivato sotto il profilo
dell’interesse pubblico prevalente alla
rimozione di opere ritenute di pubblica utilità
dallo stesso Consiglio comunale con delibera
16.02.2008 per l’eventuale rilascio di un
permesso in deroga”.
Il passaggio è quello
contenuto nell’ordinanza n. 2344 pronunciata
dall’ottava sezione del Tribunale Regionale
della Campania (presidente Antonio Ferone,
consiglieri: Santino Scudeller e Renata Emma
Ianigro) l’8 settembre scorso.
Accolta, in sostanza, la
domanda di sospensione contenuto nel ricorso
presentato dal parroco di San Biagio in
Limatola, don Giuseppe Giuliano, assistito dal
legale Biagio Nappo.
La
contesa tra Parrocchia e Comune, rappresentato
da Andrea Di Lorenzo in questa contesa, è
scoppiata in modo evidente il maggio scorso,
quando don Giuseppe Giuliano, da 17 anni parroco
di Limatola, con l’avvicinarci del 18 luglio,
data ultima prevista dal Comune per lo
smantellamento del campetto, ha reso la sua
azione più incisiva al fine di salvare la
struttura costruita su di un terreno di
proprietà dell’Istituto Sostentamento Clero di
Caserta, prima e, dopo un ricorso alla
Congregazione del Clero di Roma si sentenziò che
l’indennizzo per la parte espropriata andava
all’Istituto Sostentamento Clero di Caserta e la
restante parte trasferita alla parrocchia per
costruire il campetto.
I lavori sono durati circa
otto mesi e l’allora amministrazione Parisi, che
peraltro ha dato il suo contributo offrendo
l’intonaco completo per i tre spogliatoi, ha
fatto concludere i lavori senza licenza edilizia
perché si trattava di un’opera di interesse e di
utilità pubblica facilmente rientrante nella
sanatoria per concessione in deroga. Ma
l’attuale esecutivo non ha deliberato in merito,
nonostante il parroco abbia presentato per ben
due volte il progetto per la richiesta.
Ne è nata una disputa
accesa che ha toccato punti di polemica aspra
coinvolgendo anche la Curia vescovile, Poi il
ricorso al Tar di don Giuliano, l’ordinanza e il
campetto che è tornato ad accogliere ragazzi e
giovani.
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