Il Sindaco
uscente, nel lungo sproloquio dal titolo: «La
legalità nell’esercizio della
res publica
non è litigiosità ma dovere e senso di
responsabilità
erga omnes»
non smentisce nulla
sull’esistenza di sostanziali spese per liti,
arbitraggi e contenziosi.
Si limita semplicemente a
dire che non tutta quella somma grava sul
bilancio 2008; qualcosa riguarda anche gli anni
precedenti.
Come se negli anni precedenti
(bilancio 2006 e 2007) avesse governato qualcun
altro e non fossero sempre soldi della comunità.
Insiste
nel sostenere che le somme imputabili alla
sentenza “Acqua fetente” sono 8.551 euro (quindi
non più i 30 mila euro sbandierati l’anno scorso
in campagna elettorale) e dimentica che tali
somme sono lievitate perché, nella sua
indolenza, anziché pagare le parcelle, ha atteso
che gli intimassero gli
atti
di precetto (vedi prot. n. 7188 del 11.08.2008).
Inoltre, se ne deve fare una ragione e
rassegnarsi all’idea che tale importo è la
conseguenza dell’azione di responsabilità
promossa dalla Procura della Corte dei Conti in
via autonoma, dopo aver constatato come
fondata la
segnalazione dell’ex minoranza.
Se tale segnalazione fosse
stata inconsistente, non ci sarebbe stato il
rinvio a giudizio.
Ad ogni
modo non è mia intenzione continuare la polemica
con l’ex primo cittadino. Se è soddisfatto del
suo operato, potrà vantarsene quanto vuole:
perfino dei 12 mila euro dati all’avv.
Tedeschini per un parere
pro veritate
sulla vicenda del
termovalorizzatore
di cui egli è stato l’iniziale sponsor.
I
cittadini la loro idea se la sono fatta anche se
l’ex sindaco, sfoggiando il suo
latinorum,
come l’avvocato Azzeccacarbugli, tenta di
dimostrare che solo lui sa leggere le carte.
Spesso leggere non significa
comprendere.
Emilio Bove
27 novembre 2008
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