Intervento riferito a:
"Guardie" e "beni comuni"
_“Rifiuti,
l’emergenza è in Provincia di Bn”
Architetto Visalli,
ero più che sicura che Lei mi stesse attendendo
al varco, e pur se questa volta non avevo
scritto in prima persona ma ero solo colei che
doveva inviare l’articolo del Coordinamento dei
Comitati sapevo che avrebbe preso al volo,
ancora una volta, la penna per rintuzzare ogni
parola con i suoi validissimi tecnicismi.
Ammetto che prima di tutto mi sento un po’
delusa.. All’ultimo dibattito del comitato
Civico di San Salvatore mi sembrava Lei fosse
cosciente quanto noi delle colpe del sistema
politico che dopo 14 anni addirittura rifiuta di
ammettere le proprie colpe e soprattutto non
comincia la raccolta differenziata.
Non apprezzo davvero le Sue accuse che
banalizzano un problema che non vuole essere
affrontato dai politici e che Lei come
consulente per l’inceneritore di San Salvatore
Telesino indirizza verso ovvie soluzioni in cui
ha tutto l’interesse personale e professionale e
io l’ho confusa con un consulente ambientale
invece Lei è il consulente della ABM Vocem srl.
La domanda è: dove mettiamo questi rifiuti?
Dobbiamo incenerirli. E’ lo stesso discorso che
fanno in tanti sui giornali e che molti politici
propongono sempre più spesso.
Non si legge altro: abbiamo bisogno di impianti,
si parla addirittura , di nuovo, di nucleare.
Lei dice che produciamo ogni giorno 7.500
tonnellate di rifiuti (220.000 al mese, 700.000
in tre mesi). Ad aprile/maggio ne avremo
1.000.000 di tonnellate davanti a 3.000.000 di
case (cioè ca. 50 tonnellate davanti a ogni
palazzo) e che intanto, e mentre cerchiamo
soluzioni non episodiche continueremo a produrre
rifiuti. . Il punto è proprio questo : Lei
potrebbe avere ragione su tutto ciò se solo
davanti a noi ci fosse chiara e inequivocabile
la dimostrazione che da oggi non si accumulano i
rifiuti su quell’unico marciapiede ma è stata
attivata davvero la raccolta differenziata.
In effetti in quattordici anni si poteva fare
molto, e i soldi erano talmente tanti che si
poteva mettere in piedi un sistema rilevante. Ma
non è solo la raccolta differenziata che non
funziona in Campania mentre funziona in
Germania.
Infatti sul sito del ministero dell’ambiente
tedesco (www.bmu.de) è consultabile un documento
(“Waste management in Germany: a driving force
for jobs and innovation”, june 2005) che fa il
punto sulle politiche di smaltimento dei rifiuti
in Germania. Fin dal 1985 è stata lanciata la
filosofia di fondo di tale politica:
avoidance-reuse-dispose of, che significa
semplicemente evitare il più possibile di
produrre rifiuti, riutilizzare il più possibile,
smaltire nel modo più appropriato possibile.
Come effetto di tale filosofia all’oggi in
Germania viene riciclato il 50% dei rifiuti (e
viene recuperato l’86% dei materiali nel settore
edilizio). Tra il 1992 e il 2004 a fronte di una
crescita economica del 15%, il volume dei
rifiuti è rimasto costante; questo vuol dire che
si è interrotta la perversa relazione tra
crescita economica e crescita dei rifiuti. Dal
giugno 2005 in Germania è fatto divieto di
aprire nuove discariche.
Nel contempo vengono investite ingenti risorse
per il miglioramento degli impianti di
incenerimento ed il trattamento dei rifiuti
speciali
So bene che con un consulente ambientale
preparato come Lei non posso competere e
onestamente non mi interessa. La mia risposta è
dedicata ai lettori di vivitelese più che a
Lei.
Anche se sul suo sito www.ecopraxis.it la
presentazione dice che “Secondo la visione che
ci muove l’ambiente è un bene di tutti la cui
salvaguardia non deve essere in contrasto, ma in
armonia, con la soddisfazione dei bisogni di
lavoro e sviluppo della società. La sua
protezione, rigorosa ed intransigente, deve
essere sempre messa in relazione con le
necessità di una società moderna ed
industrializzata. Ciò significa cercare con
determinazione i piani di compatibilità tra le
conseguenze delle opere (fattori di detrazione
ambientale o di rischio) e la capacità di
rigenerazione dell'ambiente ma anche con le
condizioni di accettabilità sociale. Bisogna,
anzi, che ogni nuovo progetto induca fattori
positivi di controllo e salvaguardia ambientale
a livello globale e locale. Con questo obiettivo
Ecopraxis esprime il proprio impegno nel
promuovere progetti non solo compatibili ma
attivi nella protezione dell’ambiente.”
Lei potrebbe tranquillamente presentarsi con me
nelle riunioni del Comitato Civico, le parole
sono le stesse no? Anche per Lei il problema,
che l’ABM Vocem non ha mai risolto, è ottenere
la condivisione generale su questi progetti,
allora accetti semplicemente che questa
condivisione adesso non c’è cosi come non c’è
stata partecipazione dei cittadini a progetti
come quello per San Salvatore Telesino o a
quello dell’inceneritore di Acerra e accetti
che adesso non condividiamo né accettiamo i
piani di De Gennaro.
De Gennaro propone solo discariche che
significano 1/3 dei territori coinvolti nella
parte più problematica del ciclo perché di gran
lunga di maggiore rischio, più difficilmente
reversibile e di più lunga durata.
Dunque?
Io ho dovuto e devo accettare democraticamente
tante scelte fatte dalle maggioranze su cose e
persone che non condivido, non vedo dove sia il
Suo problema ad accettare le scelte,
democratiche, fatte da ambientalisti, comitati,
qualche politico, preti scapigliati etc.
Sappiamo entrambi che "rifiuti zero" è un nobile
obiettivo(come tale anche Lei sarà ovviamente
favorevole) ma non può essere realizzato di
colpo (anzi pare che non può esserlo in senso
assoluto (?) ) allora si dice che abbiamo
bisogno di una "teoria di transizione" che ha
bisogno di impianti.
In effetti, personalmente, temo purtroppo che
Rifiuti Zero resterà un nobile obiettivo mente
la transizione si affermerà sempre più come
prassi e gli impianti verranno imposti, senza
se e senza ma,da politici e super commissari e
consulenti ambientali ma questo determinerà
sempre più battaglia politica e malcontento
popolare, forse risolverete a modo vostro la
battaglia sui rifiuti ( ma non è detto che il
mio pessimismo si avveri), ma non si
risolveranno le nuove battaglie politiche su una
democrazia che non c’è più…Battaglie che stanno
risvegliando molti spiriti dal torpore degli
ultimi anni. Nessuno ci spiega invece perché,
invece di arrivare a uno scontro da guerra
civile, in una regione militarizzata, dopo
questi 14 anni e in questi giorni di emergenza
rifiuti ( ma non solo di rifiuti e non solo in
Campania), il governo regionale ed il comune di
Napoli non scelgano di adottare l’unica
soluzione realmente praticabile in breve tempo e
l’unica proponibile anche in questi giorni di
crisi drammatica : la raccolta differenziata .
Fortunatamente per noi c’è l’impossibilità
evidente di utilizzare subito sistemi di
incenerimento che,in ogni caso, hanno lunghi
tempi tecnici di realizzazione anche per
“discariche sicure”.
In una realtà che ha tanto bisogno di lavoro,
cosa ha impedito realmente l’organizzazione
della raccolta porta a porta del differenziato
come da anni chiede il movimento dei
disoccupati? Cosa la impedisce adesso? La
risposta è che questa soluzione non la si è
voluta e non la si vuole perché bisogna imporre
il programma degli
inceneritori/termovalorizzatori come necessari e
insostituibili.
Lei architetto Visalli lo sa bene e sa bene
quanto i movimenti civici stiano facendo per
combattere questo sistema che sempre io
pessimisticamente continuo a ritenere più forte,
ma che ci ha concesso quantomeno la vittoria di
far perdere il finanziamento pubblico alla Vocem,
creando nel nostro piccolo uno stato di
agitazione che ha preoccupato la Banca
responsabile della proroga.
Lei sa anche bene però che non sono stati i
comitati civici ad impedire il completamento
dell’inceneritore di Acerra : il governo
Berlusconi e il presidente Bassolino avevano
detto che quello di Acerra sarebbe stato
l'inceneritore più moderno d'Europa (sebbene
costruito nel territorio più inquinato d'Europa)
poi, proprio grazie alla battaglia fatta dal
movimento ambientalista, abbiamo saputo che la
commissione sulla valutazione dell'impatto
ambientale del Ministero, allora guidato da
Matteoli, aveva indicato 27 adeguamenti
necessari per rendere quell'impianto a norma, e
che per far questo servivano 50 milioni di euro.
Tuttavia, se oggi ci sono 23 persone, compresi i
vari commissari, finiti sotto inchiesta, questo
dimostra che il movimento ambientalista qualche
ragione ce l'aveva.
Quello di questi giorni è il frutto di una
strategia dell'emergenza creata ad arte per
arrivare a soluzioni estreme, quali
l'incenerimento, soluzioni già 'decise' in
partenza perché in grado di garantire l’”affare
rifiuti”.
In questi anni abbiamo assistito ad una totale
mancanza di volontà di gestire l'intero ciclo
dei rifiuti secondo regole che vengono applicate
con successo in molte regioni e persino nella
stessa Campania, come accade nei comuni virtuosi
che raggiungono il 70,5% di raccolta
differenziata adottando il sistema porta a
porta. Invece, sempre in questi anni, i
responsabili si sono fatti affascinare da
soluzioni impiantistiche pesanti, come
l'incenerimento, dimenticando quante cose si
possono fare prima di incenerire per arrivare
alla riduzione della quantità dei rifiuti da
smaltire.
Pensi ai siti di compostaggio: l’umido fa
chilometri e probabilmente approda in un sito
siciliano che, come a Molinara, poi raccoglie
anche l’indifferenziato e prima o poi viene
chiuso dalla magistratura, noi chiediamo dei
siti di compostaggio che servano a due o tre
comuni consociati. Pensi alle cave: su un totale
di oltre 1.700 cave censite, più del 20% di
quelle abusive si trova in aree sottoposte a
vincolo per valori paesaggistici e
naturalistici. La provincia maggiormente
interessata da questo fenomeno è quella di
Caserta, seguita da quella napoletana (in
particolare l’area del litorale domitio-flegreo).
Infine, dal Piano Regionale di Bonifica delle
Aree Inquinate si evince che la Campania
presenta ben 2.551 siti potenzialmente
contaminati.
Le nostre proposte sono da sempre molto semplici
ma non vengono considerate:
-
da subito la raccolta porta a porta
-
da subito la divisione della parte
secca-umida dei rifiuti, per utilizzare al
meglio la parte organica e semplificare il
recupero dei materiali
-
da subito in funzione gli impianti di
compostaggio pronti
-
da subito applicare il divieto di utilizzare
materiali non riciclabili per almeno 3 mesi
-
da subito il divieto di utilizzare materiali
monouso per almeno 3 mesi
-
( e intanto preparare un piano post
emergenziale relativo a questi materiali che
comunque andrebbero non incentivati)
-
da subito un piano straordinario di raccolta
cartoni e imballaggi ( che Lei preferirebbe
bruciare a San Salvatore Telesino).
Però, intanto, e mentre cerchiamo soluzioni non
episodiche, continueremo a produrre rifiuti.
Però, intanto, il nuovo Commissario, i politici,
Lei, continuate a proporci solo discariche e
inceneritori.
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