31 gennaio 2008
"Guardie" e "beni comuni" - Il parere di M. Pia Cutillo
Maria Pia Cutillo

 

 

Intervento riferito a:        "Guardie" e "beni comuni"

_“Rifiuti, l’emergenza è in Provincia di Bn”

 

Architetto Visalli,

ero più che sicura che Lei mi stesse attendendo al varco, e pur se questa volta non avevo scritto in prima persona ma ero solo colei che doveva inviare l’articolo  del Coordinamento dei Comitati sapevo che  avrebbe preso al volo, ancora una volta, la penna per rintuzzare ogni parola con i suoi validissimi tecnicismi.

Ammetto che prima di tutto mi sento un po’ delusa.. All’ultimo dibattito del comitato Civico di San Salvatore mi sembrava Lei fosse cosciente quanto noi delle colpe del sistema politico che dopo 14 anni addirittura rifiuta di ammettere le proprie colpe e soprattutto non comincia la raccolta differenziata.

Non apprezzo davvero le Sue accuse che banalizzano  un problema che non vuole essere affrontato dai politici e che Lei come consulente per l’inceneritore di San Salvatore Telesino indirizza verso ovvie soluzioni in cui  ha tutto l’interesse personale e professionale e io l’ho confusa con un consulente ambientale invece Lei è il consulente della ABM Vocem srl.

La domanda è: dove mettiamo questi rifiuti? Dobbiamo incenerirli. E’ lo stesso discorso che fanno in tanti sui giornali e che molti politici propongono sempre più spesso.

Non si legge altro: abbiamo bisogno di impianti, si parla addirittura , di nuovo, di nucleare.

Lei dice che  produciamo ogni giorno 7.500 tonnellate di rifiuti (220.000 al mese, 700.000 in tre mesi). Ad aprile/maggio ne avremo 1.000.000 di tonnellate davanti a 3.000.000 di case (cioè ca. 50 tonnellate davanti a ogni palazzo) e che intanto, e mentre cerchiamo soluzioni non episodiche continueremo a produrre rifiuti. . Il punto è proprio questo : Lei potrebbe avere ragione su tutto ciò se solo davanti a noi ci fosse chiara e inequivocabile la dimostrazione che da oggi non si accumulano i rifiuti su quell’unico marciapiede ma è stata attivata davvero la raccolta differenziata.

In effetti in quattordici anni si poteva fare molto, e i soldi erano talmente tanti che si poteva mettere in piedi un sistema rilevante. Ma non è solo la raccolta differenziata che non funziona in Campania mentre funziona in Germania.

Infatti sul sito del ministero dell’ambiente tedesco (www.bmu.de) è consultabile un documento (“Waste management in Germany: a driving force for jobs and innovation”, june 2005) che fa il punto sulle politiche di smaltimento dei rifiuti in Germania. Fin dal 1985 è stata lanciata la filosofia di fondo di tale politica: avoidance-reuse-dispose of, che significa semplicemente evitare il più possibile di produrre rifiuti, riutilizzare il più possibile, smaltire nel modo più appropriato possibile. Come effetto di tale filosofia all’oggi in Germania viene riciclato il 50% dei rifiuti (e viene recuperato l’86% dei materiali nel settore edilizio). Tra il 1992 e il 2004 a fronte di una crescita economica del 15%, il volume dei rifiuti è rimasto costante; questo vuol dire che si è interrotta la perversa relazione tra crescita economica e crescita dei rifiuti. Dal giugno 2005 in Germania è fatto divieto di aprire nuove discariche.

Nel contempo vengono investite ingenti risorse per il miglioramento degli impianti di incenerimento ed il trattamento dei rifiuti speciali

So bene che con un consulente ambientale preparato come Lei non posso competere e onestamente non mi interessa. La mia risposta è dedicata  ai lettori di vivitelese più che  a Lei.

Anche se sul suo sito www.ecopraxis.it la presentazione dice che “Secondo la visione che ci muove l’ambiente è un bene di tutti la cui salvaguardia non deve essere in contrasto, ma in armonia, con la soddisfazione dei bisogni di lavoro e sviluppo della società. La sua protezione, rigorosa ed intransigente, deve essere sempre messa in relazione con le necessità di una società moderna ed industrializzata. Ciò significa cercare con determinazione i piani di compatibilità tra le conseguenze delle opere (fattori di detrazione ambientale o di rischio) e la capacità di rigenerazione dell'ambiente ma anche con le condizioni di accettabilità sociale. Bisogna, anzi, che ogni nuovo progetto induca fattori positivi di controllo e salvaguardia ambientale a livello globale e locale. Con questo obiettivo Ecopraxis esprime il proprio impegno nel promuovere progetti non solo compatibili ma attivi nella protezione dell’ambiente.”

Lei potrebbe tranquillamente presentarsi con me nelle riunioni del  Comitato Civico, le parole sono le stesse no? Anche per Lei il problema, che l’ABM Vocem non ha mai risolto, è  ottenere la condivisione generale su questi progetti, allora accetti semplicemente che questa condivisione adesso  non c’è cosi come non c’è stata partecipazione dei cittadini a progetti come quello per San Salvatore Telesino o a quello dell’inceneritore di  Acerra e accetti che adesso non condividiamo né accettiamo i piani di De Gennaro.

De Gennaro propone solo discariche  che significano 1/3 dei territori coinvolti nella parte più problematica del ciclo perché di gran lunga di maggiore rischio, più difficilmente reversibile e di più lunga durata.

Dunque?

Io ho dovuto e devo accettare democraticamente tante scelte fatte dalle maggioranze su cose e persone che non condivido, non vedo dove sia il Suo problema ad accettare le scelte, democratiche, fatte da ambientalisti, comitati, qualche politico, preti scapigliati etc.

Sappiamo entrambi che "rifiuti zero" è un nobile obiettivo(come tale anche Lei sarà ovviamente favorevole) ma non può essere realizzato di colpo (anzi  pare che non può esserlo in senso assoluto (?) ) allora si dice che abbiamo bisogno di una "teoria di transizione" che ha bisogno di impianti.

In effetti, personalmente, temo purtroppo che Rifiuti Zero resterà un nobile obiettivo mente la transizione si affermerà sempre più come prassi e gli impianti verranno imposti,  senza se e senza ma,da politici e super commissari e consulenti ambientali ma questo determinerà sempre più battaglia politica e malcontento popolare, forse risolverete a modo vostro la battaglia sui rifiuti ( ma non è detto che il mio pessimismo si avveri), ma non si risolveranno le nuove battaglie politiche su una democrazia che non c’è più…Battaglie che stanno risvegliando molti spiriti dal torpore degli ultimi anni. Nessuno ci spiega invece perché, invece di arrivare a uno scontro da guerra civile, in una regione militarizzata, dopo questi 14 anni e in questi giorni di emergenza rifiuti ( ma non solo di rifiuti e non solo in Campania), il governo regionale ed il comune di Napoli non  scelgano di adottare l’unica soluzione realmente praticabile in breve tempo e l’unica proponibile anche in questi giorni di crisi drammatica : la raccolta differenziata .

Fortunatamente per noi c’è l’impossibilità evidente di utilizzare subito sistemi di incenerimento che,in ogni caso, hanno lunghi tempi tecnici di realizzazione anche per “discariche sicure”.

In una realtà che ha tanto bisogno di lavoro, cosa ha impedito realmente l’organizzazione della raccolta porta a porta del differenziato come da anni chiede il movimento dei disoccupati? Cosa la impedisce adesso? La risposta è che questa soluzione non la si è voluta  e non la si vuole perché bisogna imporre il programma degli inceneritori/termovalorizzatori come necessari e insostituibili.

Lei architetto Visalli lo sa bene e sa bene quanto i movimenti civici stiano facendo per combattere questo sistema che sempre io pessimisticamente continuo a ritenere più forte, ma che ci ha concesso quantomeno la vittoria di far perdere il finanziamento pubblico alla Vocem, creando nel nostro piccolo uno stato di agitazione che ha preoccupato la Banca responsabile della proroga.

Lei sa anche bene però che non sono stati i comitati civici ad impedire  il completamento dell’inceneritore di Acerra : il governo Berlusconi e il presidente Bassolino avevano detto che quello di Acerra sarebbe stato l'inceneritore più moderno d'Europa (sebbene costruito nel territorio più inquinato d'Europa) poi, proprio grazie alla battaglia fatta dal movimento ambientalista, abbiamo saputo che la commissione sulla valutazione dell'impatto ambientale del Ministero, allora guidato da Matteoli, aveva indicato 27 adeguamenti necessari per rendere quell'impianto a norma, e che per far questo servivano 50 milioni di euro.

Tuttavia, se oggi ci sono 23 persone, compresi i vari commissari, finiti sotto inchiesta, questo dimostra che il movimento ambientalista qualche ragione ce l'aveva.

Quello di questi giorni è il frutto di una strategia dell'emergenza creata ad arte per arrivare a soluzioni estreme, quali l'incenerimento, soluzioni già 'decise' in partenza perché in grado di garantire l’”affare rifiuti”.

In questi anni abbiamo assistito ad una totale mancanza di volontà di gestire l'intero ciclo dei rifiuti secondo regole che vengono applicate con successo in molte regioni e persino nella stessa Campania, come accade nei comuni virtuosi che  raggiungono  il 70,5% di raccolta differenziata adottando il sistema porta a porta. Invece, sempre in questi anni, i responsabili si sono fatti affascinare da soluzioni impiantistiche pesanti, come l'incenerimento, dimenticando quante cose si possono fare prima di incenerire per arrivare alla riduzione della quantità dei rifiuti da smaltire.

Pensi ai siti di compostaggio: l’umido fa chilometri e probabilmente approda in un sito  siciliano che, come a Molinara, poi raccoglie anche l’indifferenziato e prima o poi viene chiuso dalla magistratura, noi chiediamo dei siti di compostaggio che servano a due o tre comuni consociati. Pensi alle cave: su un totale di oltre 1.700 cave censite, più del 20% di quelle abusive si trova in aree sottoposte a vincolo per valori paesaggistici e naturalistici. La provincia maggiormente interessata da questo fenomeno è quella di Caserta, seguita da quella napoletana (in particolare l’area del litorale domitio-flegreo). Infine, dal Piano Regionale di Bonifica delle Aree Inquinate si evince che la Campania presenta ben 2.551 siti potenzialmente contaminati.

Le nostre proposte sono da sempre molto semplici ma non vengono considerate:

  • da subito la raccolta porta a porta

  • da subito la divisione della parte secca-umida dei rifiuti, per utilizzare al meglio la parte organica e semplificare il recupero dei materiali

  • da subito in funzione gli impianti di compostaggio pronti

  • da subito applicare il divieto di utilizzare materiali non riciclabili per almeno 3 mesi

  • da subito il divieto di utilizzare materiali monouso per almeno 3 mesi

  • ( e intanto preparare un piano post emergenziale relativo a questi materiali che comunque andrebbero non incentivati)

  • da subito un piano straordinario di raccolta cartoni e imballaggi ( che Lei preferirebbe bruciare a San Salvatore Telesino).

Però, intanto, e mentre cerchiamo soluzioni non episodiche,  continueremo a produrre rifiuti.

Però, intanto, il nuovo Commissario, i politici, Lei, continuate a proporci solo discariche e inceneritori.

 

 

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it