24 dicembre 2008
Inceneritore, non si farà... che peccato!
Francesco Pascale

 

 

Caro Architetto Visalli, voglio stare al suo piacevole (e natalizio) gioco:

non si farà

 

Che peccato che non si faccia ! Con quale coscienza oseremo accendere le nostre luci ?

A suo dire, sembrerebbe che l’unica fonte energetica del mondo rimasta sulla terra sia il “suo” inceneritore (anzi unica fonte alternativa al metano russo…) o meglio, l’incenerimento ?

Parco eolico del Fortore (BENEVENTO): 1.100 Gwh/anno (copre i consumi di 275.000 famiglie: 0.5% del fabbisogno nazionale !!!)

Parco eolico di Durazzano (BENEVENTO): 14 Mw (9000 famiglie)

Per non parlare dei parchi eolici di Ginestra degli Schiavoni (previsti 80 Gwh/anno, altre 20.000 famiglie, anche qui BENEVENTO ) e chissà quanti altri ancora, dell’idroelettrico di Campolattaro, ed i vari parchi fotovoltaici in fase di completamento in provincia nonché quelli che molti di noi hanno già sui propri tetti (so già che riderà di questo). Come vede sul fronte dell’energia, del “suo” inceneritore, l’universo, specialmente quello beneventano,  non sa proprio che farsene, la nostra provincia ne ha già per tutti, anche per lei, per Bergamo e per non so quale fabbrica potrà chiudere a causa di questo disastro dell’umanità. Non abbiamo bisogno né di Teverola né di altro, ma poi, a proposito di Teverola sembra che abbia un solo chiodo fisso: l’energia da termovalorizzazione. Come è monotematico !!! E’ lei che vuole inquinare per produrre energia e non cerchi di mettere addosso a noi gli scrupoli di aver inquinato virtualmente con la sua logica gli abitanti di Teverola e dintorni.

Che peccato che non si faccia ! Con che faccia ci guarderemo allo specchio per non aver bruciato i nostri rifiuti?

Io e molti abitanti della mia provincia vanno a votare tranquilli alle Europee, regionali, provinciali, comunali e senza pesi sulla coscienza: è lei, con tutti i nostri bravi politici complici, che deve spiegare all’UE ed a noi, perché considera i rifiuti come fonti rinnovabili. Non dimentichi la parola “assimilati”, che solo in Italia compare per giustificare l’aberrante incentivazione col CIP6 dell’incenerimento a discapito magari del solare o di altre fonti pulite. Dire che i rifiuti sono rinnovabili è come dichiarare sconfitta in partenza la nostra possibilità di sopravvivenza sulla Terra: si assuma lei la responsabilità di rinnovare i rifiuti, io preferisco ridurli, riusarli e riciclarli. Per gli scarti legnosi delle potature (che, per sua stessa ammissione, costituiscono una minoranza dei combustibili previsti per l’impianto) ce ne faremo una ragione: potremo anche continuare ad usarli, in maniera sostenibile come fatto finora, nei nostri camini e nelle nostre caldaie.

Che peccato che non si faccia ! Come faremo a guardare in faccia le 40 famiglie che hanno perso questa ghiotta ed ineguagliabile occasione di lavoro?

Effettivamente 40 posti di lavoro sono oro, ma l’economia del nostro territorio che a lei piaccia o no, trae un reddito ed un godimento, sì ha capito bene, proprio un godimento, maggiore da quell’agricoltura e da quel vino (peraltro spesso DOC) che lei dileggia così tanto: scambio volentieri 40 posti di lavoro in un termovalorizzatore (e non so quante centinaia di migliaia di euro all’anno ai manager dell’azienda che lei rappresenta) a favore di un’economia diffusa e distribuita, peraltro, fra chi abita questo territorio, che soffrirebbe fatalmente (altro che 40 posti di lavoro elemosinati) per la presenza di un impianto del genere. E, parlando più in generale non crede che da qualche parte si deve pure poter produrre alimenti (anche per lei e per i suoi concittadini che nel frattempo organizzano i GAS per acquisti sicuri nel nostro territorio e gite domenicali alla ricerca di verde) esenti dalle sue amate ceneri, polveri, scorie, diossine e dai suoi Gwh ? Che ne dobbiamo fare di questa energia se il prezzo da pagare è ridurre in desolazione aree che ancora oggi “producono”, nonostante tutto, agricoltura, verde, turismo ?

Come vede, architetto Visalli, le conviene non illuderci coi suoi titoli (“non si farà”) e con le sue divertenti iperboli perché potremmo scoprire, e lei insieme a noi, che tutto questo non dispiaccia !

Cordiali saluti,

Francesco Pascale

 

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it