03-12-2008
Biomasse, dritta verso
l’impugnabilità
Unanimità di pareri contrari
nell’incontro sul termovalorizzatore di
San Salvatore Telesino. L’assessore
all’Ambiente Aceto: «Presto atti
concreti della Provincia per contrastare
l’impianto»...
Unità di intenti contro la centrale a
biomasse. Gli intervenuti al dibattito
pubblico: “Termovalorizzatore a San
Salvatore Telesino. Che fare?’ promosso
l’altra sera dall’amministrazione
comunale presso l’hotel-ristorante ‘La
Piana’, ha consegnato alla vasta platea
un messaggio di rassicurazione circa
l’impegno dei sindaci del comprensorio,
dei comitati civici, degli stessi
politici dell’area, a salvaguardare il
territorio da insediamenti a rischio per
l’ambiente.
Erano presenti all’iniziativa tutti i
sindaci del comprensorio, un
rappresentante della Vocem l’azienda
intenzionata a costruire l’impianto, i
rappresentanti dei comitati civici.
Momenti di tensione si sono registrati
nel corso dell’intervento di Varricchio,
membro di quella commissione “Via” che
ha espresso parere favorevole circa la
compatibilità ambientale. Questi ha
spiegato la sua posizione difficile di
sannita e di membro della commissione
regionale e ha dichiarato di non aver
potuto dare voto negativo
all’istruttoria perché assente al
momento della valutazione, contestato da
qualcuno che lo ha ritenuto un
escamotage per evitare assunzioni di
responsabilità.
Per Carmine Covelli (Pd) : “l’atto
presenta molteplici profili di
impugnabilità, ivi compreso quello che
l’unico esperto della commissione,
guarda caso di Benevento, era assente.
Sicché la consulenza tecnica è stata
fatta da funzionari politici della
Regione”. Gennaro Capasso, sindaco di
Telese Terme, il quale si è lamentato
perché alla conferenza di servizi il suo
Comune non è stato invitato, pur essendo
il suo territorio investito
dall’elettrodotto che si vuole
realizzare da San Salvatore alla
sottostazione elettrica di Telese ed ha
sollecitato la continuazione dell’azione
congiunta contro l’impianto. Nino
Lombardi, consigliere provinciale
dell’Udeur, ha rilevato che nel
precedente piano energetico provinciale
non compare nessun impianto a San
Salvatore Telesino.
“Il consiglio, l’anno scorso, - ha
dichiarato Lombardi - nel sottolineare
questo aspetto, non ha prodotto una
delibera di indirizzo politico, ma ha
parlato di difformità al piano e questo
demanda al dirigente di sospendere tutti
gli atti. Ravviso, invece, un’omissione
nel momento in cui sono stati trasmessi
alla Regione pur essendo stata
evidenziata una difformità e il
procedimento non è stato sospeso.
Suggerisco dunque di riconvocare il
consiglio provinciale, richiamare
quest’atto deliberativo, richiamare
l’omissione che c’è stata nei confronti
degli enti che hanno dato l’atto
autorizzativo”.
Impegno corale al di là delle
collocazioni politiche è questa la
procedura suggerita da Nino Lombardi e
il Pdl ha raccolto la richiesta con il
senatore Izzo che ha espresso
contrarietà all’impianto, pur non
essendo pregiudizialmente contrario a
questo tipo di impianto.
L’assessore all’Ambiente, Gianluca
Aceto, ha detto che giunta e consiglio
provinciale emaneranno atti ufficiali di
contrarietà al progetto. Progetto che
non è compatibile con il piano
energetico ambientale: non lo era un
anno fa, non e lo è anche oggi.. E ha
strappato gli applausi quando ha
ribadito che qualsiasi ente portatore di
interessi della collettività, anche non
istituzionale, deve essere messo un
condizioni di portare il proprio
contributo. “Le province devono essere
messe in grado di provvedere alla
propria pianificazione, non contrastando
quella regionale, ma in concomitanza
Abbiamo voglia di programmare il nostro
territorio – ha chiuso il suo
intervento, Aceto - abbiamo volontà e
intelligenza per farlo”.
Fronte compatto contro la localizzazione
del termovalorizzatore, ma è certo che
rappresentanti della provincia di
Bergamo che ha commissionato l’impianto,
sono stati in visita nei giorni scorsi
in provincia, magari per sollecitare il
rispetto degli impegni presi, come è
anche certo che tra gli interventi
ascoltati l’altra sera ad Amorosi
qualcuno è andato in controtendenza con
il dichiarato, visto che si è incontrato
con amministratori della provincia
bergamasca…
03-12-2008
Le istituzioni e i cittadini
dell’intera Valle Telesina compatti
contro l’impianto previsto a San
Salvatore
Bocciamo il
termovalorizzatore Si punta
ad ottenere l’annullamento del parere
sull’impatto ambientale
VITTORIO
VALLONE San Salvatore Telesino.
A rischio c’è l’equilibrio ambientale
ed ecologico dell’intera Valle telesina,
dei suoi abitanti e dei suoi turisti.
All’invito del sindaco di Amorosi, Luigi
Della Morte hanno risposto in tanti:
sindaci, rappresentanti istituzionali e
dei partiti, ma soprattutto, tanti
comuni cittadini. Tutti insieme per dire
un no forte, secco e deciso alla
costruzione a San Salvatore Telesino del
termovalorizzatore previsto nella zona
industriale e che dovrebbe produrre
energia elettrica per la Provincia di
Bergamo.
«Dobbiamo passare alle vie di fatto -
ha esordito Della Morte nella gremita
sala dell’Hotel la Piana - chiedendo
l’annullamento, anche attraverso azioni
legali, del parere favorevole di
compatibilità ambientale espresso dalla
commissione per la Valutazione di
impatto ambientale: fatto questo, non
avremo problemi per evitare la
costruzione di questo mostro ecologico».
Il termovalorizzatore, presentato
sotto mentite spoglie di una centrale a
biomasse, rischia di trasformare
l’intera Valle telesina, da sempre
vocata all’agricoltura di qualità, al
turismo termale, enogastronomico ed
archeologico, in una squallida periferia
metropolitana, inquinata, altamente
pericolosa e anche maleodorante. E
allora da Telese a Cerreto, da
Puglianello a San Salvatore, da Guardia
a San Lorenzo, da Melizzano a Faicchio,
tutti dicono no e sono pronti a
mobilitarsi.
«Anche la Provincia - spiega
l’assessore all’Ambiente Gianluca Aceto
- è nettamente contraria a questo
intervento. Riteniamo che il progetto
presentato dalla Vocem, la ditta che ha
proposto la centrale a biomasse, sia
incompatibile con il piano energetico e
ambientale. Abbiamo dei margini politici
e istituzionali su cui agire per poter
garantire alle provincie l’esercizio
delle proprie prerogative sia in campo
energetico che ambientale.
Ci sono numerose motivazioni che mi
inducono a ritenere l’impianto Vocem non
conciliabile con il territorio, e che
l’iter seguito negli anni 2007 e 2008
presenta diversi motivi di
contestazione». Dall’assemblea pubblica
è dunque emerso l’orientamento molto
chiaro di cercare di risolvere il
problema all’interno della conferenza di
servizi e solo come ultima ipotesi
quella di rivolgersi al Tribunale
Amministrativo.
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