19 febbraio 2008
S.Salvatore, PUC: partecipazione democratica?
Pierluigi Santillo

 

 

 

 

 

IL NUOVO STRUMENTO URBANISTICO:

UN PRIMO ESERCIZIO DI PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA A SAN SALVATORE TELESINO?

 
 

Signori architetti

che fate progetti

precisi e perfetti

di case e palazzi,

di torri e terrazze,

di enormi quartieri …

che bravi che siete!

Talvolta però,

scusatemi un po’,

siete anche distratti.

 

Un pezzo di prato

l’avete lasciato?

Su siate gentili:

fate anche i cortili.

Pensateci un poco

ai campi da gioco.

 

Carletto Epistola,

in Gianni Rodari

Il pianeta AccaZeta, Giunti.

 

 

 

Il comune di San Salvatore Telesino ha avviato la procedura per la redazione del nuovo piano urbanistico che dovrà sostituire il vecchio P.R.G. risalente al 1981 ed adottato nel 1984 (deliberazione della Giunta n. 179 del 20.12.2005 e successiva delibera del Consiglio n. 35 del 15.01.2006).

 

A seguito della pubblicazione del relativo avviso pubblico (dal 12.01.2006 all’1.02.2006, l’incarico professionale è stato affidato all’unico tecnico che ha fatto richiesta di partecipazione, ovvero il prof. Ing. Ferruccio Ferrigni, già progettista del P.R.G. vigente (determinazione n. 69 del 28.03.2006 dell’Area tecnica-manutentiva del Comune – valore dell’incarico €. 85.000,00 oltre IVA e C.P.).

 

Dopo quasi due anni, martedì 19 febbraio 2008, alle ore 18.00, presso la sala conferenze dell’ex Municipio, in Piazza Plebiscito, l’Amministrazione ha fissato un primo incontro con i cittadini per discutere del nuovo Piano Urbanistico Comunale (P.u.c.), che, almeno per i prossimi 10 anni dovrà disciplinare la tutela ambientale e le trasformazioni urbanistiche ed edilizie dell'intero territorio comunale.

 

Secondo quanto stabilito dalla norma, la pianificazione territoriale e urbanistica deve perseguire, fra gli altri, i seguenti obiettivi:

a) promozione dell’uso razionale e dello sviluppo ordinato del territorio urbano ed extraurbano mediante il minimo consumo di suolo;

b) salvaguardia della sicurezza degli insediamenti umani dai fattori di rischio idrogeologico, sismico e vulcanico;

c) tutela dell’integrità fisica e dell’identità culturale del territorio attraverso la valorizzazione delle risorse paesistico-ambientali e storico-culturali, la conservazione degli ecosistemi, la riqualificazione dei tessuti insediativi esistenti e il recupero dei siti compromessi;

d) miglioramento della salubrità e della vivibilità dei centri abitati;

e) potenziamento dello sviluppo economico regionale e locale;

f) tutela e sviluppo del paesaggio agricolo e delle attività produttive connesse.

Perché questi obiettivi possano essere perseguiti, è indispensabile la partecipazione di tutti i soggetti portatori di interessi, e quindi di tutti i cittadini.

 

In effetti la citata delibera del Consiglio Comunale n. 35 del 15.01.2006 dà atto del fatto che l’iter di approvazione del nuovo Piano dovrà coinvolgere in forma di ampia partecipazione la comunità di San Salvatore rappresentata in tutte le sue componenti.

 

E’ auspicabile che possa essere davvero così, e non perché qualcuno vuole sentirsi coinvolto, o vuol poter dire la sua per mettersi in mostra o, peggio, perché vuole condizionare, magari per interessi privati, scelte che dovrebbero guardare esclusivamente all’interesse collettivo. Al contrario, solo la partecipazione, e la vigilanza, di un numero significativo di cittadini, potrà garantire la redazione di un piano realmente orientato all’interesse della comunità di San Salvatore Telesino.

 

Le scelte che dovranno essere fatte saranno decisive per il nostro futuro. Nessuno può sentirsene escluso.

La norma prevede espressamente la partecipazione dei cittadini (anche se c’è il rischio che essa intervenga solo a cose fatte, e con l’unica prerogativa di proporre osservazioni), e le intenzioni dei nostri amministratori sembrano buone, e tuttavia bisogna essere vigili: Renzo Piano, il più celebrato degli architetti italiani, e promotore di diversi progetti di architettura partecipata, ha ammonito in un’intervista: “si pensa che l’architettura partecipata sia una sorta di persuasione, serva per convincere la gente ad accettare i propri punti di vista. Nulla di più sbagliato. Ancora oggi, ogni volta che mi confronto con un nuovo progetto, vado a parlare con gli abitanti del quartiere, non per convincerli, piuttosto per capirne i segreti. Il dialogo con la gente consente di fare progetti migliori. Ascoltare è difficilissimo, anche perché le voci che potrebbero dire davvero qualcosa di significativo sono le più leggere, quelle che gridano meno forte”.

 

Anche la normativa regionale in materia di urbanistica (legge regionale n. 16 del 22 dicembre 2004 – norme sul governo del territorio), prevede esplicitamente la partecipazione dei cittadini all’iter di elaborazione ed adozione del P.u.c.

 

Devono dunque essere garantite adeguate forme di pubblicità, deve essere assicurata la consultazione dei cittadini, e questi devono poter partecipare

 

attivamente alla formazione del piano[1].

La pianificazione territoriale e urbanistica disciplina con un sistema normativo e di vincolo tutte le attività di iniziativa sia pubblica che privata che comportano una trasformazione significativa del territorio, definendo:

a) per le attività pubbliche, la programmazione degli interventi da realizzare;

b) per le attività private, l’incentivazione delle iniziative riconosciute come concorrenti al miglioramento della qualità del territorio e corrispondenti all’interesse pubblico.

 

Più nel dettaglio, il piano urbanistico comunale, ovvero lo strumento urbanistico generale del Comune, che, come già detto, disciplinerà nei prossimi anni la tutela ambientale, le trasformazioni urbanistiche ed edilizie dell’intero territorio comunale, anche mediante disposizioni a contenuto conformativo del diritto di proprietà, in coerenza con le disposizioni del Ptr (Piano territoriale regionale) e del Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale), dovrà conseguire gli obiettivi nel governo del territorio comunale e gli indirizzi per l’attuazione degli stessi.

 

Fra l’altro, il Puc dovrà definire gli elementi del territorio urbano ed extraurbano raccordando la previsione di interventi di trasformazione con le esigenze di salvaguardia delle risorse naturali, paesaggistico-ambientali, agro-silvo-pastorali e storico-culturali disponibili, nonché i criteri per la valutazione degli effetti ambientali degli interventi stessi.

 

Inoltre, dovrà stabilire la suddivisione del territorio comunale in zone omogenee, individuando le aree non suscettibili di trasformazione, e indicare le trasformazioni fisiche e funzionali ammissibili nelle singole zone, garantendo la tutela e la valorizzazione dei centri storici nonché lo sviluppo sostenibile del territorio comunale.

 

Ancora dovrà indicare prescrizioni per la tutela e valorizzazione del paesaggio agrario attraverso la classificazione dei terreni agricoli, anche vietando l’utilizzazione ai fini edilizi delle aree agricole particolarmente produttive fatti salvi gli interventi realizzati dai coltivatori diretti o dagli imprenditori agricoli.

Infine dovrà assicurare la piena compatibilità delle previsioni urbanistiche rispetto all’assetto geologico e geomorfologico del territorio comunale, così come risultante da apposite indagini di settore preliminari alla redazione del piano.

 

Al P.u.c. saranno allegate le Norme tecniche di attuazione (Nta), che regolamenteranno la manutenzione del territorio e la manutenzione urbana, il recupero, la trasformazione e la sostituzione edilizia, il supporto delle attività produttive, il mantenimento e lo sviluppo dell'attività agricola e, più in generale, la regolamentazione dell'attività edilizia.

Saranno inoltre redatti il piano di zonazione acustica, la Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) e la Carta dell’uso del suolo ai fini agricoli e forestali.

 

Fanno parte integrante del Puc i piani di settore riguardanti il territorio comunale, ivi inclusi i piani riguardanti le aree naturali protette e i piani relativi alla prevenzione dei rischi derivanti da calamità naturali ed al contenimento dei consumi energetici.

 

Per la prima volta i Piani Comunale devono essere accompagnati da uno studio di Impatto sull'Ambiente, ed i P.u.c. devono tutelare e valorizzare il paesaggio agrario, anche attraverso il divieto di edificazione nelle zone di colture pregiate.

 

Inoltre, per la prima volta l'architettura contemporanea entra nella nostra normativa, nei contenuti del PUC, che la deve promuovere, anche e prevalentemente attraverso i concorsi di progettazione.

Lo Sportello Unico Urbanistico sarà l'unico interlocutore per i cittadini atto a risolvere tutte le problematiche riguardanti l'edilizia.

 

Le fasi di formazione del Piano urbanistico comunale, e i tempi di realizzazione, in sintesi, sono i seguenti.

 

1. La giunta comunale, previa consultazione delle organizzazioni sociali, culturali, economico–professionali, sindacali ed ambientaliste di livello provinciale, predispone la proposta di P.u.c. La proposta, comprensiva degli elaborati previsti dalla vigente normativa statale e regionale e delle Nta, è depositata presso la segreteria del comune.

 

Del deposito è data notizia sul bollettino ufficiale della regione Campania e su due quotidiani a diffusione provinciale.

 

2. Nel termine di quaranta giorni dalla pubblicazione (comuni con popolazione inferiore a cinquemila abitanti) chiunque può presentare osservazioni in ordine alla proposta di Puc.

 

3. Entro sessanta giorni dalla scadenza del termine di cui al comma 2 (comuni con popolazione inferiore a cinquemila abitanti), il consiglio comunale esamina le osservazioni, adegua, la proposta di Puc alle  osservazioni accolte ed adotta il Puc.

 

4. Il piano adottato è trasmesso alla provincia per la verifica di compatibilità con gli strumenti di pianificazione territoriale sovraordinati e di conformità con la normativa statale e regionale vigente.

 

5. La verifica è affidata all’assessorato provinciale competente nella materia dell’urbanistica, ed è conclusa entro novanta giorni dalla data di ricezione del piano, corredato di tutti gli allegati previsti dalla normativa vigente. Trascorso tale termine, la verifica si intende positivamente conclusa.

 

6. In caso di esito negativo della verifica, il Presidente della provincia, nei quindici giorni successivi alla scadenza di cui al comma 5, convoca una conferenza di servizi alla quale sono invitati a partecipare il sindaco, o un assessore da lui delegato, e i dirigenti delle strutture provinciali e comunali competenti. La conferenza è presieduta dal presidente della provincia o da un assessore da lui delegato.

 

7. La conferenza apporta, ove necessario, modifiche al Puc, al fine di renderlo compatibile con gli atti di pianificazione territoriale sovra-ordinati e conforme alla normativa statale e regionale vigente. La conferenza conclude i lavori nel termine di trenta giorni dalla convocazione.

Gli esiti della conferenza di cui al comma 6 saranno ratificati dal consiglio comunale entro venti giorni dalla loro comunicazione, pena la decadenza dei relativi atti.

 

Il Puc dovrà essere quindi approvato, con decreto del presidente della provincia, previa delibera di giunta provinciale, e sarà pubblicato sul bollettino ufficiale della regione Campania. Della pubblicazione sarà data notizia mediante avviso su due quotidiani a diffusione provinciale. Decorsi quindici giorni dalla pubblicazione, il Puc entrerà in vigore ed acquisterà efficacia a tempo indeterminato.

 

Siamo, vogliamo crederci, nella primissima fase di formazione del piano, ovvero quella in cui con più efficacia possono essere avanzate le proposte dei cittadini, che da subito vogliamo vengano attentamente valutate e considerate.

 

Le richieste principali sulle quali chiediamo attenzione ai tecnici e agli amministratori, sono le seguenti:

a)    massima trasparenza: ovvero disponibilità di tutti gli elementi e dati preliminari alla formazione del piano (rilievo della situazione attuale, aerofotogrammetrie, rilievi, risultati di tutte le indagini già effettuate, e delle previsioni di crescita demografica: dovranno essere rese tutte disponibili sul sito internet del Comune, così come tutte le versioni del piano nelle sue successive stesure.

b)    Vera partecipazione: possibilità di presentare proposte e osservazioni in qualunque fase del procedimento, da parte di tutti i “portatori di interessi”, e diritto a ricevere comunque una risposta, il tutto sempre in modo pubblico, perché l’interesse collettivo prevalga su quelli privati.

c)     Bioarchitettura: caratterizzare il piano, in modo marcato e concreto, con i criteri della bioarchitettura, così come promesso negli ultimi due programmi elettorali della attuale maggioranza (e dunque introdurre prescrizioni specifiche, e un puntuale e preciso sistema di incentivi/disincentivi sugli indici, affinché chi costruirà nei prossimi anni, lo faccia tenendo conto della salute e del benessere di coloro che dovranno abitare/usare le costruzioni, e delle più generali esigenze di contenimento dei consumi energetici, sia in fase di costruzione che di esercizio, della riutilizzabilità/riciclabilità dei prodotti e materiali utilizzati, ecc.).

d)    Sostenibilità e tutela del paesaggio: privilegiare il recupero delle costruzioni già esistenti rispetto alle nuove edificazioni, e dimensionare correttamente il piano, impedire le speculazioni sia residenziali che di nuovi insediamenti produttivi, riducendo gli indici di fabbricabilità (soprattutto quelli relativi al rapporto fra l’area di intervento e la superficie coperta di intervento), e ancora, ridurre le altezze degli edifici, aumentare le distanze, salvaguardare il verde e ridurre al minimo indispensabile le aree impermeabili all’acqua, introduzione di prescrizioni per la riduzione dei consumi d’acqua e di energia, sistemi di recupero delle acque reflue e delle acque piovane, ecc.

e)    Risparmio energetico e fonti rinnovabili: introdurre precise disposizioni per incentivare il contenimento dei consumi energetici e l’uso di energia auto-prodotta da fonti rinnovabili, oltre le prescrizioni normative, il cui rispetto dovrà essere rigorosamente verificato.

f)     Inquinamento e mobilità: misure specifiche per l’inquinamento acustico, elettromagnetico, luminoso, e un sistema attento per dimensionare le infrastrutture, con particolare riferimento a quelle per la mobilità, con specifiche e rigorose prescrizioni per i parcheggi pubblici e privati, per i percorsi pedonali e ciclabili, per le aree verdi e gli spazi di relazione.

g)    Aree per attività produttive: divieto di realizzare nuovi manufatti per attività produttive al di fuori delle aree che saranno appositamente individuate (art. 25 vecchie n.t.a.) e divieto di trasformazione delle strutture già esistenti per l’utilizzo delle stesse per attività pericolose per la salute e dannose per l’ambiente.

 


Questa opportunità non va sprecata, il Piano Urbanistico e le scelte che ne seguono, determinano e possono segnare in maniera incisiva, nel bene e nel male, la vita di un paese. Abbiamo esempi di Urbanistica pregevole, che presenta pratiche ed idee-modello che potremmo imitare o rilanciare, ma abbiamo anche esempi che ci circondano,  non molto distanti, da cui rifuggire o a cui guardare come esempi negativi di pianificazione del territorio.

Soltanto partecipando possiamo esercitare le giuste pressioni per realizzare le buone pratiche di urbanistica, edilizia e pianificazione del territorio che ci vengono suggerite dai buoni esempi che pure non mancano.

 

Soltanto partecipando a questa occasione che ci viene offerta, possiamo fare in modo che non vengano replicati i problemi e le storture edilizie ed urbanistiche che possiamo ravvisare nelle cattive pratiche che, purtroppo, anche esse ricorrono numerose e i cui risultati sono e resteranno, purtroppo a lungo sotto i nostri occhi.

 

Invitiamo pertanto i cittadini ad intervenire numerosi per esercitare, mai come in questa occasione, il proprio diritto-dovere di condivisione delle scelte e di controllo democratico delle attività amministrative che ne determineranno il proprio futuro e, a lungo, la propria qualità della vita.

 

Francesco Pascale - Angelo Romano - Pierluigi Santillo  

 

 

Io penso che nessun fine, per quanto ritenuto giusto, valga il sacrificio di tante idee e di tanta creatività che è nella testa di coloro che la città la abitano e che forse è la partecipazione il fine di una democrazia e magari il piano lo strumento, uno fra i tanti mezzi, per contribuire a rendere concrete quelle idee”.

 

Enzo Scandurra (docente di ingegneria del territorio a La Sapienza di Roma) in Città morenti e città viventi (Meltemi Babele Ed. – 2003)


 

[1] Articolo 5 - Partecipazione e pubblicità nei processi di pianificazione.

Alle fasi preordinate all’adozione e all’approvazione degli strumenti di pianificazione sono assicurate idonee forme di pubblicità, di consultazione e di partecipazione dei cittadini, anche in forma associata, in ordine ai contenuti delle scelte di pianificazione.

 

 

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it