1 maggio 2008
Telese, assemblea aperta della sinistra
Gianluca Aceto

 

 

Sabato 3 maggio 2008, ore 16, presso il circolo PRC "Vera Lombardi" di Telese Terme, assemblea aperta della sinistra. L'invito è rivolto a tutte le persone che si riconoscono nei valori e nelle idee della sinistra, a prescindere dall'appartenenza a soggetti organizzati.

 

PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA

                                                                                        

Circolo "Vera Lombardi"

Via Roma 254, Telese Terme (BN)

 

COMUNICATO STAMPA n. 9/2008

 

 

I dati delle elezioni politiche impongono alla sinistra tutta una seria riflessione sulle cause della difficile situazione. Bisogna avviare una discussione aperta ed approfondita per capire veramente cosa è successo ed abbozzare delle soluzioni che restituiscano alla sinistra il ruolo politico che la rende, nonostante tutto, necessaria ed imprescindibile.

 

Come accadde al PCI con il Sessantotto, anche noi (la sinistra in senso lato) non abbiamo capito il mutamento dei processi in atto. È cambiato il lavoro (la precarietà ne è il tratto caratteristico), e non esiste più quella connessione automatica tra la propria condizione esistenziale e la rappresentazione politica della stessa. Veniamo dalla sconfitta epocale del socialismo reale, ed il rovesciamento che ne è conseguito ci consegna un pensiero unico, il neoliberismo, cifra ed alfiere dei nostri giorni. La redistribuzione della ricchezza, che un tempo andava dai ceti più abbienti a quelli meno ricchi (lo stato sociale è nato per questo), oggi funziona al contrario. I dati statistici dimostrano esattamente questo: e non è accaduto solo in Italia, ma in tutti i Paesi attaccati e devastati dal neoliberismo. In altri termini, siamo nel pieno del vortice, dal quale il governo Prodi non ha saputo farci uscire, non tanto per  le responsabilità del premier quanto per la debolezza parlamentare (i numeri al Senato) e la debolezza sociale, vale a dire l’intima assunzione del dettame neoliberista da parte della coalizione di centro sinistra, che l’ha posta al di fuori del necessario rapporto con la propria base.

 

A tutto ciò la sinistra non ha saputo rispondere, pagando amaramente un’impalpabile presenza al governo. Anche le cose buone che pure sono state ottenute (ad esempio l’aumento delle mensilità e del livello dell’indennità di disoccupazione, la lotta all’evasione fiscale, il ritiro delle truppe dall’Iraq), non hanno modificato in nulla la difficile condizione del vivere quotidiano, soprattutto a fronte di un caro-vita sempre più insostenibile. Del resto, il passaggio all’euro (uno degli strumenti formidabili della redistribuzione inversa) è la dimostrazione dell’autoannullamento dello Stato in quanto detentore del governo pubblico, in favore di un individualismo esasperato in cui i forti possono sopraffare tutti gli altri. La sinistra non è riuscita ad incidere, e ha pagato dazio: l’astensionismo ci ha colpiti più di ogni altro, mentre la favola della rimonta veltroniana ci ha pure stretto nella morsa del voto utile, per cui dalla cabina elettorale è uscito quel tremendo 3 per cento che sembra davvero incredibile.

 

Siamo poi mancati sul tema della territorialità, di cui parla De Rita, direttore del Censis. Non abbiamo capito il senso delle vertenze nate su tutto il territorio, pur avendole vissute in prima persona: non abbiamo capito il legame profondo con il tessuto locale, e per questo le abbiamo consegnate al ripiegamento di chi inventa le piccole patrie, al localismo più retrivo, alle sindromi nimby.

 

Da qui occorre ripartire. Si tratta di un lavoro lungo e laborioso, il cui esito, tuttavia, potrà essere intravisto a partire dalle prime scelte che decideremo di fare. Occorre uscirne tutti insieme, così riscoprendo il senso più compiuto del fare politica. Nonostante tutto, la storia non può finire con una tornata elettorale, anche perché sin da questi primi giorni pare di percepire il bisogno della gente di tornare a discutere dei problemi, dei temi epocali come della vita quotidiana, di tornare ad aver una soggettività politica che si misura non sui posti nelle giunte o nei governi ma sulla capacità di spostare a sinistra le scelte politiche a tutti i livelli. Non sappiamo se si tratta di una mera illusione o se invece riusciremo nell’intento. Dobbiamo tuttavia aver consapevolezza che pensare ed agire per una nuova sinistra – prendendo in prestito le parole del compianto Luigi Pintor –  «è già una promessa di futuro che ci fa vivere senza vergogna».

 

Gianluca Aceto

Segretario circolo PRC

 

Telese Terme, 30 aprile 2008

 

 

     

 Valle Telesina


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