Per dirla come dicono tutti
oggi in Valle Telesina, stavo andando a sedermi su di un progetto
(vedi: Telese,
sediamoci
sui progetti del sindaco), quando squilla il
telefono che mi impedisce di "interpetrare" in santa pace.
Un tempo lo squillo dei
telefoni era verace, di martelletto contro campanella, e ciò conferiva
all'accaduto un nonsocché di solenne; oggi invece è uno stupido suono
elettronico da videogioco che sembra voglia sfottere, e ciò rende ancora più
odioso andare a rispondere, soprattutto quando ti preme "interpetrare",
magari sfogliando comodamente il catalogo di IKEA. Fortuna che almeno
esistono i cordless.
«Pronto?»
«Shalom, Fulvio, anì Aliza. Ma shlomkhà?»
«Aliza, akhotì abkhorà! Anì tov, todà. Ve atà?»
E, dopo i convenevoli, mi
dice:
«Adesso che le feste varie
sono passate, eccomi qua: io sono di parola e ogni mia promessa è debito...»,
e m'invita a connettermi su messenger
con tutto l'armamentario attivato, webcam compresa, perché c'è una
sorpresa. E che cosa sarà mai?
Io le dico di aspettare
cinque minuti, con la scusa che ho il computer spento. In realtà voglio
finire di "interpetrare".
Vado al computer, mi
collego ad Aliza... e cosa mi appare? Un faccione sfocato in primo piano,
reso irriconoscibile dalla troppa vicinanza alla webcam.
«Chi è?»
«Indovina indovinello...», fa Aliza.
Intanto il capoccione
barbuto si allontana un pochino dall'obiettivo e si lascia inquadrare
meglio. Così lo riconosco: è il famosissimo maestro Momò Vedìm,
un nome che è una garanzia: in Ebraico ha la stoffa di re Salomone e in
Napoletano ha l'occhio rapido di uno scugnizzo. Inutile dire che sono
emozionatissimo, non capita tutti i giorni di trovarsi a chiacchierare con
una personalità così imponente! Eppure ha un'aria molto familiare.
Sicché Aliza davvero ha
mantenuto la sua promessa. (vedi: Telese,
il 3° posto di
"Cartoine 2009")
In
Ebraico ha la stoffa di re Salomone
(Momò, diminutivo di Shlomo = Salomone; Vadìm =
"stoffe")
In Napoletano ha l'occhio rapido di uno scugnizzo
(mommò vedimmo = "all'istante vediamo")
|
«Shalom, maestro!»
«Comme jammo?», mi fa lui in Napoletano.
E, con la sua
particolarissima erre moscia, prende a spiegarmi la ghematrià, che
è lo studio numerologico delle parole scritte in caratteri ebraici ed è
uno dei metodi di analisi utilizzati nella Cabbalà. La premessa della
ghematrià è la peculiarità dell'alfabeto ebraico, il quale un tempo
veniva utilizzato anche come sistema di numerazione. Sicché a ogni
lettera corrisponde un numero e ogni parola possiede un suo valore totale.
L'alfabeto
ebraico è composto da 22 consonanti (più altri cinque segni
corrispondenti a quelle consonanti che a fine parola cambiano
lievemente forma).
|
«Ad ogni parola espressa
nell'alfabeto ebraico può essere associato un numero, ottenuto sommando i
valori numerici di ogni singola lettera. Facciamo subito un esempio col tuo
nome: FULVIO DEL DEO. Lo traslitteriamo nell'alfabeto ebraico e lo
scriviamo da destra a sinistra. Come sicuramente già saprai, l'Ebraico
si scrive da destra a sinistra affinché le parole puntino sempre verso il
cuore. Sia nel bene sia nel male. Poi associamo a ogni lettera un numero
e infine sommiamo i valori.»

«Dal tuo nome otteniamo il numero 184,
che può essere scritto così
impulso,
battito, come il battito del cuore. Vuol dire anche bussare,
bussare alla porta, ma anche picchiare. Altre
parole con la stessa ghematrià del tuo nome sono:
-
comandare, ordinare, affidare, incaricare, dirigere, ispezionare,
sovrintendere
-
inserire i punti, i segni delle vocali (che normalmente in Ebraico non
si mettono); un po' come "mettere i puntini sulle i"
-
lamentazione, lutto
Non posso negare di riconoscermi
nelle definizioni trovate; anche nell'ultima: conoscendo
la storia dell'umanità e visto come continua ad andare il mondo, io davvero
mi sento sempre un po' a lutto.
«Be', ora che sai come si fa,
divertiti a calcolare la ghematrià di tutti i nomi e le parole che vuoi, ma
ricorda che le parole toccano il cuore solo quando vanno da destra a
sinistra; le altre sono come foglie al vento. E non
dimenticare che nella ghematrià non c'è nulla di magico, se non quanto di
altrettanto magico possa esservi in un fiore che sboccia, in un arcobaleno,
in un tramonto, in un amore che nasce. La magia, quella di stregoni,
chiromanti, cartomanti, quella di che pretende di prevedere il futuro o di
cambiarlo con una pozione è solo una credenza da stolti. Il futuro è
nelle nostre mani. E' come se fosse dietro alle nostre spalle perché
non lo vediamo, ma è nelle nostre mani, se vogliamo che sia così. Gli
esseri umani perdendo l'Eden conquistarono la libertà di scelta, il libero
arbitrio. Da quella presa di coscienza a oggi sono passati diversi millenni.
Oggi, sono GIUSTI coloro che sentono l'obbligo di scegliere con
determinazione il bene contro il male e di non restare indifferenti. Ma
continua a esistere chi vuole illudersi di essere ancora nell'Eden, e ancora
non prende coscienza di questo obbligo: manca di coraggio e si lascia
illudere dai prepotenti che vantano di saper mantenere l'equilibrio di beata
felicità di cui godevano Adamo ed Eva, pretendendo così di sostituirsi
alla potenza divina. Questo è molto grave perché è presunzione di
trovarsi molto in alto rispetto agli altri. Ma i superbi hanno solo una
ridicola fiamma di paglia che appare come gran luce solo agli occhi di chi
è vile.»
Congedati gli amici, mi metto a
riflettere sulle parole abbinate al mio nome: impulso, battito,
sovrintendere, mettere i puntini sulle "i", lutto... Tutto
ciò è alquanto suggestivo, così decido di mettermi subito all'opera, per
trovare la ghematrià di altri nomi. Non so perché il primo nome che mi
viene in mente è il più orrendo che ci sia: Adolf Hitler.
Voglio proprio vedere sa corrisponde a 666 come dice qualcuno.
Fa 1098. Forse è meglio
così, evidentemente il Demonio è solo un povero diavolo in confronto al führer...
Poi calcolo il Berlusca.
Vuoi vedere che è 1098 pure lui!!?
No, meno male,
fihuu!! Silvio Berlusconi fa 582, che scritto in lettere ebraiche è
.
Questa espressione al
maschile significa "NELLA NAVE", "IN CROCIERA", e
tutti noi sappiamo che il Cavaliere ha iniziato la sua vita lavorativa
cantando nelle navi da crociera. Se invece la parola בפך
la consideriamo al femminile, il suo significato è "NEL
VASO"... Benigni diceva che un tempo si scendeva in campo per fare
la cacca e solo in seguito questa s'è fatta nel vaso.
Questo gioco comincia a
piacermi sul serio. Così decido di passare alle tre stelle più
luminose del nostro firmamento.
1. Gennaro
Capasso

Il nostro
Gennarino fa 518, che bel numero! Scritto in lettere ebraiche è
termine
medico che sta a indicare il sorriso nei suoi stati patologici, in
espressioni quali "palato fesso" e "labbro leporino".
Seppur vero che il nostro Sindaco non soffra di tali patologie, c'è
comunque da dire che di certo non ha un buon rapporto col suo sorriso.
Altre parole con ghematrià
518 sono:
-
altro
termine medico che vuol dire ipersensibilità, allergia. Per
ipersensibilità gli si scatenano tic nervosi quando mi vede, perché è
allergico a ciò che io gli ricordo: è allergico al la parola che si
mantiene, e che non vola come foglia al vento.
-
significa sordo, non udente. E' innegabile quanto
lui abbia ripetutamente dimostrato più volte di essere il peggior
sordo, quello che non vuol sentire.
2. Giovanni
Caporaso

Ghematrià 472
corrispondente a
che, come sostantivo maschile, significa fobia, paura irrazionale.
Al femminile diventa invece tempo, stagione, epoca. Può
essere anche verbo, in quel caso significa terrorizzare, allarmare.
Un'altra parola con stesso valore numerico è
,
termine burocratico che sta per domandare, richiedere (es.:
richiesta di pagamento), perseguire (legalmente), citare, chiamare
in giudizio, reclamare i danni (assicurazioni).
Non so che cosa c'entri la
fobia, perché non so se ne soffra o meno il nostro vicesindaco con deleghe a
Sport, Turismo, Spettacolo, Vigilanza, Viabilità, Edilizia Sportiva, ma di
certo so che le polizze sono il suo pane quotidiano!!
Caro
Giovanni, so che
fra politica e lavoro vivi quotidianamente a stretto
contatto con le bugie, e probabilmente penserai che anch'io mi stia
inventando tutto; perciò ti invito a fare questa prova: inserisci
la parola
nel
dizionario online http://milon.morfix.co.il/Default.aspx
e verifica coi tuoi stessi occhi.
(N.B. i caratteri ebraici sono presenti nei set di caratteri di
stampa più classici e puoi produrli con la maggior parte dei
programmi di scrittura mediante l'opzione "inserisci
simbolo")
Dopo aver cliccato sul pulsante della traduzione, facilmente
riconoscibile perché già selezionato (l'altro pulsante attiva il
motore di ricerca), ti apparirà il risultato che ho copiato qui
in basso: la parola che ci riguarda è quella in alto (l'altra ha
la prima lettera a destra differente). Non fare caso ai segnetti sotto, si mettono
solo nei vocabolari e servono a capire come si pronuncia (la tua
parola si pronuncia TAVA).
Ora leggi coi tuoi occhi:
"(insurance)
to claim; to require".

|
Mi vengono i brividi
sulla schiena. Io non credo alla magia, ma dev'esserci qualcosa di
magico in tutto ciò, almeno quanto di altrettanto magico c'è in
un fiore che sboccia, in un arcobaleno, in un tramonto, in un amore che
nasce.
Andiamo avanti.
3. Pino D'Occhio
Ghematrià 272 =
che significa gonorroico,
sgocciolante,
sbavante.
Altri termini con la stessa ghematrià sono:
-
sterminare, distruggere, incendiare
-
colpo grosso, rapina
-
fame, carestia
-
violare, trasgredire; passato, archivio, fedina penale
-
sera

-
un quarto
No, no... qualcosa non
quadra... Spero che il diretto interessato non se ne abbia a male e non mi
quereli per calunnia e diffamazione!
Ah, ecco dov'è l'errore: il
suo vero nome è Giuseppe, non Pino. E meno male!

Ohps, il risultato non è
assai diverso, s'invertono solo le cifre: ghematrià 227 =
che in realtà non è una singola parola ma un'espressione che significa "nel falco", oppure "nel
prendere in giro", "nel prendersi gioco di", "nel
disprezzare"... mha!?
Altri vocaboli ebraici con
stessa ghematrià sono:
-
piscina, stagno
(e fin qui è molto telesino); saluto,
benedizione
-
memoria, ricordare, ma anche maschio
-
atterrire; spaventare
Adesso lo riconosco: viene
a salutarci e a darci la benedizione in piscina (me lo
immagino alla Gocciolioni con un costume ascellare a fiori) e, per
rinfrescarci la memoria, ci atterrisce ricordandoci che è un maschiaccio...
E bravo a Giuseppe! Ma mi raccomando: non far germogliare mai il Pino che
è in te!
Per
fortuna il nostro assessore ai lavori pubblici si chiama Giuseppe.
Se si chiamasse Pino, secondo la ghematrià, sarebbe un albero dai
pessimi frutti!
|
Per concludere, proviamo
con TELESE:
Fa 51 =
,
che significa completato a metà, semicrudo; oppure vi prego!, vi
supplico!
Altri vocaboli ebraici con
ghematrià 51 sono:
-
mangiato, divorato, distrutto
-
differenziare, separare
-
maggio
Anche in questo caso mi
sembra che la numerologia ci abbia azzeccato non poco: Telese è un paese
con lavori perennemente lasciati a metà. Intanto c'è chi lo divora
e lui implora: «Vi supplico, lasciatemi stare!». Ma non si può
fare di tutt'erba un fascio, bisogna saper cogliere le differenze e separare
il grano dalla gramigna.
A questo punto mi chiedo: cosa
accadrà a maggio? Maggio è il mese in cui la natura dà il massimo di
sé, con i suoi colori, i suoi profumi e i suoi suoni.
Forse anche Telese un
giorno avrà il suo maggio, quando finalmente, presa coscienza di non essere
più nell'Eden, conquisterà la sua
libertà di scelta, il suo libero arbitrio, e finalmente avrà il coraggio
di fare la proprie scelte, rifiutandosi per la prima volta di farsi guidare
dalla ridicola
fiamma di paglia dei superbi, che appare come gran luce solo agli occhi di
chi è vile.
Maggio è il mese della
speranza.
Fulvio Del Deo