9 maggio 2009
Telese, Falconieri: “Quella penna”
Alessandro Falconieri

 

 

 

 

Caro Gennaro, la consuetudine, coltivata fin dalla adolescenza, di dedicare al termine della giornata una ventina di minuti al riordino dei pensieri, ha favorito in me la riflessione sulle vicende della mia giornata e mi ha aiutato ad analizzare criticamente azioni mie e di terzi, aiutandomi a scindere quelle apprezzabili da quelle deprecabili.

 

La mezz’ora di stasera (ormai stanotte) mi trova stanco per una giornata intensa, ma emozionato. Certo non sono mancati motivi di indignazione per ricatti e minacce di ritorsioni per rifiuti di adesioni, il che non aiuta a non essere incazzati. Ma la gioia di un evento e la tenerezza per un simbolo questa notte prepotentemente mi impongono di non soffermarmi su atteggiamenti da lestofanti.

 

Stamattina, ormai ieri mattina, mentre consumavamo un caffè, velocemente perché Tu avevi urgenza di andare a Benevento (l’evento), ho avuto la necessità di tirar fuori la penna (il simbolo) per annotare un numero telefonico. Il recente risveglio, di quelli che ti vedono ancora distante dalle cure della giornata, mi ha indotto una riflessione su “quella penna” e Te l’ho esternata.

 

Era la penna di mio Padre, uomo che ha dedicato una vita di duro e convinto impegno al servizio dello Stato, intorno alla quale da ragazzo vagheggiavo di quali cose importanti potesse scrivere. Tu, a volte forse male interpretato per ruvida apparenza, ma certamente portatore di un bagaglio di valori alquanto fuori dall’ordinario quotidiano, mi hai detto di slancio: “Sarebbe bello se tra due ore con questa penna potessi firmare il Protocollo della legalità con il Prefetto!”.  

 

Mi hai lasciato un attimo interdetto al pensiero che avrei dovuto separarmi per qualche ora dalla penna che non si è mai allontanata da me, da quando la detengo, per più di venti centimetri. Comunque non ho esitato e Te l’ho affidata con entusiasmo per l’amore che Ti ho letto negli occhi per l’impegno che saresti andato a sottoscrivere e per la gioia di sapere che “quella penna”, dopo più di trent’anni, sarebbe stata utilizzata per un atto di tale importanza, e finalizzato per giunta a sancire un impegno per il ripristino a Telese, dopo circa cinque lustri, di una pratica – la legalità – ormai in disuso.

 

Un attimo di commozione mi ha colto quando, intorno alle 10 e 30, mi hai telefonato per dirmi che “quella penna”, la penna di mio Padre, era stata utilizzata per la sottoscrizione anche dal Prefetto.

Con la stessa penna, al Tuo ritorno, ho certificato la passione trasfusa nella sottoscrizione della Tua lista!

 

Grazie Gennaro, per avermi fatto vivere la giornata che si chiude avvolta in un gradevole velo di malinconia.

 

Grazie per aiutarmi a coltivare il sogno che Telese saprà riconoscerTi adeguato merito per il coraggio e la tenacia di un’idea, che vuole il definitivo sconvolgimento di un metodo di gestione che vede prosperare le fortune di pochi, a danno del patimento dei più.

 

Coraggio, Gennaro, “quella penna” aspetta di sottoscrivere ancora tanti atti che segnino il vero risveglio di Telese!

 

Ti abbraccio. Alessandro

 

Telese Terme, 8/9 maggio 2009

 

 

     

 Valle Telesina


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