20 maggio 2008
Telese, analisi di Carlo Franco sulle Terme
Carlo Franco

 

 

La stagione termale a Telese è incominciata da parecchi giorni e l'affluenza sembra essere buona se si considera il fatto che i padiglioni delle cure sono già abbastanza frequentati.

 

Certo, da qualche anno ormai la clientela delle terme telesine è cambiata radicalmente sia perché nella erogazione delle prestazioni c'è l'intervento del Servizio Sanitario Nazionale ad agevolarlo, sia perché i Comuni hanno scoperto di fare benemerita opera di servizio sociale offrendo con modica spesa le prestazioni termali ai loro cittadini, anziani soprattutto.

 

Cosicché, le terme che prima aprivano i battenti in giugno per poi chiuderli ad ottobre, oggi danno inizio alla loro attività in aprile per poi continuare fino a dicembre, sempre con buona affluenza. L'utenza è cambiata quindi, la qualità dei servizi che vengono erogati è forse pur essa cambiata, ma in negativo.

 

Non pare che le terme offrano quest'anno qualcosa di nuovo, di innovativo, un qualcosa che faccia anche migliorare la qualità delle prestazioni. Si ha l'impressione che la gestione delle terme si accontenti di questa utenza fissa che i Comuni forniscono e nulla faccia per raggiungere standard di buona qualità per competere con altre stazioni termali più agguerrite sul mercato.

 

Le responsabilità sono anche del Consorzio Idrotermale, che da alcuni anni addirittura non riesce ad approvare il nuovo statuto. Quindi, un Consorzio senza statuto ( in rispetto della nuova normativa in materia ) non può certamente controllare al meglio la gestione ed imporre quindi il rispetto delle norme contrattuali, ammesso che ne abbia la volontà.- A questo proposito,c'è da citare qualche esempio illuminante. I cittadini di Telese e di San Salvatore Telesino ( i due Comuni proprietari del bene) hanno sempre attinto l'acqua solfurea per alcune ore del giorno liberamente, alla fonte. Con il nuovo contratto stipulato qualche anno fa c'è stata una modifica, e cioè l'acqua non può essere attinta liberamente ma bisogna andare all'imbottigliamento e richiedere l'acqua imbottigliata pagando il solo costo di produzione.

 

Tutto bene, si è voluta questa modifica per una ragione igienica, ma il fatto certo è che oggi i cittadini dei due Comuni non riescono ad avere l'acqua perché l'azienda, per ragioni vere o presunte, fa atti di ostruzionismo, non attua la norma, ed i cittadini non bevono acqua solfurea, l'acqua cioè a cui sono tanto legati sentimentalmente (questo vale soprattutto per chi è legato alle terme ed alla, sua acqua da sempre) oltre che al piacere di berla.

 

Ed ancora,i commercianti ( del settore alimentare ) di Telese si lamentano perché l'acqua da vendere in negozio a loro viene offerta ad un prezzo superiore di quanto la stessa impresa Minieri la venda al suo chioschetto. I commercianti giustamente fanno notare che al prezzo d'acqisto loro devono aggiungere un ricarico di profitto per cui l'acqua verrebbe a costare parecchio in più rispetto alle terme, il che non sarebbe una cosa bella e sotto il profilo commerciale e come immagine in genere di una cittadina termale.

 

Questi due esempi sono emblematici di un atteggiamento se non conflittuale, certamente di scarsa sintonia tra le amministrazioni comunali, il Consorzio Idrotermale, ed i cittadini che vedono nelle terme una realtà che vorrebbero  “amare e proteggere" di più ma che sono costretti a guardarle con distacco e disincanto perché tutto è regolato dal disinteresse da parte degli organi preposti al controllo e da mero profitto da parte della gestione.

 

TELESE TERME,10/05/08 

Nota di ViviTelese: Questo articolo ci è stato fornito direttamente dall'autore

 


 

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