Diventa legge il pacchetto “sicurezza”. A
colpi di fiducia.
Molta parte è dedicata ai migranti. Da oggi
in Italia lo straniero irregolare è
un reato.
La patria del diritto e di Cesare Beccaria
introduce una nuova fattispecie: il reato
ontologico.
Commette reato anche l’italiano che affitta
una camera al clandestino o il pubblico
ufficiale che non lo denuncia.
Queste nuove norme – tutte - andrebbero
profondamente conosciute da ogni italiano e
italiana.
Cercavo parole adeguate per descrivere lo
sdegno e la vergogna senza cedere al
turpiloquio. Non ce l’ho fatta.
Prendo a prestito, come altre volte, da Erri
De Luca.
Lettera dei piedi (a proposito di migranti)
da Liberazione di mercoledì 13
ottobre 2004
«Vedo la nostra colonna di piedi in cammino
sulla crosta secca dei deserti. Non abbiamo
ali, però due magnifiche piattaforme da
viaggio in fondo al nostro corpo.
In fondo? Solo perché guardo i miei piedi
dall’alto della testa? In verità i piedi
sono il fondamento, l’equilibrio,
l’andatura, e tutta la bella differenza tra
un albero e un uomo. Vorrei raccontarvi un
po’ di tenerezza e di riconoscenza per i
piedi.
Voi
siete il collo del mondo, la sua testa
pettinata, il naso delicato, voi
siete cima dell’umanità. Noi siamo i
piedi che reggono il corpo nel cammino, che
si fanno bastare un po’ di acqua per
ripulirsi la sera. Noi siamo i piedi
dell’umanità, che è un corpo strano. Ha più
piedi che cuori, più piedi che fronti, e in
genere più piedi che scarpe.
Noi
siamo i vostri piedi innumerevoli, battiamo
campi e strade della terra per raggiungervi.
Siamo sostegno del vostro corp-economia,
costiamo poco a volte pure niente, un piatto
riscaldato. Siamo pianta poggiata sotto le
fatiche da voi non più gradite, sopportate.
Facciamo i vostri servi, i vostri
prigionieri, esaudiamo le vostre fregole sui
vostri marciapiedi, facciamo i figli che non
fate, scriviamo i libri di avventure che a
voi non succedono più.
Veniamo dal centro della terra, risaliamo la
gabbia dei paralleli, non ci facciamo
fermare da nessuna espulsione, da nessun
campo di prigionìa, nessun naufragio.
Lastrichiamo di ossa il vostro mare, siamo
la vostra nuova barriera corallina. Veniamo
da così lontano che nessuna distanza ci
sgomenta. Siamo scalzi e non sentiamo spine,
scottature, morsi di scorpione, abbiamo un
cuoio per pelle, un cuore pieno di ossigeno
rosso e un colore imbrunito.
Nessuna polizia ci può offendere più di
quanto già siamo stati offesi. Nessuna
prepotenza può pretendere da noi la minima
sorpresa. Siamo lapilli usciti dal vulcano,
siamo senza numero e anche ridotti a questo,
a solo numero, ci moltiplichiamo
all’orizzonte facendo scimunire i contatori.
Appoggiatevi a noi, sopra di noi, vi
reggeremo il corpo, pagheremo i tributi
della vostra età di pensione, spaleremo la
neve, sbatteremo i tappeti, allisceremo il
prato perché noi siamo i piedi e
conosciamo il suolo del mondo passo a passo».
Non denuncerò mai un immigrato irregolare
che non abbia offeso persone, cose, morale o
pubblica amministrazione. È il mio modo per
vergognarmi un po’ meno del mio Paese, non
avendo casa o appartamento da dare in fitto.
Si è fatta larga, troppo larga, la distanza
tra morale e legge. E se proprio devo
scegliere, scelgo la prima.
Italia, 2 luglio 2009