AGAPOSTROFANDO: ESSERE ONESTI, SENZA
SCORCIATOIE.
Questo articolo è di Don Luigi Merola,
grande persona , grande uomo di Dio, grande
dono e grande amico che ho avuto modo di
conoscere, oggi vive sotto scorta ed è
consigliere sulla legalità del ministro
della Pubblica Istruzione.
Telese Terme 29/05/2009
con affetto, a Voi meravigliosi Telesini,
Alterio Antonio.
E NOI CRISTIANI?
Torniamo a scoprire la buona abitudine di
fare il nostro dovere fino in fondo.
Corruzione e disonestà sono due facce
dell’imbarbarimento della vita sociale e
delle relazioni personali. Una realtà
allarmante nel Nord come nel Sud. E non si
salva nessuna istituzione. Prima come
parroco di Forcella in Napoli e oggi come
Presidente di una Fondazione che si occupa
di bambini cosiddetti a “rischio”, ho
toccato con mano che in Italia si fa poca
prevenzione. Non si investe a sufficienza
nella formazione. E’ venuta a mancare, è
venuta meno un’etica sociale perché mancano
le agenzie educative e, dove pur esistono,
spesso non lavorano insieme.
Parlo della famiglia, della scuola e della
Chiesa, che hanno un ruolo fondamentale. In
casa non c’è più la mensa attorno alla quale
ci si parla, sostituita dalla televisione
–spazzatura. Sempre più famiglie italiane
sono divise o separate. Pur di fuggire al
tempo si ci rifugia spesso nei centri di
bellezza e in quelli commerciali. A scuola
mancano maestri consapevoli della propria
“missione”, che parlino ai ragazzi con
coraggio e determinazione, che mettano al
centro l’alunno come persona e non lo
considerino un numero. Mancano le scuole
aperte fino a sera tardi dove ci si incontra
per fare attività laboratoriali, per
togliere i ragazzi dalla strada. Poi come
diceva Paolo IV, nella Chiesa mancano i
“testimoni”.
Troppe chiese chiuse, troppi burocrati del
sacro in giro. San Giovanni Bosco
considerava l’oratorio l’unico luogo adatto
per formare “onesti cittadini e buoni
cristiani”. Ma che cos’è l’onestà? E’ la
buona abitudine di fare il proprio dovere
fino in fondo. Costi quel che costi, il
cittadino onesto non si tira indietro di
fronte a una scelta giusta, non accetta il
compromesso né la via facile, non si lascia
suggestionare dai soldi. Ci sono in giro
troppi corrotti e corruttori, entrambi
colpevoli alla stessa maniera. Certo non
aiutano gli interi quartieri delle città del
Sud abbandonati a se stessi, senza
illuminazione adeguata, fogne, servizi di
aggregazione per i ragazzi.
E poi troppi uomini politici accettano il
compromesso e si fanno eleggere con i voti
dei mafiosi. Ci sono lunghe pagine di
processi terminati con dure condanne verso
uomini di partito. Troppi concorsi truccati
o appalti dati senza rispetto delle regole.
L’elenco potrebbe essere lungo .Ma perché si
è arrivati a questo punto?Torniamo a
scoprire la buona abitudine di fare il
nostro dovere fino in fondo.
C’è richiesta e urgenza di valori. Esiste
una fragilità dovuta al poco sforzo fatto e
ai pochi sacrifici sostenuti. Abbiamo dato
ai nostri giovani troppo, senza distinguere
ciò che è bene da ciò che è male, col
risultato di un infragilimento etico
diffuso. “Valore” nel vocabolario italiano
significa” punto di riferimento”. Quali
punti di riferimento abbiamo offerto? Non
insegnamo scorciatoie ai ragazzi, ma
parliamo di più dell’importanza dell’onestà,
per esempio nel superare bene un esame
perché si è studiato e non perché abbiamo
chiesto una raccomandazione.
Il tutto con lo sguardo al domani, perché
saranno proprio loro, i giovani, i futuri
amministratori di una città, i tutori
dell’ordine, i magistrati, gli insegnanti.
Rendiamoci conto che basta poco per
appassionare i nostri giovani, farli
infervorare e trascinarli verso il bene. C’è
bisogno di uno sforzo in più nell’educazione
e nella formazione. Invochiamo per il nostro
paese più insegnanti, più educatori, più
maestri e meno poliziotti e carabinieri.
Quando questi ultimi arrivano, è già troppo
tardi.Ce la possiamo fare a cambiare
l’Italia, rendendola più giusta e onesta.
Concludendo con le parole di Don Peppino
Diana, parroco di Casal di Principe
(Caserta), ammazzato dalla camorra il 19
marzo 1994: “Morire per Cambiare? No,
cambiare per non morire”
Non aspettiamo ancora per cambiare le nostre
cattive abitudini e comportamenti.
Cambiamo oggi, per costruire un’Italia, una
Valle , i nostri paesi in cui i nostri figli
e insieme a loro ci siano sempre più “ buoni
cristiani e onesti cittadini”.
Per gentile concessione di Astra Ricerche
alla famiglia Alterio si pubblica
un’indagine realizzata dal titolo “ Chi
punta il dito: Con gli Intrallazzi nel
mirino”.
Età chiamata in causa 18-34 anni
Stato Civile . in famiglie con quattro o più
componenti.
Ceto: studente o non occupato.
Residenza: Roma-Napoli-Bari- Palermo.
Tre votanti su quattro hanno indicato che
disonestà e corruzione sono gravi e diffuse
nel nostro tessuto sociale. A differenza del
podio dei vizi, analizzato, emerge ora un
identikit molto più preciso dell’accusatore.
Primo indizio l’età: il nostro è da poco
diventato maggiorenne e non ha superato i 34
anni. Il 79% dei giovani, infatti è urtato
dalla disonestà e dalla corruzione
dilagante: sono tutte persone che negli anni
di “Mani Pulite” frequentavano le superiori
o addirittura le scuole dell’obbligo. Invece
i più adulti forgiati dall’esperienza, forse
si fanno meno illusioni in proposito…
Grosso modo corrisponde anche il ceto,
perché la fascia più preoccupata per questo
vizio è quella degli studenti e degli
inoccupati ( 84%), seguita a ruota dai
laureati, visto che l’81% di loro si è
lamentato in proposito. Parliamo di giovani,
quindi non stupisce troppo scoprire che
l’accusatore naviga di frequente in
internet, dove può avere accesso a molte
informazioni, da cui verosimilmente ricava
dati che lo confermano nella sua
preoccupazione. Altro particolare carico di
significato è la provenienza: le grandi
città dal Lazio in giù, cioè
Roma,Napoli,Bari, Palermo. Otto abitanti di
queste zone su dieci ritengono grave e
diffusa la corruzione e la disonestà.
Completano il quadro, ma con percentuali
meno significative, il sesso e la
composizione del nucleo familiare.
Prevalgono di poco gli uomini, abitanti in
famiglie con quattro o più componenti.
Nel ringraziare gli amici a cui esprimo la
mia grande solidarietà e vicinanza che mi
stanno regalando come dono il coraggio di
continuare a parlare e ad occuparmi di
queste problematiche che spero possano
svegliare le coscienze di tutti i telesini
per donare un futuro migliore e più
vivibile, più buono e onesto , in
particolare a Don Luigi voglio regalare e a
tutti VOI:
PER RICOMINCIARE:
“La prosperità mette gli animi a dura prova,
perché le miserie si sopportano, ma la
felicità ci corrompe”. In realtà è facile
scoprire che il benessere corrompe: se si
solleva il manto dorato che avvolge
personalità popolari nei vari campi del
successo, emergono miserie morali, vergogne,
disonestà, corruzione…l’abbondanza intacca
la coscienza rendendola amorale, colpisce la
mente ottundendola e ferisce il cuore
cancellandone la sensibilità. Dice il
salmista:” Dell’orgoglio si fanno collana,
la violenza è il loro vestito, dal loro
cuore traboccano pensieri perversi,
scherniscono e parlano con malizia,
minacciano dall’alto con prepotenza, levano
la bocca fino al cielo e la loro lingua
percorre la terra”( 73,6-9)”.
G. Ravasi, mattutino, da Avvenire