Ci sono infiniti casi di
leggende che girano nel nostro spazio di
conoscenza. Ci sono leggende urbane
ingenue come quella che vuole che le
fogne di New York siano infestate di
coccodrilli ciechi, o quella che
sostiene che gli ambientalisti volano in
elicottero sopra i boschi di notte per
lanciare vipere chiuse in sacchetti di
plastica. Queste leggende sono facili da
smontare, eppure persistono tenacemente.
Quando poi si parla di cose
scientificamente complesse, smontare le
leggende diventa molto difficile. Di
tanti argomenti scientifici, c'è una
versione ufficiale ma anche molte altre,
più o meno "sovversive". Abbiamo
petrolio in abbondanza, no il petrolio
sta per finire. Il riscaldamento globale
è causato dall’uomo, no è causato dalle
perturbazioni solari. l’AIDS è causato
dal retrovirus HIV; no, il retrovirus
non ha niente a che fare con la
malattia. ccetera. Come districarsi in
questo oceano di leggende?
L'argomento è particolarmente importante
per la questione del petrolio. ASPO
sostiene una teoria sotto molti aspetti
non ortodossa, quella del picco del
petrolio. In che cosa differisce la
teoria del picco del petrolio da quella
che vuole che l'AIDS non sia causato dal
retrovirus HIV? In entrambi i casi,
esiste un "establishment" che sostiene
la teoria ortodossa e un gruppo di
minoranza che invece ne sostiene
un'altra. Come si fa a dire chi ha
ragione?
Si può trovare una regola, una specie di
lampadina rossa, che permetta di
distinguere rapidamente e facilmente fra
le teorie buone e quelle sceme?
Sembrerebbe proprio di no. Purtroppo,
questa lampadina non esiste o,
perlomeno, non ne esiste una sola. Come
diceva Huxley, "il destino delle nuove
verità è di nascere come eresie e morire
come superstizioni". In pratica, tutte
le nuove idee, quelle buone e quelle
cattive, devono pagare lo scotto di
essere considerate fesserie quando sono
delle novità. La scienza e gli
scienziati sono conservativi e fanno
bene ad esserlo, altrimenti si
troverebbero a correre dietro a tutte le
fesserie che qualsiasi incompetente è in
grado di scrivere su internet.
Ma allora come gestirsi questo oceano di
informazione che ci arriva
quotidianamente? Come fare per non farsi
imbrogliare? Come dicevo, non ci sono
regole precise, ma possiamo comunque
elencare perlomeno delle strategie. Ne
abbiamo discusso sul blog di ASPO-Italia
(www.aspoitalia.net)
e il risultato è un “decalogo
dell’antibufala”. Non è detto che queste
siano le uniche regole, e neppure che
non le si potrebbero arrangiare in un
modo diverso. Comunque, eccole qui,
arrangiate in un approssimato ordine di
importanza, con le più importanti per
prime e – in testa a tutto – la “regola
d’oro”.
1.
Non vi fidate di nessuno.
(La regola d'oro) La fuori, c'è
pieno di gente che vi racconta balle.
Alcuni lo fanno perché sono pagati per
farlo, altri per il piacere di
raccontarle, altri ancora semplicemente
perché ripetono balle che altri hanno
raccontato a loro. Diffidate di chi fa
affermazioni senza citare le fonti, ma
anche chi cita le fonti può benissimo
citare a sproposito o stravolgere quello
che la fonte citata diceva. Questo è il
caso dell "ambientalista scettico" Bjorn
Lomborg, che nei suoi libri cita
centinaia e centinaia di riferimenti,
tutti a sproposito. Verificate tutto,
verificate di nuovo, e verificate
ancora. Per fortuna, oggi l'internet
rende possibile verificare le cose con
un semplice click del mouse; è solo la
nostra pigrizia intellettuale che fa si
che tanti non lo facciano. Se lo fate,
vi accorgerete di cose che non avete
nemmeno sospettato. Quante volte
qualcuno che cerca di convincervi che il
riscaldamento globale non è un problema
vi ha raccontato che “negli anni ’70 gli
scienziati si aspettavano un’era
glaciale mentre oggi si aspettano il
riscaldamento globale” Bene, usate
Google per cercare questi “scienziati” e
non ne troverete. E’ una leggenda!
2.
Non credete a una cosa
perché ci credono tutti.
Questa è una delle trappole nelle quali
è più facile cadere e, infatti, è la
base della propaganda. Ripetere,
ripetere, ripetere. Alla fine, anche la
balla più clamorosa finisce per
diventare vera. Giornali e televisione
sono particolarmente perniciosi in
questo senso, soprattutto perché manca
la possibilità di un vero dibattito che
spesso è fasullo o arrangiato. Ma anche
il passa-parola di tutti i giorni crea
miti di una solidità impressionante:
quante volte vi siete sentiti dire che
gli alti prezzi attuali sono “colpa
dell’euro”? A furia di sentirlo dire, è
diventato un’ovvietà. Pensate a quanta
gente è convinta che il Club di Roma
(quello dei “Limiti dello Sviluppo”)
aveva clamorosamente sbagliato le
predizioni nel 1972. Lo dicono tutti,
deve essere vero per forza. E’ invece è
falso. E’ una leggenda. La difesa contro
questo effetto di saturazione cognitiva
sta nell’allargare le proprie fonti di
informazione. Non leggete solo i
giornali, informatevi sull’internet: ci
sono blog e siti eccellenti.
3.
Non credete a quello che
vi fa piacere credere.
Molte delle peggiori balle che ci
raccontano hanno la caratteristica di
essere rassicuranti. Sarebbe bello se
l'AIDS non si trasmettesse per contatto
sessuale, sarebbe bello se il petrolio
fosse infinito, sarebbe fantastico se il
riscaldamento climatico non esistesse o
non fosse colpa nostra, sarebbe stupendo
se ci fosse una facile cura contro il
cancro. La nostra tendenza a credere a
quello che vogliamo credere è perniciosa
e pericolosissima. Fate un esame di
coscienza: le vostre convinzioni sono
veramente basate su fatti? Non è che
siete convinti di qualcosa perché si
attaglia alle vostre idee politiche?
Oppure semplicemente perché la vita
sarebbe più piacevole se quel qualcosa
fosse vero? Esiste anche una corrente di
pensiero opposta che possiamo chiamare
“millenarismo”, ovvero l’attesa della
fine del mondo, cosa che, curiosamente,
qualcuno vede come desiderabile. C’è chi
vede il picco del petrolio un po’ come i
nostri antenati vedevano l’apocalisse;
qualcosa che distribuirà colpe e
appropriate punizioni e che poi ci
trasporterà in un mondo migliore, con
meno automobili e più alberi. Anche
questo è un atteggiamento che alla lunga
ci porta a stravolgere la realtà sulla
base delle nostre aspettative.
4.
Fidatevi di qualcuno.
Siccome non è possibile approfondire
tutto, ma anzi si può approfondire ben
poco, è inevitabile doversi fidare degli
altri. Non potete sapere esattamente se
qualcuno vi dice la verità; però potete
verificare la sua affidabilità. Se
qualcuno ha imbrogliato una volta è
probabile che lo farà ancora (il lupo
perde il pelo ma non il vizio). Non è
detto che gli esperti con il pedigree
siano più affidabili di altri, ma
ricordatevi anche i titoli contano
qualcosa. Si parla di teologia, il Papa
parte avvantaggiato.
5.
Riconoscete la vostra
ignoranza.
Non importa se siete laureati,
dottorati, o anche premi nobel. Una
volta che uscite dal vostro campo,
rendetevi conto che siete degli
ignoranti (se avete titoli accademici,
vi sarà più difficile ammetterlo). Se
invece riconoscete di essere ignoranti,
starete più attenti a non farvi
imbrogliare.
6.
Riducete la vostra
ignoranza.
Per diventare veramente esperti di un
argomento, dal petrolio all’AIDS,
bisogna contare anni di lavoro. Ma non
sono necessari anni per farsene un idea
ragionata e, quando un argomento è
interessante, lavorarci sopra da sempre
soddisfazione. Oggi, con l’internet a
disposizione, chiunque può avere accesso
a dati che una volta erano seppelliti
nelle biblioteche delle università. Per
questo non importa essere laureati o
essere accademici blasonati, basta la
buona volontà.
7.
Quantificate
i dati. Molte volte le bufale si
possono demolire quantificando le
affermazioni degli autori. Per esempio,
è possibile che una macchina ad aria
compressa abbia le prestazioni che
alcuni dichiarano? Potete scoprirlo
quantificando l’energia che si può
immagazzinare in una bombola di aria
compressa. Può darsi che non abbiate le
competenze per calcolare l’energia
necessaria per la compressione isoterma
di un gas, ma se cercate su internet
troverete chi ha fatto i conti per voi (http://www.kensan.it/articoli/Eolo.php)
8.
Basatevi sulle leggi
della fisica.
Se avete studiato fisica all’università,
o anche al liceo, siete avvantaggiati
nella lotta contro le bufale, ma anche
se non avete fatto studi formali potete
sempre imparare. La fisica è un edificio
solido costruito in un paio di secoli di
lavoro. Ci sono delle leggi molto
semplici della termodinamica, quella
della conservazione dell’energia e
quella dell’entropia, che bastano per
eliminare molte pretese rivoluzioni
basate sulle energie infinite e cose del
genere. Ragionandoci sopra, vi
accorgerete che molta gente, ancora
oggi, cerca di rivendervi il moto
perpetuo.
9.
Non credete ai complotti
scientifici. I complotti politici
esistono e sono comuni nella storia. Ma
nella scienza sono estremamente rari;
anzi per quello che ne posso dire io
sono inesistenti. Gli scienziati sono
quasi sempre dei feroci individualisti.
E' vero che spesso sono troppo
conservativi e rifiutano le nuove idee
per principio, ma è molto difficile
convincerli a complottare tutti insieme
per affossare un'idea che sanno essere
giusta. Quindi, possiamo tranquillamente
scartare l'idea che cose come - per
esempio - il riscaldamento globale siano
il risultato di un complotto politico
per renderci schiavi delle
multinazionali. Un complotto del genere
dovrebbe coinvolgere tutti i climatologi
mondiali e questa è una cosa che proprio
non ci sta.
10.
Domandatevi qual’è
l’interesse di chi vi parla.
E’ probabile che anche i migliori
professionisti possano essere
influenzati dai loro personali interessi
e da quelli dei loro datori di lavoro.
Se parlate con qualcuno che lavora per
una compagnia petrolifera, è difficile
pensare che sia completamente libero di
dirvi la sua opinione spassionata sulla
consistenza delle riserve mondiali di
petrolio, perlomeno in pubblico.
Attenzione però a non cadere nel
complottismo ingenuo. Gli esperti hanno
una loro dignità e una loro
professionalità, che non hanno nessuna
intenzione di mandare malora. Potranno
alle volte svicolare su un argomento, ma
difficilmente vi racconteranno balle
vere e proprie. |