Intervento di Luigi De Magistris al Parlamento
Europeo
13
novembre 2007
Vi ringrazio. Questo mi ricorda il giorno
dell’audizione al CSM quando arrivai in ritardo,
digiuno, e mi sottoposi a quattro ore di
audizione. Adesso ho preso un tè, sperando che
stavolta l'incontro duri di meno.
Ho
accettato con piacere questo invito per fare una
riflessione sulla mia esperienza di magistrato
che si occupa delle truffe e dei reati di
corruzione ed altro che ruotano intorno alla
gestione della spesa pubblica, quindi dei
finanziamenti pubblici.
Ovviamente, pur non potendo parlare delle
indagini che ho svolto nel corso degli anni,
soprattutto quelle che mi sono state
illegalmente sottratte, non posso non
rilevare un dato inquietante: nonostante lo
strumento che ha come obiettivo quello di
consentire lo sviluppo economico di regioni che
ne hanno bisogno – io lavoro in Calabria, una
regione ad “obiettivo 1” dove arrivano
moltissimi finanziamenti europei e per la quale
nel periodo 2007-2013 sono stati stanziati
fondi per 9 miliardi di euro – lo sviluppo
economico non c’è stato.
In
taluni casi, com’è stato riscontrato da indagini
molto accurate della Corte dei Conti sia dalla
procura regionale che dalle sezioni
giurisdizionali che esercitano anche funzione di
controllo, e ancora da parte della magistratura
ordinaria, si è potuto verificare danno erariale
per somme non spese per ragioni di negligenza
grave quindi di colpa; in tanti altri casi,
anche altre procure della Repubblica calabresi
hanno potuto riscontrare che si realizzavano
vere e proprie truffe ai danni dell’Unione
Europea. Tante altre volte ci sono state
ipotesi di corruzione.
Ciò fa apparire sistemica la gestione dei
finanziamenti pubblici: non si tratta di
episodi, e questo è il dato a mio avviso più
importante, occasionali o saltuari, truffe di
singole persone, ma c’è sempre qualcosa che
governa a monte la gestione complessiva
della spesa pubblica.
Questo lo si ricava innanzitutto se si guardano
i filoni per i quali vengono realizzati i
progetti di spesa dei fondi dell’Unione Europea:
non abbiamo settori particolari ma si tratta di
tutti i rami per cui si dovrebbe realizzare lo
sviluppo, come l’ambiente, l’informatica, la
sanità, le opere pubbliche.
Come si realizza la possibilità di captare
queste somme di denaro? Attraverso la
costituzione di un reticolo di società
organizzate secondo vere e proprie scatole
cinesi, il più delle volte miste
pubblico-privato.
Questo delle società miste pubblico-privato
è un passaggio importante. E’ una riflessione da
fare a livello istituzionale. Io la feci anche
innanzi alla commissione bicamerale del
Parlamento italiano sul ciclo dei rifiuti quando
si affrontò proprio la problematica delle
società che si occupano della gestione dei
rifiuti e alla depurazione delle acque.
E’
qui che si comprende come, a monte, il sistema
di gestione della spesa pubblica viene spesso
governato da gruppi di persone che hanno
organizzato veri e propri sodalizi criminali,
composti da professionisti, imprenditori, uomini
del mondo dell’economia e della politica, per
realizzare più a valle un vero e proprio
controllo di altri settori importanti della vita
pubblica.
Quando abbiamo esaminato, nel corso di una serie
di investigazioni, come venivano realizzate le
compagini sociali, come venivano inseriti i soci
nelle società, come si componevano i consigli di
amministrazione, come si componevano i collegi
dei sindaci e dei revisori dei conti, abbiamo
capito che i gruppi di professionisti erano
sempre gli stessi, spesso si trovavano
persone legate anche in modo stretto con
magistrati, con uomini appartenenti alle forze
dell’ordine, con uomini delle istituzioni.
E’
chiaro che l’aspetto più inquietante è che si
viene a creare anche una commistione deleteria
tra controllore e controllato. Il problema
centrale è come si possa porre rimedio a tutto
questo: noi abbiamo verificato in diversi casi
che le persone che avrebbero dovuto controllare,
perché si trovavano in ruoli vitali della
regione o di altre istituzioni, a loro volta
partecipavano direttamente o indirettamente
nelle società che dovevano essere
controllate.
E’
chiaro che per poter garantire una corretta
erogazione delle somme stanziate e far sì che
queste realizzino dei progetti che portino allo
sviluppo economico, dovrebbe funzionare il
sistema dei controlli. Non solo quelli
comunitari, attraverso le strutture preposte –
io ho collaborato molto e in modo proficuo, fin
quando non mi hanno sottratto le indagini, con
l’OLAF cioè l’ufficio antifrode – ma anche i
controlli delle regioni.
Ciò è spesso impossibile o molto difficile
perché in tutti i procedimenti penali che
abbiamo trattato le persone responsabili di
alcuni reati in questa materia erano proprio
persone preposte agli organi di controllo delle
regioni.
Il
problema diventa rilevante soprattutto se si
considera che lo sviluppo economico non c’è e
addirittura c’è una ricaduta di costi sulla
comunità, visto che l’Italia viene condannata in
sede europea a risarcire i danni. Ciò che è
ancora più inquietante è il passaggio
successivo: ho spiegato cosa avviene a monte e a
valle, come sono inserite le persone nelle
società. Ancora più a valle, come avviene
l’assunzione delle persone all’interno delle
società che si aggiudicano progetti finanziati,
corsi di formazione ecc… è qui che c’è un altro
passaggio delicatissimo: spesso vi è un vero e
proprio sistema di indicazione delle persone
da assumere.
Coloro che a monte governano e stabiliscono le
condizioni per ottenere il finanziamento sono le
stesse che indicano alle società di assumere
questa o quella persona, con un’ulteriore
ricaduta, e qui mi fermo, sul voto: al momento
del voto accade, e in alcuni procedimenti
abbiamo contestato anche il reato di voto di
scambio, che viene chiesto il voto perché
si è stati determinanti non solo nel far
ottenere il finanziamento ma anche nell’imporre
le persone da assumere.
Un’ultima considerazione sulle società miste
pubblico-privato. In taluni casi abbiamo
rilevato che nella parte pubblica si verifica
una vera e propria lottizzazione degli
incarichi, con persone che fanno parte di tutti
gli schieramenti politici: in alcune società
abbiamo verificato che si trovavano persone
appartenenti a tutte le forze ad eccezione,
forse, dell’estrema destra e dell’estrema
sinistra.
Ciò che preoccupa di più non è questo, perché
potrei ricevere l’obiezione, da parte di
illustri persone che vedo presenti, che è un
modo per rappresentare tutte le culture. E’ un
vecchio discorso già fatto. Molto opinabile, ma
si può fare. Ciò che preoccupa è la parte
privata, perché in alcuni casi abbiamo notato
che si trovano imprenditori direttamente
collegati a chi si trova nella parte pubblica,
settori rilevanti di organizzazioni vicine al
mondo della Chiesa, personaggi
politici di sinistra e di destra e si chiude
il cerchio con società riconducibili alla
criminalità organizzata.
Se
questo è il quadro, si può comprendere che
all’interno di alcune società che percepiscono
ingenti finanziamenti europei, troviamo gran
parte del mondo politico, una parte rilevante di
professionisti che in un territorio come la
Calabria non sono tantissimi, la criminalità
organizzata, il controllo del mercato del lavoro
e il controllo del voto.
Se
questo è il quadro si devono fare delle
riflessioni al di là delle indagini e pensare
all’aiuto che può venire da parte delle
strutture comunitarie. Sicuramente, per la mia
esperienza, posso dire che l’ufficio antifrode,
quando c’è stata la necessità, ha sempre
collaborato in modo significativo con l’autorità
giudiziaria italiana sia nell’aspetto della
cooperazione, sia attraverso Eurojust per il
buon fine di determinate rogatorie.
Luigi De Magistris
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