"In guerra la prima a morire è sempre la
verità": lo sanno tutti. Ma se la guerra è
permanente, se la guerra va coltivata, se è
importante tenere alto il livello dello scontro
e non raggiungere mai una soluzione... che si
fa?
Semplice: la verità va uccisa ogni giorno. La
metodicità diventa importante. Coltivare l'odio
diventa di capitale importanza.
Ci
eravamo lasciati, prima della pausa estiva, con
alcuni esempi di bufale propagandistiche circa
la vicenda israelo-palestinese costruite anche
ben al di là dei momenti di 'guerra
guerreggiata'. Con una media che indicativamente
pare di uno scandalo al mese sono continuate le
bufale riguardanti l'esercito israeliano.
La
campagna sulle bombe al fosforo, per esempio,
non si è fermata. Ma altre sono state imbastite,
e altre probabilmente seguiranno, con una
tecnica sempre identica:
(1) primo step di costruzione sul posto dello
scandalo a cura di fonti interessate o
politicamente corrette e sedicenti
'indipendenti';
(2) lancio su un'agenzia o un media che
garantisca la diffusione;
(3) fiammata di interesse e rilancio e
copincolla su scala internazionale. Dopo le
polemiche segue una fase di relativa calma e poi
il ciclo si ripete.
Israeliani che rubano organi ai poveri
palestinesi, nella bufala montata da un giornale
svedese ripresa un po' da tutto il mondo: