Un’innata curiosità, mi induce a chiedermi
quanti siano informati sulla storia di
Anacleto Zimbri e Priscilla Slavone. Non si
tratta di extraterrestri. No, sono due
confucianisti, italiani, Casertani. Certamente
saranno in pochi ma non per indifferenza o
ignoranza verso un fenomeno in ascesa. La vera
ragione va ricercata più semplicemente
nell’immagine che i media rappresentano del
Confucianesimo in Italia: semplicemente lo
ignorano.
Anacleto Zimbri
, 34 anni, nativo di Pollena in provincia di
Napoli, insieme a sua moglie
Priscilla Slavone, 28 anni,
nativa di Trocchia, sono sacerdoti confuciani
della comunità del basso casertano. Entrambi
provengono da percorsi religiosi molto simili:
di famiglia luterana il primo, si è convertito
al confucianesimo all'età di 14 anni, grazie
all'influsso di un bravissimo insegnate di
aikido, venuto a mancare due anni fa, e per il
quale serba un grande affetto. Di famiglia
cattolica convertita al buddismo, sua moglie,
abbracciò il confucianesimo sei anni fa quando
conobbe lui.
«Il Confucianesimo, -sostiene Zimbri- non si può
considerare una vera e propria religione, poiché
ha sempre convissuto in modo relativamente
pacifico con Daoismo e Buddismo, che sono da
ritenere le religioni vere e proprie: un detto
cinese, che dice sanjiao yijiao ("tre religioni,
una religione")»
«l confuciani danno grande importanza alla
famiglia e ai suoi valori. -precisa Priscilla
Slavone- Ai bambini s'insegna il rispetto per i
genitori e per gli anziani, e si insegna a
ubbidire ai loro consigli. Gli antenati vengono
venerati sia nei templi sia negli altari
domestici. Le principali scritture sacre del
confucianesimo sono i Cinque Classici, in cui
sono raccolte poesie, rituali e precetti che
esprimono molti insegnamenti di Confucio.»
«Gli insegnamenti confuciani -continua Zimbri-
vertono più che altro sulle norme morali di
comportamento che ogni individuo deve seguire,
non perché gli siano imposte, ma perché, dopo
averle apprese tramite uno studio rigoroso, egli
sa esattamente come deve agire nella società.»
Alla nostra domanda "cosa ne pensa della
religione da cui proviene e delle altre
religioni in genere?", Anacleto e Priscilla
rispondono all'unisono:
«La cosa più importante in ogni religione degna
di essere tale è il rispetto della libertà
dell'individuo, della sua libertà di abbracciare
quella religione piuttosto che un'altra e di
poterla lasciare quando vuole, senza che ciò
comporti una tragedia per nessuno, senza che ciò
scateni anatemi.»
«Ci sono religioni - continua Priscilla Slavone-
che costringono i propri fedeli a
rimanere legati a vita a quella stessa
religione contro la loro volontà e condannano
anche con la morte chi se ne voglia
allontanare. Quelle stesse religioni costringono
la donna a condizioni umilianti sin dalla più
tenera età, privandola dei suoi sacrosanti
diritti.»
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