21 marzo, memoria e impegno
L'uscita nei cinema del film Fortapasc in questi
giorni mi riporta a un momento tremendo e
indelebile di 24 anni fa. Tornavo a casa, a
piazza Leonardo insieme a mia sorella. Era una
di quelle sere di settembre dall'aria ancora
estiva in cui è bello fare tardi, tardissimo. In
piazza un sacco di polizia. Non era uno
spettacolo insolito in quegli anni di piombo.
Apprendo incredulo la notizia la mattina dopo al
tr regionale. Pasquale Nonno, direttore del
Mattino, prende le distanze da quel ragazzo
scomodo: «No, non era un mio giornalista: era un
abusivo!» Il mondo crolla: he was my brother! Dentro
di me monta una rabbia che avrei spaccato tutto.

http://www.youtube.com/watch?v=g6BlIQ-Yc_g
Si svolgera' a Napoli, il 21 marzo, primo giorno
di primavera, la quattordicesima edizione della
"Giornata della Memoria e dell'Impegno in
ricordo delle vittime delle mafie" promossa da
Libera, associazioni, nomi e numeri contro
le mafie e Avviso Pubblico e con l'Alto
Patronato del Presidente della Repubblica e con
il patrocinio del comune di Napoli, la Provincia
di Napoli e la Regione Campania.
Fulvio Del Deo
16/3/2009 - "FORTAPASC"
Paolo Siani: "Mio fratello non era Don
Chisciotte"
Oggi a Napoli il film di Marco Risi sul
giornalista ucciso
FULVIA CAPRARA
ROMA
Questa sera, al Teatro San Carlo, ci saranno
tutti, gli amici, i parenti, i colleghi, le
personalità del mondo politico. Un appuntamento
importante, per celebrare il ricordo di
Giancarlo Siani, il giornalista napoletano
ucciso dalla camorra nel 1985, protagonista del
nuovo film di Marco Risi Fortapasc. Davanti alle
immagini l’ondata emotiva sarà forte, anche per
questo il fratello Paolo ha chiesto e ottenuto
di vedere la pellicola in anticipo: «Ero con mia
moglie, in una stanzetta. Non volevo ci fossero
altre persone, volevo sentirmi libero di vivere
le mie emozioni. E così è stato». Quando le luci
si sono accese, la commozione era ancora
potente: «E’ un film bello, poetico, delicato,
forte. Racconta bene chi era Giancarlo, un
giovane allegro, felice, contento, che faceva
con passione il mestiere di giornalista, o
almeno tentava di farlo. Voleva capire e
raccontare, senza voler essere né un eroe né un
Don Chisciotte». Giancarlo Siani, morto a 26
anni, lavorava per il quotidiano di Napoli Il
Mattino, non era assunto, si definiva «abusivo»,
cioè precario, voleva fare il giornalista vero,
quello che cerca le notizie, senza paura di
mettere il naso in territori pericolosi: «Una
sera ce l’hanno portato via - dice il fratello -
da allora provo ancora rabbia. Giancarlo ha
scritto Gomorra prima degli altri».
Sceneggiato da Marco Risi con Andrea Purgatori e
Jim Carrington, Fortapasc ricostruisce gli
ultimi quattro mesi della vita del cronista. Le
indagini nella realtà di Torre Annunziata, regno
di famiglie camorristiche in lotta fra loro,
sono come un binario che porta dritto alla sua
morte: «Ci sono voluti 12 anni e diversi
processi - spiega il regista - per comprendere
perché Siani sia stato l’unico giornalista
ucciso dalla camorra. Per me questo è un film
necessario, soprattutto oggi, in una Napoli
umiliata, perché Giancarlo può diventare un
raggio di luce, una nuova speranza». Secondo suo
fratello, nella lotta al crimine organizzato,
tante cose sono cambiate: «La società civile è
molto più forte, e anche lo Stato». E pure Risi,
in fondo, nonostante tutto, vede una luce di
riscatto: «Sappiamo tutti quanto la Campania sia
costantemente sotto osservazione, ma, mentre in
Gomorra tutto appare disperato, nel nostro caso,
una possibilità positiva resta. Mi auguro che
gli spettatori possano provare il desiderio di
somigliare al nostro protagonista». Sceglierlo
non è stato facile, Libero De Rienzo ha ottenuto
il ruolo dopo molti provini: «Mi ha convinto la
sua partecipazione emotiva, le cose che mi ha
detto dopo aver letto il copione, cose che
rivelano quanto avesse capito il personaggio
nella sua profondità e complessità». Il trucco e
gli abiti di scena hanno fatto il resto: «La
prima volta che ho visto Libero sul set, pronto
per recitare, ho ritrovato in lui Giancarlo, ne
aveva catturato l’anima».
L’anteprima di stasera è dedicata anche ad altre
vittime, in platea, al San Carlo, siederanno
Lorenzo Clemente, marito di Silvia Ruotolo;
Alfredo Avella, papà di Paolino, ucciso a 17
anni dai rapinatori che volevano rubargli il
motorino; Lucia e Annamaria Torre, moglie e
figlia di Marcello Torre, sindaco di Pagani. Nel
film alcuni hanno accettato di fare da comparse,
«per ricordare le vite dei nostri congiunti
attraverso le nostre facce». Invitati anche
esponenti della magistratura, come il
procuratore Giovandomenico Lepore, il capo
dell’antimafia napoletana Franco Roberti, il
pubblico ministero Armando D’Alterio che alla
fine ha risolto il caso Siani. A fare luce
sull’ammazzamento era stato un cammorrista
pentito, Ferdinando Cataldo. Aveva ammesso di
aver preso parte alla riunione in cui si decise
di uccidere Siani e anche di essersi offerto
volontario per compiere il crimine.
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/cinematv/
grubrica.asp?ID_blog=33&ID_articolo=1169&ID_sezione=260&sezione=
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