Il pericolo inizia adesso e si chiama
sciacallaggio. E non mi riferisco solo a quello
spicciolo dei ladruncoli che scavano nella
macerie per rubare qualcosa, e nemmeno all'ovvio
sciacallaggio che useranno i nostri politici
più meschini in campagna elettorale. Parlo di
sciacallaggio a lungo termine.
Nel 1980 studiavo scienze geologiche presso
l'università di Napoli. Alcuni mesi dopo del
terremoto del 23 novembre, l'osservatorio
vesuviano stampò delle dispense (che io riuscii
ad avere un po' di stramacchio tramite un prof.)
in cui si parlava di come quella scossa, se non
proprio prevista nei dettagli, si sapeva
benissimo che stesse per arrivare in quei
giorni, in ragione delle osservazioni fatte su
tutta una serie di fattori che non sto qui a
elencare.
Se ci si fosse premurati di avvisare la
popolazione (anche a rischio di sbagliare!) e si
fossero allestite delle tendopoli, non dico che
si sarebbero salvati tutti gli 8.848 feriti e
2.735 morti, ma sicuramente la gran parte.
Per concludere, in quegli appunti si
affermava con chiarezza che in Italia non si
faceva quel lavoro di prevenzione,
principalmente per due ragioni:
-
per mancanza di coordinazione e di piani
precisi;
-
per evitare il rischio di speculazioni sugli
immobili.
Sono passati 29 anni da quel terremoto, la
scienza ha fatto passi da gigante, ma l'Italia
sembra essere ancora più indietro di allora.
Il mio timore adesso è che dei grossi pesci,
degli squali, faranno di tutto per speculare sul
meraviglioso centro storico dell'Aquila,
cercando di sbattere in periferia gli attuali
abitanti in cambio di un bell'appartamento.
Già il fatto che il nostro Presidente del
Consiglio abbia messo a disposizione "alcune
delle sua case" ai terremotati la dice lunga
sulla situazione di persistenti e diffuse
anomalie presenti nella nostra ex-democrazia.
Cari lettori.
Intendo raccogliere la vostra adesione a una
brevissima lettera al ricercatore Giampaolo
Giuliani, affinché in questo paese chi si ostina
a usare il cervello non rischi di sentirsi
terribilmente solo.
Aspetto vostre risposte:
fuilviodeldeo@tele2.it
Egregio Ricercatore.
Con la presente, vogliamo manifestarLe la nostra
riconoscenza per il lavoro che svolge
quotidianamente e ringraziarLa per il coraggioso
tentativo di salvare vite umane, ingiustamente
costatoLe un avviso di garanzia per "procurato
allarme". In quest'Italia, dove una sorta di
tele-lobotomia sembra contagiare tutti, ci preme
informarLa che non sarà mai vana l'ostinazione a
usare il cervello delle persone come Lei.
Con profonda stima:
(seguono le firme)
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