La
politica, i politici
e le tante
considerazioni di casa nostra
Si
cominciò a parlare di ribaltone politico
all'epoca di Rastrelli. Ricordate: 1995, il
centrodestra vince in regione campania ed in
provincia di Benevento. A Santa Lucia il
presidente è Rastrelli alla Rocca dei Rettori
c'è invece Russo. Si respira un'autentica aria
di rinnovamento, tra l'altro si parla anche
di rifiuti e della
necessità di "provincializzare" la raccolta e lo
smaltimento, si discute anche di piani
appropriati che passano al vaglio dei rispettivi
consigli. Si cerca di affrontare la spinosa
questione sanità.
Poi come
ricorderete, con il voto determinante dei
consiglieri regionali del partito dell'on.
Mastella,
ci fu il ribaltone e
la nomina di Losco
a presidente, che
durò in carica fino alle nuove elezioni che
coincisero con l'inizio della cosiddetta "era
Bassolino". La Rocca dei Rettori non sfuggì alla
logica ribaltonista, infatti, il Presidente
Russo formò una nuova giunta con una nuova
maggioranza costituita proprio con i suoi
oppositori, che si ritrovarono a gestire la
provincia dopo aver perso le elezioni. I
consiglieri provinciali vittoriosi alle elezioni
si ritrovarono invece all'opposizione.
A livello
nazionale c'era stato Dini che da ministro del
Governo Berlusconi era diventato Presidente del
Consiglio dei Ministri e quindi tutto sembrava
in qualche modo anche legittimato da questa
circostanza.
Da quel
momento i ribaltoni, i tentativi di cambio di
casacca e lo stravolgimento della "volontà
popolare" espressa con il voto, sono stati
all'ordine del giorno. Ognuno ha cercato di
trovare le proprie giustificazioni a gesti che
appaiono effettivamente disdicevoli e forse un
pochino ripugnanti: non è
il momento di nuove
elezioni; la gente non capirebbe; c'è bisogno di
amministrare; votare di nuovo sarebbe sprecare
dei soldi; …… ect.
Tutte
spiegazioni e giustificazioni poco convincenti.
Ma anche gli attacchi e le accuse dei politici
estromessi erano poco chiari o poco credibili. A
riprova di ciò, ecco numerosi esempi di forze
politiche che sono rientrate nella maggioranza
dalla finestra dopo esserne usciti (o cacciati)
dalla porta. Vedi il
caso di Sant'Agata dei Goti: il sindaco, di
sinistra, ha prima fatto un ribaltone imbarcando
in giunta politici di centrodestra e poi,
operato un controribaltone agganciando di nuovo
elementi di sinistra che aveva prima estromesso.
Avrà avuto le sue buone ragioni, non c'è dubbio,
ma a tutto c'è un limite.
La
politica non è un lavoro, un impiego,
un'azienda, un'attività commerciale. La
politica, i ruoli istituzionali, le cariche e
gli incarichi sono un'altra cosa rispetto alle
normali attività, che si iniziano con le proprie
risorse o si tramandano da padre in figlio. Nei
comuni più piccoli poi, giungono notizie di un
vero e proprio impazzimento della politica, con
rappresentanti istituzionali che vivono
drammaticamente il momento dell'abbandono della
carica (o poltrona)
che hanno occupato.
Classico
è l'esempio del sindaco che non può essere
rieletto per più di due mandati. Allora fa di
tutto per rimanere, anche facendo rieleggere un
sindaco fantoccio che è eletto per pochi mesi e
poi cacciato via. La domanda è, caro sindaco in
scadenza: ma è sicuro che non ha proprio
nient'altro da fare?
Sarebbe
il caso di ricordare quanto dicevano Enzo
Jannacci e Paolo Conte: se vuoi fare bene il
cantante trovati un altro mestiere. Ecco che la
soluzione sarebbe sostituire alla frase la
parola cantante con "politico"!
Pietro Di Lorenzo

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