Il prof.
Meldolesi dice sul Corriere del Mezzogiorno
del 12 maggio 2009
(a pag 13):“una plebe sporca assedia Napoli,
difficile ogni idea di cambiamento” ed ancora “
c’è un’imprenditoria che accetta l’illegalità”
Sono un piccolo
imprenditore, la mia azienda è attiva da oltre
vent’anni in tutta la regione e, con tutto il
rispetto per il proficuo lavoro svolto dal
professore, devo esprimere un certo disaccordo
che sintetizzo brevemente:
-Non
c’è una imprenditoria che accetta l’illegalità.
Ci sono invece imprenditori che invece la
subiscono l’illegalità. È chiaro però che da
quel momento la competenza non è più del mercato
e del mondo produttivo, ma della magistratura e
delle forze di polizia. L’impresa che opera
nella illegalità è certamente fuori dalla Legge
e dal sistema economico. Sarebbe stato meglio,
secondo me, indicare le ragioni che hanno
indotto parte dell’imprenditoria campana ad
uscire dalla legalità. I settori produttivi a
rischio o fortemente inquinati dalla delinquenza
sono ormai noti.
Per il resto
voglio ribadire, qualora ce ne fosse bisogno,
che nella nostra regione resistono ancora,
nonostante tutto, centinaia di
imprenditori che pagano le tasse e rispettano le
Leggi. Il prof. Meldolesi è stato per otto anni
presidente del comitato per l’emersione del
lavoro non regolare, forse l’intervista avrebbe
dovuto essere una sorta di mea culpa. Ma il
professore non sembra voler centrare il cuore
del problema, che è l’inefficienza delle
amministrazioni locali e la burocrazia. Pertanto
l’unica risposta è: si facciano finalmente
funzionare le istituzioni.
E allora per
innescare lo sviluppo, quello vero, sarebbe il
caso che i politici facessero una buona volta i
politici e, specialmente chi si trova alla guida
di istituzioni, la smettesse di inventarsi
imprenditore con i soldi pubblici. C’è invece
tanto, tantissimo da fare per far funzionare e
rendere efficienti le amministrazioni locali,
eliminare la burocrazia, rendere più rapidi e
certi i pagamenti, eliminare gli sprechi e far
funzionare la macchina amministrativa. Mentre si
fa questo, ecco che, naturalmente, riappariranno
o si consolideranno le vere imprese, quelle
piccole, quelle che nonostante tutto continuano
a produrre e magari ad assumere.
Limatola, 12
maggio 2009
sulla polemica nata da una intervista al prof.
Meldolesi pubblicata dal Corriere del
Mezzogiorno, dopo la presa di posizione di un
imprenditore c'è questo interessante comunicato
dell'On Erminia Mazzoni.
“Le parole del prof. Meldolesi mi hanno colpita
profondamente e, nel rispetto del pensiero di un
tale economista che stimo molto e che ho
apprezzato nell’opera di “Contrasto al
sommerso”, vorrei dire qualcosa a proposito
della plebe sporca e della politica “senza
prospettive di sviluppo”.
Questa plebe che, secondo il professore pensa
che tutto si possa “ottenere in maniera facile,
adusa alle scorciatoie” per me non esiste.
La
massa, il popolo, plebei e patrizi e comunque si
vogliano chiamare, sono i cittadini di una città
e di una regione consegnate nelle mani di una
oligarchia che ha imposto le regole del potere
in tutti i settori.
Sono, dunque, cittadini che si sono rassegnati o
adeguati al meccanismo dello scambio per un
posto di lavoro, per una prestazione medica, per
una pratica burocratica, per un giudizio, e
hanno messo da parte la voglia di combattere
contro istituzioni e criminalità organizzata.
No, non voglio fare del vittimismo populistico,
solo partire dalle responsabilità perché non
condivido la tecnica di sparare nel mucchio per
ferire il colpevole.
Anche la corruzione, il clientelismo, il
corporativismo (le tre “c” di Meldolesi) sono
causa e non effetto del disastro del nostro
territorio. C’è un disegno che appartiene ad una
certa gerarchia, che si regge sui bisogni.
La
chiusura della Campania che ha colto Meldolesi,
rispetto ad altre regioni del sud, è il frutto
di questa dinamica.
E
vengo ai “programmi di sviluppo”. Il problema è
che sono assenti non dagli annunci dei candidati
ma dalla politica.
Per far comprendere l’importanza dell’Europa
sarebbe necessario, nella nostra regione, prima
di progettare recuperare lo spirito del
programma Onu della fine degli anni ottanta che
apriva alla considerazione dello sviluppo umano
come pre-condizione di quello economico.
Educazione, formazione, occupazione, legalità,
solidarietà sono le prime armi di un realistico
progetto di rilancio della Campania da portare
in Europa”.
E’
quanto dichiarato oggi dall’On. Erminia Mazzoni,
candidata al Parlamento Europeo per la
Circoscrizione dell’Italia meridionale, nella
lista del PDL.
ing. Pietro Di Lorenzo -
imprenditore

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