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estorsione
Viviamo in un'epoca mediatica, la nostra vita ancor più che per come è vissuta, acquista spessore per il modo in cui viene raccontata. Le parole non hanno corpo, ma di certo un loro peso
specifico: possono essere molto leggere o pesare come macigni. Molte di esse sono spese nell'inno quotidiano ai Valori dell'Umanità: la Pace,
la Solidarietà, la Correttezza e la Lealtà,
la Cristianità, la Fratellanza Cosmica: concetti sufficientemente generici per essere adattabili ai nostri comodi.
I "figli" sono disorientati dalle nostre condotte
contraddittorie, fanno fatica a crearsi metri di giudizio, a costruirsi un'identità solida che non ceda alle spallate della modernità, alle vecchie e nuove insidie. Dovremmo, gli adulti, essere per i giovani fari, riferimenti credibili e
invece, il più delle volte, non appariamo che insegnanti di pura teoria.
La libera protesta, il giudizio, l'opposizione a uno stato di cose che si ritenga insufficiente, la denuncia dei guasti sono conquiste della democrazia.
Non è ammissibile, in nessuna misura, la cattiva fede di chi per le posizioni che occupa e le cose che fa, certamente possiede
strumenti di conoscenza e discernimento: non c'è giustificazione all'uso strumentale della verità di chi ricopre un ruolo di educazione, di diffusione di valori spirituali, di chi "sta in mezzo", maggioranza o opposizione,
alla gestione e al governo del bene pubblico e ben conosce le dinamiche di gestione dei problemi.
Il progresso ha migliorato le nostre vite: siamo tutti più bravi, leggiamo libri e il giornale (alcuni addirittura lo scrivono); discutiamo di filosofia, di pedagogia e di storia, siamo
rappresentanti illuminati di cultura e sapere, padri e madri di figli: dispensatori di vita.
Sventoliamo al balcone la bandiera della Pace nel Mondo e ci sentiamo assolti da responsabilità più grandi: non le mettiamo in collegamento con le "modiche quantità" del male che anche noi
diffondiamo. Ci scagioniamo con emotività davanti alla Tv, alle notizie terribili del telegiornale, nei convegni e negli interventi, nelle raccolte di fondi, nelle recite a Natale, nel ricorso facile e gratuito alla retorica delle parole.
Sottoscriviamo proclami, inni alla legalità, cartelli di DIVIETO; chiediamo sempre più sanzioni, pene e multe, provvedimenti. Sempre e dovunque "regole": la Legge Morale,
come diceva un filosofo, che detta i comportamenti minuti e quotidiani probabilmente non abita più dentro di noi.
Come vogliamo posare la testa sul cuscino, prima di andare a dormire, con quale leggerezza del cuore di avere fatto la nostra parte?
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