Nella storia
dell’umanità c’è sempre stato qualche ignobile
affarista senza scrupoli disposto a speculare
sulla paura e sulla salute delle persone, sulle
tragedie collettive, sui cataclismi provocati
dalla furia della natura, sulle guerre e sulle
carneficine umane.
Rammentate il
clima di panico e sgomento generale suscitato
intorno all’aviaria, meglio nota come
“influenza dei polli”? Non esagero se dico
che ci hanno indotti a temere il peggio; si era
persino giunti a paventare una pandemia di
proporzioni colossali, arrivando a prospettare
uno scenario apocalittico di catastrofe
umanitaria e sanitaria.
Ma quali sono
stati i danni effettivi arrecati alla
popolazione dall’influenza aviaria? In effetti,
gli esiti reali sono stati addirittura a dir
poco irrisori, se non del tutto inesistenti, di
fronte ai terrificanti effetti temuti e
minacciati dagli “esperti”. Al contrario,
la iattura maggiore è stata generata dalle paure
suscitate dalla propaganda terroristica dei
mass-media, che conducono a disastri ben più
gravi del male stesso. Le perdite principali
sono state essenzialmente di ordine economico,
poiché l’allarmismo diffuso tra la gente ha
arrecato svantaggi e rovine al settore
produttivo dell’avicultura.
Chi, dunque, ne
ha approfittato? Cui prodest? A chi interessa o
conviene spaventare la gente? Tra quanti hanno
tratto utili economici incalcolabili figurano
senza alcun dubbio le industrie farmaceutiche
produttrici di vaccini antinfluenzali, nonché
gli altri avvoltoi e speculatori che hanno
lucrato su ciò che è stato il colossale business
economico del 2006: l’influenza dei polli. Ma i
veri “polli” sono state le masse di
cittadini e di consumatori truffati, gabbati e
beffati dagli organi della disinformazione di
regime.
Ricordo uno dei
concetti chiave del pensiero di Goebbels, il
ministro della propaganda nazista: “Una
bugia, ripetuta mille volte, diventa più vera
della verità”. Parimenti mi chiedo chi ha
lucrato sulle catastrofi internazionali degli
ultimi anni come, ad esempio, lo spaventoso
tsunami che nel dicembre 2005 devastò il sud-est
asiatico, causando un’orribile ecatombe. La
risposta la lascio al vostro giudizio
individuale.
Un altro esempio.
Si pensi all’11 settembre 2001, allo storico
attentato contro le Twin Towers. Questa immane
tragedia, un orrendo crimine commesso contro
l’umanità, ha cinicamente rappresentato un
esorbitante affare economico, uno straordinario
evento speculativo in borsa, che ha generato
immense fortune finanziarie per pochi, grandi
speculatori, ma ha dissolto ingenti ricchezze,
rovinando milioni di piccoli risparmiatori.
Così le tante
guerre, note ed oscure, attualmente in corso nel
mondo, in Afghanistan, in Iraq, in Medio
Oriente, in Africa ed altrove, sono tante
imperdibili opportunità per siglare affari
d’oro, per arricchirsi con il sangue, la morte e
la sofferenza di milioni di esseri umani,
condannati ad un destino atroce e sventurato. Ma
la guerra è, per antonomasia, un evento
catastrofico, che annienta non solo vite umane,
ma demolisce intere città, agglomerati urbani,
strade, abitazioni, scuole e ospedali, insomma
le infrastrutture, alla stregua di un violento
sisma o di una qualsiasi calamità naturale. A
cui segue il momento della ricostruzione delle
aree disastrate, una fase che è anch’essa
un’occasione lucrosa, utile e propizia per
stipulare affari di enormi proporzioni.
A tal punto che
l’economia della ricostruzione è tanto ricca e
conveniente quanto l’economia di guerra, o
un’economia della catastrofe e del
catastrofismo. I “frutti” di cui parlo
sono gli affari osceni compiuti da sciacalli e
trafficanti capitalisti, privi di scrupoli, che
dissanguano e disonorano il genere umano. In tal
senso, l’economia della catastrofe è omologa e
corrispondente all’economia di guerra, come
l’economia della ricostruzione è associata in
modo complementare all’economia di guerra.
L’indotto
economico che si viene a creare intorno ad un
processo di ricostruzione, è un circuito assai
vasto, complesso e articolato, che impiega
decine di migliaia di tecnici, professionisti,
ingegneri, architetti, progettisti, lavoratori
addetti all’edilizia, ma anche operatori della
sanità, della scuola, dei servizi; è un sistema
bene organizzato che può favorire
l’accumulazione di notevoli fortune
economico-capitalistiche.
Si rammenti
quanto è accaduto durante l’opera di
ricostruzione successiva al devastante terremoto
del 23 novembre 1980, che cancellò in pochi
attimi numerosi centri dell’Irpinia e della
Basilicata, tra i quali Lioni, il mio paese di
nascita e residenza.
L’economia della
ricostruzione implica anche la formazione di
rendite e titoli azionari in borsa, soggetti
alle oscillazioni e ai condizionamenti derivanti
da eventi catastrofici.
Insomma, tutti
noi dovremmo imparare a diffidare delle notizie,
soprattutto di quelle più allarmistiche, che
quotidianamente ci vengono propinate dai mezzi
di comunicazione di massa, cercando di ragionare
con la nostra testa, esercitandoci nell’arte del
dubbio e della critica, non per il gusto di
polemizzare gratuitamente, ma per liberare ed
espandere l’area della nostra coscienza, per
disintossicarci dalle scorie velenose della
disinformazione, che ormai è diventata una droga
psicologica, un pericoloso ingranaggio che
procura un’inconscia forma di dipendenza e di
assuefazione mentale.
Non a caso, molti
di noi dipendono e fanno dipendere la propria
vita dai mass-media, in particolare dalla
televisione, senza mai dubitare delle
informazioni ricevute. L’oracolo moderno a cui
le masse guardano e si rivolgono come a un
profeta elettronico, o a una divinità terrena,
da cui ottenere responsi autorevoli, è proprio
la televisione.
Perciò, non è
difficile figurarsi le ragioni per cui la nostra
società versa in uno stato di decadenza morale
e intellettuale, una società in cui regnano i
facili allarmismi, le fobie, le psicosi,
l’ipocondria, insomma una società nevrotica e
alienante.
In altri termini,
credo che dovremmo porci, una tantum, la
fatidica domanda: “cui prodest”? A chi
serve una data notizia? A chi giova manipolare
la verità? Una maggiore accortezza ci aiuterebbe
se non altro a ragionare, ad esercitare il senso
critico, che è un istinto naturale, una virtù
che il sistema sociale tende a reprimere sin dai
primi anni vissuti in famiglia e a scuola,
abituandoci ad obbedire ciecamente alle
“autorità”: i genitori, gli insegnanti, lo
Stato, la Chiesa, i media, la “santa
inquisizione” televisiva.
Tra le tante
balle catastrofiste figurano quelle appartenenti
alla categoria ecologista. Cito un esempio:
l’effetto serra. Sappiamo che il
surriscaldamento del clima terrestre prodotto
dall’inquinamento atmosferico, è all’origine
della siccità e della desertificazione. Ma, come
spesso accade, ci raccontano solo una
percentuale di verità, occultando una quota
della verità stessa. Celare una parte di verità
per riferire solo la notizia che fa comodo,
equivale a compiere un’opera di mistificazione.
Dunque, a chi giova un certo tipo di terrorismo
psicologico?
Provo a ragionare
con la mia testa. Semmai si verificheranno in
futuro eventi disastrosi, questi potranno
derivare dall’inevitabile innalzamento delle
acque dei mari e degli oceani che sommergeranno
vastissimi territori come, ad esempio, le fasce
costiere dei paesi mediterranei. E’ innegabile
che l’effetto serra stia causando un progressivo
scioglimento dei ghiacciai polari. Tale realtà è
conosciuta da tutti, anche dai ragazzini che
frequentano le scuole elementari.
Mi riferisco alla
verità ufficiale, alla versione proposta e
divulgata dai mass-media, che rappresentano e
difendono determinati interessi economici e di
potere. La verità viene quindi spezzata e
ridotta in frammenti, viene trasmessa e
descritta a brandelli. Alcune porzioni rilevanti
della verità sono sistematicamente ignorate,
trascurate, omesse, occultate e dissimulate ad
arte. In genere, gli organi di informazione
riferiscono solo la razione di verità che
conviene rivelare. Come avviene nel caso preso
in esame.
Perché non ci
spiegano che la scarsità di acqua derivante
dalla siccità e dalla crescente desertificazione
del clima, potrebbe essere compensata dallo
scioglimento dei ghiacciai polari, così come ci
insegna e ci dimostra la legge dei vasi
comunicanti? Personalmente, confido nella
capacità della Terra di riequilibrarsi e
rimediare ai guasti e agli scempi causati
dall’umanità, dato che il nostro pianeta è
simile a un organismo vivente.
A proposito di
“verità”, o di notizie attendibili, sarebbe
più verosimile la tesi secondo cui sarebbe in
atto un processo di tropicalizzazione del clima,
specialmente del clima mediterraneo, per cui si
potrebbe prefigurare uno scenario futuro di
trasformazione territoriale di paesi quali
l’Italia o la Spagna, in tanti arcipelaghi
formati da isole tropicali, simili alle oasi e
ai paradisi geografici presenti nelle attuali
zone tropicali.
La
disinformazione, sempre più dilagante e
pervasiva, condiziona in modo determinante la
nostra esistenza, a tutti i livelli, anzitutto
nel campo alimentare. Gli esperti di nutrizione
ci raccontano che la migliore dieta è quella più
varia e più ricca di alimenti, sicuramente ricca
per i commercianti e le multinazionali del
settore alimentare. Io mi domando se convenga,
non solo economicamente, variare e arricchire la
propria alimentazione giornaliera, nella misura
in cui variare significherebbe incrementare i
consumi, per cui tale tesi, divenuta un luogo
comune, racchiude una sorta di messaggio
subliminale che inciterebbe al consumismo più
sfrenato.
In altri termini,
con tutte le sconcezze alimentari diffuse in
commercio, i cibi adulterati e geneticamente
modificati, le carni gonfie di ormoni, gli
alimenti surgelati contenenti, conservanti,
coloranti, additivi chimici, mi chiedo se non
convenga, sotto il profilo igienico-sanitario,
seguire una dieta più povera (ma più ricca per
il nostro portafoglio) e più genuina,
un’alimentazione meno varia, incentrata su poche
componenti nutritive, magari sugli stessi
alimenti, ma che sappiamo essere sani al cento
per cento.
I miei punti di
vista sono antitetici a quelli dominanti, creati
dalla propaganda e dalla disinformazione di
massa, manovrata dai padroni del mondo, cioè
dalle corporation dell’economia globale, i
padroni della scienza, della tecnica e della
comunicazione. Io non ho le competenze tecniche
specialistiche per confutare determinate tesi
scientifiche che sono false e ingannevoli, ma
cerco comunque di informarmi e ragionare con la
mia testa, per cui mi chiedo: a chi giova un
certo tipo di terrorismo psicologico?
Ebbene, in un
conflitto bellico, come in un contesto di
catastrofe naturale, i primi a trarne profitto
sono i produttori di medicine, i fabbricanti di
armi e le compagnie petrolifere, per cui in un
teatro globale in cui si prevedano scenari di
guerre o catastrofi climatiche, i valori
azionari ad essere maggiormente apprezzati in
borsa sono, appunto, i titoli delle
multinazionali petrolifere, farmaceutiche e
delle case produttrici di armi.
Non è un caso che
i padroni dell’energia petrolifera, della
farmacologia e degli armamenti, siano anche i
padroni della finanza internazionale, ovvero i
padroni del denaro. E i padroni del denaro sono
notoriamente i padroni dei mezzi di
comunicazione e persuasione di massa, i padroni
assoluti e incontrastati del mondo
contemporaneo.
Lucio Garofalo
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