THE DAY AFTER
Aldo Maturo
Giro per la città e si intuisce subito che c’è qualcosa di surreale. Il traffico scorre dolcemente ed accetto anche le piccole file ai semafori evitando così i miei
tortuosi giri per vie traverse. Sui lati delle strade molte auto in sosta anche se sono le 11 del mattino.
E’ l’effetto benzina the day after.
Non c’è un distributore aperto, su alcuni al posto del cartello “CHIUSO” o “APERTO” penzola ancora il cartone messo ieri, scritto col pennarello, fin dal primo pomeriggio: “Gasolio
esaurito”. Mi prende una strana sensazione di paura e di impotenza, pare che tutto stia per fermarsi a poco a poco, come nei film.
Il grande
parcheggio del supermercato è semivuoto e non mi sembra vero di trovar posto proprio davanti all’ingresso. Nella galleria piena di luminarie le vetrine sfavillano con le loro mille luci natalizie.
E’ l’immagine di sempre, o quasi. Le belle panchine di legno sono occupate dai soliti pensionati che fanno salotto. Aspettano l’ora di pranzo, al caldo, dando uno
sguardo nostalgico alle belle signore che li sfiorano col carrello. Qualche cassiera per ingannare il tempo conta l’incasso.
Credo che dovrò rivedere la lista che avevo
preparato. Il reparto frutta e verdure è sguarnito e si capisce che hanno tirato giù dai frigoriferi tutto quello che avevano. I cestoni del pane pugliese sono vuoti e negli scaffali dell’acqua in bottiglia la scelta è
limitata. Ai surgelati e allo scatolame c’è più gente del solito.
Pago in fretta e torno a
casa, quasi a voler sentirmi più sicuro. E’ una strana giornata e domani forse sarà peggio. 190.000 persone in 70 ore hanno messo in ginocchio 60 milioni di italiani, l’8° Paese più importante al mondo. Tutto fermo, tutto in
stand.by in attesa che il TG porti notizie migliori.
Accendo la radio e lo sguardo mi va sulla vaschetta dove accumulo le monetine per l’autostrada. Sono tante e pensando a quei cestoni semivuoti di prima mi viene in
mente una frase che avevo letto tempo fa da qualche parte:
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Quando avremo
abbattuto l’ultimo albero,
cacciato l’ultimo animale,
pescato l’ultimo pesce
e inquinato l’ultimo fiume,
ci accorgeremo che i soldi
non si possono mangiare ! |
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