La
donna sin dagli albori della vita cosciente ha
portato il carico della trasmissione della vita
assumendosi tutto il sacrifico della
procreazione non avendo in cambio che
solitudine, schiaffi, male parole e irriverenze.
Gli uomini, dall'intelletto portato al fare, al
creare utensili vari, non ha dato il giusto peso
alla sensibilità, all'amore alla compagna, mamma
dei propri figli. Vita negletta per lei che è
nata bella ma col passare degli anni la sua
vivacità, la sua spensieratezza, il suo dolce e
fresco sorriso di chi cavalca il vento si
trasformano in pensieri,in grosse responsabilità
in figli d'accudire, in moglie ed amante del
marito violento che a volte la trascina,
afferrandola per i capelli fuori dell'uscio
della capanna, della dimora.
Per lei è sempre stato valido ad litteram
il concetto di Schopenhauer che si nasce nel
dolore e si muore nel dolore e in questo
continuo oscillare, piccoli barlumi di terrena
felicità soli si intravedono. Per lei quei
barlumi sono attimi fugaci, irrisori, quasi
nulli. Passano ere storiche, secoli e secoli
senza nulla cambiare.
Se
intelligente si mostrava, più capace del maschio
allora per lei si aprivano le porte arcane del
dubbio, che fosse figlia del diavolo, che
sapesse le magiche parole per portarsi sotto il
noce a danzare con il caprone, simbolo
dell'infernale mondo dei demoni. Cacciata dal
popolo, dalla sua stessa gente e parenti si
doveva allontanare a mangiare erbe amare della
misconoscenza, della paura. Veniva torturata,
vilipesa e perfino uccisa. Nelle terre
meridionali ancora oggi ella si trova
schiavizzata dal potere maschile, a lavorare
sette volte sette più del marito, ad avere un
salario magro, troppo magro tanto
è............... una femmina, capace solo di
procreare.
Ed
oggi, in questa società avaloriale ove si è dato
posto alla presentalizzazione, all'avere tutto e
subito, l'anello debole è la femmina che a
undici, dodici, quattordici e persino, bambina,
di sei anni viene picchiata e perfino stuprata
dai famigli, parenti o dal gruppo animalesco che
se ne approfitta e approfitta ancora per
soddisfare il suo desiderio, per sentirsi
virile, macho davanti all'altro o agli altri che
soli, senza scopo, senza futuro brutalizza per
nascondere l'insicurezza, l'arretratezza
culturale. Ed ella piangente, nasconde la
propria colpa di esistere, di essere additata
per sempre come la donna di tutti.
L'8 marzo si festeggia la festa della donna ma
si dovrebbe ricordare non come festa ma come
giorno della memoria delle vittime del
malaffare.
Difatti, le origini della festa dell'8 Marzo
risalgono al 1908, quando, pochi giorni prima di
questa data a New York, le operaie
dell'industria tessile Cotton scioperarono per
protestare contro le disagiate condizioni in cui
erano costrette a lavorare. Lo sciopero si
protrasse per alcuni giorni; l'8 marzo il
proprietario, Mr. Johnson, bloccò tutte le porte
della fabbrica per impedire alle operaie di
uscire. Lo stabilimento, non si sa se
accidentalmente o in maniera dolosa, prese fuoco
e le 129 operaie prigioniere all'interno
morirono arse dalle fiamme.
Dopo qualche anno questa data fu proposta da
Rosa Luxemburg, come giornata di lotta
internazionale a favore delle donne. Il triste
accaduto ha dato seguito, negli anni
immediatamente successivi, ad una serie di
celebrazioni che i primi tempi erano
circoscritte agli Stati Uniti e avevano come
unico scopo il ricordo della orribile morte
delle operaie nel rogo della fabbrica.
Successivamente, con il diffondersi delle
iniziative che vedevano come protagoniste le
rivendicazioni femminili in merito al lavoro e
alla condizione sociale, la data dell'8 marzo
assunse un'importanza mondiale: diventò il
simbolo delle vessazioni che la donna ha dovuto
subire nel corso dei secoli, e la mimosa ne
diventò il fiore emblematico. L'usanza di
regalare mimose per la festa della donna si è
diffusa in Italia nel 1946.
LA
TEMATICA DELLE PARI OPPORTUNITÀ
MOTIVAZIONE
La
tematica delle pari opportunità e in particolare
l'esigenza di superare stereotipi e modelli
culturali che discriminano la donna caratterizza
fortemente la realtà culturale e politica non
solo italiana ma anche locale. L'informazione
attualmente è un fattore fondamentale per la
realizzazione della parità tra uomini e donne.
Tuttavia, forme di discriminazioni sottili e
pericolose sono veicolate dai mezzi di
comunicazione: il permanere di forme esplicite
ed implicite sulla stampa della cultura che
alimenta messaggi basati sugli stereotipi
sessuali maschili e femminili, l'uso del corpo
della donna, l'assenza di spazio sufficiente per
l'informazione sulle tematiche che interessano
direttamente e indirettamente le donne.
OBIETTIVI
Rispettare la dignità di ogni uomo e di ogni
donna
Contrastare ogni forma di umiliazione della
differenza
Assumere un orientamento culturale disponibile a
leggere il mondo in termini nuovi, in positivo e
comprensivo di tutte le differenze
Conoscere il fenomeno giuridico - conoscenza
delle leggi e dei valori che le hanno ispirate
inserire all'interno delle discipline una
rilettura di "genere" inteso come l'assunzione
di un nuovo punto di vista
immissione nelle discipline di
nuovi saperi che facciano giustizia delle
ottiche finora perpetrate ai danni della donna
assumere
atteggiamenti e comportamenti tali che,
nell'osservanza delle norme giuridiche,
favoriscano l'impostazione corretta dei rapporti
interpersonali
adozione di codici di comportamenti in cui si
individuino modi, strumenti per superare i
pregiudizi
FINALITÀ E RISULTATI ATTESI
I
fenomeni relativi alle discriminazioni inducono
a riflettere sulle responsabilità che la scuola
ha, in misura sempre più rilevante, nei
confronti delle nuove generazioni e sul ruolo
che essa deve assumere per educare alla
differenza, alla reciproca comprensione,
all'accettazione dei modi di essere, pensare e
agire diversi dai propri. E' opportuno, per
anticipare il cambiamento, attivare nella scuola
progetti educativi atti a modificare mentalità,
atteggiamenti e modelli culturali radicati che
umiliano la "differenza"
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