Al Ministro della
Pubblica Istruzione
Al Dirigente
dell’USP di Benevento
Al Dirigente
dell’USR della Campania
Al Comitato
insegnanti precari di Benevento
Al Presidente
della Regione Campania
Al Presidente
della Provincia di Benevento
Agli organi di
stampa
Mozione approvata
dal Collegio dei docenti dell’Istituto di
Istruzione Superiore di Telese Terme il 2
settembre 2009
Il Collegio dei docenti
dell’Istituto Superiore di Telese Terme
esprime solidarietà e sostegno alle lavoratrici
precarie di Benevento che da giorni stazionano
sul tetto dell’USP, per protestare contro la
perdita di centinaia di posti di lavoro nella
scuola in provincia di Benevento, e a tutti i
precari mobilitati in varie regioni d’Italia
per difendere il loro diritto al lavoro.
Nella sola
Campania si stimano più di 8000 posti in meno
tra docenti e personale ATA già per questo anno
scolastico, impedendo così la riconferma in
servizio di moltissimi precari.
I provvedimenti legislativi
adottati dall’attuale maggioranza governativa, e
segnatamente il D.L. n. 112/08 ed il DL n.
133/08, prevedendo per il prossimo triennio
tagli per circa 8 miliardi alle risorse
finanziarie per la scuola statale, incidono
pesantemente sulla qualità della scuola pubblica
e sulla funzione che la Costituzione le assegna
per lo sviluppo democratico e sociale del Paese.
Tali tagli comporteranno una drastica riduzione
degli organici con conseguenti licenziamenti del
personale precario in una situazione nazionale
di grave crisi economica ed occupazionale;
A prescindere da ogni altra considerazione, è
inaccettabile ed anche illogico che lo
Stato-datore di lavoro, mentre afferma di voler
sostenere l’occupazione, nello stesso tempo si
appresta a licenziare migliaia di lavoratori
della scuola, docenti e personale ATA, precari
che lavorano nelle scuole con chiamata annuale
da anni (alcuni anche da più di 10 anni).
I tagli di organici, inoltre, a
fronte di un aumento della popolazione
studentesca, provocheranno un aumento del numero
di alunni per classe con conseguente violazione,
in talune situazioni, della normativa relativa
alla cubatura delle classi, soprattutto nelle
scuole del Sud, per la maggior parte allocate in
strutture non idonee ed a volte addirittura
fatiscenti.
Tutto ciò premesso,
il Collegio dei docenti
dell’Istituto di Istruzione Superiore di Telese
Terme, a fronte della gravità dell’attacco alla
scuola statale,
dichiara
il proprio sostegno alle varie
forme di mobilitazione a difesa dei livelli
occupazionali nella scuola;
esprime
il proprio parere
contrario alla riconduzione delle cattedre a
diciotto ore e, soprattutto, alla costituzione
di cattedre di più di 18 ore. Questi
provvedimenti impediscono di articolare le
cattedre in funzione della continuità
didattica, tolgono alla scuola la possibilità
di utilizzare eventuali ore a disposizione per
le molteplici e sempre più pressanti necessità
didattiche, riducono il numero delle cattedre in
base a criteri puramente economici e non
didattici. In un momento, come l'attuale, in cui
i tagli indiscriminati stanno colpendo la scuola
pubblica, è doveroso cercare di contrastare il
più possibile gli effetti negativi sul fronte
occupazionale e dei carichi di lavoro di questi
provvedimenti;
auspica
che tutte le forze democratiche
si mobilitino unitariamente insieme alle
istituzioni per il blocco dei tagli e la
stabilizzazione del personale;
chiede
che sia adottato
un provvedimento urgente per sospendere
l’applicazione dei DD.LL. n. 112/08 e 133/08
anche in considerazione dell’attuale situazione
economica e sociale che non può tollerare il
licenziamento di migliaia di precari e che, in
ogni caso, sia garantito il mantenimento in
servizio al personale precario;
sollecita
i Parlamentari
della Campania, la Regione e gli Enti Locali a
promuovere tutte le più opportune iniziative nei
confronti del Ministero per garantire la qualità
della scuola ed evitare i drastici tagli degli
organici che provocherebbero, in una situazione
economica molto critica, migliaia di
licenziamenti e lo smantellamento ed
impoverimento della scuola pubblica.
Non serve farsi vedere nei luoghi
della protesta ed esprimere solidarietà, se si
continua nella solita strumentalizzazione
politica, usando una occasione drammatica come
passerella o motivo di polemica, e dimenticando
di essere corresponsabili dell’approvazione in
Parlamento di provvedimenti devastanti per la
scuola pubblica nei vari governi degli ultimi
anni. Non avevano previsto, i politici di
centro-destra e di centro-sinistra, le
conseguenze dei provvedimenti da loro approvati?
Invece di proferire le solite dichiarazioni di
solidarietà, o promettere 2 o 300 posti a titolo
personale, dovrebbero spiegare ai precari in
lotta perché i tagli riguardano soprattutto le
regioni del sud, ed in particolare la Campania,
e perché solo negli uffici scolastici delle
province campane ancora non sono state
pubblicate le disponibilità residue dopo la
farsa delle immissioni in ruolo e le
utilizzazioni dei soprannumerari creati dai
tagli della riforma Gelmini.
La lotta dei
precari può essere lo strumento per riportare al
centro del dibattito politico la scuola e la sua
centralità per il Paese. I tagli peggiorano le
condizioni di lavoro e determinano la
diminuzione del tempo scuola ed è questo che
lega la lotta dei precari alla lotta del
personale a tempo indeterminato: la difesa di
un bene comune essenziale quale è la scuola
pubblica.
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