Comunicato del
CO.RE.RI., Coordinamento Regionale Rifiuti,
di cui i
Comitati Civici di Guardia Sanframondi e San
Salvatore Telesino
fanno parte.
Comunicato del
CO.RE.Ri.
sull’operato
dell’Assessorato all’ambiente
della Regione
Campania.
La vicenda rifiuti in Campania è
da sempre strettamente connessa all’attività
camorristica che in questo ambito ha mosso e
muove ingenti somme di danaro. Infatti, sul
traffico dei rifiuti tossici, seppelliti in
ogni cava o buco della nostra terra e
provenienti da ogni parte d’Italia, la crescita
di ricchezza e di potere della malavita
organizzata è stata tale che perfino uomini come
Cosentino, che secondo le dichiarazioni del
pentito Vassallo, ha ricevuto soldi direttamente
da Francesco Schiavone detto Sandokan,
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Sistema-Cosentino/2044046
e Luigi Cesaro,
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Il-boss-disse:-date-a-Cesaro/2041537&ref=hpsp
sono oggi indiscussi rappresentanti del
Governo, e referenti per lo stesso per i
rifiuti in Campania.
Dall’analisi dei fatti la camorra
è però da considerare come la badante che apre
le porte al ladro, perché tutto il suo operato
gode da sempre di una grande copertura
istituzionale senza la quale non ci sarebbero
potuti essere, ad esempio, quell’enorme numero
di camion che hanno attraversato senza alcun
controllo l’Italia in lungo e largo e anni di
assoluto silenzio sullo scempio che si stava
perpetrando.
E’ in questo clima di grave
disastro ambientale e crimine contro la
popolazione campana che scoppia e si perpetua
per oltre 14 anni la cosiddetta emergenza
rifiuti. Un’emergenza che ha consentito, grazie
alla connivenza di commissari e subcommissari
(vedi inchiesta “Rompiballe”) di continuare a
riempire buchi, già colmati fraudolentemente con
rifiuti tossici, con rifiuti ordinari tolti
frettolosamente da strade stracolme di “Munnezza”.
Il tutto senza regola alcuna e in deroga a
qualsiasi norma italiana o europea.
Questo è lo scenario che appare
con estrema chiarezza ormai da anni agli
attivisti ambientalisti, additati spesso come i
responsabili di tale disastro, grazie ad
un’informazione a dir poco “serva dei poteri
forti”.
In questo contesto, un anno e
mezzo fa, con grande furbizia politica, il
presidente della regione Bassolino decide di
nominare come Assessore all’Ambiente della
Regione Campania Walter Ganapini,
ex presidente Greenpeace Italia. Buona parte
della società civile esulta perché il desiderio
di credere che una svolta sia possibile, che si
possa ancora invertire la marcia è così grande
che ci si tappa le orecchie quando attivisti più
navigati e con maggiore conoscenza delle
dinamiche politico-sociali, denunciano la
concreta possibilità che l’Assessore altro non
sia che un calmiere del dissenso sociale,
altissimo all’epoca perché in piena emergenza;
un dissuasore atto a ridurre l’azione di
disturbo che gli ambientalisti stanno attuando
ai danni di uno stato che deve continuare a fare
i propri affari.
L’assessore giunge in Campania e
sin dall’inizio del suo mandato cerca di
istaurare un dialogo con i rappresentanti dei
comitati e delle associazioni.
Prima ancora di istituire il
Forum Rifiuti Campania, dove si
riuniranno forze ambientaliste, istituzioni e
rappresentanti delle industrie, l’assessore
indice incontri e colloqui, alcuni dei quali si
prolungano fino a notte, direttamente con i vari
esponenti della società civile: singoli
cittadini, comitati e associazioni.
In queste riunioni denuncia
il ritrovamento nei cassetti della Regione di un
piano rifiuti, in particolare della Raccolta
Differenziata nel Comune di Napoli, pagato un
milione di euro e mai utilizzato;
denuncia
l'esistenza di 11 impianti di compostaggio
pagati e mai entrati in funzione perché non
consegnati o, peggio, di siti di compostaggio
usati per lo stoccaggio delle ecoballe, come
San Tammaro e Caivano;
denuncia
il ritrovamento di rotovagliatori e macchinari
per migliorare gli impianti di CDR ancora
imballati e mai utilizzati;
denuncia,
inoltre, l’esistenza della discarica di Parco
Saurino 3, pronta e mai utilizzata, che avrebbe
potuto evitare l’ultima emergenza, ed invece mai
utilizzata;
denuncia
l’ASIA come il cancro napoletano sui rifiuti, la
Recam (oggi Astir) per le sue inadempienze.
Ma le sue denunce, vengono
rivolte solo ai comitati o trovano al massimo
spazio tramite filmati su youtube
http://www.youtube.com/watch?v=vNLzl-P_VFs&feature=player_embedded#t=26
o fugaci interviste su qualche quotidiano
locale.
Perché un’istituzione così
importante, un così cruciale anello della catena
per la gestione rifiuti sul territorio si limita
a questo? Quali sono le reali motivazioni che lo
portano a non utilizzare quotidiani a tiratura
nazionale per verità così importanti?
Sarà perché Parco Saurino 3 sorge
su un terreno in odore di camorra, sul quale
alcune fonti riferiscono di una situazione di
inquinamento diffuso in tutta l'area e di
possibili sversamenti abusivi di rifiuti tossici
sotto la detta vasca numero 3, motivo per il
quale sarebbe stato opportuno non alzare un vero
polverone?
Sarà stato l’incidente
autostradale accadutogli, o i motociclisti che
lo hanno percosso a Piazza del Gesù a portarlo a
più miti consigli?
Oppure sarà che trattare i membri
della società civile come gli unici depositari
di tante importanti verità li sedurrà al punto
tale che in seguito avrebbero dato carta bianca
alle sue scellerate proposte come bruciare il
CDR nei cementifici?
http://files.meetup.com/206790/per%20non%20disseminare%20il%20paese%20di%20ciminiere%20W.G..doc
Arrivare in Campania, terra
ambientalmente violentata e distrutta; proporre
a dei cittadini assetati di democrazia e
partecipazione, addirittura un Forum dove poter
discutere di tutto, anche del revamping dei 7
impianti di CDR (gioelli di fattura tedesca
pagati 270 milioni di euro, sabotati o mal
utilizzati) proponendo di trasformarli in
impianti a freddo per recuperare al massimo la
materia; fare tutto questo con il solo scopo di
tenere buoni comitati civici ed associazioni
ambientaliste e manipolarli per ottenere
l’avallo della società civile e coprire
l’operato della Regione, rispettando le norme
europee relative alla partecipazione pubblica, è
forse ancor peggio che rubare i sogni di libertà
ad un prigioniero condannato all’ergastolo.
Ma qual è, al di là di queste
considerazioni il risultato dell’operato di
oltre un anno e mezzo del suo assessorato nella
Regione Campania?
Nessun impianto di compostaggio
attualmente funzionante:
http://www.rifiuticampania.org/docs/79.pdf
Nessun piano serio di Raccolta
differenziata
per il comune di Napoli che, grazie all’operato
di Fortini, massimo dirigente dell’Asia che ha
pubblicamente manifestato posizioni decisamente
favorevoli all'incenerimento dei rifiuti, sta
dimostrando come la Raccolta Differenziata sia
una spesa che non vale l’impresa, e che l’unico
affare è accaparrarsi l’inceneritore di
Ponticelli. Si segnala in proposito il link
della lettera di Fabio Mattei, membro del
consiglio di amministrazione dell’Asia, che
denuncia tutto questo:
http://files.meetup.com/206790/No_all'inceneritore_a_Napoli_Est[1].doc
Nessun serio revamping degli ex
CDR
ora ridotti dal governo a STIR
(siti di tritovagliatura e imballaggio rifiuti).
Anche in questo caso l’Assessore non sostiene i
risultati del lavoro delle commissioni del
Forum, da lui stesso istituito, perché vanno in
una direzione che non è la sua (si vedano i
documenti sul progetto elaborato nell'ambito del
CO.RE.Ri:
http://www.rifiuticampania.org/articles/art_2391.html).
O meglio, ancor prima di mettere mano alla
provincializzazione e al revamping degli ex CDR,
conclude l’unica operazione in materia rifiuti
alla quale ha forse lavorato sin dall’inizio del
suo mandato, ossia l’accordo con i
cementifici, per iniziare subito a bruciare
lì tutto il bruciabile, visto che vero CDR in
Campania oggi ancora non se ne produce.
Mostra così la sua versione di
braccio armato della politica dell’incenerimento,
altro che recupero dei materiali e salvaguardia
dell’ambiente!
Cosa importa se i cementifici
campani sono impianti obsoleti e nocivi sui
quali pendono ordinanze che ne obbligherebbero
la delocalizzazione perché troppo vicini ai
centri urbani?
Cosa importa di chi sono di
proprietà suddette industrie insalubri di prima
classe?
L’Assessore sostiene, come ha
affermato l’ultima volta che ha incontrato
associazioni e comitati all’interno del Forum
regionale rifuti, che, per non correre rischi,
in una regione così altamente inquinata dalla
malavita organizzata, sottopone tutti gli
imprenditori, con i quali intende operare, ad un
passaggio ai raggi X... salvo poi non spiegare
la suddetta radiografia che esito avesse fornito
nel caso degli imprenditori Moccia e
Caltagirone, proprietari, in Campania, di alcuni
dei cementifici in questione.
In conclusione richiediamo le
dimissioni dell’Assessore Walter Ganapini,
certi che non ha rappresentato né rappresenterà
mai alcuna luce nel buio del disastro ambientale
campano, una luce che purtroppo bisogna ancora
continuare a cercare.
|