Terremoto, profondo rispetto per il lavoro di
Giuliani
Cari amici.
Intendo raccogliere la vostra adesione a una
brevissima lettera a Giampaolo Giuliani,
affinché in questo paese chi si ostina a usare
il cervello non rischi di sentirsi terribilmente
solo.
Aspetto vostre risposte entro una settimana:
fulviodeldeo@tele2.it
Egregio Ricercatore.
Con la presente, vogliamo manifestarLe la nostra
riconoscenza per il lavoro che svolge
quotidianamente e ringraziarLa per il coraggioso
tentativo di salvare vite umane, ingiustamente
costatoLe un avviso di garanzia per "procurato
allarme".
In quest'Italia dove una sorta di tele-lobotomia
sembra contagiare tutti, ci preme informarLa
che non sarà mai vana l'ostinazione a usare il
cervello delle persone come Lei.
Con profonda stima:
Fulvio Del Deo
5
domande a... Giampaolo Giuliani e il suo
Precursore sismico
(di Roberta Galeotti)
mercoledì 25 marzo 2009
in
5 DOMANDE A...
(fonte: il capoluogo d'abruzzo)
Giampaolo Giuliani, tecnico di laboratorio
presso l’INFN dei Laboratori del Gran Sasso,
come Le è venuta l’idea di realizzare uno
strumento in grado di prevedere le scosse
sismiche?
Nel 2001 stavamo osservando il misuratore di
particelle cosmiche presso l'Istituto quando, in
corrispondenza del terremoto in Turchia,
rilevammo una quantità straordinaria, rispetto
al solito, di radon...
Così ho impiegato quasi 2 anni per realizzare da
solo uno strumento in grado di rilevare il
radon, iniziai ad osservarlo ed a studiarlo, e
con l’aiuto di un sismografo mi resi conto che
la concentrazione di radon aumentava in
corrispondenza di un evento sismico. Nel 2002,
ad esempio, in corrispondenza del terremoto di
S. Giuliano, registrammo valori 100 volte
maggiori alla norma, ma disponendo di 1 solo
precursore sismico eravamo in grado di emanare
un allarme per un evento sismico che distava più
di 50 km da L’Aquila, senza poter fornire altre
informazioni circa la collocazione o la
direzione dell’evento stesso. Oggi con 5
precursori saremmo in grado di essere molto più
precisi, triangolando i dati ed i segnali di
concentrazione del radon.

2
– Che cos’è il radon?
E’
un gas nobile ed è il gas più pesante che
esista. Non interagisce con altre sostanze,
quindi esce dalla crosta terrestre e si
stratifica fino a 10 centimetri da terra,
essendo così pesante ed a causa della pressione
atmosferica, non riesce ad alzarsi di più. E’ il
killer delle cantine non areate in quanto se
respirato in quantità elevate porta il cancro ai
polmoni: l’atomo di radon ha una vita media di
3,8 giorni e nel suo decadimento produce due
isotopi, il Piombo-214 ed il Bismuto-214, che
decadendo beta rilasciano radiazione gamma. I
gamma inalati si fissano ai polmoni, ai bronchi
ed al pancreas annichilendo questi stessi
organi! Quando c’è un evento sismico, per
esempio, la quantità di radon presente nei
locali che ospitano gli strumenti è talmente
alta da essere dannosa e sono costretto ad
aspettare almeno un giorno per accedervi.
3
–Ci spiega la sua invenzione, la sua creatura?
Che cos’è un Precursore sismico?
E’
uno strumento in grado di rilevare il radon e di
evidenziarne le modifiche di concentrazione. Il
precursore sismico permette di monitorare i
territori e, attraverso la variazione di
concentrazione del radon, permette di prevedere
un evento sismico con un anticipo variabile
dalle 6 alle 24 ore e una efficienza maggiore
dell’80%. Ora disponiamo di 5 stazioni che ci
consentono di triangolare i dati ottenendo con
precisione l’epicentro ed il grado sismico
dell’evento. Attraverso questa macchina ho
potuto studiare il comportamento del radon e
conoscerne delle caratteristiche non note alla
scienza ufficiale perché sprovvista della
tecnologia da noi utilizzata. I 5 Precursori
sismici si trovano a Coppito, nel Laboratorio
del Gran Sasso (ospite dell’INFN), presso la
scuola De Amicis, a Fagnano e a Pineto; sono
tutti a più di 3 metri sotto terra e in
corrispondenza di un evento sismico rilevano
nello stesso momento, lo stesso segnale creando
un grafico perfettamente sovrapponibile.

4
– Cosa ci può dire dello Sciame sismico che dal
16 gennaio scorso interessa la città e spaventa
i suoi abitanti?
Attraverso il Precursore sismico abbiamo potuto
riscontrare, in questi 9 anni di studio, che il
territorio di L’Aquila è interessato ogni anno
nello stesso periodo da uno sciame sismico, non
intenso e, per questo, in genere non percepito
dalla popolazione. Quest’anno questo sciame
sismico è stato più intenso e con delle scosse
più forti, che sono state rilevate dalla
popolazione. Lo sciame non è un fenomeno
preparatorio ad un evento sismico più rilevante,
né ha correlazione con grandi piogge o nevicate,
come ho sentito dire da molti. E’ un fenomeno
normale per una zona come quella di L’Aquila.
I
dati ottenuti in questi 9 anni di studi, ci
hanno consentito di rilevare un rischio sismico
maggiore nel periodo invernale che va da
novembre ad aprile. Senza voler banalizzare, ma
per semplificare i concetti, posso aggiungere
anche che l’attività sismica è strettamente
correlata alle fasi lunari. In particolare
quest’anno, il sistema Terra-Luna, si è venuto a
trovare al Perielio (Punto più vicino al Sole,
in Inverno) con la Luna nello stesso periodo
alla minima distanza dalla Terra, e con il
Pianeta Venere allineato, in fase di Venere
piena anch’essa vicina. L’attrazione
gravitazionale delle masse sulla Terra hanno
intensificato l’effetto marea sul nostro
pianeta, rendendo gli eventi sismici più
rilevanti, rispetto agli altri sciami, cui siamo
stati interessati negli anni precedenti. Mi
sento di poter tranquillizzare i miei
concittadini, in quanto lo sciame sismico andrà
scemando con la fine di marzo.
5
– Come si pone la scienza ufficiale nei riguardi
della sua invenzione?
Mi
osserva con interesse … una parte mi da fiducia,
come dimostra anche il Direttore dell’INFN che
mi ha messo a disposizione un locale per
ospitare uno dei 5 Precursori sismici; una parte
è un po’ più cauta e scettica. Nel 2005 ho
tenuto un seminario presso l’INFN a cui hanno
partecipato quasi 100 scienziati, alcuni esperti
di geofisica altri di particelle cosmiche. In
quella occasione ho presentato il rivelatore di
radon, ho rivelato i dati che dimostrano
l’efficienza dello strumento ed ho dimostrato la
correlazione tra l’allarme generato dal
Precursore e l’evento sismico.
GUIDO BERTOLASO: IL GEOFISICO GIAMPAOLO GIULIANI
ERA UN IMBECILLE.
Aquila 6.4.2009(Corsera.it)
FONTE La Repubblica TORINO -
"Ci sono persone che devono chiedermi scusa e
che avranno sulla coscienza il peso di quello
che è accaduto". È arrabbiato, distrutto,
Giampaolo Giuliani, ricercatore ai laboratori
del Gran Sasso dell'Istituto nazionale di fisica
nucleare, che ha messo a punto un sistema in
grado di prevedere i terremoti. Nei giorni
scorsi lo strumento da lui creato aveva rilevato
la presenza massiccia di precursori dei
terremoti nella zona di Sulmona, attraverso i
livelli di radon liberati dalla terra. Poi il
sisma non era avvenuto e lui era stato
denunciato per procurato allarme. Ma le sue
previsioni, evidentemente, non erano errate, ma
soltanto anticipate.
Cosa ha pensato quando ha visto che il suo
allarme non era ingiustificato?
"Questa notte non sapevo più a chi rivolgermi,
vedevo la situazione che stava precipitando e io
non potevo fare nulla perché ho ricevuto un
avviso di garanzia per aver detto che ci sarebbe
stato un terremoto".
Lei vive all'Aquila, come ha vissuto il sisma?
"Qui ci sono dei morti, cinquantamila persone
senzatetto, una situazione drammatica, nemmeno
durante i bombardamenti in guerra si vedevano
cose del genere. Vedevamo le case muoversi, una
sensazione tremenda, anche se per me si
aggiungeva la rabbia ".
Lei è stato anche messo in ridicolo per la sua
previsione. Come si sente adesso?
"Di me sono state dette delle cose tremende. Mi
hanno dato dell'imbecille, perché i terremoti
non si possono prevedere. Ma era una situazione
creata ad arte. Io adesso non ce la faccio
nemmeno a parlare, la situazione è troppo grave.
Ma adesso c'è gente che mi deve chiedere scusa".
A
chi si riferisce?
"Al capo della protezione civile Guido
Bertolaso: andate a leggere cosa ha dichiarato
di me. E poi parlo del sindaco di Sulmona e
dell'assessore alla protezione civile. Mi devono
chiedere scusa sulle pagine dei giornali
nazionali. Queste persone portano sulla
coscienza un peso enorme".

Abruzzo, mancato allarme e tragedia
(Quello che segue è il testo del video:
http://www.youtube.com/watch?v=pQ7eSJRk02E)
Buongiorno a tutti.
Non ci sono molte parole, ovviamente, per
commentare quello che è successo questa notte: è
un evento naturale drammatico. Non si possono
fare speculazioni politiche, non si può dare la
colpa a nessuno: i terremoti non sono colpa di
nessuno, i terremoti vengono. Per sapere dove
vengono con più frequenza ci sono studi, mappe.
Noi ci siamo collegati via internet con un sito
che potete visionare anche voi subito:
http://zonesismiche.mi.ingv.it/mappa_ps_apr04/italia.html.
Voi ci andate e trovate l'Italia suddivisa in
varie zone colorate che vanno da quella
grigio-chiara, la meno pericolosa, a quella blu
scura che è la più pericolosa e che, se non
erro, si concentra nel cuore della Calabria e
nella zona della Sicilia sud orientale.
Questa lingua di fuoco rossa e viola che segnala
le zone immediatamente più pericolose sotto
quelle blu attraversa il Friuli, dove infatti
abbiamo avuto il devastante terremoto del 1976
con mille morti, e poi attraversa l'estremo sud
est dell'Umbria, la parte centrale dell'Abruzzo
e il punto d'intersezione tra il sud est del
Lazio, la parte occidentale del Molise e,
longitudinalmente, tutta la parte orientale
della Campania fino ad andare a investire mezza
Basilicata, gran parte della Puglia e un
pezzettino della Sicilia.
Diciamo che questa lingua si conclude sulla
punta dello stivale e va a lambire anche ciò che
un tempo era collegato e che oggi è separato
dallo stretto di Messina, e cioè l'inizio della
provincia di Messina; e infatti anche Messina fu
teatro, nel 1908, di un terremoto devastante.
Il profeta del giorno prima
Sul terremoto c'è poco da dire, se non che
bisognerà accertare molto bene questa questione
che si ripropone ogni volta che si verifica un
terremoto, cioè se davvero i terremoti non si
possano prevedere o se, invece, i terremoti si
possano prevedere perché su internet circolano
le interviste di Giampaolo Giuliani, un
ricercatore credo torinese, che lavora nei
laboratori del Gran Sasso dell'Istituto
Nazionale di Fisica Nucleare quindi non stiamo
parlando di un fanatico, un visionario, di uno
di questi fuori di testa che vanno in giro a
fare i profeti di sventura e le cassandre.
Stiamo parlando di uno scienziato e qui pare
proprio che non sia il solito profeta del giorno
dopo, di quelli che dicono “io l'avevo detto”
solo quando si verifica il terremoto: questo
signore ha ricevuto un avviso di garanzia dopo
essere stato denunciato dalla Protezione Civile
– vedremo poi chi materialmente fece questa
denuncia, ma credo che nelle prossime ore non ci
mancheranno le informazioni – per il reato di
procurato allarme, per avere diffuso delle
notizie che turbano la quiete pubblica e che non
sono fondate, e che invece dalle 3.30 di
stamattina si sono rivelate tragicamente
fondate.
Questo scienziato dice: “ma come facevo ad
avvertire la gente, che l'ultima volta che ho
parlato mi hanno denunciato?”. Chiaro che se
avesse riproposto quell'allarme gli avrebbero
contestato una recidiva nel procurato allarme:
l'avevano praticamente ridotto al silenzio.
Il business dell'emergenza
La cosa preoccupante è che la Protezione Civile,
in Italia, è sempre nelle mani di persone molto
discutibili: è vero che abbiamo avuto ministro
della Protezione Civile addirittura Remo Gaspari,
abbiamo avuto responsabile della Protezione
Civile Franco Barberi, che poi fu indagato per
lo scandalo della missione Arcobaleno. Adesso
abbiamo responsabile della Protezione Civile un
signore molto trasversale, molto bipartisan, che
va in giro sempre con la tuta, con la maglietta
azzurra come se fosse un giocatore della
Nazionale, pieno di patacche; uno che sembra
molto attivo, molto ginnico. Però è stato
addirittura commissario straordinario in
Campania per l'emergenza rifiuti ed è di nuovo
stato nominato dal governo Berlusconi, dopo che
l'aveva nominato il governo di centro sinistra,
commissario per l'emergenza rifiuti.
C'è sempre questo Bertolaso che, evidentemente,
piace molto ai partiti e si presenta anche molto
bene: evidentemente ha delle capacità o molto
professionali e molto tecniche o molto
mediatiche e molto politiche.
Sta di fatto che lui e il suo staff in Campania
sono tutti indagati per la mala gestione dello
smaltimento dei rifiuti, per il riversamento
nelle discariche di rifiuti che si sapeva
benissimo non sarebbero potuti stare in
discarica ma che venivano ammassati lì perché
non era mai stato predisposto il famoso ciclo
completo per lo smaltimento, il riciclaggio, la
raccolta differenziata, lo stoccaggio, il
compostaggio e quindi si buttava dentro finché
ce n'era.
Chi di voi va su internet trova i verbali dello
staff Bertolaso, le intercettazioni telefoniche,
che danno un'idea precisa, al di la che ci siano
reati o meno – se ne occuperà la magistratura –
della gestione delle emergenze che si fa in
Italia: si prende un problema risolvibile, lo si
lascia incancrenire fino a farlo diventare
un'emergenza e su quell'emergenza qualcuno ci
muore, qualcuno ci rimette la salute e qualcun
altro ci guadagna. Le emergenze, in Italia, sono
un business e i terremoti a maggior ragione.
Bertolaso gestirà, speriamo un po' meglio di
quello che ha fatto in Campania, l'emergenza del
terremoto in Abruzzo.
Non so voi, ma a me quando stamattina è arrivata
la notizia del terremoto sono venute
immediatamente in mente due cose, così per
associazione di idee, probabilmente sono
deformazioni professionali: il piano casa e il
ritorno al nucleare.
Voi prendete la mappa, che vi ho segnalato
prima, di pericolosità sismica per il territorio
nazionale e vi rendete conto che tra zone ad
altissimo rischio, alto rischio e modico rischio
si salva una porzione minuscola: l'Italia è un
paese ad alto rischio sismico, infatti non è che
i terremoti ci colgono di sorpresa, sarebbe come
se in California o in Giappone fossero sorpresi
per l'arrivo dei terremoti. Non si può essere
sorpresi quando ci sono precedenti storici che
sono uno stillicidio continuo di stragi. Anche
qui, su internet si trovano molte cose.
L'Abruzzo è la regione storicamente più colpita
dai terremoti: L'Aquila 1786, la Marsica e
Avezzano 1904, Messina 1908, 1915 di nuovo la
Marsica e Avezzano, 1919 si va su al Mugello. Ma
La Marsica e Avezzano nel 1915: 30.000 morti;
poi c'era la guerra e li abbiamo messi tutti nel
conto, ma ci furono 30.000 morti. Nel 1919 il
terremoto al Mugello, 1930 l'Irpinia – la prima
volta in questo secolo, poi ce ne fu un altro -,
nel 1933 la Maiella, 1943 Marche e Abruzzo, 1958
L'Aquila, 1963 secondo terremoto in Irpinia,
1968 il Belice, 1976 il Friuli con mille morti e
nel 1980 abbiamo di nuovo l'Irpinia, la
provincia di Salerno e un pezzo della
Basilicata.
Nulla di sorprendente, coi terremoti bisogna
convivere, come direbbe il ministro Lunardi a
proposito della mafia, soltanto che i terremoti
davvero potrebbero magari essere prevedibili se
ha ragione questo ricercatore, ma sicuramente
sono inevitabili.
I terremoti, il piano casa e il ritorno al nucleare
E allora bisognerebbe comportarsi di conseguenza
tenendo sempre presente che noi siamo un
territorio sismico: avete presente il piano
casa? Avete presente il piano casa nella sua
prima formulazione ma anche nella seconda,
quella sulla quale le regioni hanno calato
allegramente le brache perché non sta bene dire
di no al presidente del Consiglio padrone
d'Italia e padrone di tutto.
Il piano casa consente all'inizio ai proprietari
praticamente di tutto ciò che c'è di costruito,
adesso ai proprietari di una parte – bisognerà
vedere nei particolari quali abitazioni – di
allargarsi del 20/30% di cubatura. Immaginate...
avete presente i mostri che ci sono in giro?
Immaginateli aumentati del 20/30% cosa possono
diventare: un terzo di mostri in più. Pensate
che molti di quei mostri di cemento stanno in
zone mediamente, altamente o altissimamente
sismiche e quindi pensate all'effetto
moltiplicatore di morti nel caso di un terremoto
come quello di stanotte.
Io non so se qualcuno ha ancora i fusibili e i
cavi della testa collegati, ma bisognerebbe fare
dei collegamenti: noi la settimana scorsa
eravamo in pieno fervore edificatorio, “i
muratori possono partire!”, questo ci diceva il
Presidente del Consiglio.
Il piano casa ce l'ha regalato la natura
stanotte e ci ha fatto capire che forse in
questo Paese bisogna tenere presente di quale
Paese si tratta.
Mi veniva in mente anche questo meraviglioso
piano per costruire 4 o 5 nuove centrali
nucleari: per fortuna sono parole, ma intanto
iniziano le procedure, si iniziano a buttare i
soldi. Qui non è neanche in discussione centrali
si o centrali no, nucleare si o nucleare no: qui
ci sarebbe da discutere se un Paese ad altissimo
rischio sismico come l'Italia, in un'epoca nella
quale esistono alternativa per approvvigionarsi
di energia rispetto al nucleare – uno può dire
“c'è solo il nucleare”, una volta avevamo solo
il petrolio, adesso ci sono alternative -, in
questo contesto, in questo paese sismico siamo
proprio sicuri di poterci permette a cuor
leggero di mettere in piedi 4 o 5 impianti
nucleare che saranno pronti nei prossimi
vent'anni ma che inizieranno ad essere
pericolosi molto prima di quando verranno
inaugurati?
Proviamo a immaginare dove verranno dislocati:
sicuramente nel calcolo delle probabilità 2 su
5, 3 su 5 finiranno in zona sismica, visto che
in Italia sono molto estese, dopodiché non c'è
centrale sicura che possa garantire di non
emettere radiazioni letali in un contesto di un
terremoto che oggi nessuno di noi può prevedere.
Mi viene in mente, guardando quella lingua di
fuoco che attraversa l'Italia nelle parti più a
rischio: va a finire proprio dove la punta dello
stivale da un calcio nel culo alla Sicilia e
cioè tra Scilla e Cariddi. Scilla e Cariddi sono
il punto di partenza e il punto di arrivo del
mirabolante, fantasmagorico ponte sullo stretto
di Messina. Già si ride molto, tra gli esperti
internazionali, sulla possibilità di un ponte a
campata unica, il più lungo del mondo, perché
quella è una zona molto ventosa e ci sono grossi
rischi di stabilità solo per le correnti
ventose; ma qui siamo color viola, quasi blu:
immaginate Messina, che ancora ci ricorda con le
sue ferite aperte il terremoto del 1908. Anche
perché l'anno scorso si sono celebrati i cento
anni di quel terremoto e chi è andato a
documentare la situazione nelle zone terremotate
di Messina cento anni fa ha scoperto baracche,
catapecchie, prefabbricati, interi quartieri
dove non ci sono le fognature, dove lo Stato non
è ancora arrivato cent'anni dopo.
Quelle ferite aperte dovrebbero almeno dirci
“siamo proprio sicuri di fare un ponte proprio
lì”? Se bastano le correnti ventose a mettere a
rischio un ponte, immaginarsi se dovesse
riprodursi un terremoto, e questa mappa di
pericolosità dell'Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia, non stiamo parlando
delle solite Cassandre catastrofiste, ci dice
che lì si annida una delle massime
concentrazioni di rischio.
Sto parlando da profano, le cose di buonsenso
che si possono dire semplicemente cercando di
collegare quattro cose che dovrebbero venire in
mente ai nostri politici di cui leggiamo le
solite giaculatorie, i soliti ammonimenti,
“stiamo insieme, lavoriamo insieme”: per carità,
non lavorate, non andate lì, non disturbate,
lasciate libere le squadre! Vi ricordate la
scena di Vermicino col povero Pertini che,
credendo di fare chissà che cosa, riuscì
soltanto a intralciare, per non parlare di
Berlusconi che naturalmente coglierà l'occasione
del terremoto per tirar su un po' di voti;
l'abbiamo già visto anche perché di solito i
suoi governi coincidono con catastrofi di ogni
genere – lui porta molta fortuna a se stesso ma
una discreta sfiga agli altri -, l'abbiamo già
visto in zone di disastri.
Abbiamo visto a San Giuliano di Puglia, quando
promise di ricostruire una San Giuliano 2, come
Milano 2: “i miei architetti giungeranno sul
posto!”, oppure quando ci furono le stragi negli
sbarchi nel mare adriatico, quando disse: “gli
sbarcati dall'Albania li ospito io”. Tutte
balle, naturalmente, sono tutte cose che si
dicono a favore di telecamera: a San Giuliano la
situazione è ancora critica e di lui non hanno
sentito più notizia alcuna.
Sicuramente lui andrà lì come un avvoltoio ad
approfittare di una situazione per tirar su
qualche voto, anche perché siamo in campagna
elettorale per le europee e lui deve arrivare al
51%.
Speriamo che i politici evitino il più possibile
quelle zone e lascino arrivare i volontari e i
tecnici compresi magari quelli come Giuliani che
vedono lontano e sanno come si risolve la
situazione.
Meno prevenzione, più morti
Noi siamo un Paese dove la prevenzione, anche
delle disgrazie che possono essere previste e
prevenute, lascia il tempo che trova; immaginate
se si rispettassero le regole dei piani
regolatori e delle modalità di edificazione:
avremmo molti meno morti per i terremoti.
Pensate se in questi anni, invece di continuare
a dare il via all'edilizia selvaggia ci si fosse
concentrati sulla stabilizzazione,
solidificazione, il miglioramento delle
abitazioni con tutti gli accorgimenti per
renderle da un lato permeabili al rischio
sismico e dall'altro anche più risparmiose.
Pensate a quello che sta facendo in tutto il
mondo per incentivare i lavori che rendono le
case più sicure dall'interno e dall'esterno:
invece di dire “aumentate” bisognerebbe dire
“sistemate le vostre case”; non c'è bisogno di
case più grandi, ma di case più sicure e meno
dispendiose.
Questa sarebbe stata un'ottima politica di
prevenzione, soltanto che i palazzinari ci
avrebbero guadagnato poco, e sapete che la lobby
dei palazzinari è piuttosto influente in questi
anni.
Mi sono stampato qualche esempio che qualche
mese fa feci ad Annozero sul tipo di prevenzione
che siamo in grado in campo in Italia: le regole
se uno va a cercarle nella giungle delle 300-400
mila leggi – nessuno sa quante ne abbiamo – ci
sono sempre. Le regole restano intatte finché un
magistrato non si accorge che esistono e non
comincia a farle rispettare aprendo un
procedimento: appena si scopre che una regola
funziona e che un magistrato la usa per
incriminare un potente che l'ha violata,
immediatamente quella regola viene cambiata, o
viene trasferito il magistrato a seconda dei
cicli. Dopodiché succede il patatrac, si dice
che c'è l'emergenza, si chiedono regole più
severe poi si va a scoprire che le regole severe
c'erano ma erano state appena ammorbidite per
salvare il potente di turno.
Negli anni Ottanta c'era un tetto di atrazina
per l'acqua potabile “x”: a questo punto i
magistrati cominciarono a processare le aziende
che producevano e inquinavano con l'atrazina le
acque e le falde acquifere sopra la soglia
consentita dalla legge. Iniziarono i processi e
nel bel mezzo dei processi il ministro
dell'industria Donaccaten alzò il livello
consentito di Atrazina legalizzando ex post
l'illegalità, e i processi andarono in fumo. La
corte di Giustizia Europea bocciò quella legge,
ma intanto gli italiani avevano bevuto veleni
illegali per diversi anni.
Pensate a quello che successe nel 1988, dodici
anni anni dopo il disastro della Icmesa di
Seveso, quando finalmente fu varata la famosa
legge Seveso sulle aziende ad alto rischio
ambientale che dovevano autodenunciare il
proprio rischio ambientale e poi dimostrare le
modalità con cui ovviavano e mettevano i
cittadini al riparo da rischi ambientali. Si
scoprirono un sacco di aziende fuorilegge, nel
senso che non si erano denunciate per il rischio
ambientale, non avevano dimostrato come fare a
scongiurarlo, partirono i processi a queste
aziende ma nel 1994 arriva Berlusconi e fa un
decreto per salvare le aziende fuorilegge, cioè
quelle che non si sono autodenunciate e che
hanno millantato di fare misure di sicurezza che
in realtà non c'erano. Anche lì, la Corte
Europea ha condannato l'Italia per la mancata
vigilanza sulla legge Seveso ma intanto
moltissimi cittadini erano rimasti esposti al
rischio di queste aziende.
Non parliamo dei condoni ambientali, dei
tentativi continui di depenalizzare la legge
Merli.
Nel 1994 arriva la 626, la legge sulla sicurezza
nei luoghi di lavoro che recepisce con enorme
ritardo la normativa europea in materia; due
anni dopo vengono condannati a Torino, grazie al
procuratore Guariniello che è un avanguardista –
proprio oggi si apre il processo Eternit per le
migliaia di morti da amianto a Casale Monferrato
e negli altri stabilimenti -; Guariniello fa
condannare in primo grado tutti i petrolieri
italiani, nel 1996, perché ci sono tassi di
benzene altamente inquinanti nelle benzine, alla
pompa nei distributori. Immediatamente arriva
una proroga legislativa che consente ai
petrolieri di avere altri 2 anni per mettersi in
regola: alzano provvisoriamente il livello di
benzene consentito nelle benzine e così i
processi vanno in fumo e i petrolieri si
salvano.
Idem per la legge 494 sulla sicurezza nei
cantieri edili: ci sono circolari che di fatto
neutralizzano la legge e in via regolamentare
autorizzano i palazzinari a fare ciò che la
legge vieta. La Corte Europea ancora una volta
ci condanna, perché le leggi non possono essere
modificate con semplici circolari, ma intanto le
circolari hanno fatto i loro effetti nei
cantieri.
Nel 1995 depenalizzano i reati commessi dai
sindaci per i comuni che hanno impianti di
depurazione insufficienti; nel 1997
depenalizzano i rifiuti illegali.
Alla fine degli anni Novanta esplode il morbo
della mucca pazza: gli allevatori ingozzano il
loro bestiame di farine animali vietatissime e
pericolosissime: la legge sui mangimi c'è,
proibisce questo comportamento e quindi in
Italia dovremmo essere al riparo da questi
rischi. Ma quando Guariniello va a vedere come
vengono fatti i controlli nelle aziende
produttrici di mangimi scopre che ci sono
mangimi fatti con carni animali e nelle aziende
agricole molto spesso scopre che vengono dati
questi mangimi al bestiame; allora chiede come
avvengano i controlli e scopre che in realtà
venivano fatti ad autocertificazione: arrivava
uno e chiedeva “qua usate mangimi di origine
animale?” “no!” “perfetto, grazie e arrivederci”
e se ne andavano. Come chiedere all'oste se il
vino è buono, infatti mandati i Nas in giro
scoprirono un sacco di aziende nelle quali si
faceva uso di mangimi animali. Nel 1999 quando
queste aziende vengono portate alla sbarra
scatta la depenalizzazione della legge sui
mangimi per salvare queste aziende: anche quella
legge andava bene finché non la si applicava.
Nel 2000 abbiamo recepito la legge europea sulla
responsabilità giuridica delle imprese, delle
società, la legge 231 che fa sì che non solo gli
amministratori che violano la legge siano
punibili ma anche le società rispondono delle
violazioni dei loro dirigenti. Su pressione
della Confindustria, però, la legge 231 viene
applicata ad alcuni tipi di reati commessi dalle
aziende ma non tutti, per esempio restano fuori
gli infortuni sul lavoro. La Confindustria non
vuole che le aziende in quanto tali paghino per
la loro responsabilità oggettiva negli infortuni
sul lavoro. Poi questo buco, nato nel 2000,
viene riempito sia pure molto tardi, nel 2006,
dal governo Prodi, una delle poche cose buone
fatte.
Nel 2001 la procura di Firenze apre un'indagine
sui lavori dell'alta velocità ferroviaria perché
gli scavi delle gallerie hanno inquinato le
falde acquifere in Toscana. Il ministro Lunardi
fa immediatamente una legge ad hoc che trasforma
le terre e le rocce da scavo, anche se
inquinanti, in opportunità per riempire le cave
o le depressioni del terreno: per legge
stabilisce che i rifiuti non sono più rifiuti.
Il trucco è quello di diluire l'inquinamento
aumentando il volume della massa considerata per
ridurre la proporzione dei materiali inquinanti:
si mischia una tonnellata di veleno con 100
tonnellate di rocce non inquinate e il gioco è
fatto. La Corte di Giustizia apre l'ennesima
procedura contro l'Italia ma naturalmente i
danni ormai sono fatti.
I soldi rubati sulla pelle dei cittadini
Questo è il metodo che applichiamo noi in Italia
per non prevenire, anzi per agevolare, i
disastri anche quelli che, più o meno
prevedibili che siano, sono comunque
inevitabili.
Ogni scandalo e disastro in Italia ha prodotto
un caso di malaffare: si è rubato sul terremoto
in Campania, 62.000 miliardi di lire in gran
parte spariti nelle tasche dei politici campani
e degli imprenditori del nord, oltre che della
Camorra: processo, prescrizione dei reati, tra
gli imputati salvati dalla prescrizione
Pomicino, che stiamo rimandando in Europa nel
Popolo della Libertà e il leader regionale
dell'Udeur, credo si chiamasse Fantini.
Sulla Valtellina, si è rubato sulla
ricostruzione in Valtellina. Uno degli assessori
che rubavano è uno dei principali collaboratori
di Formigoni.
Missione Arcobaleno: si è rubato anche
sull'emergenza degli immigrati dall'Albania.
La Protezione Civile, purtroppo, è spesso questa
roba qua.
Questo però è il primo disastro dell'era di
Internet, è il primo grosso disastro che capita
in Italia con Internet a illuminarlo. Io non ho
attese messianiche per Internet, penso che però
sia uno strumento fondamentale. Penso che su
questo disastro sarà un po' più difficile
speculare nelle proporzioni delle altre volte;
penso che ogni cittadino, soprattutto in
Abruzzo, è impegnato fin da oggi a controllare
che questi morti non diventino un business per i
soliti noti e penso che tutti debbano tenere gli
occhi aperti e diventare un po' delatori ogni
volta che subodorano qualche cosa, qualche
ruberia che viene fatta sulla pelle dei morti di
questa notte.
Passate parola.
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