Federazione
Lavoratori della Conoscenza
CGIL Campania
UNA SCUOLA PUBBLICA E DI QUALITÀ
PER L’INCLUSIONE E LA CITTADINANZA
DEI RAGAZZI E DELLE RAGAZZE DELLA
CAMPANIA
Manifesto-appello della CGIL e della FLC
della Campania
La scuola campana è la più colpita in
Italia dai tagli del Governo Berlusconi:
dal prossimo 1° settembre 6.200
posti di docenti in meno, circa 1.800
del personale amministrativo, tecnico,
ausiliario: un salasso senza
precedenti; migliaia di posti per i
precari a rischio, riduzione della
mobilità volontaria e trasferimenti
forzati, peggioramento delle condizioni
di lavoro del personale, forte riduzione
del turn-over, in particolare nella
scuola primaria. Riduzione del tempo
scuola, sovraffollamento delle classi e
mancato rispetto della normativa sulla
sicurezza, ritorno alle pluriclassi
nella primaria. Impoverimento della rete
scolastica, con messa a rischio della
formazione dei giovani, in particolare
dei più deboli, sul versante
dell’eccellenza e su quello
dell’inclusione sociale.
È l’esatto contrario
di ciò che ha bisogno una regione con un
milione di studenti, 125.000 operatori
scolastici (dirigenti, docenti, ATA), un
alto tasso di dispersione scolastica ma
anche il maggior numero di giovani sotto
i 22 anni.
Nella nostra regione, ma non solo, il
diritto allo studio non è un diritto di
tutti, l’accesso ai saperi non è
ugualmente garantito agli studenti di
tutte le classi sociali, le condizioni
socio-economiche di partenza influenzano
ancora pesantemente le scelte di
indirizzo e il prosieguo del percorso
scolastico di tanti studenti campani.
In questo contesto, il
Governo della Regione Campania è
chiamato nel difficile compito di
contrastare le politiche scolastiche
governative, ma anche di avere una
politica autonoma, in riferimento alle
riforme in essere (Titolo V della
Costituzione) ed in itinere, che
assegnano all’Ente Regione un ruolo
forte nella programmazione dell’offerta
formativa sul territorio nei vari
aspetti:
strutture,
risorse umane e finanziarie.
Va continuato e valorizzato il confronto
avviato dalla Regione Campania con
l’Amministrazione scolastica, gli Enti
locali, le Organizzazioni sindacali. Il
tavolo permanente deve diventare sempre
più il luogo in cui affrontare l’insieme
delle problematiche legate
all’istruzione, anche prevedendone
l’ampliamento alle Associazioni dei
genitori e degli studenti.
Strutture - Una scuola sicura e
funzionale è il presupposto per una
formazione di qualità
In Campania il 52 per cento degli
istituti scolastici non è pienamente a
norma e uno su tre, secondo i dati della
Protezione civile, è situato in aree ad
alto rischio sismico.
Il governo Berlusconi proroga i termini
per l’adeguamento e non prevede alcun
finanziamento né per l’edilizia
scolastica né per la messa a norma degli
edifici.
Occorre, quindi, un
piano pluriennale, finanziato con fondi
europei, nazionali e locali, che parta
dai 36,6 milioni di euro già stanziati
dalla Regione.
Risorse finanziarie - Una scuola
pubblica e di qualità necessita di una
programmazione puntuale delle risorse
Per far fronte al forte impoverimento
della rete scolastica campana dovuto
alle politiche del governo, è necessario
un utilizzo delle risorse finalizzato al
miglioramento dell’offerta
formativa, con l’aumento del
tempo scuola, e al sostegno
dell’occupazione.
È necessario, da parte della Regione
Campania, uno sforzo di programmazione
che metta a sistema tutte le risorse
utilizzabili: i 15 milioni del piano
triennale per il miglioramento
dell’offerta formativa, i 10 milioni
della seconda annualità dell’accordo con
il Governo Prodi, i 28 milioni per le
scuole aperte, le risorse PAS, quelle
delle sezioni dell’infanzia cosiddette
“primavera” (che quest’anno non sono
state finanziate). Anche gli interventi
sulle aree a rischio devono essere
raccordati con l’insieme delle azioni
promosse dalla Regione per evitare
duplicazioni, dispersioni e
frammentazioni. A questo scopo è utile
istituire una cabina di regia
della quale devono far parte Regione,
Direzione scolastica regionale, Parti
sociali, per razionalizzare i vari
interventi e definire un dimensionamento
scolastico non puramente numerico, ma
che tenga conto dei flussi demografici
della mobilità territoriale e delle
scelte di sviluppo socio-economico della
Regione e degli Enti locali.
Particolare attenzione va rivolta alla
formazione degli immigrati,
che necessita di risorse finalizzate e
del coinvolgimento dei genitori e dei
loro coordinamenti.
Bisogna potenziare l’esperienza dello
scorso anno scolastico, l’intervento
diretto della Regione Campania per
l’ampliamento degli organici della
scuola pubblica, con il
finanziamento di circa 400 posti.
Bisogna sviluppare a pieno le
possibilità della legge 4/2005
sul diritto allo studio,
con finanziamenti adeguati, innalzando
gli investimenti sull’istruzione e la
conoscenza, particolarmente bassi.
Per affrontare le problematiche del
diritto allo studio, della dispersione
scolastica e della qualità dell’offerta
formativa è indispensabile che
l’intervento della Regione sia
complessivo, sappia coniugarsi con
l’azione del Ministero dell’Istruzione,
non semplicemente aggiungendo interventi
formativi, ma implementando nel profondo
la rete scolastica statale. La
Regione Campania deve tendere a portare
ad ordinarietà la sua azione formativa.
Personale - Per una scuola di qualità in
Campania occorre un ruolo diverso
dell’Amministrazione scolastica
L’Amministrazione scolastica non può
limitarsi ad una gestione ordinaria
del personale in una situazione
eccezionale. L’utilizzazione dei
docenti e del personale ATA il prossimo
anno scolastico deve essere finalizzata
alla riduzione dei danni prodotti dai
tagli e tendere all’ampliamento
del tempo scuola, allo sdoppiamento
delle classi non in regola, alla
cancellazione delle pluriclassi,
all’istituzione dei posti di sostegno
ovunque occorrono.
Per quanto riguarda in particolare
l’ampliamento del tempo scuola, vanno
considerati le richieste dei genitori
inevase (1.000 classi di tempo pieno e
350 nuove sezioni di scuola
dell’infanzia) e l’alto numero di
docenti della primaria in esubero, vale
a dire senza sede (847 in tutta la
Regione prima della mobilità
professionale) causato dai tagli. Solo
sul tempo pieno delle primarie, se si
rispondesse positivamente alle
richieste, le attuali 864 classi (5,31
per cento, la percentuale più bassa
d’Italia) potrebbero più che
raddoppiare. Per soddisfare le richieste
di tempo pieno occorrerebbero 1.400
docenti, mentre il Governo Berlusconi ne
ha tagliati 1.844.
In questa situazione, necessita che i
docenti in esubero, della primaria e
degli altri ordini di scuola, siano
utilizzati in modo più proficuo e
qualificato, non come tappa-buchi, ma
per l’innalzamento della qualità, in
particolare aumentando il tempo scuola.
Infine, ma non per
ultimo, la nostra regione, con la sua
tremenda crisi occupazionale, non può
reggere le migliaia di licenziamenti di
precari della scuola pubblica che si
temono: l’ampliamento dell’offerta
formativa qualifica il servizio e
favorisce il mantenimento dei livelli
occupazionali.
Soprattutto
nel Mezzogiorno d’Italia, in Campania,
difesa, rafforzamento e sviluppo della
formazione pubblica viaggiano insieme
alla difesa del lavoro e
dell’occupazione.
Napoli, 20 luglio 2009
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Segreteria Regionale
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Segreteria Regionale
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