24 novembre 2009
Matese, novembre è il mese del “passo” della Beccaccia
Emidio Civitillo
 

 

IL FASCINO DELLA NATURA – CURIOSARVI UN PO’ È SEMPRE STIMOLANTE

 

 La natura è sicuramente un’ottima fonte di reddito attraverso il turismo, per cui essa costituisce un argomento che ha anche una notevole importanza economica, specialmente per le zone interne come la nostra, che ripongono nel turismo buona parte delle loro speranze di sviluppo”.

 

 

Novembre, anche nell’area matesina, è il mese del “passo” della Beccaccia, che migra dall’Europa centro – orientale e scende a svernare anche in tutta l’area mediterranea.

 

Il nome di questo selvatico, almeno per sentito dire, lo conoscono un po’ tutti, ma solo una percentuale assai limitata di persone sa riconoscere una beccaccia (peraltro difficile da avvistare) e sa quali caratteristiche ha.

 

La Beccacciaha un peso fino a 4 – 5 volte quello del merlo, nell’area matesina è rara (o del tutto assente) la sua presenza durante la nidificazione, ma come svernante la Beccaccia è presente in buon numero sui monti del Matese e nelle aree limitrofe.

 

 

I dati rilevati da uccelli inanellati evidenzierebbero una preminenza di esemplari provenienti dall’Europa centro – orientale. Il “passo” autunnale è, in genere, prevalentemente concentrato nella prima quindicina di novembre. Quando la caccia non era ancora vietata sui monti del Matese, i monti Moschiaturo (Defenza) e Tre Confini (parte alta della Parata Tufo), il valico di Santa Crocella e La Torta (versante nord del Monte Mutria) erano nel mese di novembre particolarmente frequentati dai cacciatori di Beccacce, le quali, provenienti dall’Europa centrale e settentrionale, nel loro viaggio migratorio verso Sud facevano (e fanno) delle brevi soste in questi luoghi. Più limitate, invece, sono le soste durante il  “ripasso” di febbraio – marzo, quando le Beccacce se ne tornando verso Nord ai siti di nidificazione. Molte Beccacce svernano nell’area matesina. Di giorno se ne stanno in boscaglie piuttosto fitte, mentre al crepuscolo volano come ombre silenziose alla ricerca di cibo negli spazi aperti, quasi sempre nei pressi di corsi d’acqua o in zone umide. All’alba poi se ne tornano nei loro rifugi, cioè nel folto di boschi e boscaglie.

 

Beccaccia temporaneamente nelle neve

 

Come riconoscerla

La Beccaccia (scolopax rusticola) è un caratteristico uccello di bosco, terricolo, delle dimensioni di un piccione, con il becco molto lungo, le ali arrotondate ed il portamento basso. E’ estremamente specializzato e la livrea è altamente mimetica e simile alle foglie morte delle lettiere dei boschi di latifoglie. E’ di sessi simili e di colorazione variabile, dal bruno al rossiccio ed al grigio. Le parti superiori sono chiazzate e barrate, quasi marmorizzate, di bruno, grigio e nero; le parti inferiori sono finemente barrate di bruno scuro. Le ali hanno le remiganti primarie e secondarie bruno – nere con i vessilli interni e la parte apicale fulvi. La coda è nera con i margini fulvo – rossastri ad apice grigio sporco superiormente; le copritrici superiori della coda sono bruno – rossastre più o meno fascettate di nero. Lunghezza: 34 centimetri. Peso: 210 – 440 grammi.

 

Beccaccia in volo

 

Aspetti riproduttivi

La nidificazione è preceduta da una serie di manifestazioni rituali caratterizzate da voli di parata dei maschi accompagnati dai richiami acuti e da danze nuziali del maschio e della femmina. In quest’ultima fase le ali vengono tenute abbassate e la coda è allargata a ventaglio mentre il capo ed il tronco vengono aritmicamente abbassati in avanti. La nidificazione va da metà marzo a luglio; in alcune zone avviene ancor più precocemente.

Il nido di solito è posto in una cavità od in una buca, molto spesso vicino ad un albero ed in luoghi riparati e viene tappezzato con fogliame vario raccolto nel terreno. Viene effettuata una sola covata all’anno e sono deposte normalmente quattro uova, che vengono covate esclusivamente dalla femmina per circa venti giorni. In questo periodo la femmina non si muove quasi mai dal nido e si lascia avvicinare a tal punto, da estranei, sin quasi a toccarla. L’individuazione del nido, però, è molto difficile in quanto è perfettamente mimetizzato nella lettiera di foglie morte; l’unico particolare evidente è rappresentato dai grossi e mobili occhi.

I pullus abbandonano il nido dopo poco tempo e vengono curati da entrambi i genitori. Se viene disturbata nel periodo in cui ha i piccoli, la Beccaccia, per distogliere l’attenzione è solita eseguire una parata di ostentazione, che consiste nell’effettuare voli elaborati e simulazioni di animale ferito, emettendo grida particolarmente acute. Caratteristico è il modo di trasportare i piccoli tenendoli tra le zampe a ridosso del petto o sul dorso, sia per allontanarsi da zone disturbate o da pericoli, che per portarli in ambienti adatti per la ricerca del cibo.

 

L'habitat della beccaccia 

 

Cosa mangia

L’alimentazione consta in particolare di invertebrati, per lo più caratteristici delle lettiere dei boschi, delle zone ricche di humus, dei terreni umidi e ricoperti di vegetazione. La dieta principale è rappresentata da larve ed adulti di Coleotteri, Aracnidi, Ditteri, Lumbricidi, Isopodi, Ortotteri (grillidi), ecc.. La ricerca del cibo è effettuata in modo del tutto particolare. Caratteristica è l’abitudine di rivoltare una alla volta le foglie cadute, servendosi della mandibola superiore per girarle e della inferiore per toccare il terreno. Cerca piccoli invertebrati (soprattutto forme larvali e lombrichi) anche forando il terreno per mezzo del lungo becco, lasciando sulla superficie dei fori caratteristici che rivelano la sua presenza e che sono accompagnati da delle caratteristiche deiezioni biancastre con al centro di solito una piccola macchia nera più consistente.

 

 

Beccaccia a confronto con il merlo

 

 

La sua distribuzione geografica

Questa specie è a vasta distribuzione paleartica, rinvenendosi in tutta la zona eurasiatica centro – orientale, dall’Unione Sovietica, Mongolia, alla Cina ed al Giappone. E’ presente poi nella zona himalaiana, dal Pakistan settentrionale al Nepal, al Kaschmir e al Bhutan. Nella regione paleartica occidentale si rinviene nelle isole Azzorre, Canarie, nelle isole Britanniche, nella penisola Scandinava. Durante il periodo della nidificazione è rara la sua presenza nella parte meridionale delle penisole egea ed italiana. E’ in parte migratrice e le popolazioni europee si portano a svernare prevalentemente nell’Europa occidentale e meridionale, nonché in tutta l’area mediterranea; quelle orientali invece svernano nell’Asia meridionale. La presenza in Italia della Beccaccia come nidificante è limitata alle regioni settentrionali e sporadicamente a quelle limitrofe centrali. E’ invece comune in tutto il territorio nazionale durante i passi di ottobre – novembre e di febbraio – marzo. Si trattiene nell’Italia centro – meridionale per tutto l’inverno, in particolare nelle zone boschive con sottobosco ricco di vegetazione sempreverde e nella macchia mediterranea.

 

 

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