Auguro a tutti i numerosi destinatari
della presente e-mail un “Buon Natale” e un
“2010” ricco di soddisfazioni. Con l’occasione
allego alcune foto riguardanti il Parco
Regionale del Matese, in cui io abito.
Ai giovani un augurio in più:
quello di avere migliori prospettive per la
soluzione del loro non facile problema
occupazionale, anche attraverso le numerose
possibilità che, direttamente o indirettamente,
offre l’ambiente naturale. E a tale proposito
voglio ribadire che:
se abbiamo un
“ambiente naturale” d’eccezione, particolarmente
adatto ad ospitare parecchie specie di animali
selvatici rari o in via di estinzione, sia
l’“ambiente naturale” che la “fauna selvatica”
vanno seriamente tutelati. E non è pensabile che
la tutela venga realizzata con una vigilanza
solo teorica, cioè solo sulla carta.
Non si può
salvaguardare il patrimonio faunistico del Parco
regionale del Matese senza un minimo di
vigilanza. Una vigilanza che deve essere
“effettiva” (e non soltanto prevista ed
enunciata) e “continua” (cioè non a carattere
sporadico).
La natura è
sicuramente un’ottima fonte di reddito
attraverso il turismo. Un Parco regionale (come
quello del Matese) ben tutelato con la
vigilanza, non può non attrarre sempre più
turisti e visitatori, se i boschi e le sorgenti
sono ben tenuti, se la fauna selvatica è
veramente protetta con una seria ed efficace
vigilanza venatoria, se viene praticata una
chiara ed efficace lotta all’inquinamento, ecc..
In altre Regioni
d’Italia, un gran numero di giovani vengono
impiegati, con compenso non eccezionale ma
nemmeno insignificante, nei “Parchi regionali”
per le attività più svariate per la difesa e la
valorizzazione della natura: difesa dei boschi,
delle sorgenti, della fauna selvatica,
promozione turistica, difesa da ogni forma di
inquinamento, vigilanza venatoria, ittica,
contro le cave e le discariche abusive, ecc..
In altre Regioni,
per la vigilanza venatoria l’intervento dei
giovani si è rivelato efficacissimo già con
l’uso del semplice telefonino, col quale essi
segnalano prontamente la presenza di bracconieri
o di persone che, in generale, non rispettano le
norme a difesa della fauna selvatica. In tal
modo i giovani favoriscono il rapido e
tempestivo intervento di guardie forestali o di
altri agenti preposti alla necessaria azione di
repressione che in questi casi si rende
necessaria.
Perché questo non
deve essere possibile anche nella Regione
Campania, che ha diversi Parchi regionali, tra
cui il ”Parco del Matese”?
Devono i giovani
della Campania considerarsi sfortunati nel
trovarsi nella Regione sbagliata anche da questo
punto di vista?
Nel 2010 ci
saranno le elezioni regionali e
c’è chi spera che ciò induca i politici campani
(stimolati, speriamo, anche da quelli locali) a
dedicare un minimo di attenzione al problema
dell’occupazione giovanile, anche attraverso
l’impiego dei giovani nella difesa e nella
valorizzazione della natura, soprattutto nei
Parchi.
Si sono spese (e
si continuano a spendere) somme ingenti,
provenienti anche dall’Unione Europea, per la
costituzione e la gestione dei Parchi, ma a
coinvolgere i giovani anche per la soluzione del
loro drammatico problema occupazionale ci stanno
pensano solo altre Regioni, non la Campania.
Spendere per
salvaguardare l’ambiente naturale, consentendo
ai giovani di avere un minimo di reddito, vuol
dire fare un investimento molto redditizio, con
almeno due importanti obiettivi:
1)
– si rende
l’ambiente naturale molto più attraente e capace
di favorire lo sviluppo del turismo, con un
impulso molto significativo per l’economia
locale, sotto svariati aspetti;
2)
– si attua
una politica occupazionale a favore soprattutto
di una categoria di persone (i giovani), che
avvertono ancora più di altre categorie il
dramma della difficilissima ricerca di un lavoro
per “sbarcare il lunario”, per cui si parla di
giovani sempre più scoraggiati e sempre più allo
sbando (!).
Cusano Mutri, 23
dicembre 2009
Emidio Civitillo
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