5 agosto 2009
AltraBenevento: vergogna a S.Giorgio Del Sannio, diffidato il sindaco Nardone
altrabenevento

 

 

 

associazione per la città sostenibile contro il malaffare

via Annunziata, 127 – Benevento

www.altrabenevento.org       email: info@altrabenevento.org

 

 

Questa la lettera inviata al Sindaco del Comune di San Giorgio del Sannio da alcuni cittadini che abitano vicino al capannone Barletta incendiato due mesi fa e che è bruciato per tre notti e due giorni, determinando una gravissima forma di inquinamento ambientale che però, a quanto pare, non interessa a nessuno dei politici sangiorgesi.

 

Gabriele Corona

 


 

Benevento, 31 luglio 2009.

Al  DOTT. GIORGIO NARDONE

 SINDACO  DI SAN GIORGIO DEL SANNIO

 

e p.c.    ALL'ASSOCIAZIONE “ ALTRABENEVENTO PER LA CITTA’ SOSTENIBILE CONTRO IL MALAFFARE”

 

Oggetto: Atto di significazione, diffida e messa in mora.

 

Egregio Sindaco,

 

Le scrivo, su sua richiesta, per avere notizie delle iniziative istituzionali da lei assunte, conseguenti  all’incendio scoppiato il 23 maggio  che ha distrutto il deposito della ditta Barletta ed ha interessato anche la casa dove vivo con mia madre e mia sorella , distruggendo anche la mia auto ed arrecando danni ingenti alle pareti dell’abitazione e al pannello solare; le fiamme furono domate dopo tre lunghissimi giorni ma, certo, non furono domate le esalazioni tossiche ed i fumi che io e la mia famiglia, e tutta la popolazione, persino quella del Comune di Calvi, abbiamo respirato per oltre una ventina di giorni.

 

Il ricordo di quella notte, quando ci siamo svegliate di soprassalto con le fiamme innanzi alle finestre, rimane un incubo, ma ancora più assurdo e doloroso è ciò che è successo dopo, in questi due mesi, durante i quali aspettavamo una sua visita, o almeno quella di un suo delegato,  che non c’è stata.

 

Lei, i tecnici e i funzionari comunali, siete venuti sul posto, avete portato la solidarietà ai titolari della ditta, ma non ci avete degnate di uno sguardo, eppure i danni da noi subiti sono ben evidenti. Ma NOI e LA NOSTRA CASA NON ESISTIAMO, quasi fossimo una “complicazione”.  

 

Credo e spero sappia che, oltre all'emergenza diossine, si è creata in concomitanza una gravissima emergenza igienico-sanitaria dovuta alla putrescenza ingravescente ed irreversibile di materiale organico all'aperto e nell'ex capannone Barletta: il caldo rende l’aria irrespirabile e i rifiuti ivi giacenti da oltre due mesi dall'incendio spargono un odore nauseabondo con il rischio, nostro, di infezioni e di malattie imminenti.

 

Speravamo che lei o chiunque altro a suo nome, ci fornisse almeno qualche informazione, sulle ragioni della mancata rimozione del materiale fortemente inquinante che ci costringe a rimanere tappate in casa, oppure sui tempi ipotizzati par accertare i danni prodotti da quell’incendio, ma non avete avuto la sensibilità di  fare neppure questo.

 

Il suo comportamento è poi diventato sprezzante ed insopportabile, quando ieri  ha rifiutato anche la mia richiesta di contatto telefonico  considerato che non sono riuscita più volte a trovarla in sede.

 

Alla luce di tutto ciò, in riferimento alla vicenda che coinvolge direttamente la sottoscritta ed a seguito delle precedenti richieste di intervento da lei disattese, mi trovo costretta,  anche e soprattutto per sua esplicita richiesta, ad invitarla e diffidarla, formalmente,  quale tutore della salute pubblica e responsabile ex lege del rispetto del territorio sotto ogni aspetto e quindi anche per la tutela della salute pubblica, a comunicarmi:

 

  • quali provvedimenti sono stati da lei adottati, dal 23 maggio 2009 sino all'attualità, a tutela dell'ambiente e della salute pubblica ;

  • quali procedure ha avviato per gestire l'emergenza diossine per persone, territorio, ambiente e falde acquifere;

  • quali sono i risultati dell'aerodisperso del 23 maggio 2009 eseguito dall'Arpac, ed a lei trasmessi;

  • quali sono gli accertamenti sanitari cui io, la mia famiglia ed altri, dobbiamo, possiamo,ed esigiamo sottoporci, dal momento che accusiamo malesseri vari post incendio;

  • quali provvedimenti ha adottato per la messa in sicurezza,la bonifica ed il ripristino ambientale ex art.177 e segg. d.lgs.3/04/2006 n.152 (T.U. ambientale),rammentandole che tale norma pone l'obbligo dei relativi interventi a carico dei responsabili dell'inquinamento,demandandone però al Comune la realizzazione d'ufficio,ove i responsabili non provvedano;

  • quali provvedimenti ha adottato sinora per la bonifica dell'area e per la tutela della salute di tutti, compresi i dipendenti della New Distribution,costretti con o senza mascherina, a lavori massacranti.

 

 Mi corre l’obbligo di significarle che qualora non risponda alla sottoscritta, entro e non oltre giorni sette dalla ricezione della presente, mi vedrò costretta ad informare gli organismi preposti , tra cui la Procura della Repubblica, per le iniziative del caso nei suoi confronti e per tutti i reati  che dovessero essere ipotizzati a suo carico.

 

 Con la più ampia riserva.

 

Rosanna Carpentieri,

In proprio ed in nome e per conto di:

Iuliano Anna Maria,

Carpentieri Carla,

Carpentieri Barbara,

Carpentieri Ilario, 

Carpentieri Giovanni.

 


 

 

Comunicato del 4 agosto 2009

INCREDIBILE:

il capannone Barletta è stato dissequestrato dal 2 luglio,

ma ancora non vengono rimossi

i materiali puzzolenti ed inquinanti lasciati alle intemperie.

 

La Conferenza dei Servizi tra Comune di San Giorgio,

ASL, ARPAC e Carabinieri,

per decidere cosa fare, si terrà domani, 5 agosto,

dopo 74 giorni dall’incendio.

 

Il 23 maggio scorso a San Giorgio del Sannio, il deposito del supermercato Barletta prendeva fuoco bruciando ininterrottamente per tre notti e due giorni e producendo un gravissimo inquinamento dell’aria e di tutto l’ambiente circostante dove vivono diverse famiglie.  Alcune signore che abitano la casa confinante con il capannone, anch’essa danneggiata dal fuoco che ha completamente bruciato la loro auto,  in questi due mesi si sono rivolte più volte al Comune ed alle autorità preposte per chiedere la rimozione dei materiali bruciati (plastiche, carta, legno, salumi, varie confezioni di alimentari, detergenti e prodotti chimici) che invece sono tuttora  sotto il sole e la pioggia.

 

Gli Enti preposti non si sono degnati di rispondere in alcun modo, neppure a seguito di sollecitazioni a mezzo stampa, e qualche amministratore ha fatto sapere, informalmente,  che nessun intervento è possibile perché l’area è sottoposta a sequestro giudiziario.

 

Ma questo non è vero! Il magistrato che cura l’indagine, ha dissequestrato il capannone il 2 luglio scorso, ma da allora non è stato neppure presentato all’ASL e all’ARPAC il piano  per la rimozione del materiale bruciato di cui non sono stati neppure prelevati i campioni per gli esami.

 

Sono stati posizionati dall’Arpac gli strumenti per verificare la dispersione di alcuni inquinanti, ma non per misurare la diossina prodotta dalla combustione dei materiali presenti nel deposito.

 

E solo domattina, dopo 74 giorni dal disastro, si incontreranno sul Comune di San Giorgio del Sannio, il Sindaco, il medico della ASL, il tecnico dell’ARPAC e il comandante della stazione dei carabinieri, per decidere cosa fare.

 

Si tratta di ritardi gravissimi perché riguardano la tutela della salute pubblica, ma a San Giorgio del Sannio nessun amministratore o rappresentate politico ne parla, né di maggioranza né di opposizione, neppure l’on. Mario Pepe, l’assessore provinciale all’Ambiente, i giovani di Rifondazione Comunista o gli aderenti al partito di Antonio Di Pietro.    

 

Per fortuna diversi liberi cittadini hanno deciso di collaborare con Altrabenevento per la presentazione di un Dossier di denuncia su questa incredibile vicenda.

Il presidente- Gabriele Corona

 

 

 

 

 


     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it