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Comunicato Stampa n. 565 del 06 marzo 2009
Momenti di tensione in un affollatissima
Sala Consiliare alla Rocca dei Rettori prima
dell’inizio dei lavori del Consiglio per una
manifestazione dei giovani del PDL che
innalzavano striscioni. Al microfono il
consigliere provinciale Luca Ricciardi ha
invocato una politica “più trasparente” alla
Rocca.
Comunicato Stampa n. 564 del 06 marzo 2009
Pubblicati stamani all’Albo Pretorio della
Rocca dei Rettori i decreti di nomina ad
assessore provinciale dell’avv. Antonio
Barbieri e della dott.ssa Annachiara
Palmieri firmati dal presidente della
Provincia Aniello Cimitile. All’avv.
Barbieri sono state attribuite le seguenti
deleghe: infrastrutture, viabilità,
patrimonio ed edilizia pubblica ed, inoltre,
l’incarico di Vice presidente della
Provincia; alla dott.ssa Palmieri, invece,
sono andate le deleghe alle politiche per
l’Università, i sistemi formativi,
l’edilizia scolastica, la sicurezza sociale
e la solidarietà. L’avv. Barbieri e la
dott.ssa Palmieri, rispettivamente, prendono
il posto dell’ing. Pompilio Forgione e della
prof.ssa Maria Cirocco, revocati in data 16
febbraio scorso.
Comunicato Stampa n. 567 del 06 marzo 2009
La
seduta del Consiglio provinciale
di Benevento, dopo la tensione e le
polemiche scatenate da una manifestazione di
protesta, è cominciata regolarmente sotto la
presidenza di Giuseppe Maria Maturo. Questi
ha subito proposto di unificare i, del
resto, soli due punti all’ordine del giorno
concernenti la nuova situazione politica.
I lavori sono iniziati con la dichiarazione
della revoca degli assessori Forgione e
Cirocco e la nomina degli assessori Antonio
Barbieri e Annachiara Palmieri. Si è quindi
registrato un intervento del presidente
della Provincia Aniello Cimitile circa la
crisi venutasi a creare dopo la decisione
del leader dell’UDEUR di presentarsi nelle
Liste elettorali del centrodestra alle
prossime Europee. Secondo Cimitile,
l’instabilità del sistema politico italiano
è omai una caratteristica insita nella vita
e nel sistema politico italiani e riguarda
entrambi gli schieramenti, con aggregazione
e disaggregazioni delle alleanze, spesso
improvvise. “Ci troviamo tutti a dover
convivere con questi fenomeni” – ha detto il
presidente, che ha ricordato come le
fibrillazioni politiche si accentuino
soprattutto in vista delle scadenze
elettorali.
Le instabilità politiche di solito vengono
giudicate con modelli meramente aritmetici,
senza tener conto di più complessi elementi
dinamici di valutazione e di confronto.
Inoltre, in tali casi, spesso si alimentano
accuse contro le persone senza alcun
riguardo per i sentimenti e i travagli
sinceri dei singoli rappresentanti politici.
Ma, a fronte della instabilità dei governi,
resta imperante soprattutto in questa
contingenza storica, ha aggiunto Cimitile,
una pesantissima crisi economica e sociale
specialmente in Campania, segnata da dati
drammatici circa la crescente disoccupazione
e la crescita esponenziale della Cassa
Integrazione Guadagni. Al cospetto di una
simile situazione occorre, ha proseguito il
presidente, necessariamente rimboccarsi le
maniche: questo è il primo punto che deve
essere affrontato da un rappresentante delle
Istituzioni – ha affermato Cimitile. Egli ha
richiamato gli Indirizzi di Governo della
sua amministrazione ed ha confermato la
volontà di “ricercare con testardaggine la
più vasta e completa intesa
inter-istituzionale e politica su alcuni
grandi progetti ed obiettivi”. Infine,
Cimitile ha espresso un sincero
ringraziamento per il lavoro svolto agli
assessori Forgione e Cirocco, da lui stesso
revocati.
Antonio Barbieri, neo assessore e Vice
presidente, ha quindi chiesto ed ottenuto la
parola per motivare la sua adesione al
progetto politico e programmatico di
Cimitile. Barbieri ha contestato
innanzitutto le accuse di trasformismo. Egli
ha citato il Depretis che, nell’ottobre
1876, riferendosi appunto al trasformismo,
parlò piuttosto di “feconda trasformazione”,
che fu quella di rassicurare l’opinione
pubblica moderata e di allargare i consensi
intorno ad una esperienza politica che
nutriva propositi chiarante riformatori,
mediante un allargamento della maggioranza
parlamentare ed assicurando al governo la
collaborazione di tutti gli esponenti della
classe politica. Ed è questa precisamente
l’ottica nella quale, ha proseguito
Barbieri, egli stesso si è mosso.
Egli ha infatti voluto salvaguardare
il rapporto tra le Istituzioni democratiche
ed i cittadini, consentendo alle Assemblee
elettive di poter continuare il proprio
lavoro a servizio della collettività. La
decisione dell’UDEUR di aderire al PDL aveva
come corollario – ha precisato il neo vice
presidente della Provincia – il mutamento
degli assetti politici sia al Comune che
alla Provincia. Pertanto, ha proseguito
Barbieri, mi sono assunto la responsabilità
di condividere l’esperienza di Cimitile,
così come indicò nel 1876 Depretis. Questa
decisione, ha proseguito Barbieri, anche in
considerazione dei torti personali che egli
stesso avrebbe subito in occasione delle
passate vicende elettorali e di partito.
“Non ho subìto da Cimitile alcuna pressione
per abiurare alcunché” e, concludendo,
Barbieri ha detto: “ho preferito la
democrazia ai giochi di potere e a progetti
senza etica politica”.
Il consigliere del PDL
Luca Ricciardi, intervenendo nel dibattito,
ha dal canto suo rimarcato la contestazione
che aveva già espresso ancora prima che
iniziasse la seduta in Consiglio
provinciale. “La gestione di questa crisi ha
profondamente disorientato l’opinione
pubblica. Sono state screditate le
istituzioni – ha spiegato Ricciardi”. A suo
giudizio, c’è stata una vera crisi di potere
“perché c’è stata una coalizione che non ha
saputo rinnovarsi. Ci voleva uno scatto
d’orgoglio per emancipare le istituzioni
così come richiede anche il Partito
Democratico. E’ mancato il coraggio. Di
fronte alla crescente disoccupazione ed alle
manovre come le “short list” – ha proseguito
Ricciardi – occorre rivendicare
con orgoglio una nuova prospettiva di
sviluppo per il territorio”.
Franco Damiano, per il
gruppo del PD, ha contestato l’equiparzione
tra la crisi dei partiti politici ed il
destino delle Istituzinioi. Egli ha parlato
della prevaricazione delle formazioni
politiche nei confronti delle Istituzioni,
ma questo non deve più avvenire perché non è
possibile questa moritifcazione continua.
Damiano ha affermato che il sistema politico
italiano ha la tendenza a trasferire anche
le crisi personali in politica. La
personalizzazione della politica è una
degenerazione della democrazia
rappresentativa – ha affermato Damiano. Le
istituzioni invece si legittimano quando
rispondono alle esigenze dei cittadini”.
Il consigliere del PDL
Gennaro Capasso, dal canto suo, ha affermato
di vedere nero nelle prospettive politiche
della nuova Giunta Cimitile. Infatti, a suo
giudizio, non si capisce quale sia l’approdo
di questa Amministrazione che si basa su un
progetto politico sviluppato senza
trasparenza. Il vice di Cimitile, l’avv.
Barbieri, ha continuato Caopasso, ha
contribuito in campagna elettorale a
elaborare un programma alternativo al
centrosinistra ed oggi invece si ritrova a
lavorare fianco a fianco con lo stesso
presidente che lui aveva avversato. Per
questo, a suo dire, non c’è prospettiva
politica, mentre la situazione del Sannio è
tale da richiedere invece un’azione forte
per superare la crisi economica in atto. A
giudizio di Capasso è necessario tornare
alla volontà popolare chiedendo ai cittadini
un giudizio su quanto accaduto e la fiducia
verso un nuovo progetto. Le crisi, stando
così le cose, si ripeteranno nella Rocca dei
Rettori e non daranno stabilità
all’Istituzioni. E’ stata scritta una brutta
pagina e i cittadini hanno perso la fiducia
nella Rocca dei Rettori”.
La consigliera Erminia
Mazzoni ha affermato di aver ragionato sulla
situazione in cui si è venuta a trovare lei
stessa, il Partito e la stessa Rocca dei
Rettori, peraltro in un momento familiare
molto difficile. La consigliera ha
ripercorso con amarezza questa momenti,
definendo “paradossale” che le sue decisioni
possano determinare la continuazione in vita
o meno di questa Amministrazione. “Non si
può chiedere ad una sola persona
- ha detto
la Mazzoni - di determinare
i destini di una intera Provincia. E’ troppo
un carico simile di responsabilità per uno
solo. Io ho dunque il dovere di confrontarmi
con tutte le circa dodicimila persone che mi
hanno votato. Io mi sono dimessa dall’UDC
perché non ho condiviso la linea politica
del mio partito ma su vicende che non
avevano riferimento alcuna alla questione
locale, ma a quella nazionale. Affido dunque
al partito, ai candidati e agli iscritti la
decisione sulla possibilità di rappresentare
ancora qui la mia battaglia politica in
Consiglio. Oggi il mio partito è sottoposto
a pressioni nonché ad insinuazioni e a
calunnie circa il collocarsi da una parte o
dall’altra, perché il suo apporto risulta
determinante per una parte o per l’altra.
Permettetemi dunque una pausa ulteriore di
riflessione per confrontarmi con tutte le
persone che mi hanno votato”.
L’assessore Gianluca
Aceto, prendendo la parola, ha ricordato che
rispetto agli sconvolgimenti epocali della
crisi economica e sociale in atto e della
stessa malattia che avvince le istituzioni e
lo Stato, occorre mettere in campo passione
ed onestà intellettuale, spirito di servizio
e dedizione. La politica, secondo Aceto,
deve essere
in grado di interpretare il proprio
ruolo che è di garanzia delle Istituì<ioni e
di servizio ai cittadini.
Il consigliere Catello Di
Somma del PDL ha affermato che la questione
vera che si deve porre all’ordine del giorno
politico non è quella di sapere se Cimitile
abbia o meno i numeri per governare, quanto
piuttosto se egli è in grado di portare
avanti la sua Amministrazione dal punto di
vista etico, avendo richiesto il consenso
per un programma elettorale che dovrebbe
essere oggi portato a termine anche da
persone che quel programma lo hanno
avversato. Probabilmente, ha proseguito Di
Somma, il programma elettorale di Cimitile
dovrà essere modificato, ma se così fosse si
avrà poco rispetto dell’elettorato
condannando tutta la esperienza e la vicenda
politica di Cimitile ad un’operazione degna
della prima repubblica.
Di Somma ha quindi chiesto anche lumi
sul ruolo del presidente del Consiglio
Provinciale di Benevento, Giuseppe Maria
Maturo dell’UDEUR, ma che resta al proprio
posto.
A rispondere a
quest’ultimo rilievo è stato lo stesso
Maturo, il quale ha affermato di essere
stato eletto dal Consiglio provinciale e di
essere disposto a lasciare l’incarico solo
su voto di sfiducia del Consiglio stesso.
Egli ha detto inoltre di vivere con
difficoltà questa esperienza rispetto ad una
scelta che non è di poco conto dal punto di
vista istituzionale.
Ha preso quindi la parola
Alfredo Cataudo, capogruppo dell’Udeur, che
ha sferrato un
attacco all’indirizzo della Giunta
Cimitile, reo a giudizio del consigliere di
non aver tenuto conto di quantio fatto dal
suo partito per il successo della
coalizione. Anzi, secondo Cataudo, il suo
partito è stato di punto in bianco relegato
all’opposizione senza un minimo di
riconoscimento del contribuito determinante
all’elezione del presidente e della
maggioranza”. Quello che maggiormente ha
però indignato Cataudo è stato il fatto che
le revoche degli assessori Forgione e
Cirocco non è stata accompagnata da alcuna
motivazione politica. L’operazione è di
semplice trasformismo, ha dichiarato
Cataudo, il quale non ha lesinato
contestazioni nei confronti del
vicepresidente Barbieri che, Cataudo bollato
con gli epiteti di “ribaltonista e
opportunista”. Ma il problema non è solo
lui, ha rincarato Cataudo: il fatto è che il
Partito Democratico è ormai alla frutta ed è
“disposto a fare la corte a tutti” pur di
sopravvivere.
Il consigliere Aurelio
Bettini, ha rievocato innanzitutto “la
lezione” - così l’ha definita -
da lui stesso ricevuta circa la
vicenda dall’IACP e quindi affermato di non
aver voluto sottoscrivere la sfiducia
all’Amministrazione in carica trattandosi di
un testo già preconfezionato e già
preparato, senza le motivazioni per un atto
di questo tipo. “Da qui – ha dichiarato
Bettini - nascono le mie dimissioni da tutti
gli incarichi: mi sono auto-sospeso dal
Gruppo per portare avanti la mia posizione,
personale e politica. Io sono diventato
consigliere perché sono andato a prendere i
voti a casa della gente, in cinque comuni
della nostra provincia. Non prendo lezioni
da chi non ha mai fatto la campagna
elettorale: andate anche voi a confrontarvi
con la gente. Io scelto il mio territorio,
scelgo la mia gente, ma a me le promesse
nessuno le hanno fatte anche a me: io sono 8
mesi che faccio il consigliere provinciale e
ancora non posso dibattere su un solo
bilancio di previsione di questa
amministrazione. Io voglio avere la
soddisfazione di poter lavorare e parlare
liberamente per dire se sono o non
d’accordo. Il partito questa possibilità non
me l’ha data”. Bettini ha quindi avviato un
fuoco di fila di domande esplosive: “Il
divieto per ricoprire cariche riguarda solo
Benevento o se si può allargare anche ad
altri livelli territoriali? I posti sono
vietati solo alle moglie e ai figli, mentre
le amanti possono lavorare?” E quindi la sua
conclusione: “Rassegno le dimissioni da
Forza Italia, mi definisco indipendente: in
questo modo tutelo il mio ruolo; non ho
garanzie per il mio futuro politico, ma non
lascio il posto di consigliere provinciale.
Ho le mani libere nel giudicare l’operato di
Cimitile per poter svolgere le mie
funzioni,ma in cambio io chiedo di poter
svolgere nel modo migliore di svolgere le
funzioni di controllo e di indirizzo proprie
del consigliere provinciale.
L’assessore Giovanni Vito
Bello ha chiesto di non dimenticare il
momento di crisi attuale se vogliamo avere
rispetto per la dignità del Consiglio e
soprattutto per i cittadini del Sannio. Una
crisi senza precedenti, con centinaia di
aziende, piccole e grandi, che stanno
chiudendo i battenti e tante persone in
mezzo alla strada. “Stiamo celebrando – ha
affermato Bello - una crisi politica, al
Comune e alla Provincia, che nulla ha a che
vedere con la presidenza Cimitile. Dobbiamo
prendere atto che questa crisi non è nostra,
non ci appartiene. Non ho sentito un
dibattito vero sui risultati conseguiti in
questi primi otto mesi: io invito e sfido
tutti, ad un dibattito pubblico, in piazza,
e parlare dei risultati che abbiamo
conseguito come amministrazione Cimitile. In
aprile firmeremo un Accordo dei Programmi
sui trasporti e sull’energia rinnovabile,
dove abbiamo impresso una grande inversione
di tendenza che ha visto il Sannio calarsi
dall’alto grandi interventi, ma con
pochissimi risultati concreti sul
territorio. Dobbiamo avere il coraggio e la
onestà di non nasconderci dietro i soliti
slogan. Le problematiche interne ai partiti
non possono essere scaricate
sull’amministrazione. Se il programma
dovesse subite un rallentamento o avere una
trasformazione sarà il primo a dire che non
possiamo andare avanti così e sarò il primo
a dire di andare alle elezioni. Noi vogliamo
avere un forte momento di confronto con la
opposizione – ha concluso Bello”.
Il consigliere Lucio
Rubano ha quindi annunciato in Aula di avere
lasciato Forza Italia e si è dichiarato
indipendente. Egli ha risposto con forza
alle parole di Cataudo ed ha rimarcato di
rifiutare ogni accusa di aver mai perseguito
interessi personali nella sua lunga
militanza politica. Egli ha quindi affermato
di non aver condiviso un’iniziativa
politica come quella impostata dall’UDEUR e
dalla stessa Forza Italia finalizzata a
favorire l’oltraggio alle istituzioni.
Secondo Rubano, si è registrato un accordo
immorale sottoscritto a Roma finalizzato a
far cadere le Amministrazioni di Comune e
Provincia”. Secondo Rubano il Consiglio non
poteva essere sciolto in un momento come
questo ed ha rivendicato la sua indipendenza
e libertà di giudizio. Questa la conclusione
del suo intervento: “Ho sempre svolto il mio
ruolo in difesa e per lo sviluppo del mio
territorio. Sono stato il primo a dare
spazio ai giovani… e per molto tempo anche
l’unico: mi farà piacere se qualcuno di
questi giovani prenderà il mio posto e farà
ciò che ho fatto io in tanti anni di impegno
politico e amministrativo. Non ho nulla da
rimproverarmi. Ho sbagliato soltanto a dirlo
subito. Sono un uomo libero”.
Spartico Capocefalo,
consigliere del PDL, ha chiesto
polemicamente alla Amministrazione Cimitile
quale sia stata la ragione che ha
determinato, dopo aver vinto le elezioni per
merito di Clemente Mastella, la
revoca di Forgione e Cirocco. Secondo
Capocefalo, Mastella e la sua scelta nulla
c’entrano con la revoca degli assessori.
Capocefalo ha poi discusso su alcune
presunte manchevolezze e discrasie nelle
decisioni della Giunta Cimitile che ha
indicato anche come assessori numerosi
persone non elette direttamente dal popolo.
Per risolvere il problema della crisi in
corso, secondo Capocefalo occorre un
governo istituzionale, presieduto da
Cimitile ma con gli assessori scelti dalla
opposizione.
Ad alcune affermazioni di
caèpocefalo, ha risposto il consigliere
Francesco Cocca del PD: anzi, tra i due si è
acceso un aspro dibattito che a stento è
stato fermato dal presidente Maturo e dallo
stesso Cosimo Izzo. Cocca ha rinfacciato a
Capocefalo di aver fatto parte del
centrosinistra fino a pochi mesi or sono.
Nino Lombardi,
consigliere dell’UDEUR, ha detto: “Non ho
capito il motivo del forzato ed istantaneo
dimissionamento di due assessori, che fanno
parte di un partito che ha contribuito alla
elezione dello stesso Cimitile. I partiti
non posso essere contestati com’è stato
fatto in questa sede e con tanta arroganza e
supponenza: essi hanno un ruolo ed una
dignità. La vicenda di Benevento è ben
strana perché tutto è iniziato per colpa di
una legge elettorale che decapita i piccoli
partiti alle prossime elezioni europee, ma
mai l’UDEUR aveva pensato di mettere in
crisi
la Provincia o il Comune.
Molto meglio avrebbe fatto il presidente
Cimitile a chiedere una verifica in
Consiglio provinciale, invece egli ha scelto
la via del tradimento del patto elettorale,
non si consigliato da chi”.
Michele Maddalena,
consigliere dell’IDV, ha riconfermato la
fiducia in Cimitile e nella sua azione. Egli
ha contestato l’UDEUR per non aver spiegato
le ragioni della fine della prima
amministrazione di Cimitile. Infine,
Maddalena ha parlato del suo territorio, il
Fortore, ricordando le iniziative assunte
dagli assessori e dallo stesso Cimitile.
Cosimo Izzo, capogruppo
del PDL, ha detto: “Fino ad oggi non è stato
fatto nulla in questo Consiglio. Il ruolo
che oggi le tocca, presidente Cimitile, è
quello di resistere, resistere, resistere.
Durante le elezioni, non c’è stato un voto
sul presidente, ma perché egli era il capo
di una sommatoria di liste: la gente ha
scelto il candidato consigliere, collegato
al presidente, ma all’interno di una
maggioranza. Una volta, però, venuta meno
l’area centrale di questo schieramento, cioè
l’Udeur, che lei, presidente, ha cacciato,
appare indispensabile trarne le
conseguenze”. La riprova della difficoltà
della vita politica in questo momento sta
nella “deludente” relazione di Cimitile,
secondo Izzo, e nella impossibilità di
spiegare la necessità di continuare
l’esperienza amministrativa. Secondo Izzo,
dunque, Cimitile “deve dimettersi perché
bisogna ridare dignità alla espressione del
voto. La politica non è come l’università,
quando è eletto e resta fino alla fine del
mandato: se non si è più nelle condizioni di
raggiungere gli obiettivi che hanno
determinato quella elezione, si va a casa.
La politica si basa sul consenso dei
cittadini. Fino a che non ci sarà un voto
che la ri-legittima, lei, signor Presidente,
e la sua maggioranza è un abusivo e abusivo
è la sua maggioranza. Le vostre posizioni
sono corrette dal punto di vista
amministrativo, ma sono scorrette dal punto
di vista morale. Dobbiamo recuperare la
dignità di ciascuno di noi e spiegare ai
cittadini che la politica non è affatto vero
una cosa brutta e sporca: la politica è
vivere il problema della propria comunità,
rappresentarlo nelle sedi istituzionali e
dargli una risposta”.
Claudio Ricci, capogruppo
del PD, ha detto: “C’erano in questi ultimi
mesi le avvisaglie politiche per quanto è
successo. C’è stato un crescendo di
difficoltà, con una serie di dichiarazioni
pubbliche, riprese dalla Stampa nazionale,
da parte dell’on.le Mastella, raffiguratosi
come un “pellegrino” in cerca di dimora. Io
stesso avevo affermato di non ritenere di
collegare i fatti nazionali con quelli della
Rocca dei Rettori, ma questa mia speranza è
andata delusa”. Il consigliere Ricci ha
quindi ricordato che il succo del documento
sottoscritto da AN, FI e UDEUR concernente
la presentazione di Mastella nella Lista del
PDL per le elezioni europee: in quel
documento, ha rimarcato Ricci,
si prevedeva espressamente di far
cadere le Giunte al Comune ed alla Provincia
di Benevento dove l’UDEUR faceva parte della
maggioranza. C’era dunque, a giudizio di
Ricci, un preciso e ben orchestrato disegno
politico “Il documento sottoscritto
prevedeva – ha soggiunto - chi fossero gli
sposi di questo matrimonio, con tanto di
dote e corredo. Rispetto a questa situazione
c’è stata una ribellione trasversale: molti
consiglieri di una parte e dall’altra parte,
sia al Comune che alla Rocca dei Rettori,
hanno ritenuto lesiva della propria dignità
istituzionale la scelta di Mastella ed il
patto sottoscritto dai segretari regionali
di AN, FI e UDEUR”. Secondo Ricci, dunque
nessuna “cacciata” dell’UDEUR, ma
semplicemente una operazione di chiarezza
quella voluta da Cimitile con la revoca
degli assessori. Il segnale politico di
chiarezza che è stato lanciato alla opinione
pubblica e a tutta la classe dirigente:
“almeno in questa Sala – ha scandito Ricci -
c’è gente che rispetta le Istituzioni e che
non indulge a metodi medievali di fare
politica. Non è possibile concedere che
la Provincia sia ancora in
mano a personaggi che hanno un modo
sbagliato di fare politica; non è possibile
che un Consiglio si sciolga quando arriva un
“ticket” da Roma”. Ricci quindi ha
contestato anche i “signori” del
centrodestra che hanno accettato e
consentito un ribaltone “alla rovescia”
quale quello che si è verificato alla Rocca.
Ha concluso i lavori,
dopo circa sei ore di dibattito, il
presidente della Provincia Aniello Cimitile.
Egli ha affermato che quanto è successo alla
Rocca è destinato a diventare un fatto di
rilievo nazionale. “Nessuna accelerazione -
ha detto Cimitile - sulla crisi, perché non
potevo fare lentamente ciò che andava fatto
con rigore”. Sul dimissionamento, Cimitile
ha ricordato brevemente i fatti così come si
sono svolti e riportati dalla Stampa
nazionale. Passando poi ad altro argomento,
Cimitile ha detto: “Io non ho mai
considerato una persona come un numero: ad
Erminia Mazzoni vorrei dire che io mi tolgo
il cappello davanti alla sua crisi
personale. Con lei ho avuto solo una
telefonata di solidarietà. Io ho parlato di
prospettive di maggioranza e del ruolo del
centro nel sistema politico italiano con il
segretario dell’UDC, Santamaria. E solo di
questo ho parlato con lui. “La verità, ha
concluso Cimitile, al di là delle ipocrisie
e del gioco delle parti, è che la stragrande
maggioranza dei consiglieri provinciali non
aveva e non ha alcuna intenzione di
sciogliere questo Consiglio”. La crisi
strutturale della politica ce la porteremo
appreso per lungo tempo. “Noi però abbiamo
il dovere – ha ribadito Cimitile - di
assicurare un governo al Sannio e, in
particolare, vado avanti testardamente per
trovare una intesa sui grandi temi. Tutto il
resto è paccottiglia”.
Non essendo prevista
alcuna votazione, il Consiglio si è
aggiornata ad altra data.