7 marzo 2009
Provincia BN, giornata concitata
Antonio De Lucia

 

 

 

 

Provincia di Benevento

 


1.     

Comunicato Stampa n. 565 del 06 marzo 2009

Momenti di tensione in un affollatissima Sala Consiliare alla Rocca dei Rettori prima dell’inizio dei lavori del Consiglio per una manifestazione dei giovani del PDL che innalzavano striscioni. Al microfono il consigliere provinciale Luca Ricciardi ha invocato una politica “più trasparente” alla Rocca. 

Comunicato Stampa n. 564 del 06 marzo 2009

Pubblicati stamani all’Albo Pretorio della Rocca dei Rettori i decreti di nomina ad assessore provinciale dell’avv. Antonio Barbieri e della dott.ssa Annachiara Palmieri firmati dal presidente della Provincia Aniello Cimitile. All’avv. Barbieri sono state attribuite le seguenti deleghe: infrastrutture, viabilità, patrimonio ed edilizia pubblica ed, inoltre, l’incarico di Vice presidente della Provincia; alla dott.ssa Palmieri, invece, sono andate le deleghe alle politiche per l’Università, i sistemi formativi, l’edilizia scolastica, la sicurezza sociale e la solidarietà. L’avv. Barbieri e la dott.ssa Palmieri, rispettivamente, prendono il posto dell’ing. Pompilio Forgione e della prof.ssa Maria Cirocco, revocati in data 16 febbraio scorso.

 

 

Comunicato Stampa n. 567 del 06 marzo 2009

La seduta del Consiglio provinciale di Benevento, dopo la tensione e le polemiche scatenate da una manifestazione di protesta, è cominciata regolarmente sotto la presidenza di Giuseppe Maria Maturo. Questi ha subito proposto di unificare i, del resto, soli due punti all’ordine del giorno concernenti la nuova situazione politica.

I lavori sono iniziati con la dichiarazione della revoca degli assessori Forgione e Cirocco e la nomina degli assessori Antonio Barbieri e Annachiara Palmieri. Si è quindi registrato un intervento del presidente della Provincia Aniello Cimitile circa la crisi venutasi a creare dopo la decisione del leader dell’UDEUR di presentarsi nelle Liste elettorali del centrodestra alle prossime Europee. Secondo Cimitile, l’instabilità del sistema politico italiano è omai una caratteristica insita nella vita e nel sistema politico italiani e riguarda entrambi gli schieramenti, con aggregazione e disaggregazioni delle alleanze, spesso improvvise. “Ci troviamo tutti a dover convivere con questi fenomeni” – ha detto il presidente, che ha ricordato come le fibrillazioni politiche si accentuino soprattutto in vista delle scadenze elettorali.

 

Le instabilità politiche di solito vengono giudicate con modelli meramente aritmetici, senza tener conto di più complessi elementi dinamici di valutazione e di confronto. Inoltre, in tali casi, spesso si alimentano accuse contro le persone senza alcun riguardo per i sentimenti e i travagli sinceri dei singoli rappresentanti politici. Ma, a fronte della instabilità dei governi, resta imperante soprattutto in questa contingenza storica, ha aggiunto Cimitile, una pesantissima crisi economica e sociale specialmente in Campania, segnata da dati drammatici circa la crescente disoccupazione e la crescita esponenziale della Cassa Integrazione Guadagni. Al cospetto di una simile situazione occorre, ha proseguito il presidente, necessariamente rimboccarsi le maniche: questo è il primo punto che deve essere affrontato da un rappresentante delle Istituzioni – ha affermato Cimitile. Egli ha richiamato gli Indirizzi di Governo della sua amministrazione ed ha confermato la volontà di “ricercare con testardaggine la più vasta e completa intesa inter-istituzionale e politica su alcuni grandi progetti ed obiettivi”. Infine, Cimitile ha espresso un sincero ringraziamento per il lavoro svolto agli assessori Forgione e Cirocco, da lui stesso revocati.

Antonio Barbieri, neo assessore e Vice presidente, ha quindi chiesto ed ottenuto la parola per motivare la sua adesione al progetto politico e programmatico di Cimitile. Barbieri ha contestato innanzitutto le accuse di trasformismo. Egli ha citato il Depretis che, nell’ottobre 1876, riferendosi appunto al trasformismo, parlò piuttosto di “feconda trasformazione”, che fu quella di rassicurare l’opinione pubblica moderata e di allargare i consensi intorno ad una esperienza politica che nutriva propositi chiarante riformatori, mediante un allargamento della maggioranza parlamentare ed assicurando al governo la collaborazione di tutti gli esponenti della classe politica. Ed è questa precisamente l’ottica nella quale, ha proseguito Barbieri, egli stesso si è mosso.  Egli ha infatti voluto salvaguardare il rapporto tra le Istituzioni democratiche ed i cittadini, consentendo alle Assemblee elettive di poter continuare il proprio lavoro a servizio della collettività. La decisione dell’UDEUR di aderire al PDL aveva come corollario – ha precisato il neo vice presidente della Provincia – il mutamento degli assetti politici sia al Comune che alla Provincia. Pertanto, ha proseguito Barbieri, mi sono assunto la responsabilità di condividere l’esperienza di Cimitile, così come indicò nel 1876 Depretis. Questa decisione, ha proseguito Barbieri, anche in considerazione dei torti personali che egli stesso avrebbe subito in occasione delle passate vicende elettorali e di partito. “Non ho subìto da Cimitile alcuna pressione per abiurare alcunché” e, concludendo, Barbieri ha detto: “ho preferito la democrazia ai giochi di potere e a progetti senza etica politica”.

Il consigliere del PDL Luca Ricciardi, intervenendo nel dibattito, ha dal canto suo rimarcato la contestazione che aveva già espresso ancora prima che iniziasse la seduta in Consiglio provinciale. “La gestione di questa crisi ha profondamente disorientato l’opinione pubblica. Sono state screditate le istituzioni – ha spiegato Ricciardi”. A suo giudizio, c’è stata una vera crisi di potere “perché c’è stata una coalizione che non ha saputo rinnovarsi. Ci voleva uno scatto d’orgoglio per emancipare le istituzioni così come richiede anche il Partito Democratico. E’ mancato il coraggio. Di fronte alla crescente disoccupazione ed alle manovre come le “short list” – ha proseguito Ricciardi – occorre rivendicare  con orgoglio una nuova prospettiva di sviluppo per il territorio”.

Franco Damiano, per il gruppo del PD, ha contestato l’equiparzione tra la crisi dei partiti politici ed il destino delle Istituzinioi. Egli ha parlato della prevaricazione delle formazioni politiche nei confronti delle Istituzioni, ma questo non deve più avvenire perché non è possibile questa moritifcazione continua. Damiano ha affermato che il sistema politico italiano ha la tendenza a trasferire anche le crisi personali in politica. La personalizzazione della politica è una degenerazione della democrazia rappresentativa – ha affermato Damiano. Le istituzioni invece si legittimano quando rispondono alle esigenze dei cittadini”.

Il consigliere del PDL Gennaro Capasso, dal canto suo, ha affermato di vedere nero nelle prospettive politiche della nuova Giunta Cimitile. Infatti, a suo giudizio, non si capisce quale sia l’approdo di questa Amministrazione che si basa su un progetto politico sviluppato senza trasparenza. Il vice di Cimitile, l’avv. Barbieri, ha continuato Caopasso, ha contribuito in campagna elettorale a elaborare un programma alternativo al centrosinistra ed oggi invece si ritrova a lavorare fianco a fianco con lo stesso presidente che lui aveva avversato. Per questo, a suo dire, non c’è prospettiva politica, mentre la situazione del Sannio è tale da richiedere invece un’azione forte per superare la crisi economica in atto. A giudizio di Capasso è necessario tornare alla volontà popolare chiedendo ai cittadini un giudizio su quanto accaduto e la fiducia verso un nuovo progetto. Le crisi, stando così le cose, si ripeteranno nella Rocca dei Rettori e non daranno stabilità all’Istituzioni. E’ stata scritta una brutta pagina e i cittadini hanno perso la fiducia nella Rocca dei Rettori”.

La consigliera Erminia Mazzoni ha affermato di aver ragionato sulla situazione in cui si è venuta a trovare lei stessa, il Partito e la stessa Rocca dei Rettori, peraltro in un momento familiare molto difficile. La consigliera ha ripercorso con amarezza questa momenti, definendo “paradossale” che le sue decisioni possano determinare la continuazione in vita o meno di questa Amministrazione. “Non si può chiedere ad una sola persona  - ha detto la Mazzoni - di determinare i destini di una intera Provincia. E’ troppo un carico simile di responsabilità per uno solo. Io ho dunque il dovere di confrontarmi con tutte le circa dodicimila persone che mi hanno votato. Io mi sono dimessa dall’UDC perché non ho condiviso la linea politica del mio partito ma su vicende che non avevano riferimento alcuna alla questione locale, ma a quella nazionale. Affido dunque al partito, ai candidati e agli iscritti la decisione sulla possibilità di rappresentare ancora qui la mia battaglia politica in Consiglio. Oggi il mio partito è sottoposto a pressioni nonché ad insinuazioni e a calunnie circa il collocarsi da una parte o dall’altra, perché il suo apporto risulta determinante per una parte o per l’altra. Permettetemi dunque una pausa ulteriore di riflessione per confrontarmi con tutte le persone che mi hanno votato”.

L’assessore Gianluca Aceto, prendendo la parola, ha ricordato che rispetto agli sconvolgimenti epocali della crisi economica e sociale in atto e della stessa malattia che avvince le istituzioni e lo Stato, occorre mettere in campo passione ed onestà intellettuale, spirito di servizio e dedizione. La politica, secondo Aceto, deve essere  in grado di interpretare il proprio ruolo che è di garanzia delle Istituì<ioni e di servizio ai cittadini.

Il consigliere Catello Di Somma del PDL ha affermato che la questione vera che si deve porre all’ordine del giorno politico non è quella di sapere se Cimitile abbia o meno i numeri per governare, quanto piuttosto se egli è in grado di portare avanti la sua Amministrazione dal punto di vista etico, avendo richiesto il consenso per un programma elettorale che dovrebbe essere oggi portato a termine anche da persone che quel programma lo hanno avversato. Probabilmente, ha proseguito Di Somma, il programma elettorale di Cimitile dovrà essere modificato, ma se così fosse si avrà poco rispetto dell’elettorato condannando tutta la esperienza e la vicenda politica di Cimitile ad un’operazione degna della prima repubblica.  Di Somma ha quindi chiesto anche lumi sul ruolo del presidente del Consiglio Provinciale di Benevento, Giuseppe Maria Maturo dell’UDEUR, ma che resta al proprio posto.

A rispondere a quest’ultimo rilievo è stato lo stesso Maturo, il quale ha affermato di essere stato eletto dal Consiglio provinciale e di essere disposto a lasciare l’incarico solo su voto di sfiducia del Consiglio stesso. Egli ha detto inoltre di vivere con difficoltà questa esperienza rispetto ad una scelta che non è di poco conto dal punto di vista istituzionale.

Ha preso quindi la parola Alfredo Cataudo, capogruppo dell’Udeur, che ha sferrato un  attacco all’indirizzo della Giunta Cimitile, reo a giudizio del consigliere di non aver tenuto conto di quantio fatto dal suo partito per il successo della coalizione. Anzi, secondo Cataudo, il suo partito è stato di punto in bianco relegato all’opposizione senza un minimo di riconoscimento del contribuito determinante all’elezione del presidente e della maggioranza”. Quello che maggiormente ha però indignato Cataudo è stato il fatto che le revoche degli assessori Forgione e Cirocco non è stata accompagnata da alcuna motivazione politica. L’operazione è di semplice trasformismo, ha dichiarato Cataudo, il quale non ha lesinato contestazioni nei confronti del vicepresidente Barbieri che, Cataudo bollato con gli epiteti di “ribaltonista e opportunista”. Ma il problema non è solo lui, ha rincarato Cataudo: il fatto è che il Partito Democratico è ormai alla frutta ed è “disposto a fare la corte a tutti” pur di sopravvivere.

Il consigliere Aurelio Bettini, ha rievocato innanzitutto “la lezione” - così l’ha definita -  da lui stesso ricevuta circa la vicenda dall’IACP e quindi affermato di non aver voluto sottoscrivere la sfiducia all’Amministrazione in carica trattandosi di un testo già preconfezionato e già preparato, senza le motivazioni per un atto di questo tipo. “Da qui – ha dichiarato Bettini - nascono le mie dimissioni da tutti gli incarichi: mi sono auto-sospeso dal Gruppo per portare avanti la mia posizione, personale e politica. Io sono diventato consigliere perché sono andato a prendere i voti a casa della gente, in cinque comuni della nostra provincia. Non prendo lezioni da chi non ha mai fatto la campagna elettorale: andate anche voi a confrontarvi con la gente. Io scelto il mio territorio, scelgo la mia gente, ma a me le promesse nessuno le hanno fatte anche a me: io sono 8 mesi che faccio il consigliere provinciale e ancora non posso dibattere su un solo bilancio di previsione di questa amministrazione. Io voglio avere la soddisfazione di poter lavorare e parlare liberamente per dire se sono o non d’accordo. Il partito questa possibilità non me l’ha data”. Bettini ha quindi avviato un fuoco di fila di domande esplosive: “Il divieto per ricoprire cariche riguarda solo Benevento o se si può allargare anche ad altri livelli territoriali? I posti sono vietati solo alle moglie e ai figli, mentre le amanti possono lavorare?” E quindi la sua conclusione: “Rassegno le dimissioni da Forza Italia, mi definisco indipendente: in questo modo tutelo il mio ruolo; non ho garanzie per il mio futuro politico, ma non lascio il posto di consigliere provinciale. Ho le mani libere nel giudicare l’operato di Cimitile per poter svolgere le mie funzioni,ma in cambio io chiedo di poter svolgere nel modo migliore di svolgere le funzioni di controllo e di indirizzo proprie del consigliere provinciale.

L’assessore Giovanni Vito Bello ha chiesto di non dimenticare il momento di crisi attuale se vogliamo avere rispetto per la dignità del Consiglio e soprattutto per i cittadini del Sannio. Una crisi senza precedenti, con centinaia di aziende, piccole e grandi, che stanno chiudendo i battenti e tante persone in mezzo alla strada. “Stiamo celebrando – ha affermato Bello - una crisi politica, al Comune e alla Provincia, che nulla ha a che vedere con la presidenza Cimitile. Dobbiamo prendere atto che questa crisi non è nostra, non ci appartiene. Non ho sentito un dibattito vero sui risultati conseguiti in questi primi otto mesi: io invito e sfido tutti, ad un dibattito pubblico, in piazza, e parlare dei risultati che abbiamo conseguito come amministrazione Cimitile. In aprile firmeremo un Accordo dei Programmi sui trasporti e sull’energia rinnovabile, dove abbiamo impresso una grande inversione di tendenza che ha visto il Sannio calarsi dall’alto grandi interventi, ma con pochissimi risultati concreti sul territorio. Dobbiamo avere il coraggio e la onestà di non nasconderci dietro i soliti slogan. Le problematiche interne ai partiti non possono essere scaricate sull’amministrazione. Se il programma dovesse subite un rallentamento o avere una trasformazione sarà il primo a dire che non possiamo andare avanti così e sarò il primo a dire di andare alle elezioni. Noi vogliamo avere un forte momento di confronto con la opposizione – ha concluso Bello”.

Il consigliere Lucio Rubano ha quindi annunciato in Aula di avere lasciato Forza Italia e si è dichiarato indipendente. Egli ha risposto con forza alle parole di Cataudo ed ha rimarcato di rifiutare ogni accusa di aver mai perseguito interessi personali nella sua lunga militanza politica. Egli ha quindi affermato di non aver condiviso un’iniziativa politica come quella impostata dall’UDEUR e dalla stessa Forza Italia finalizzata a favorire l’oltraggio alle istituzioni. Secondo Rubano, si è registrato un accordo immorale sottoscritto a Roma finalizzato a far cadere le Amministrazioni di Comune e Provincia”. Secondo Rubano il Consiglio non poteva essere sciolto in un momento come questo ed ha rivendicato la sua indipendenza e libertà di giudizio. Questa la conclusione del suo intervento: “Ho sempre svolto il mio ruolo in difesa e per lo sviluppo del mio territorio. Sono stato il primo a dare spazio ai giovani… e per molto tempo anche l’unico: mi farà piacere se qualcuno di questi giovani prenderà il mio posto e farà ciò che ho fatto io in tanti anni di impegno politico e amministrativo. Non ho nulla da rimproverarmi. Ho sbagliato soltanto a dirlo subito. Sono un uomo libero”.

Spartico Capocefalo, consigliere del PDL, ha chiesto polemicamente alla Amministrazione Cimitile quale sia stata la ragione che ha determinato, dopo aver vinto le elezioni per merito di Clemente Mastella, la  revoca di Forgione e Cirocco. Secondo Capocefalo, Mastella e la sua scelta nulla c’entrano con la revoca degli assessori. Capocefalo ha poi discusso su alcune presunte manchevolezze e discrasie nelle decisioni della Giunta Cimitile che ha indicato anche come assessori numerosi persone non elette direttamente dal popolo. Per risolvere il problema della crisi in corso, secondo Capocefalo occorre un  governo istituzionale, presieduto da Cimitile ma con gli assessori scelti dalla opposizione.

Ad alcune affermazioni di caèpocefalo, ha risposto il consigliere Francesco Cocca del PD: anzi, tra i due si è acceso un aspro dibattito che a stento è stato fermato dal presidente Maturo e dallo stesso Cosimo Izzo. Cocca ha rinfacciato a Capocefalo di aver fatto parte del centrosinistra fino a pochi mesi or sono.

Nino Lombardi, consigliere dell’UDEUR, ha detto: “Non ho capito il motivo del forzato ed istantaneo dimissionamento di due assessori, che fanno parte di un partito che ha contribuito alla elezione dello stesso Cimitile. I partiti non posso essere contestati com’è stato fatto in questa sede e con tanta arroganza e supponenza: essi hanno un ruolo ed una dignità. La vicenda di Benevento è ben strana perché tutto è iniziato per colpa di una legge elettorale che decapita i piccoli partiti alle prossime elezioni europee, ma mai l’UDEUR aveva pensato di mettere in crisi la Provincia o il Comune. Molto meglio avrebbe fatto il presidente Cimitile a chiedere una verifica in Consiglio provinciale, invece egli ha scelto la via del tradimento del patto elettorale, non si consigliato da chi”.

Michele Maddalena, consigliere dell’IDV, ha riconfermato la fiducia in Cimitile e nella sua azione. Egli ha contestato l’UDEUR per non aver spiegato le ragioni della fine della prima amministrazione di Cimitile. Infine, Maddalena ha parlato del suo territorio, il Fortore, ricordando le iniziative assunte dagli assessori e dallo stesso Cimitile.

Cosimo Izzo, capogruppo del PDL, ha detto: “Fino ad oggi non è stato fatto nulla in questo Consiglio. Il ruolo che oggi le tocca, presidente Cimitile, è quello di resistere, resistere, resistere. Durante le elezioni, non c’è stato un voto sul presidente, ma perché egli era il capo di una sommatoria di liste: la gente ha scelto il candidato consigliere, collegato al presidente, ma all’interno di una maggioranza. Una volta, però, venuta meno l’area centrale di questo schieramento, cioè l’Udeur, che lei, presidente, ha cacciato, appare indispensabile trarne le conseguenze”. La riprova della difficoltà della vita politica in questo momento sta nella “deludente” relazione di Cimitile, secondo Izzo, e nella impossibilità di spiegare la necessità di continuare l’esperienza amministrativa. Secondo Izzo, dunque, Cimitile “deve dimettersi perché bisogna ridare dignità alla espressione del voto. La politica non è come l’università, quando è eletto e resta fino alla fine del mandato: se non si è più nelle condizioni di raggiungere gli obiettivi che hanno determinato quella elezione, si va a casa. La politica si basa sul consenso dei cittadini. Fino a che non ci sarà un voto che la ri-legittima, lei, signor Presidente, e la sua maggioranza è un abusivo e abusivo è la sua maggioranza. Le vostre posizioni sono corrette dal punto di vista amministrativo, ma sono scorrette dal punto di vista morale. Dobbiamo recuperare la dignità di ciascuno di noi e spiegare ai cittadini che la politica non è affatto vero una cosa brutta e sporca: la politica è vivere il problema della propria comunità, rappresentarlo nelle sedi istituzionali e dargli una risposta”.

Claudio Ricci, capogruppo del PD, ha detto: “C’erano in questi ultimi mesi le avvisaglie politiche per quanto è successo. C’è stato un crescendo di difficoltà, con una serie di dichiarazioni pubbliche, riprese dalla Stampa nazionale, da parte dell’on.le Mastella, raffiguratosi come un “pellegrino” in cerca di dimora. Io stesso avevo affermato di non ritenere di collegare i fatti nazionali con quelli della Rocca dei Rettori, ma questa mia speranza è andata delusa”. Il consigliere Ricci ha quindi ricordato che il succo del documento sottoscritto da AN, FI e UDEUR concernente la presentazione di Mastella nella Lista del PDL per le elezioni europee: in quel documento, ha rimarcato Ricci,  si prevedeva espressamente di far cadere le Giunte al Comune ed alla Provincia di Benevento dove l’UDEUR faceva parte della maggioranza. C’era dunque, a giudizio di Ricci, un preciso e ben orchestrato disegno politico “Il documento sottoscritto prevedeva – ha soggiunto - chi fossero gli sposi di questo matrimonio, con tanto di dote e corredo. Rispetto a questa situazione c’è stata una ribellione trasversale: molti consiglieri di una parte e dall’altra parte, sia al Comune che alla Rocca dei Rettori, hanno ritenuto lesiva della propria dignità istituzionale la scelta di Mastella ed il patto sottoscritto dai segretari regionali di AN, FI e UDEUR”. Secondo Ricci, dunque nessuna “cacciata” dell’UDEUR, ma semplicemente una operazione di chiarezza quella voluta da Cimitile con la revoca degli assessori. Il segnale politico di chiarezza che è stato lanciato alla opinione pubblica e a tutta la classe dirigente: “almeno in questa Sala – ha scandito Ricci - c’è gente che rispetta le Istituzioni e che non indulge a metodi medievali di fare politica. Non è possibile concedere che la Provincia sia ancora in mano a personaggi che hanno un modo sbagliato di fare politica; non è possibile che un Consiglio si sciolga quando arriva un “ticket” da Roma”. Ricci quindi ha contestato anche i “signori” del centrodestra che hanno accettato e consentito un ribaltone “alla rovescia” quale quello che si è verificato alla Rocca.     

Ha concluso i lavori, dopo circa sei ore di dibattito, il presidente della Provincia Aniello Cimitile. Egli ha affermato che quanto è successo alla Rocca è destinato a diventare un fatto di rilievo nazionale. “Nessuna accelerazione - ha detto Cimitile - sulla crisi, perché non potevo fare lentamente ciò che andava fatto con rigore”. Sul dimissionamento, Cimitile ha ricordato brevemente i fatti così come si sono svolti e riportati dalla Stampa nazionale. Passando poi ad altro argomento, Cimitile ha detto: “Io non ho mai considerato una persona come un numero: ad Erminia Mazzoni vorrei dire che io mi tolgo il cappello davanti alla sua crisi personale. Con lei ho avuto solo una telefonata di solidarietà. Io ho parlato di prospettive di maggioranza e del ruolo del centro nel sistema politico italiano con il segretario dell’UDC, Santamaria. E solo di questo ho parlato con lui. “La verità, ha concluso Cimitile, al di là delle ipocrisie e del gioco delle parti, è che la stragrande maggioranza dei consiglieri provinciali non aveva e non ha alcuna intenzione di sciogliere questo Consiglio”. La crisi strutturale della politica ce la porteremo appreso per lungo tempo. “Noi però abbiamo il dovere – ha ribadito Cimitile - di assicurare un governo al Sannio e, in particolare, vado avanti testardamente per trovare una intesa sui grandi temi. Tutto il resto è paccottiglia”.

Non essendo prevista alcuna votazione, il Consiglio si è aggiornata ad altra data.

 


 

     

 Valle Telesina


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