Azione
Cattolica Italiana
Diocesi di
Cerreto Sannita, Telese, Sant'Agata dei Goti
Comunicato Stampa:
Per una informazione corretta
L'Azione
Cattolica della diocesi di Cerreto Sannita –
Telese - Sant'Agata Dei Goti
esprime contrarietà
e disapprovazione per il programma televisivo “Wake
up” trasmesso dalla locale emittente
Media Tv,
a commento del messaggio di auguri natalizi del
vescovo Michele De Rosa, travisandone
intenzionalmente e completamente il contenuto.
>>> Filmato
Il
programma, tendenzioso e polemico,
mortifica lo
spessore umano e spirituale del nostro pastore e
offende tutti coloro, laici, sacerdoti e
consacrati, che a diverso titolo, sono parte
della Chiesa diocesana
e ogni giorno
s’impegnano a vivere e testimoniare la povertà a
cui il Vangelo richiama ogni cristiano. Per
queste ragioni, l’Azione Cattolica diocesana è
indignata per la cattiva e diffamante
informazione fatta dal programma che non tiene
conto in nessun modo delle numerose attività che
la nostra diocesi svolge a servizio del
territorio sannita, supplendo, spesso, alle
carenze delle istituzioni preposte.
Sentiamo l’esigenza, pur
ribadendo che la Diocesi non è un ente
commerciale o pubblico tenuto a rendere noto il
proprio bilancio, di ricordare agli autori della
trasmissione e a tutti i cittadini le tantissime
attività svolte dalla nostra diocesi a favore di
coloro che vivono nella povertà umana,
spirituale e materiale. È un doveroso atto di
giustizia e di verità nei confronti di tanti
laici, associazioni, sacerdoti, ordini religiosi
che quotidianamente si spendono sul nostro
territorio nella logica della gratuità a
servizio degli altri.
Ricordiamo, dunque,
l’esistenza dell’Osservatorio delle povertà,
l’impegno a favore delle famiglie in difficoltà
attraverso il progetto sull’affido, lo sportello
immigrati presso gli uffici diocesani; la
vicinanza ai fratelli ammalati attraverso l'A.M.A.S.I.(Associazione
Mariana Assistenza Sollievo Infermi), la
realizzazione del progetto Policoro a favore
dell’imprenditorialità giovanile, la presenza
nel tessuto ecclesiale e sociale della Caritas,
della Pastorale sociale e del lavoro,
dell’Ufficio Migrantes e dell’Ufficio Famiglia.
A ciò si aggiungono le
ordinarie attività pastorali delle oltre 60
parrocchie della nostra diocesi e le tante
iniziative parrocchiali di distribuzione di beni
di prima necessità a poveri ed immigrati (basta
pensare alla consolidata esperienza della
parrocchia di Puglianello!) attività importanti
e significative che sono diventate punti di
riferimento anche per i servizi di assistenza
pubblica e testimoniano il forte radicamento e
legame della Chiesa con il
territorio
sannita.
Siamo
vicini anche ai fratelli poveri
degli altri
continenti, in particolare la martoriata Africa,
attraverso l’impegno di alcune associazioni di
laici che si occupano non solo di raccogliere
fondi
ma anche offrire
l’opportunità di vivere concretamente esperienze
di volontariato come Africa Mission, il Centro
Studi Bachelet
e la stessa Azione
Cattolica.
Non manchiamo di ricordare
l’impegno nella tutela e valorizzazione del
patrimonio culturale-architettonico della
diocesi che è poi
il
patrimonio di tutti: con i fondi statali
dell'8X1000 e con i fondi della CEI sono stati
restaurati autentici gioielli architettonici dei
nostri comuni e sono state realizzate centri
pastorali e di aggregazione soprattutto per i
giovani: si pensi al centro pastorale di Luzzano,
Durazzano, Villa
Fiorita di Sant'Agata dei Goti, Cerreto Sannita,
nonchè a quelli in fase di progettazione ad
Airola e Telese. I resoconti dei finanziamenti
sono stati regolarmente pubblicati sul
trimestrale diocesano "Servire Insieme" che
puntualmente da conto dello stato di avanzamento
dei relativi progetti. Inoltre, ulteriori
informazioni sono reperibili anche sul sito
della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Abbiamo riportato solo un
parziale e incompleto elenco dei soggetti
ecclesiali coinvolti nel servizio ai più poveri
semplicemente perché sarebbe impensabile
racchiudere in un misero comunicato tutto
l’impegno missionario, silenzioso e nascosto,
lontano dai riflettori televisivi e dalle pagine
dei giornali, così come insegna il Vangelo,
della Chiesa diocesana.
Evidentemente la scarsa
conoscenza della realtà ecclesiale da parte
degli autori del programma
ha determinato una
distorsione così eclatante dei fatti, come è
emerso dal servizio trasmesso: sarebbe
opportuno, dunque, far pervenire pubbliche scuse
all’intera Chiesa diocesana, ingiustamente e
provocatoriamente accusata e offrire
l’opportunità di una serena e chiarificatrice
replica, basata sul confronto aperto e
sull’onestà intellettuale delle parti in causa.
L’Azione Cattolica esprime solidarietà e affetto
per il Vescovo Michele, incoraggiandolo a
proseguire con fermezza e coerenza, come ha ben
fatto in questi dieci anni, nella sua azione
pastorale per il bene dell’intera comunità
ecclesiale.
La presidenza diocesana
Commento di Diego Ruggiero
giovedì 8 gennaio 2009
La scorrettezza
dell'informazione
Scorretto!
Questo è
l'aggettivo giusto per definire il
servizio "La povertà di Cristo" (lo
trovate su www.mediatvonline.com) ,
messo in onda dalla rete televisiva
Media Tv a commento degli auguri
natalizi di mons. De Rosa.
Estrapolando una frase dal contesto
il giornalista ha confutato durante
l'intero servizio un pensiero che
certamente non era del vescovo
Michele.
Perciò esaminiamo il contesto della
frase.
Il periodo precedente chiariva: "ci
avviciniamo al Santo Natale; un
Natale, a quel che si dice e si
sente, povero di soldi diversamente
da quello che avveniva in passato,
ammesso che ciò sia vero."
Anche un bambino capirebbe che
l'intento è quello di mettere in
risalto come, non per il solo fatto
che Tv e giornali dicano che siamo
più poveri per via della crisi, noi
lo diventiamo ipso facto, dalla sera
alla mattina realmente.
Si trattava in buona sostanza di un
invito alla calma e al realismo per
vivere al meglio e senza inutili
angosce il Santo Natale. Infatti
l'incriminata frase successiva sulla
quale la trasmissione ha tanto
ricamanto recitava: "Ritengo che
i soldi ci siano per tutti oggi, in
Italia, per vivere una vita
dignitosa e non dispendiosa.
Purtroppo oggi in Italia uno lavora,
uno produce e quattro mangiano sul
suo lavoro."
Chiaramente
l'intento dell'autore era di porre
in luce le implicazioni sociali di
un sistema in cui coloro che
veramente svolgono una funzione
sociale, "quelli che lavorano e
producono", (uno) non
hanno le stesse possibilità dei
quattro (è una figura retorica
e si chiama iperbole!)
"che si
arricchiscono perché privilegiati,
perché hanno avuto la possibilità di
inserirsi in certi circuiti dove si
lavora poco e ci si arricchisce
sproporzionatamente".
Quindi non contro i poveri, ma a
favore dei poveri! Si trattava di
un'affermazione paradossale perchè
in Italia pochi lavorano veramente,
mentre altri si arricchiscono sulle
spalle di chi lavora! Mons. De Rosa
col paradosso e l'iperbole ha detto
una grandissima verità!
A me era sembrato chiarissimo fin
dalla prima lettura dello scritto.
Chissà cosa è passato per la mente
dell'ideatore della trasmissione!?
Prima di informare occorre informarsi, e
bene!
Soprattutto occorrerebbe astenersi
dall'addentrarsi in settori che non
si conoscono affidandosi agli
articoli di Curzio Maltese e
travisando quelli di Avvenire, senza
avere peraltro contezza di ciò di
cui si parla. Ecco!
Forse una semplice telefonata presso
la curia diocesana avrebbe evitato
una brutta figura all'emittente. A
volte anche le omissioni
testimoniano della scorrettezza di
un certi modi di fare.
Infatti la diocesi cerretese per
l'anno 2007 ha ricevuto dalla CEI
(non dalla Santa Sede, come
affermato nella trasmissione, a
testimonianza dell'approssimazione
delle ricerche e delle conoscenze in
questo campo) € 480.270,00 per
esigenze di culto e di pastorale ed
€ 270.685,00 per interventi
caritativi: sono dati che si trovano
agevolmente sul sito ww.8xmille.it.
Altri fondi arrivano attraverso
l'Ufficio Sostentamento Clero che si
occupa specificamente del sostegno
ai sacerdoti le cui retribuzioni
sono equiparabili a quelle di poveri
(da € 800 a € 1300 di un vescovo),
non certo a quelle di privilegiati.
Altri fondi specifici per il
restauro di edifici di culto
arrivano dall'8 per mille CEI e
dell'8 per mille dello Stato. I
fitti riscossi coprono a stento le
spese di manutenzione ordinaria
degli immobili appartenenti alla
diocesi.
Il bilancio
della diocesi nella sostanza è
equiparabile a quello di un piccolo
comune delle nostre terre con la
differenza che la diocesi il suo
patrimonio, peraltro
considerevolmente maggiore rispetto
a quello di un piccolo comune, lo sa
amministrare, e bene. Lo
testimoniano le tante opere di
edilizia di culto e di restauro che
hanno segnato questo primo decennio
dell'attività pastorale del nostro
vescovo.
Il discorso
poi sulla pubblicazione del
bilancio è semplicemente fuori
luogo. Il diritto canonico
impone l'approvazione annuale
del bilancio preventivo e
consuntivo della diocesi,
tuttavia nessuna norma specifica
impone la sua pubblicazione,
anche perchè non esistono
registri, come avviene per le
imprese, e non esistono albi o
bollettini ufficiali , come
avviene per gli enti pubblici.
Forse il
sito diocesano! Ma occorre
rimarcare che il sito ha visto
luce solo a partire dalla metà
del 2008.
Forse una
semplice telefonata in curia, da
sempre disponibile con i mezzi
di informazione, avrebbe evitato
giudizi tanto sommari!
La critica mirata dell'emittente non
ha certamente colpito nel segno,
dimostrando in fin dei conti un
livore e rancore inusitati verso una
persona semplice e sincera come il
mons. De Rosa che vive fino in fondo
la povertà evangelica.
Credo proprio che l'emittente si
debba scusare pubblicamente con
tutta la Chiesa diocesana per le
inesattezze e parziali letture fatte
del pensiero di mons. De Rosa o
almeno concedere in condizioni di
parità il diritto di replica.
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