11 gennaio 2009
Vescovo e Diocesi chiedono informazione corretta
Diego Ruggiero

 

 

Azione Cattolica Italiana

Diocesi di Cerreto Sannita, Telese, Sant'Agata dei Goti

 

Comunicato Stampa: Per una informazione corretta

L'Azione Cattolica della diocesi di Cerreto Sannita – Telese - Sant'Agata Dei Goti  esprime contrarietà e disapprovazione per il programma televisivo “Wake up” trasmesso dalla locale emittente Media Tv, a commento del messaggio di auguri natalizi del vescovo Michele De Rosa, travisandone intenzionalmente e completamente il contenuto.

>>> Filmato

Il programma, tendenzioso e polemico,  mortifica lo spessore umano e spirituale del nostro pastore e offende tutti coloro, laici, sacerdoti e consacrati, che a diverso titolo, sono parte della Chiesa diocesana  e ogni giorno s’impegnano a vivere e testimoniare la povertà a cui il Vangelo richiama ogni cristiano. Per queste ragioni, l’Azione Cattolica diocesana è indignata per la cattiva e diffamante informazione fatta dal programma che non tiene conto in nessun modo delle numerose attività che la nostra diocesi svolge a servizio del territorio sannita, supplendo, spesso, alle carenze delle istituzioni preposte.

Sentiamo l’esigenza, pur ribadendo che la Diocesi non è un ente commerciale o pubblico tenuto a rendere noto il proprio bilancio, di ricordare agli autori della trasmissione e a tutti i cittadini le tantissime attività svolte dalla nostra diocesi a favore di coloro che vivono nella povertà umana, spirituale e materiale. È un doveroso atto di giustizia e di verità nei confronti di tanti laici, associazioni, sacerdoti, ordini religiosi che quotidianamente si spendono sul nostro territorio nella logica della gratuità a servizio degli altri.

Ricordiamo, dunque, l’esistenza dell’Osservatorio delle povertà, l’impegno a favore delle famiglie in difficoltà attraverso il progetto sull’affido, lo sportello immigrati presso gli uffici diocesani; la vicinanza ai fratelli ammalati attraverso l'A.M.A.S.I.(Associazione Mariana Assistenza Sollievo Infermi), la realizzazione del progetto Policoro a favore dell’imprenditorialità giovanile, la presenza nel tessuto ecclesiale e sociale della Caritas, della Pastorale sociale e del lavoro, dell’Ufficio Migrantes e dell’Ufficio Famiglia. 

Vescovo Michele De Rosa

A ciò si aggiungono le ordinarie attività pastorali delle oltre 60 parrocchie della nostra diocesi e le tante iniziative parrocchiali di distribuzione di beni di prima necessità a poveri ed immigrati (basta pensare alla consolidata esperienza della parrocchia di Puglianello!) attività importanti e significative che sono diventate punti di riferimento anche per i servizi di assistenza pubblica e testimoniano il forte radicamento e legame della Chiesa con il  territorio sannita.

Siamo vicini anche ai fratelli poveri  degli altri continenti, in particolare la martoriata Africa, attraverso l’impegno di alcune associazioni di laici che si occupano non solo di raccogliere fondi  ma anche offrire l’opportunità di vivere concretamente esperienze di volontariato come Africa Mission, il Centro Studi Bachelet  e la stessa Azione Cattolica.

Non manchiamo di ricordare l’impegno nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale-architettonico della diocesi che è poi  il patrimonio di tutti: con i fondi statali dell'8X1000 e con i fondi della CEI sono stati restaurati autentici gioielli architettonici dei nostri comuni e sono state realizzate centri pastorali e di aggregazione soprattutto per i giovani: si pensi al centro pastorale di Luzzano,  Durazzano, Villa Fiorita di Sant'Agata dei Goti, Cerreto Sannita, nonchè a quelli in fase di progettazione ad Airola e Telese. I resoconti dei finanziamenti sono stati regolarmente pubblicati sul trimestrale diocesano "Servire Insieme" che puntualmente da conto dello stato di avanzamento dei relativi progetti. Inoltre, ulteriori informazioni sono reperibili anche sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Abbiamo riportato solo un parziale e incompleto elenco dei soggetti ecclesiali coinvolti nel servizio ai più poveri semplicemente perché sarebbe impensabile racchiudere in un misero comunicato tutto l’impegno missionario, silenzioso e nascosto, lontano dai riflettori televisivi e dalle pagine dei giornali, così come insegna il Vangelo, della Chiesa diocesana. 

Evidentemente la scarsa conoscenza della realtà ecclesiale da parte degli autori del programma  ha determinato una distorsione così eclatante dei fatti, come è emerso dal servizio trasmesso: sarebbe opportuno, dunque, far pervenire pubbliche scuse all’intera Chiesa diocesana, ingiustamente e provocatoriamente accusata e offrire l’opportunità di una serena e chiarificatrice replica, basata sul confronto aperto e sull’onestà intellettuale delle parti in causa.

L’Azione Cattolica esprime solidarietà e affetto per il Vescovo Michele, incoraggiandolo a proseguire con fermezza e coerenza, come ha ben fatto in questi dieci anni, nella sua azione pastorale per il bene dell’intera comunità ecclesiale.

 

La presidenza diocesana



Commento di Diego Ruggiero

giovedì 8 gennaio 2009

La scorrettezza dell'informazione

Scorretto!
Questo è l'aggettivo giusto per definire il servizio "La povertà di Cristo" (lo trovate su www.mediatvonline.com) , messo in onda dalla rete televisiva Media Tv a commento degli auguri natalizi di mons. De Rosa.
Estrapolando una frase dal contesto il giornalista ha confutato durante l'intero servizio un pensiero che certamente non era del vescovo Michele.
Perciò esaminiamo il contesto della frase.
Il periodo precedente chiariva: "ci avviciniamo al Santo Natale; un Natale, a quel che si dice e si sente, povero di soldi diversamente da quello che avveniva in passato, ammesso che ciò sia vero."
Anche un bambino capirebbe che l'intento è quello di mettere in risalto come, non per il solo fatto che Tv e giornali dicano che siamo più poveri per via della crisi, noi lo diventiamo ipso facto, dalla sera alla mattina realmente.
Si trattava in buona sostanza di un invito alla calma e al realismo per vivere al meglio e senza inutili angosce il Santo Natale. Infatti l'incriminata frase successiva sulla quale la trasmissione ha tanto ricamanto recitava: "Ritengo che i soldi ci siano per tutti oggi, in Italia, per vivere una vita dignitosa e non dispendiosa. Purtroppo oggi in Italia uno lavora, uno produce e quattro mangiano sul suo lavoro."
Chiaramente l'intento dell'autore era di porre in luce le implicazioni sociali di un sistema in cui coloro che veramente svolgono una funzione sociale, "quelli che lavorano e producono", (uno) non hanno le stesse possibilità dei quattro (è una figura retorica e si chiama iperbole!) "che si arricchiscono perché privilegiati, perché hanno avuto la possibilità di inserirsi in certi circuiti dove si lavora poco e ci si arricchisce sproporzionatamente".
Quindi non contro i poveri, ma a favore dei poveri! Si trattava di un'affermazione paradossale perchè in Italia pochi lavorano veramente, mentre altri si arricchiscono sulle spalle di chi lavora! Mons. De Rosa col paradosso e l'iperbole ha detto una grandissima verità!
A me era sembrato chiarissimo fin dalla prima lettura dello scritto. Chissà cosa è passato per la mente dell'ideatore della trasmissione!?
Prima di informare occorre informarsi, e bene!
Soprattutto occorrerebbe astenersi dall'addentrarsi in settori che non si conoscono affidandosi agli articoli di Curzio Maltese e travisando quelli di Avvenire, senza avere peraltro contezza di ciò di cui si parla. Ecco!
Forse una semplice telefonata presso la curia diocesana avrebbe evitato una brutta figura all'emittente. A volte anche le omissioni testimoniano della scorrettezza di un certi modi di fare.
Infatti la diocesi cerretese per l'anno 2007 ha ricevuto dalla CEI (non dalla Santa Sede, come affermato nella trasmissione, a testimonianza dell'approssimazione delle ricerche e delle conoscenze in questo campo) € 480.270,00 per esigenze di culto e di pastorale ed € 270.685,00 per interventi caritativi: sono dati che si trovano agevolmente sul sito ww.8xmille.it. Altri fondi arrivano attraverso l'Ufficio Sostentamento Clero che si occupa specificamente del sostegno ai sacerdoti le cui retribuzioni sono equiparabili a quelle di poveri (da € 800 a € 1300 di un vescovo), non certo a quelle di privilegiati. Altri fondi specifici per il restauro di edifici di culto arrivano dall'8 per mille CEI e dell'8 per mille dello Stato. I fitti riscossi coprono a stento le spese di manutenzione ordinaria degli immobili appartenenti alla diocesi.
Il bilancio della diocesi nella sostanza è equiparabile a quello di un piccolo comune delle nostre terre con la differenza che la diocesi il suo patrimonio, peraltro considerevolmente maggiore rispetto a quello di un piccolo comune, lo sa amministrare, e bene. Lo testimoniano le tante opere di edilizia di culto e di restauro che hanno segnato questo primo decennio dell'attività pastorale del nostro vescovo.
Il discorso poi sulla pubblicazione del bilancio è semplicemente fuori luogo. Il diritto canonico impone l'approvazione annuale del bilancio preventivo e consuntivo della diocesi, tuttavia nessuna norma specifica impone la sua pubblicazione, anche perchè non esistono registri, come avviene per le imprese, e non esistono albi o bollettini ufficiali , come avviene per gli enti pubblici.
Forse il sito diocesano! Ma occorre rimarcare che il sito ha visto luce solo a partire dalla metà del 2008.
Forse una semplice telefonata in curia, da sempre disponibile con i mezzi di informazione, avrebbe evitato giudizi tanto sommari!
La critica mirata dell'emittente non ha certamente colpito nel segno, dimostrando in fin dei conti un livore e rancore inusitati verso una persona semplice e sincera come il mons. De Rosa che vive fino in fondo la povertà evangelica.
Credo proprio che l'emittente si debba scusare pubblicamente con tutta la Chiesa diocesana per le inesattezze e parziali letture fatte del pensiero di mons. De Rosa o almeno concedere in condizioni di parità il diritto di replica.

 

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it