12 dicembre 2009
Faicchio, convegno: "Colture e... culture"
Annarita Lombardi

 

 

 

 

Concluso il Convegno “Colture e…cultura” organizzato dall’istituto superiore “Fragola” presso la Fiaccola Hotel in Faicchio.


Ad aprire la lunga mattinata di interventi è stato il dirigente scolastico dell’Istituto, Rodolfo Antonio Mongillo, il quale introducendo un tema delicato come quello della fame ha voluto in primis dare alcuni dati a tutti i presenti, ed in particolare ai 175 alunni delle scuole, sottolineando la grave differenza che c’è tra i bambini dell’Italia, (il 37,7 % dei quali è grasso e ben il 12% addirittura obeso) e i bambini dei PVS (il cui peso non supera i 30 chili). Ha inoltre ricordato che non può esserci sviluppo se esso non è planetario e che la scuola può fare molto attraverso individui socialmente impegnati cambiando i comportamenti egoistici ed individualistici in comportamenti capillarmente diffusi.


Ai saluti del sindaco Borrelli che ha brevemente parlato del progetto “Porta del Sannio” è seguito l’intervento del sindaco Scetta che ha tenuto a precisare che un convegno non può risolvere i problemi della fame nel mondo ma certamente sensibilizza quanti vorrebbero fare qualcosa. “Fame ed obesità sono termini antitetici, contrapposti derivanti dalla decadenza e disuguaglianza sociale ma c’è una cosa che li accomuna”, ha ricordato il primo cittadino “Oggi purtroppo si muore di fame, oggi purtroppo si muore anche di troppo cibo”. Non c’è più il senso della misura, il senso del giusto. “Se arrivassimo a vivere in un mondo più giusto forse si morirebbe meno di fame e meno di troppo cibo” ha concluso Scetta.
Anche per la Dott.ssa Tantucci la scuola può fare. “La scuola non è onnipotente ma è potente”, così ha esordito il presidente dell’Eip Italia, “La scuola non deve essere lasciata sola in queste iniziative. La scuola deve andare nella direzione della fraternità e del dialogo autentico tra i popoli. La scuola deve educare, formare, agire e comunicare perché se quello che si fa non si conosce è pari quasi a non farlo”.


Il Consigliere provinciale, Nino Lombardi, ha improntato il suo discorso su una frase significativa di Benedetto XVI “Liberare dalla fame significa liberare dalla guerra”. Il nostro pianeta urla la fame. Ognuno di noi può fare qualcosa. Anche se questo “qualcosa” è una goccia nell’oceano, è pur sempre una goccia, un’azione per aiutare chi soffre.


La Dott. ssa Del Prete, docente dell’Università del Sannio, ha illustrato, invece, in maniera breve e concisa il progetto dell’Ente Provincia del 1865 della “scuola-podere”. Un progetto ambizioso che mai si realizzerà perché oggi manca quel “principio produttivo”di un tempo.


Se poetico è stato l’intervento di Lidia Ciabattini dell’università “La Sapienza” di Roma che ha parlato di “Alma mater tellus”, pratico e concreto è stato quello di Vincenzo Lombardi, contrattista dell’Università del Molise, che ha spiegato i modi e i metodi per migliorare la situazione nei PVS. “Bisognerebbe sviluppare l’agricoltura locale attraverso la valorizzazione dei prodotti tipici del luogo, attraverso la riduzione delle perdite post-raccolta, attraverso la formazione delle risorse umane, il miglioramento delle qualità igieniche dei prodotti e il prolungamento della conservazione dei prodotti locali. Tutto ciò attraverso la diffusione della cultura alimentare e nutrizionale delle popolazione dei PVS”.
Bruno Galzerano, referente educazione alla salute della direzione scolastica regionale, ha parlato di obesità e denutrizione come facce di un stessa medaglia che non possono essere risolte nell’immediato. La scuola ha un ruolo fondamentale come laboratorio continuo di acquisizione e dunque come laboratorio di educazione alla salute. Il problema c’è, esiste e deve essere affrontato attraverso la prevenzione e la conoscenza. La conoscenza genera consapevolezza, consapevolezza di un pericolo dal quale ci si può allontanare. Conoscenza vuol dire anche poter scegliere e farlo consapevolmente.

 

La scuola ha una enorme potenzialità educativa e può far capire ai giovani che non siamo in una società consumistica ma in una società dello spreco. “Non è esatto dire consumiamo meno acqua, ma è esatto dire sprechiamo meno acqua”. Fare questo sarebbe già un passo avanti. Sì al consumo, dunque, no allo spreco.
Un fuori programma è stato l’intervento del Presidente della Coldiretti che definisce il tema difficile ed ambizioso soprattutto in Italia dove il problema è l’obesità e non la fame. Non c’è contrapposizione tra agricolture dei paesi sviluppati e quelle dei paesi in via di sviluppo ma c’è solo differenza di modelli. I Pvs chiedono ai paesi occidentali di poter evidenziare le loro produzioni, commercializzandole essi stessi e non attraverso le multinazionali. No, quindi, al neo-colonialimo delle multinazionali in questi paesi. Il presidente ha poi parlato di uno strumento messo in campo dalla Coldiretti che si sta rivelando importante. La “Campagna Amica”, un progetto che ha anche un risvolto ambientale riducendo l’inquinamento causato dal trasporto dei prodotti. Bisogna diffondere la cultura di progetti “Km 0” e della cosiddetta “Filiera corta”. “3 intervistati su 4, ha concluso il Presidente, si sentono più garantiti usando prodotti locali oltre ad essere per i consumatori più conveniente perché prodotti acquistati direttamente dal produttore”.

 

Annarita Lombardi

 


 

 

 

 

 

COLTURE… CULTURA – GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE – RELAZIONE DEL DIRIGENTE SCOLASTICO,

DOTT. PROF. REODOLFO ANTONIO MONGILLO

 

Un miliardo di persone soffre di fame cronica mentre stiamo parlando. 2 bambini muoiono di fame. Un pianeta, come l’Africa e buona parte dell’Asia, è condannato alla fame ed alla sofferenza . Ragazzi, studenti pensate che in Africa l’80% soffre di gravissime malattie legate alla malnutrizione. Rimembrate che i bambini sono soggetti alla caduta di capelli, fino alla calvizie, alla perdita delle unghie e talvolta anche del primo strato di pelle. Il  mondo è pieno di affamati perché le risorse sono mal distribuite. Per questo non è sufficiente aumentare la produzione alimentare, ma combattere la lotta su più piani: da una parte sviluppare l'agricoltura nelle zone più povere, proteggendo le economie rurali, e dall'altra correggere certi effetti dell'economia globalizzata: caduta dei prezzi dei prodotti agricoli, diffusione incontrollata delle colture industriali volute dai gruppi economici più forti, liberazione dei contadini e dei paesi poveri dal giogo dell’indebitamento. Dal rapporto UNICEF si ricava che è “allarme rosso” per la situazione dell’infanzia , se si pensa che 11 milioni di bambini muoiono mentre molti altri si “perdono in mezzo ai vivi”, resi invisibili dalla miseria,non registrati alla nascita o costretti a lavorare in condizioni estreme. Come i bambini soldato, o quelli nei bordelli, vittime dello sfruttamento sessuale- VEDASI L’ESTREMO ORIENTE -. Oltre 600 milioni,sotto i 5 anni, devono sopravvivere con meno di un dollaro al giorno, 200 milioni sono affetti da rachitismo per malnutrizione e oltre 110 non vanno a scuola.

ACQUA E SERVIZI IGIENICI

Più di un miliardo di persone continua a non avere accesso all'acqua potabile ed un terzo della popolazione mondiale non dispone di servizi igienici. Con i problemi climatici e l’effetto serra con cui dobbiamo fare i conti se l’uomo non se ne avvede, la terra, surriscaldandosi, desertifica il pianeta e nella fattispecie l’Africa  Mentre sono 2 milioni i bambini che muoiono per malattie diarroiche ed altri disturbi legati al consumo d'acqua malsana.

La fame è un problema che si è  sempre riscontrato durante la storia, ma nell’epoca moderna più che mai: oggi, infatti, si sente sempre più spesso parlare di miseria e di fame nel mondo. Molte regioni africane o sudamericane, invece, soffrono dell’oppressione di aziende multinazionali che sfruttano le risorse del luogo, approfittando, ad esempio, della povertà dello stato e non sostengono gli abitanti dalla miseria che esse stesse provocano.

Questa condizione causa a molte persone sofferenze e umiliazioni; prendiamo come esempio tutti quegli stranieri che emigrano nel nostro paese e che spesso vediamo in giro per le strade a chiedere l’elemosina, a vendere oggetti o a fare qualche servizio in cambio anche solo di un piccolo ricavo. Certamente per loro non deve essere né piacevole né onorevole, quindi penso che, se davvero non ne avessero bisogno, non lo farebbero.

Purtroppo questo loro agire provoca in loro una degradazione sul piano culturale: molte volte si prendono in giro queste persone che non sempre hanno colpa; capita perfino che vengano accusati di atti vandalici o addirittura criminali, soltanto perché si trovano in questa misera condizione. Vengono trattati come se non possedessero gli stessi diritti delle altre persone e non vengono considerati nelle opinioni pubbliche, nelle quali anzi dovrebbero essere più ascoltati. Così si dà inizio a quei movimenti migratori verso posti in cui vi è più disponibilità e più possibilità di trovare lavoro e di sfamarsi, pur dovendo continuamente subire ingiustizie o oppressioni da parte della popolazione del luogo.[1]

Il tema scelto quest'anno dalla Fao per la Giornata Mondiale dell'Alimentazione è "Raggiungere la sicurezza alimentare in tempi di crisi". Esso invita a considerare il lavoro agricolo come elemento fondamentale della sicurezza alimentare e, quindi, come una componente a pieno titolo dell'attività economica. Per tale motivo, l'agricoltura deve poter disporre di investimenti e di risorse sufficienti. Questo tema interpella e fa comprendere che i beni della creazione sono limitati per loro natura: essi richiedono, dunque, atteggiamenti responsabili e capaci di favorire la sicurezza che si ricerca, pensando anche a quella delle generazioni future. Una profonda solidarietà e una lungimirante fraternità sono dunque necessarie.

Uno studio della Coldiretti ci dice che l'emergenza alimentare non si risolve con i prezzi bassi all'origine per i produttori perché questi non consentono all'agricoltura di sopravvivere e, con la chiusura delle imprese, destrutturano il sistema che non è più in grado di riprendersi anche in condizioni positive. Gli aiuti alimentari sono necessari, ma non bastano e occorre investire nell'agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all'omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall'estero. Alle agricolture di tutto il mondo devono essere garantiti credito e investimenti adeguati se si vuole continuare a sfamare una popolazione che aumenta vertiginosamente, si devono applicare regole chiare per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose, occorre garantire trasparenza e informazione ai consumatori perché negare tutto ciò è più distorsivo di qualsiasi aiuto di stato.

 

CRISI ECONOMICA

La forte recrudescenza della fame, causata dalla crisi economica mondiale, ha interessato principalmente le popolazioni povere dei paesi in via di sviluppo, evidenziando la fragilità del sistema alimentare mondiale e la necessità di una sua urgente riforma, denuncia il rapporto pubblicato dalla FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione) e dal PAM (il Programma Alimentare Mondiale). «I leader mondiali hanno reagito con determinazione alla crisi economica e finanziaria e sono stati in grado di mobilitare miliardi di dollari in un lasso di tempo molto breve.  La stessa azione decisa è adesso necessaria per combattere fame e povertà», ha affermato il Direttore Generale della FAO Jacques Diouf.  «L’aumento del numero delle persone che soffrono la fame è intollerabile.  Abbiamo i mezzi tecnici ed economici per far scomparire la fame dal pianeta, quello che manca è una più forte volontà politica per sradicarla per sempre. È essenziale investire nel settore agricolo dei paesi in via di sviluppo, non solo per sconfiggere fame e povertà, ma anche per assicurare una generalizzata crescita economica, e dunque pace e stabilità nel mondo».Il presidente DIOUF nel suo lungo discorso ha evidenziato, tra l’altro: «I piccoli contadini devono avere accesso a sementi di alta qualità, ai fertilizzanti, al foraggio e a tecnologie per poter incrementare la produzione e la produttività», ha detto Diouf.  «I loro governi necessitano di strumenti economici e politici per garantire che i loro settori agricoli siano più produttivi e più resistenti alle crisi».

CAMBIAMENTO DI STILI DI VITA

Il conseguimento di questi obiettivi richiede una necessaria modificazione degli stili di vita e dei modi di pensare. Obbliga la Comunità internazionale e le sue Istituzioni a intervenire in maniera più adeguata e forte. Si auspica che tale intervento possa favorire una cooperazione che protegga i metodi di coltivazione propri di ogni regione ed eviti un uso sconsiderato delle risorse naturali. Si spera, inoltre, che tale cooperazione salvaguardi i valori propri del mondo rurale e i fondamentali diritti di quanti lavorano la terra. Mettendo da parte privilegi, profitti e comodità, questi obiettivi potranno allora essere realizzati a vantaggio di uomini, donne, bambini, famiglie e comunità, che vivono nelle regioni più povere del pianeta e sono, dunque, più vulnerabili. L'esperienza dimostra che le soluzioni tecniche, anche avanzate, mancano di efficacia se non si riferiscono innanzitutto alla persona, che viene per prima e che, nella sua dimensione spirituale e materiale, è all'origine e al termine di ogni attività.

L'accesso al cibo, più che un bisogno elementare, è un diritto fondamentale delle persone e dei popoli, riporta il nostro papa Benedetto XVI nel suo discorso alla Fao.  Potrà diventare una realtà e una sicurezza, se sarà garantito un adeguato sviluppo in tutte le diverse regioni. In particolare, il dramma della fame potrà essere superato solo "eliminando le cause strutturali che lo provocano e promuovendo lo sviluppo agricolo dei Paesi più poveri mediante investimenti in infrastrutture rurali, in sistemi di irrigazione, in trasporti, in organizzazione dei mercati, in formazione e diffusione di tecniche agricole appropriate, capaci cioè di utilizzare al meglio le risorse umane, naturali e socio-economiche maggiormente accessibili a livello locale" (Caritas in veritate, n. 27). [2]

OBESITA’

In molti Paesi, i problemi di salute connessi agli eccessi alimentari rappresentano una minaccia in continuo aumento. L'obesità, nei bambini e negli adolescenti, è associata a diversi problemi di salute e la sua persistenza, sino alla maggiore età, può condurre ad effetti che vanno dall'aumento del rischio di morte prematura a diversi stati debilitanti, non mortali, ma che influiscono sulla produttività. Questi problemi emergenti non riguardano solo i Paesi progrediti; infatti, un numero sempre più alto di Paesi in via di sviluppo si sta confrontando con il duplice problema della sottoalimentazione e delle malattie croniche legate all'alimentazione. Inoltre, la contaminazione alimentare causata da agenti microbici, da metalli pesanti e da insetticidi è un ostacolo al miglioramento nutrizionale in tutti i Paesi del mondo. In molti Paesi sono piuttosto comuni le malattie che si trasmettono attraverso gli alimenti e i bambini ne sono le prime vittime. In Italia il 33% della popolazione è sovrappeso e il 9% obeso (questi ultimi solo dal 1994 al 1999 sono aumentati del 25%) e particolarmente preoccupante è il fatto che circa il 20% dei bambini è troppo grasso e che metà di quelli obesi lo sarà anche da adulto.

L'obesità rappresenta un grave problema di salute in quanto è una malattia cronica, fattore di rischio di altre condizioni oggi diffuse come diabete, malattie cardiovascolari, tumori, patologie articolari, pancreatiti, steatosi epatica.

Nonostante l'allarme e la preoccupazione tra gli "addetti ai lavori" l'obesità è tuttora sottovalutata dalla popolazione che percepisce il sovrappeso e l'obesità più come problema estetico che di salute, non considera la dieta un atto medico e spesso si affida a un "fai da te" inefficace se non pericoloso e non svolge attività fisica in modo costante.

 

COSA FARE

 Tutti gli uomini devono e possono battersi per la tutela dei diritti umani, troppo spesso violati. Non può esserci sviluppo se questo non è planetario, ed obiettivi dello sviluppo sono quelli di assicurare una condizione di vita dignitosa, un'alimentazione adeguata, un'assistenza sanitaria, istruzione, lavoro e protezione contro le calamità.

Intervenire in aiuto delle Nazioni povere e di combattere la povertà attraverso ogni mezzo: sostenere i programmi internazionali; diffondere il messaggio con campagne di informazioni capillari e ripetute nel tempo al fine di sensibilizzare sempre più il cittadino; promuovere incontri con le Istituzioni cooperando con esse per istituire centri di raccolta e per formalizzare programmi di intervento educativo; attivarsi con i media per diffondere l’obbligo della difesa dei diritti umani. La nostra scuola che è spiritualmente e eticamente alta, faccia propria  l’esperienza che si sta conducendo in Costa d’Avorio[3] ove un gruppo di volontari di Puglianello e dei paesi limitrofi ha  acquistato terre e un  trattore per dare la possibilità alle donne di lavorare, produrre, mangiare e magari anche vendere i loro prodotti. Il giorno 14 dicembre 2009 parte la nostra presidentessa alla volta di questo martoriato paese a consegnare il ricavato della festa di beneficenza, cui ha partecipato quasi tutta la valle telesina o puoi, tu, lettore partecipare personalmente e con un aiuto economico alle cose egregie che sta facendo il Centro studi sociali “BACHELET “ONLUS che ha gemellato la diocesi Telese o Cerreto e Sant’Agata dei Goti con la Chiesa africana della diocesi di Bururi in Burundi. Mi piace riportare un passo pubblicato sul BURUNDI NEWS [4] a firma di Don Franco Piazza e dal referente pro-Burundi, prof. Sebastiano Paglione “:.. Non più odio fra le popolazioni, ma fraternità e collaborazione; non più armi nelle mani dei bambini, ma istruzione e scuole per crescere; non più abbandono e solitudine, ma cibo e sostegno agli orfani, vicinanza, solidarietà, luoghi di incontro e acqua potabile per gli adulti. Anche noi abbiamo fatto sentire la nostra vicinanza non solo tramite i fondi raccolti in diocesi, ma anche con la presenza diretta in Burundi, realizzatasi con cinque campi di volontariato negli anni 1999,2002,2005, 2007,2009. Ciò ha reso possibile di concretizzare la carità, di essere portatori d'amore a questi nostri fratelli, lontani geograficamente, ma vicini e prossimi socialmente e spiritualmente perché tutti figli di uno stesso Padre. La bellezza delle esperienze di solidarietà ha permesso di constatare come la grandezza e la bontà di Dio possano fare cose ammirabili, non solo nella costruzione di opere materiali, ma soprattutto in quelle relazionali e di convivenza umana: osservare come l'odio anno dopo anno ha lasciato il posto all'amore, le armi ai mattoni per le scuole, la paura alla gioia di vivere, la separazione all'unione e alla ricerca dell'altro, l'egoismo alla solidarietà…”

 Infine sprecare di meno per non lordare questo mondo occidentale e rendere il ricavato alla povera gente. Prossimamente è Natale, la festa del Bambino Gesù, perché non ci proponiamo di consumare meno acqua: beviamo l’acqua di rubinetto,la cosiddetta “acqua del sindaco”: l’unico inconveniente e’ usare il contenitore portato da casa; mangiamo più frutta e verdura di stagione e acquistiamo alimenti non imballati, magari comprando i prodotti solidali  dei contadini dei paesi più poveri, diminuiamo l’uso dei cibi congelati, sostituiamo un piatto di carne con pietanza a base di legumi. Togliamoci l’abitudine di usare i sacchetti di plastica,[5] facciamo come le nostre nonne che usavano il borsone della spesa di cotone o di vimini  che veniva riutilizzato ogni volta; non usiamo i bicchieri  e i piatti di plastica, utilizziamo stoviglie  in ceramica e bicchieri di vetro; non usiamo i fazzoletti di carta, sostituiamoli con quelli di cotone.

Orsù, proviamoci, andando a casa! Cambiamo i nostri comportamenti egoistici, egotistici e individualistici. Ricostruiamo il nostro essere intelligente in essere umano socialmente impegnato: MOI, C’EST TOI, NOUS SOMMES TOUS DANS L’ENGAGEMENT HUMAIN. I POVERI, I DERELITTI, GLI EMARGINATI  HANNO BISOGNO DI NOI!


 

 

 


[1] Daniel Migliozzi – presidente del PAM

[2] MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI -AL SIGNOR JACQUES DIOUF, DIRETTORE GENERALE DELLA F.A.O.,  IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DELL’ALIMENTAZIONE 2009

 

[3] Referente BIANCA BRUNI, Via Cupa- 82030 Puglianello

 

[4] Per chi volesse aiutare, può fare un versamento:tramite ccp. 87345773  intestato a CSS Bachelet Onlus  82032 Cerreto Sannita Causale : Erogazione liberale – Pro Burundi

 

[5] 200 milioni di tonnellate all’anno di sacchetti di plastica, l’8% della produzione di petrolio. Cfr VIVERE, PAG 27 – DICEMBRE 2009

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

08/12/2009     

 

Colture e... culture’: il 10 dicembre l’incontro dell’istituto ‘Fragola’

 

‘Colture e... cultura’: questo il titolo dell’intendo incontro promosso per giovedì prossimo (10 dicembre) dall’istituto superiore ‘Fragola’ di Faicchio in occasione della ‘Giornata mondiale dell’alimentazione’. L’appuntamento è fissato presso l’hotel ‘La fiaccola’, in via Selva a Faicchio, con inizio programmato per le ore 9.30.

 

 

 

Questo convegno regionale sul tema dell’alimentazione vede la cooperazione della rete scolastica ‘Melaverde’di Faicchio, San Salvatore Telesino, Cusano Mutri, Guardia Sanframondi e Foglianise, l’ufficio scolastico regionale e provinciale, la sezione Eip Italia (Ecole Instrument de Paix- Scuola Strumento di Pace), gli istituti scolastici della provincia di Benevento, centro rete Eip ‘Nosengo’ di Arzano, rappresentanti della Fao, Miur, enti locali, ente provinciale per il turismo di Benevento e centro studi sociali ‘Bachelet’ onlus, Cittadinanza Attiva. L’incontro sarà presentato dal dirigente scolastico dell’istituto ‘Fragola’, Reodolfo Antonio Mongillo’.

 

 

 

A seguire i saluti di Pietro Esposito (dirigente scolastico provinciale), Mario Borrelli (sindaco di Faicchio), Mario Scetta (sindaco di Castelvenere), Anna Chiara Palmieri (assessore provinciale all’istruzione), Nino Lombardi (consigliere provinciale), Giuseppe Omodei (dirigente della regione Campania).

 

In merito alla presenza dei due primi cittadini va detto che si registra in quanto questo istituto di istruzione superiore è formato dall’istituto per il turismo di Faicchio e da quello alberghiero di Castelvenere. Dopo questa carrellata di saluti sarà la volta degli interventi. Il primo sarà curato da Rossella Del Prete (docente dell’Università degli Studi del Sannio) con la relazione su ‘Pane e lavoro: un antico progetto del consiglio provinciale di Benevento per l’apertura di una “scuola-podere”’.

 

 

A seguire sarà la volta di Anna Paola Tantucci (presidente dell’Eip Italia) sul tema ‘Il diritto umano all’alimentazione – Lo stato dell’arte alla luce del rapporto Fao 2009’. Terzo intervebto giungerà grazie al contributo di Lidia Ciabattini (dell’università ‘La Sapienza’ di Roma) con ‘Alma Mater Tellus’. Penultimo intervento previsto è quello di Vincenzo Lombardi (cotrattista presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi del Molise) con l’intervento centrato sul tema ‘Cultura dell’alimentazione e fame nel mondo’.

 

Per finire è previsto il contributo di Bruno Galzerano (referente educazione alla salute della direzione scolastica regionale) con l’intervento ‘Obesità e denutrizione: il ruolo della scuola’. Ricordiamo che l’appuntamento della Fao dedicato alla Giornata Mondiale dell’Alimentazione si è svolto quest’anno a Roma il 16 ottobre scorso. Nell’ambito della campagna ‘L’Italia con l’Onu contro la fame del mondo’ si sono andate registrando diverse manifestazioni organizzate lungo tutta la Penisola (nel periodo primo ottobre-15 dicembre) in cui rientra l’evento in programma Faicchio programmato per la giornata di dopodomani.

 

     

 Valle Telesina


Per intervenire: invia@vivitelese.it