Questo è un periodo di stasi, di
rilassatezza …Godiamolo fino in fondo.
A settembre come comunicato organizzeremo un
tavolo, fisico o virtuale non importa,
intorno al quale tutti quelli che vorranno
esprimere la propria opinione, discutere e
confrontarsi con pacatezza e spirito
costruttivo potranno farlo. Penso
principalmente alle persone che con il loro
contributo rendono ancora possibile il
rinnovarsi ogni sette anni dei riti di
penitenza, e mi riferisco ai comitati
rionali, non da meno la rappresentanza
ecclesiastica e istituzionale e infine a
tutte le persone che a vario titolo si
sentono coinvolte.
Sarà quello il momento in cui si deciderà se
proseguire o meno con l’iter procedurale per
l’inserimento dei Riti settennali di
Penitenza in Onore dell’Assunta nell’elenco
del Patrimonio Culturale Immateriale
dell’UNESCO. Una cosa è certa, se si
deciderà di attuare l’idea, allora in quella
stessa riunione si dovrà costituire un
‘organismo’ che avrà il compito di
alimentare e portare a termine il tutto. Il
nostro contributo, come associazione , si
esaurisce in quella sede e in quella fase,
e, solo se richiesto, saremo di nuovo
disponibili a dare il nostro supporto sia
materiale sia d’idee.
Buon ferragosto.
Associazione I coraggiosi
Il presidente
Mario Plenzick
da

La Rabbia e l'Orgoglio - 11
agosto 2009 - Raffaele Pengue
Chiunque - amico o nemico, alleato o
avversario (se proprio si vuol dare una
connotazione politica), di destra di centro
o di sinistra, di sotto di sopra e di lato,
odiatore o fan sfegatato di Berlusconi -, a
questo punto dovrebbe riconoscermi se non
altro un minimo senso di sensibilità e un
forte senso di appartenenza.
Appartenenza a una comunità che, purtroppo,
dal punto di vista Storico, Culturale e
delle Tradizioni (e non solo) si va
cancellando, memorie incluse; dove nelle
nuove generazioni l'appartenenza allude
ormai solo ad una vaga provenienza, un
vecchio parentado; una comunità dove l'unica
via d'uscita coincide con la via di fuga
individuale: dove l'appartenenza della
classe dirigente si manifesta soltanto
coprendo i motivi di vergogna sotto una
coltre di pochi centimetri d'asfalto. So
bene che a qualcuno non piacerà quello che
sto per dire e credetemi, litigare sempre
non è bello e ne sono anche stufo! Ma quando
ho litigato l'ho sempre fatto per la Verità
e per migliorare le cose in questa
"disgraziata" comunità alla quale sono
strettamente legato: e non solo per legami
originari (concetti che affronto in un
prossimo libro dedicato a Guardia e al quale
vi rimando).
Non più di qualche settimana addietro ho
posto ai miei concittadini una questione, ho
sollevato dei dubbi, ho sviluppato una mia
analisi e dato giudizi su ciò che è nel DNA
di ogni guardiese autentico: i Riti
Settennali di Penitenza in onore
dell'Assunta in programma da qui ad un anno.
Un tema vasto che tocca appunto la Ragione,
la Religione, la Fede, la Cultura e le
Tradizioni di Guardia e che certamente
merita di essere affrontato a più voci, un
tema per niente facile, ma, oggi, di grande
attualità. L'argomento era posto in questi
termini: alcuni cittadini, legittimamente
attenti a qualunque circostanza intesa a
trasfigurare la prossima "Festa
dell'Assunta", come semplicemente e
amorevolmente viene definita dai guardiesi,
indubbiamente locale e localistica, antica,
intima, hanno il timore di una sua eccessiva
spettacolarizzazione. Punto.
Ma perché questa domanda. Il pretesto è
stato quello di aver appreso, riguardo ai
Riti, di un progetto in fase avanzata di
realizzazione, che va proprio nella
direzione opposta. Un progetto partorito già
nella scorsa edizione e che oggi si
concretizza a Benevento - con l'assenso
dell'Amministrazione Comunale di Guardia -
nelle stanze della Rocca dei Rettori. Un
progetto ideato da una ben definita "lobby"
politica "istituzionale" assolutamente
bipartisan. Un progetto inteso a far sì che
i Riti del 2010, nelle intenzioni dei
promotori e avvalendosi della collaborazione
di "esperti del settore" (imprese e
associazioni della Vulgata Giusta) divengano
dal punto di vista mediatico un "evento" di
portata globale nel nome di un dio chiamato
business. Tutto qua. Un progetto,
ovviamente, per alcuni (loro), assolutamente
legittimo.
In seguito, premesso di aver molto
apprezzato l'intervento di Carlo Labagnara
apparso sul Sannio Quotidiano alcuni giorni
fa nel quale si sottolinea una volta di più
la forza e l'originalità del messaggio
morale che traspare dai Riti di Guardia,
ovvero il tema del dono e del valore della
fede, nonostante un timido accenno di
polemica, più che altro una levata di scudi
di circostanza, un maldestro tentativo di
"rigirare la frittata" da parte di chi (a
ragione) si è sentito chiamato direttamente
in causa, non ho voluto essere precipitoso,
ho atteso pazientemente commenti (pochi, in
verità), chiarimenti (o quantomeno una
parvenza di smentita) e interpretazioni e
sono stato riservato.
Ne parlo solo ora dopo che la poderosa
macchina da guerra "culturale provinciale"
si è messa in moto; dopo che si è rotta la
"consegna" del silenzio (magari interrotto
da attestazioni di stima e di approvazione
private, quando nessuno vede e nessuno
sente) e dopo aver letto un paio di
testimonianze sui siti internet e aver
appreso il "desiderio" della ben nota
associazione de' "icoraggiosi" che, in
questo agosto distratto e godurioso, è
uscita finalmente allo scoperto agitando
addirittura un tema di portata mondiale,
ovvero la necessità di far inserire i
"nostri" Riti nell'elenco del Patrimonio
Culturale Immateriale dell'Umanità
dell'Unesco.
Siamo all'assurdo! Costoro dimenticano
qualcosa di estremamente importante. I Riti
Settennali di Penitenza in onore
dell'Assunta attengono alla sfera del
personale, dei significati, riguardano la
Ragione, la Religione, riguardano la Fede,
la Tradizione dei guardiesi, vanno amati e
difesi come si amano e si difendono le
proprie origini, è gratitudine verso chi ci
ha preceduto: riguardano la Comunità
Guardiese. Invece, nella proposta de'
"icoraggiosi" essi vengono percepiti non
come occasione di riflessione, ma come
opportunità meramente materiale per lanciare
o collocare sul mercato (considerata la
radicata e immutabile incapacità del governo
locale) un bene naturale e culturale come
Guardia. Ma caliamoci nel concreto. Pensate
davvero che sarà possibile, ad un paese come
il nostro che, non avendo la sua principale
risorsa nei beni artistici e culturali, non
avendo alcuna struttura ricettiva, tutelare
e valorizzare tutto questo patrimonio fatto
esclusivamente di Ragione, di Religione, di
Fede, di Cultura e di Tradizioni soltanto
inserendolo in un elenco? Ma poi. Siete
convinti che tutto ciò risponda al
"desiderio" della comunità?
No, la Storia, la Cultura, le Tradizioni di
Guardia, se permettete, non sono Cosa
Vostra, Signori. Voi che rivestite funzioni
"istituzionali". Vi accuso di delitto
culturale, come accade appunto alle
associazioni di stampo mafioso. Vi accuso di
appropriazione indebita dell'ultimo
brandello di identità culturale, di unità
nella Fede e nella Tradizione, di
concittadinanza che ancora ci lega. Voi,
Signori, nuovi barbari della civilizzazione,
"nemici interni della comunità", fomentatori
della nuova guerra civile scagliata contro
ciò che resta della tradizione culturale e
civile guardiese, dopo averne ucciso il
tessuto socio-economico volete uccidere
anche la sua Storia, la sua Cultura, le sue
Tradizioni, volete uccidere anche l'ultimo
brandello di orgoglio di appartenenza; e lo
fate nell'unico modo, incruento e vigliacco
di cui siete capaci, e non per le nobili
ragioni che certo addurrete né tantomeno per
amore della comunità, per passione civile,
per fede, ma per una sola miserabile
ragione: egoismo. Volete semplicemente farvi
i fatti vostri. Voi, Signori, non adorate la
Storia, la Cultura, le Tradizioni di Guardia
adorate un divinità idolatra che si chiama
fatti miei. Divinità venuta dal profondo
egoismo della nostra epoca, ma che a Guardia
si è impiantata sull'antico individualismo
di chi ha sempre pensato solo a sé e ai suoi
porci comodi. E crolli pure il mondo.
"Solo Rabbia" -
12 agosto 2009 -
Giovanni Lombardi |
Penso di dover dare
qualche chiarimento
a Raffaele Pengue
che attacca
scompostamente la
proposta di
discussione per
inserimento
nell'elenco del
patrimonio
immateriale
dell'Unesco dei riti
settennali. Lo
faccio in modo
semplice, breve e,
mi auguro, chiaro
per chi ci legge.
La proposta è
partita dal sito
www.ritisettennali.info
autogestito e
autofinanziato da
chi scrive. La
sezione blog è stata
creata con l'intento
di alimentare
costruttivamente la
discussione
sull'argomento.
Questa proposta
partiva da poche
considerazioni:
Il patrimonio
architettonico
legato ai riti è in
parte compromesso e
in stato di
abbandono... San
Rocco, l'Annunziata,
San Leonardo, il
centro storico, il
convento di San
Francesco...;
I riti, incontrano,
sempre più
frequentemente,
elementi di
difficoltà
organizzativa.
Il percorso che
accoglie lo sviluppo
processionale è
abbandonato a se
stesso, con
prospettive di un
degrado progressivo;
Queste difficoltà
odierne, potrebbero
portale nel giro di
pochi anni alla
scomparsa dei nostri
riti. Da qui la
proposta di
ragionare su da
farsi per tentare di
risolvere e impedire
tale possibilità.
Se questo significa
essere ‘nemici
interni della
comunità ...
fomentatori della
nuova guerra civile
scagliata contro ciò
che resta della
tradizione culturale
e civile guardiese'.
E ancora ... ‘voler
uccidere anche la
sua Storia, la sua
Cultura, le sue
Tradizioni, insieme
anche all'ultimo
brandello di
orgoglio di
appartenenza'... lo
lascio giudicare
alla sensibilità e
alla intelligenza di
chi legge.
L'associazione de
‘icoraggiosi', da me
sollecitata, ha
inteso, insieme ad
altri cittadini,
contribuire al
dibattito con una
propria iniziativa
spiegata e resa
pubblica.
In alternativa a
queste semplici
considerazioni quale
è la tua proposta?
... Vorrei vederti
scrivere, una volta,
senza livore!
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Raffaele Pengue: Lettera aperta a
Giovanni Lombardi
- 12 agosto 2009
Caro Giovanni, senz'altro Ti scrivo senza
livore alcuno: chi mi conosce sa che il
sostantivo non fa parte del mio bagaglio
razionale e culturale. Comunque, touché. È
vero. La mia è Rabbia. Ma non solo, è anche
avvilimento, sconforto.
L'Orgoglio a questo punto lo lascio aspirare
a Te, all'Associazione alla quale sei legato
e all'Amministrazione di questo Comune di
cui siete un solo album ed una sola
famiglia.
L'Orgoglio lo lascio aspirare alla "lobby"
provinciale bipartisan affetta da tanoressia,
la quale, molto probabilmente, attraverso un
sistema di finanziamento schermato da
operazioni culturali e turistiche di
facciata, si appresta a mettere il cappello
sull'intera operazione "Riti Settennali del
2010". Un'operazione, una sorta di "Asso
Pigliatutto", come potrebbe essere
ribattezzata questa loro "opa" lanciata
sulla prossima manifestazione guardiese,
funzionale anche ad un altro abominevole
progetto: l'abbraccio tra Business, Politica
e Tradizioni.
L'Orgoglio lo lascio aspirare al Sindaco
"sotto ricatto" Ciarleglio, incapace di
sottrarsi a questo "sciagurato" progetto.
L'Orgoglio lo lascio aspirare all'ipocrisia
dei moralisti mutevoli, trasformisti e
voltagabbana dell'ultima ora che predicano
bene ma razzolano male e che tengono sotto
scacco questa comunità. L'Orgoglio lo lascio
aspirare a chi non è libero da bavagli; a
chi pur consapevole di tutto ciò è incapace
di denunciare questo "golpe" alla sua
comunità.
L'Orgoglio lo lascio aspirare alla
impalpabile voce dell'opposizione di questa
comunità. L'Orgoglio lo lascio aspirare a
quanti sperano (ingenuamente e, permettimi,
pretestuosamente) in un "aiutino" universale
per risolvere gli endemici problemi di
Guardia e del suo patrimonio storico,
artistico e ambientale.
L'Orgoglio lo lascio aspirare agli "unti dal
Signore", ovvero coloro che in questa
comunità, a tutti i livelli, hanno l'onere e
l'onore di governare, e che, invece di
salire e scendere le scale di Palazzo Santa
Lucia a Napoli, oppure, che so, varcare il
portone di via del Collegio Romano a Roma
con un congruo numero di idee e progetti per
la loro comunità al seguito, continuano
impunemente a farsi i "fatti loro" o
indugiano davanti la Casa Comunale, quasi
temendo che qualcuno o qualcosa gliela possa
sottrarre.
Infine, mi chiedi qual è la mia proposta in
merito alle Tue considerazioni? Semplice! In
questo paese, se veramente si vuole, se
veramente si vuole aspirare l'Orgoglio di
appartenenza, se reagiamo tutti insieme a
questa girandola di anomalie con le quali
oggi si coltiva il malaffare e la bassa
politica - i veri nemici interni della
comunità, " i fomentatori della nuova guerra
civile scagliata contro ciò che resta della
tradizione culturale e civile guardiese" -,
è ancora possibile costruire qualcosa di
importante. E questo lo si può fare soltanto
liberiamoci dalla gabbia mentale in cui
tutti, chi più chi meno, siamo imprigionati.
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