14 giugno 2009

Igino Mitrale sulla vittoria di Pino D'Occhio

segnalazione di Fulvio Del Deo

 

 

Squisiti lettori e succose lettrici.

 

Io mi debbo scusare con voi perché per un frangente temporale non mi sono fatto sentire per qualche giorno e ne sento una forte rammaricazione.

 

Ma in questo tramentre mi si sono susseguiti fatti che era meglio che non si facevano susseguire. Il primo fra tutti, che poi è stato la causa anche degli altri di dopo, è stato l'arrivo nella MIA cella di un altro detenuto. E coi tempi che corrono, non sai mai con chi rischi di avere a che fare!

 

Eppure IO avevo parlato chiaro al direttore del carcere: con me non ci voglio nessuno, chesenò faccio succedere uno sferisterio. Lui si è scusato e -poveretto- non era colpa sua, ma qua in Italia in galera c'è sempre troppa gente, e non saranno indulti e indultini a risolvere il pobblema, ma ci vuole una drasticistica eliminazione dei reati che sono fonte di accumulo di gente in prigione. Su questo ci conto, perché il nostro Berlusconi l'ha capito e sta facendo di tutto per depenalizzare tante cose che in un paese moderno come il nostro non si capisce perché sono considerati ancora reati!

 

Con la sorte che negli ultimi tempi mi sta martorizzando, mi è capitato in cella un depresso manicheo pieno di manie, che si credeva  trasparente: questo si piazzava sempre davanti alla televisione e non mi faceva vedere niente. E io gliel'ho detto una, due, tre, quattro volte «Lievate 'a nanze, NON SEI TRASPARENTE!»

 

Ma lui -essendo sempre la depressiona- ogni volta si piazzava davanti lo stesso. E poi si pigliava le medicine per la testa che gli discombussolavano i visceri e quando andava sul progetto a interpetrare appuzzolentava l'aria che nemmeno i cani.

 

Per non dilungarvi troppo di parole, una mattina i secondini ci vengono a svegliare per la colazione a letto, e lo trovano morto sulla sua branda: suicidio per incaprettamento.

 

Continuando con la mia sfortuna, nessuno ci ha voluto credere che s'era incaprettato per depressiona e io sono finito per una settimana in cella di isolamento, senza televisione e senza internet!!

 

Per fortuna a Poggioreale c'è anche mio figlio Giorgio che ha potuto seguire i fatti dalla sua postazione web. E lui ha deciso che Gennaro Capasso non doveva vincere l'elezioni perché aveva in lista un elemento non all'altezza del compito: Giovanni Nicola Tommaselli.

 

Questo chiamiamolo-candidato non ha superato l'esame che il mio figlio Giorgio gli ha sottomesso per via l'imeil. Trattavasi di una serie di 100 domande a risposta multipla che mio figlio aveva già posto a tutti gli altri candidati di Capasso. I quali candidati avevano ottenuto i seguenti punteggi:

 

Gennaro Capasso  
Francesco Bozzi   

Pasquale Carofano       
Carmine Covelli
Luigi Di Vico
Grazia Fasano
Sirio Festa
Maria Carmela Fucci
Donato Marcuccio
Luigi Materazzo
Lorenzo Meglio
Antonio Pucella
Filippo Sardisco
Michele Selvaggio
Patrizia Tanzillo

Valerio Vallone
Giovanni N.Tommaselli

32/100
64/100
53/100

41/100

25/100

83/100

78/100

81/100

27/100

28/100

46/100

67/100

35/100

80/100

72/100

84/100

52/100

 

Il minimo per essere ammessi era 25, così sono riusciti a entrarci tutti, perfino Luigi Di Vico per la rottura della scuffia. Ma allora qual era il pobblema? E mo' ve lo spiego.

 

Una delle 100 domande vertizzava sulla città di Predappio e voleva sapere in che provincia si trova. E' vero che uno aveva la libertà di sbagliare 75 domande su 100, ma quel Tommasiello là è andato a sbagliare proprio quella. E mio figlio è piantato su tutte le furiosità quando se n'è accorto e ha detto come disse il Duce: «Su questo non transigo!»

 

E così abbiamo deciso di scegliere Pino D'Occhio. Lo so, non è docile come Capasso, ci darà un bel daffare questo qua... ma però poi c'è anche più soddisfazione quando uno, una cosa se la deve faticare un po'. Io e Pino già ci affrontammo una volta, ve l'ho già raccontato:

 

"...Fra loro c'era un uomo col sorriso fisso e con tanti peli nel naso. Ho capito al volo che il capo doveva essere lui, senza ombra di dubbio. Quando l'ho visto mi sono tirato un pelo dal naso e l'ho invitato a fare altrettanto. Così, armati di quei due peli rigidi, ci siamo affrontati in un fioretto amichevole. L'ho disarcionato dopo due battute, ma lui si è saputo ben difendere e ha perso con onorevolezza. E questa è stata l'occasione per diventare buoni amici e per mettere in chiaro chi sono io. A me, mi piace comunicare così, che ti devo dire...."

 

Perciò saluto il nuovo Sindaco e gli faccio i miei più ferventi auguri e prometto che cercherò di evadere al più prima da questa cella (che mo' mi comincia a stufare) per venirlo a congratularsi con me e stringerci la mano di persona.

 

 


     

 Valle Telesina


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