Cari amici di ViviTelese,
Ammetto di aver scelto un titolo in stile
giornalistico ma spero di chiarirmi in seguito.
Da quando qualche mese fa abbiamo
preso la decisione con la mia famiglia di
trasferirci a Telese ho seguito con maggiore
attenzione i dibattiti del vostro sito.
Mi rammarico di
non aver avuto la residenza in tempo utile al
voto amministrativo ma vorrei comunque esprimere
un parere in merito.
Sono convinto
che, per chi come me osserva la vostra comunità
dall’esterno pur venendo dalle vicine colline
guardiesi, può cogliere aspetti che talvolta
sfuggono a chi ci vive dall’interno.
Nella stessa misura non se ne
colgono altri che si percepiscono solo
vivendola.
Negli interventi letti, ho
apprezzato sempre il dibattito e la denuncia
costruttiva dei tanti problemi che una piccola
comunità immancabilmente può avere. Mi ha
lasciato sempre perplesso invece, l’enfasi con
cui in molti inserzionisti deplorano
puntualmente ogni cosa. E’ una postura mentale
che inverte completamente le positività che
offre le caratteristiche di Telese. Per alcuni
che conosco direttamente ed altri di cui posso
dedurne l’origine, mi è difficile pensare che
non riescano ad essere ‘realisti’ circa i mille
aspetti della società in cui viviamo, che va
tutto male e che la colpa è sempre di qualcun
altro.
Se Bologna o
Brescia, piuttosto che Perugia o Urbino vantano
un organizzazione sociale a cui spesso si fa
riferimento non è a mio avviso, per la qualità
degli amministratori ma unicamente per la
qualità dei cittadini. Esprimere una classe
amministratrice di qualità è una diretta
conseguenza e non viceversa. Trovo francamente
ipocrita la posizione di quei candidati in
diverse liste che si esprimono con disprezzo
circa lo sviluppo edilizio locale. Spesso
direttamente ma comunque di riflesso, tutti
hanno avuto e traggono un vantaggio dallo
sviluppo socio-economico che Telese ha avuto
negli ultimi 30 anni. Anche a chi ha potuto
acquistare un abitazione dignitosa con una cifra
che non gli avrebbe permesso neanche un box auto
in altre realtà cittadine. Certo, mancano
talvolta importanti infrastrutture ma
ricordiamoci gli aspetti socio-politici in cui
siamo immersi per una valutazione complessiva.
Perché i
‘catastrofisti cronici’ non si sono candidati?
Quale occasione migliore per mettere in pratica
le proprie idee? Io credo che la democrazia, con
tutti i suoi difetti lo consenta ancora . Sarà
la sensazione di rischiare i soli voti del
proprio nucleo familiare? Allora, è più comodo
sparare che rischiare di rimanere impallinati.
Tra i candidati sindaci, che ho il piacere di
conoscere e stimare personalmente ne riconosco
la passione individuale che investono nella loro
attività. Personalmente ritengo che, tanto per
Telese quanto per qualsiasi amministrazione
locale, fare il sindaco è molto facile. E’ farlo
bene che diventa complicato in quanto deve
prevalere quella rara peculiarità di
manager-pubblico e non di un semplice
‘integerrimo applicatore delle normative
comunali’. Deve essere o dimostrare di saper
essere una figura credibile, fattiva, con la
capacità di promuovere grandi progetti
territoriali, evitando di compensare il
protagonismo nelle gestioni spicciole. Quando le
cose si fanno per davvero si può anche
criticarle e giudicarle nel loro aspetto
complessivo e personalmente ritengo che, pur non
condividendo alcune delle strategie operate
negli ultimi anni, nel suo complesso nessun
comune limitrofo reggerebbe un confronto
propositivo. Poi, nessuna azione umana è
perfetta e la vera forza è saper non ripetere
gli stessi errori, nessuno è in grado di non
commetterne affatto.
Adesso devo
chiarire la ‘non telesinità’ dei telesini . Il
valore ‘tradizione’ di una comunità trascina
anche il suo lato deteriore, quale il disagio di
confrontarsi , poiché prevale il fatto di essere
‘tipici’. Raramente in Campania che io sappi, ci
sono state integrazioni stanziali Rom come a
Telese, in parallelo alle classi sociali più
disparate, con l’unica spiegazione di non dover
acquisire una nuova identità culturale per
integrarsi nel suo tessuto sociale. Il dibattito
sulla Telesinità o meno, se esso vale per due o
più generazioni o se può giustificarsi per
l'esistenza degli 'spaghetti alla telesina', lo
trovo francamente ridicolo. Telesino o meno,
rimarremo certamente Sanniti, poi Campani, poi
Meridionali ecc.L'unico concetto incontestabile
è che siamo esseri umani con pari diritti e
dignità sull'intero pianeta Terra ognuno con la
propria identità personale.
Portare la propria è, con la
capacità di sapersi confrontare, il vero valore
aggiunto.
Il mio personale auspicio è che,
chiunque sieda la poltrona di sindaco, sappi
mantenere pur perfezionandole, quelle linee di
sviluppo che sono già un innegabile successo di
questa cittadina, evitando solo di ripetere
quegli errori già commessi.
|