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3 giugno 2009 - intervento di Flaviano Di Santo

Egregio sig. Di Vico


mi sfranco subito da un parere nei suoi riguardi. Apprezzo moltissimo chi come lei, ha investito molto  nella cultura e fa con passione un mestiere complicato e di grande responsabilità civile.

Non condivido lo stile, pur rispettandone l’opinione, che mi ha riservato per aver espresso semplicemente una perplessità sull’enfasi che si pone in genere (principalmente da interventi scritti ed in video del sito), sull’aritmetica generazionale dell’essere telesini. Preferisco, e non perché le mie origini non sono telesine, parlare di cultura di integrazione, di diritti umani piuttosto che campanilistici. Mi aspettavo, di avere qualche opinione in merito, al posto di un curriculum scolastico, anche se ho (malignamente) pensato che non aspettasse altro.

Ho provato successivamente, ad inserirmi nel filone che mi è sembrato più aderente alla sua passione di ricercatore su usi e costumi locali.

Mi è sembrato di capire che lei ha scambiato per mie, osservazioni che ho tratto semplicemente da un grandioso lavoro di ricerca sulle tradizioni locali, curato agli inizi degli anni ’70 dal prof. Satriani e dal ricercatore Mazzacane su Guardia e del suo comprensorio, scambiandomi per uno Zarathustra che scende dalla montagna. Questa osservazione mi ha lasciato (ancora malignamente) pensare che pur avendolo messo in curriculum non lo conosce affatto e che preferisce ancora  una volta parlare di distanze culturali personali piuttosto di argomenti che, le assicuro, m’intrigano personalmente moltissimo .Con questa premessa ed ispirandomi alla prima frase con cui mi ha accolto nella comunità telesina …direi, adesso basta…nel senso che se vuole continuare a parlare solo di questo citandomi ne è libero, delle sue idee e del suo stile espressivo. Abbiamo semplicemente esaurito l’argomento. Sono solo (sinceramente) convinto che un suo parere di studioso di cultura locale lo avrei trovato più interessante di una citazione su Nietzsche e che, per fugare la mia prevenuta malignità e pur ritenendomi tra i punti interrogativi di De Crescenzo,  avrei gradito anteporre un benvenuto ( dal momento che sono un nuovo residente) a quelle che poi, rimangono, in fondo sterili polemiche.

 Ricambio infine, l’affetto dell’amico Emilio Tazza con il quale, stiamo avendo più occasioni d’incontro virtuale che davanti ad un bel caffè.

Su quanto dici, penso che se l’azione giudiziaria popolare avesse avuto ragione, adesso il passaggio (da sopra o da sotto) non ci sarebbe stato, perché le ragioni esposte al tar (consentimi delle imprecisioni) non erano sull’ipotesi di concussione come tu sostieni. La soluzione di un sottopasso (credo) è adottata proprio per minimizzare l’impatto ambientale in contesti di urbanizzazione esistenti (se conosci i disegni dell'opera in cavalcavia puoi verificarlo). I maggiori costi sono ovvi ma quello che ci dovrebbe preoccupare come cittadini è se l’opera è realizzata a regola d’arte per una sua corretta fruizione e non se almeno qualche volta, si spendono i (nostri) soldi per una giusta causa. Poiché, come ho riferito prima, un po’ maligno lo sono anch’io, l’ipotesi che ci possa essere un ‘tornaconto’ non lo escludo. A partire dal negozio alimentari che ha fatto le merende agli operai che hanno lavorato per un paio d’anni, ai fornitori edili, all’economia in generale di Telese. Anche se detesto come e più di te le cementificazioni inutili, personalmente ritengo che questa soluzione abbia complessivamente maggiori vantaggi dell’altra sul lago. Se avessi avuto le tue stesse convinzioni e certezze su un’ipotesi di concussione non avrei esitato a denunciarlo alla magistratura. Purtroppo, è realistico pensare che nel fare un’opera comunque molto invasiva, a qualcuno piace poco, nella stessa misura in cui ci si può avvantaggiare nelle lottizzazioni dei prg. Solo che in quest’ultimo caso non credo ci siano stati molti ricorsi. Se c’è un Mr Tambourine che spaccia è solo perché ci sono mille clienti che fanno uso di droga. Chi ha maggiore colpa è un grande dilemma…di certo entrambi . Con affetto e stima per entrambi.

Flaviano Di Santo

P.S. voglio esprimere il personale apprezzamento per il lavoro e la passione di quanti si adoperano al mantenimento di questo sito a cui indirizzo la mia personale stima

 

 

 

 

2 giugno 2009 - intervento di Flaviano Di Santo

Mr Tambourine to Del Deo

Apprezzo molto il tono ed i contenuti di quanto Fulvio Del Deo scrive nel rispondermi sentendosi chiamato in causa. Mi ero fatto l’idea, in particolare da un intervento nel quale descrive Telese come uno dei posti peggiori in cui vivere, che non lo considerasse affatto un ‘modello da contagio’. Me ne rallegro ed anche per i suoi gusti musicali. Sono convinto che questo sia uno stile giusto per un libero, democratico e costruttivo scambio di opinioni, che arricchisce e non isola. C’è anche chi preferisce esprimersi con un lessico da iniziati…mah!! Io penso che ci si poteva fermare anche alla metafora sul bene e sul male di ‘così parlò Bellavista’ (quella del punto esclamativo ed interrogativo) senza scomodare Nietzsche.

Mi piacerebbe esprimere una riflessione sul concetto di verità. Non condivido che qualcosa sia vero solo perché l’abbia detto Vendola o che sia riportato su Wikipedia, premettendo che non ho antipatie per nessuno dei due. Una  verità è quando qualcosa risponde ad una legge scientifica e cioè osservabile, ripetibile e dimostrabile. Nelle attività umane e nell’analisi del suo pensiero credo sia molto difficile definire il vero o peggio ancora, il giusto. Spesso confondiamo il parere o convinzione personale con la verità che è un’altra cosa. Chissà che qualche scienziato della materia non ci possa illuminare in merito…

Infine vorrei dare un contributo sulla questione del sottopasso ferroviario di cui, ci sono stati diversi interventi.
 Da quanto scrive Emilio Tazza ( che deve ancora ricambiarsi del vin brulé che gli ho offerto al rifugio ‘orso bruno’ di Marilleva) credo manchino dei passaggi.

Il primo tracciato del sottopasso era effettivamente in cavalcavia con lo smonto però, in parallelo alla linea ferroviaria fino a raggiungere il vecchio passaggio a livello in via scafa. Questo significa che per giungere sull’attuale via Ferrari bisognava fare una ‘esse’ che avrebbe certamente allungato il percorso per collegare l’intera zona . Questo progetto venne fatto visionare agli espropriati (tra cui mio padre) con invito ad osservazioni in merito. La prima osservazione fu di meraviglia per la procedura innovativa di un’opera pubblica e fu comunque fatto presente che, pur rinunciando ad una cubatura rurale(di proprietà di mio padre) allora esistente sul tracciato attuale, sarebbe stato complessivamente migliorativo un percorso rettilineo (quello attuale).

Ricordo di aver esposto personalmente la questione all’ing. D’Occhio, che ritenne la proposta in linea ai criteri del prg sulla previsione di un’asse viario esterno. Per ragioni che francamente ignoro ma che ritengo assolutamente migliorative, il progetto è stato poi realizzato in sottovia. Non posso dire con certezza se questo fosse avvenuto senza una controproposta di mio padre che ha agito contro i propri interessi, per un vantaggio generale ma posso testimoniare che è un caso in cui l’amministrazione ha fatto un buon lavoro ( sembra una cosa straordinaria ma è quello che dovrebbe essere normale)  e che si è rischiata la vanificazione dell’opera per ostacoli creati dai cittadini stessi.

Ricambio a  Del Deo con due canzoni: imagine (J. Lennon) e l’isola che non c’e (E.Bennato)
Flaviano Di Santo
  uApprezzo

 

 

30 maggio 2009 - intervento di Flaviano Di Santo

Ancora sulla Telesinità

Rispondo al signor Gino Di Vico e non a un certo signore, che non scrive in anonimo ma come giustamente richiede la regolamentazione del sito, si firma. Con nome e cognome.

Mi sento molto piccolo a confronto per aver conseguito, alle scuole serali, la sola licenza elementare e, nell’espletare il mio mestiere di rappresentante di cromatina, non mi rimane abbastanza tempo per gli approfondimenti accademici. Ciò nonostante, frequento per amicizia, stima personale ed interessi comuni, gli illustri professori che cita.

Condivido comunque, quello che cita su quanto concerne i valori culturali. La mia osservazione, sperando di essere più chiaro, aveva un indirizzo diverso da quello interpretato e se non l’ha colta è solo colpa della mia scarsa capacità espressiva.

La confusione mi è venuta fuori, ascoltando da questo sito alcune dichiarazioni della coalizione a cui aderisce. Ho percepito un’ esaltazione della ‘telesinità’ , dalla citazione del numero di generazioni, come fosse una ragione valida per chiedere il voto e parlare di ‘maddalonesi’ come una specie di minaccia barbara alle porte pur avendo una straordinaria storia culturale alle spalle.

Faccio una piccola parentesi personale, sperando che le possa essere anche utile anche ai fini dei suoi approfondimenti di cultura locale. Ripeto di avere origini guardiesi e nella mia infanzia, ricordo che la considerazione del mio ambiente di formazione su Telese, era come se fosse una specie di ‘luogo di perdizione’. Le cause erano diverse: l’esistenza dei Rom (comunemente ed erroneamente conosciuti come ‘zingari che rubano i bambini’), il lago allora balneabile che faceva qualche morto all’anno ed in particolare quel disagio che coglievo nello sguardo di mio padre quando facevamo visita ad alcuni conoscenti che abitavano presso il cosiddetto ‘vialone’.

Non era sempre chiaro nello spiegarmi, cosa ci facessero delle donne semisvestite, sul ciglio della strada. Anche attraverso la lettura di esperienze personali di inserzionisti telesini, scorgo che quegli anni avevano invece una vivacità diversa. Il clima sociale del mio paese era allora piuttosto attivo ed era una conseguenza di quella ‘rivoluzione 68esca’ che arrivò, di riflesso, anche su monte Coppe. Avevamo due cinema , attività teatrali, circoli culturali, gruppi musicali, due radio libere, due discoteche ed una squadra di calcio in promozione. Per non parlare delle iniziative come ‘festa dell’uva’, i carri allegorici e la tradizione di musica popolare . Ometto le manifestazioni d’ispirazione religiosa per non tediarvi. A distanza di anni è sparito tutto e molte di quelle straordinarie attività sono state adottate altrove.

Per chi non lo sapesse, il primo tracciato della Benevento- Caianello , non era su Telese ma attraverso monte Pugliano, direttamente su Guardia e S. Lorenzo . Il ‘terrore’ dell’esproprio,  fomentò un’azione popolare dei guardiesi tale da indurre i progettisti ad allungarne il percorso su Telese per evitare malcontenti politici. Abbiamo evitato solo l’occasione di sviluppo che hanno colto altri.

Il mio ragionamento è questo: la componente culturale di una comunità, anche se forte, vivace, non ha lo svantaggio di rischiare d’innamorarsi troppo di se stessa? Quando si è troppo innamorati non si è obiettivi. Quando non si è obiettivi, confrontarsi è disagevole. Il fatto che Telese abbia avuto, a differenza dei diversi paesi limitrofi, una identità culturale meno ‘caratterizzata’, ha favorito lo sviluppo e la concretizzazione di idee, progetti che in altri posti sono nate ma fallite. Non aborro la telenisità nel suo senso culturale, esalto semplicemente la sua straordinaria capacità di essere più snella e concreta di altre che implodono su se stesse. Quello che detesto è confondere il lato nobile dei valori culturali, con l’aspetto pseudo-xenofobo.

Ho definito ridicolo e lo confermo, il parlare di telesinità se s’identifica ‘solo’ del suo aspetto numerologico-generazionale ed ammetto d’essermi sbagliato per gli spaghetti. E’ divertente… ma lo dico col sorriso sulle labbra e con quel pizzico d’ilarità che non vuole indispettire…anzi, mi creda sono curioso di conoscerne la ricetta.

Infine per chiarire e con tutto il rispetto per la categoria dei calzaturieri ma mi occupo d’altro. 


Flaviano Di Santo

 

 

 

 

 

28 maggio 2009 - intervento di Flaviano Di Santo

Telesinità, no grazie

 

Cari amici di ViviTelese,


Ammetto di aver scelto un titolo in stile giornalistico ma spero di chiarirmi in seguito.


Da quando qualche mese fa abbiamo preso la decisione con la mia famiglia di trasferirci a Telese ho seguito con maggiore attenzione i dibattiti del vostro sito.

 

Mi rammarico di non aver avuto la residenza in tempo utile al voto amministrativo ma vorrei comunque esprimere un parere in merito.

Sono convinto che, per chi come me osserva la vostra comunità dall’esterno pur venendo dalle vicine colline guardiesi, può cogliere aspetti che talvolta sfuggono a chi ci vive dall’interno.   

   

Nella stessa misura non se ne colgono altri che si percepiscono solo vivendola.


Negli interventi letti, ho apprezzato sempre il dibattito e la denuncia costruttiva dei tanti  problemi che una piccola comunità immancabilmente può avere. Mi ha lasciato sempre perplesso invece, l’enfasi con cui in molti inserzionisti deplorano puntualmente ogni cosa. E’ una postura mentale che inverte completamente le positività che offre le caratteristiche di Telese. Per alcuni che conosco direttamente ed altri di cui posso dedurne l’origine, mi è difficile pensare che non riescano ad essere ‘realisti’ circa i mille aspetti della società in cui viviamo, che va tutto male e che la colpa è sempre di qualcun altro.

 

Se Bologna o Brescia, piuttosto che Perugia o Urbino vantano un organizzazione sociale a cui spesso si fa riferimento non è a mio avviso, per la qualità degli amministratori ma unicamente per la qualità dei cittadini. Esprimere una classe amministratrice di qualità è una diretta conseguenza e non viceversa. Trovo francamente ipocrita la posizione di quei candidati in diverse liste che si esprimono con disprezzo circa lo sviluppo edilizio locale. Spesso direttamente ma comunque di riflesso, tutti hanno avuto e traggono un vantaggio dallo sviluppo socio-economico che Telese ha avuto negli ultimi 30 anni. Anche a chi ha potuto acquistare un abitazione dignitosa con una cifra che non gli avrebbe permesso neanche un box auto in altre realtà cittadine. Certo,  mancano talvolta importanti infrastrutture ma ricordiamoci gli aspetti socio-politici in cui siamo immersi per una valutazione complessiva.

 

Perché i ‘catastrofisti cronici’ non si sono candidati? Quale occasione migliore per mettere in pratica le proprie idee? Io credo che la democrazia, con tutti i suoi difetti lo consenta ancora . Sarà la sensazione di rischiare i soli voti del proprio nucleo familiare? Allora, è più comodo sparare che rischiare di rimanere impallinati. Tra i candidati sindaci, che ho il piacere di conoscere e stimare personalmente ne riconosco la passione individuale che investono nella loro attività. Personalmente ritengo che, tanto per Telese quanto per qualsiasi amministrazione locale, fare il sindaco è molto facile. E’ farlo bene che diventa complicato in quanto deve prevalere quella rara peculiarità di manager-pubblico e non di un semplice ‘integerrimo applicatore delle normative comunali’. Deve essere o dimostrare di saper essere una figura credibile, fattiva, con la capacità di promuovere grandi progetti territoriali, evitando di compensare il protagonismo nelle gestioni spicciole. Quando le cose si fanno per davvero si può anche criticarle e giudicarle nel loro aspetto complessivo e personalmente ritengo che, pur non condividendo alcune delle strategie operate negli ultimi anni, nel suo complesso nessun comune limitrofo reggerebbe un confronto propositivo. Poi, nessuna azione umana è perfetta e la vera forza è saper non ripetere gli stessi errori, nessuno è in grado di non commetterne affatto.

 

 Adesso devo chiarire la ‘non telesinità’ dei telesini . Il valore ‘tradizione’ di una comunità trascina anche il suo lato deteriore, quale il disagio di confrontarsi , poiché prevale il fatto di essere ‘tipici’. Raramente in Campania che io sappi, ci sono state integrazioni stanziali Rom come a Telese,  in parallelo alle classi sociali più disparate, con l’unica spiegazione di non dover acquisire una nuova identità culturale per integrarsi nel suo tessuto sociale. Il dibattito sulla Telesinità o meno, se esso vale per due o più generazioni o se  può giustificarsi per l'esistenza degli 'spaghetti alla telesina', lo trovo francamente ridicolo. Telesino o meno, rimarremo certamente Sanniti, poi Campani, poi Meridionali ecc.L'unico concetto incontestabile è che siamo esseri umani con pari diritti e dignità sull'intero pianeta Terra ognuno con la propria identità personale.

 

 Portare la propria è, con la capacità di sapersi confrontare, il vero valore aggiunto.


Il mio personale auspicio è che, chiunque sieda la poltrona di sindaco, sappi mantenere pur perfezionandole, quelle linee di sviluppo che sono già un innegabile successo di questa cittadina, evitando solo di ripetere quegli errori già commessi.

 

 

 

Indice generale dei Candidati   

 

Archivio interventi prima della presentazione delle liste


 

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