Campagna elettorale maggio-giugno 2009

Telese Terme

Elezioni Amministrative 2009 

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5 giugno 2009 - intervento di Michele Di Vico

Alcuni doverosi Chiarimenti

 

Quando ho deciso, qualche giorno fa, di prendere ‘carta e penna’  l’ho fatto cercando di dare un contributo, sia pure modestissimo,  finalizzato a dare una interpretazione personale e non esaustiva della realtà politica, che stiamo vivendo in questo nostro paese. 

Nel decidermi a scrivere  avevo anche deciso che il primo intervento dovesse coincidere con l’ultimo.

Volevo chiarire, ma  mi accorgo che, mio malgrado, ho contribuito solo a  ingarbugliare di più le cose, anche a causa dello stesso cognome del candidato nella lista di Gennaro Capasso, che è Gino Di Vico, mio fratello.

Allora cercherò di essere quanto più possibile chiaro premettendo che:

 

  • sono ateo e non mi piacciono i profeti, neanche quelli che profetizzano l’uomo nuovo;

  • amo il dubbio, non mi piacciono gli uomini che si mostrano sempre sicuri;

  • amo sì il dubbio ma solo come metodo per giungere alla conoscenza;

  • non amo coloro che sicuri di possedere la verità la propagandano;

  • non amo coloro che sanno solo criticare;

  • non amo Zarathustra che rimane sulla montagna e di là predica;

  • amo Zarathustra che scende dalla montagna e si mischia con la gente;

  • amo Zarathustra che si confronta, che ride e piange con la gente, toccandola, facendosi toccare;

  • amo la cultura qualsiasi sia la sua forma, la sua natura (Nietzsche o De Crescenzo);

  • non amo coloro che hanno portato allo sfascio il P.D.;

  • non ho voluto indicare in F. Di Santo uno Zarathustra (ciò non mi è passato neanche per l’anticamera del cervello);

  • amo le citazioni;

  • non amo le citazioni.

 

Ciò premesso chiarisco che i mio intervento era contro coloro che sanno solo criticare e che mettono la loro intelligenza a disposizione solo della distruzione e contro coloro che hanno portato allo sfascio un partito, il P.D.  e cerco di essere anche qui chiaro, soffermandomi sul secondo punto che mi preme di più, lasciando il primo ai cultori del dolce far niente.

Ancora una premessa:  non sono così ingenuo da pensare che in politica 2 + 2 faccia 4. So benissimo che tale somma può essere 3 come 5, ma partendo dai voti su riportati si doveva fare qualcosa.

 

A Telese,  il P.D. alle ultime elezioni, come D. S. e  Margherita,  al Senato su 3.772 ha ottenuto 481 + 389 = 870 voti;; alla Camera dei Deputati su 4.175 l’Ulivo ha ottenuto 999 voti. Al Senato Rifondazione Comunista ha ottenuto 234 voti ed alla camera 276 e i Comunisti Italiani 67.

Si consideri poi che oggi Telese può contare su un assessore provinciale, Gianluca Aceto esponente di Rifondazione.

 

Io mi chiedo che fine abbia fatto questo patrimonio e come mai chi aveva la pretesa di rappresentarlo, ha saputo solo andare a vendersi anche l’anima a Benevento (e non mi riferisco ad Aceto) e non è riuscito a mettere in campo  una coalizione che potesse partecipare alla tornata elettorale del 6 e 7 giugno?

 

Qualcuno chiaramente dovrà politicamente pagare per questo scempio.

La conclusione è che non potendo andare a votare per una opzione politica, e non mi si venga a dire che tale opzione  è ravvisabile nella lista Liverini, in quanto basta ed avanza semplicemente scorrere l’elenco dei candidati. Tutta brava gente d’accordo, ma certamente non tutti con un  cursus honorum di sinistra.

 

Ed allora ecco perché nel primo mio intervento invitavo a scegliere la squadra che si riteneva migliore. Ora non nasconderò la mia scelta:

 

Io voto Lista Capasso, perché ritengo che la squadra messa  in campo possa meglio rappresentarmi.

 

Un saluto ai ViviTelesini

Michele Di Vico

 


 

 

 

1 giugno 2009 - intervento di Michele Di Vico

Also sprach Zarathustra (Così parlò Zarathustra)

E’ il titolo di una famosa opera di Friedrich Nietzsche, nella quale un eremita (Zarathustra), dopo lungo tempo (10 anni) trascorso su di una montagna in perfetta solitudine, scende tra la gente e porta ad essa il nuovo verbo, l’uomo nuovo o Übermensch, più propriamente ‘oltreuomo’.

Molti Zarathustra, come si può leggere su ‘ViviTelese’, sono sorti. Me ne compiaccio: là ove c’è dibattito, ci sono sicuramente molte intelligenze e libertà. 

In verità, però, un distinguo tra i tanti Zarathustra va fatto. C’è qualcuno che è sceso realmente tra la gente a predicare, a metterci la faccia e chi, invece, continua a rimanere in splendido isolamento, lassù sulla montagna e si serve di ‘ViviTelese’ per far giungere la sua voce al popolo.

Oibò! Scritto ciò mi viene da riflettere: che non abbia io parlato per me stesso? Per Bacco, no! Io non ho la pretesa di portare il Verbo, la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe
o la formula che mondi possa aprir(ti)…
bensì solo qualche storta sillaba e secca come un ramo.

Esco dalla letteratura e cerco di riflettere seriamente su quanto sta accadendo a Telese, premettendo che sono ben consapevole che la chiarezza e la coerenza impongono anche a livello comunale il ripetersi degli schieramenti nazionali. In virtù di ciò, quando mi ritrovai a ricoprire la carica di segretario di sezione feci saltare quell’alleanza che vedeva il mio partito alleato con l’allora M.S.I., che all’epoca era, comunque, incarnato da due galantuomini come Ezio Esposito e Sandro Falconieri, dell’amicizia dei quali ancora mi onoro.

  1. Voglio innanzitutto parlare del partito che dovrebbe essere a me più vicino: il P.D. La sua miserevole vicenda dimostra inconfutabilmente che è finita, almeno a sinistra l’era dei depositari della saggezza e della rappresentatività e che quando un ‘politicante’ viene scelto dall’alto a rappresentare il partito, senza che abbia un legame qualsiasi con la base, non viene seguito dai più. E se i rappresentanti poi sono più di uno, secondo la logica della spartizione tanto cara agli ex democristiani, e peraltro senza carisma e capacità da leader, non si può che assistere alla implosione del partito con schegge che vanno a cozzare e a conficcarsi dappertutto (in tre liste o in quattro se fossero state quattro);

  2. se ricordo quanto appreso dal mio partito di provenienza, il P.C.I., quando si è iscritti ad un partito ci si deve riunire e decidere cosa fare ed una volta presa una decisione, chi non è d’accordo ha due strade da percorrere in piena libertà: 1. Accettare la decisione della maggioranza; 2. Consegnare la tessera e fare ciò che vuole. Certamente la prima opzione è quella più politicamente corretta: mai e poi mai si rompono gli argini per permettere ad ognuno di andare ove vuole;

  3. certo le cose per gli altri partiti non sono del tutto diverse così che posso avanzare una  affermazione indiscutibile: “Se esiste la politica certamente non esistono più i partiti che la rappresentano”. Nei tre schieramenti possiamo ritrovare pezzi di tutti i partiti: il P.D. è presente in tutte e tre le liste; i ‘comunisti’ sono presenti con propri candidati in due liste, ed è probabile come sempre è accaduto che alcuni di essi appoggino, più per parentela o amicizia che per credo politico, la terza; la vecchia A. N. è presente in almeno due liste; il P.D.L. idem ecc.; così è, mi è sembrato di capire, anche per  l’U.D.E.U.R.,  l’U.D.C. e per tutti gli altri partiti.

La verità, signori miei, è che se la politica è ancora viva è certamente morta la Politica. Ed allora, al che fare di leniniana memoria si può, ahimè, rispondere solo in un modo:

finito il tempo degli schieramenti politici o ideologici anche per nostra incapacità,

occorre votare per la lista che ha più candidati onesti e capaci.

 

Con affetto ai vivitelesini

Michele Di Vico

 

 

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