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giugno 2009 - intervento di Michele Di Vico
Alcuni doverosi Chiarimenti
Quando ho deciso, qualche giorno fa, di prendere
‘carta e penna’ l’ho fatto cercando di dare un
contributo, sia pure modestissimo, finalizzato
a dare una interpretazione personale e non
esaustiva della realtà politica, che stiamo
vivendo in questo nostro paese.
Nel decidermi a scrivere avevo anche deciso che
il primo intervento dovesse coincidere con
l’ultimo.
Volevo chiarire, ma mi accorgo che, mio
malgrado, ho contribuito solo a ingarbugliare
di più le cose, anche a causa dello stesso
cognome del candidato nella lista di Gennaro
Capasso, che è Gino Di Vico, mio fratello.
Allora cercherò di essere quanto più possibile
chiaro premettendo che:
-
sono ateo e non mi piacciono i profeti,
neanche quelli che profetizzano l’uomo
nuovo;
-
amo il dubbio, non mi piacciono gli uomini
che si mostrano sempre sicuri;
-
amo sì il dubbio ma solo come metodo per
giungere alla conoscenza;
-
non amo coloro che sicuri di possedere la
verità la propagandano;
-
non amo coloro che sanno solo criticare;
-
non amo Zarathustra che rimane sulla
montagna e di là predica;
-
amo Zarathustra che scende dalla montagna e
si mischia con la gente;
-
amo Zarathustra che si confronta, che ride e
piange con la gente, toccandola, facendosi
toccare;
-
amo la cultura qualsiasi sia la sua forma,
la sua natura (Nietzsche o De Crescenzo);
-
non amo coloro che hanno portato allo
sfascio il P.D.;
-
non ho voluto indicare in F. Di Santo uno
Zarathustra (ciò non mi è passato neanche
per l’anticamera del cervello);
-
amo le citazioni;
-
non amo le citazioni.
Ciò premesso chiarisco che i mio intervento era
contro coloro che sanno solo criticare e che
mettono la loro intelligenza a disposizione solo
della distruzione e contro coloro che hanno
portato allo sfascio un partito, il P.D. e
cerco di essere anche qui chiaro, soffermandomi
sul secondo punto che mi preme di più, lasciando
il primo ai cultori del dolce far niente.
Ancora una premessa: non sono così ingenuo da
pensare che in politica 2 + 2 faccia 4. So
benissimo che tale somma può essere 3 come 5, ma
partendo dai voti su riportati si doveva fare
qualcosa.
A
Telese, il P.D. alle ultime elezioni, come D.
S. e Margherita, al Senato su 3.772 ha
ottenuto 481 + 389 = 870 voti;; alla
Camera dei Deputati su 4.175 l’Ulivo ha ottenuto
999 voti. Al Senato Rifondazione
Comunista ha ottenuto 234 voti ed alla camera
276 e i Comunisti Italiani 67.
Si
consideri poi che oggi Telese può contare su un
assessore provinciale, Gianluca Aceto esponente
di Rifondazione.
Io
mi chiedo che fine abbia fatto questo patrimonio
e come mai chi aveva la pretesa di
rappresentarlo, ha saputo solo andare a vendersi
anche l’anima a Benevento (e non mi riferisco ad
Aceto) e non è riuscito a mettere in campo una
coalizione che potesse partecipare alla tornata
elettorale del 6 e 7 giugno?
Qualcuno chiaramente dovrà politicamente pagare
per questo scempio.
La
conclusione è che non potendo andare a votare
per una opzione politica, e non mi si venga a
dire che tale opzione è ravvisabile nella lista
Liverini, in quanto basta ed avanza
semplicemente scorrere l’elenco dei candidati.
Tutta brava gente d’accordo, ma certamente non
tutti con un cursus honorum di sinistra.
Ed
allora ecco perché nel primo mio intervento
invitavo a scegliere la squadra che si riteneva
migliore. Ora non nasconderò la mia scelta:
Io
voto Lista Capasso, perché ritengo che la
squadra messa in campo possa meglio
rappresentarmi.
Un saluto ai ViviTelesini
Michele
Di Vico
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giugno 2009 - intervento di Michele Di Vico
Also sprach Zarathustra
(Così parlò Zarathustra)
E’ il titolo di
una famosa opera di Friedrich Nietzsche, nella
quale un eremita (Zarathustra), dopo lungo tempo
(10 anni) trascorso su di una montagna in
perfetta solitudine, scende tra la gente e porta
ad essa il nuovo verbo, l’uomo nuovo o
Übermensch,
più propriamente ‘oltreuomo’.
Molti Zarathustra, come si può
leggere su ‘ViviTelese’, sono sorti. Me ne
compiaccio: là ove c’è dibattito, ci sono
sicuramente molte intelligenze e libertà.
In verità, però, un distinguo tra
i tanti Zarathustra va fatto. C’è qualcuno che è
sceso realmente tra la gente a predicare, a
metterci la faccia e chi, invece, continua a
rimanere in splendido isolamento, lassù sulla
montagna e si serve di ‘ViviTelese’ per far
giungere la sua voce al popolo.
Oibò! Scritto ciò mi viene da
riflettere: che non abbia io parlato per me
stesso? Per Bacco, no! Io non ho la pretesa di
portare il Verbo,
la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe
o la formula che mondi possa aprir(ti)…
bensì solo qualche storta sillaba e secca
come un ramo.
Esco dalla
letteratura e cerco di riflettere seriamente su
quanto sta accadendo a Telese, premettendo che
sono ben consapevole che la chiarezza e la
coerenza impongono anche a livello comunale il
ripetersi degli schieramenti nazionali. In virtù
di ciò, quando mi ritrovai a ricoprire la carica
di segretario di sezione feci saltare
quell’alleanza che vedeva il mio partito alleato
con l’allora M.S.I., che all’epoca era,
comunque, incarnato da due galantuomini come
Ezio Esposito e Sandro Falconieri, dell’amicizia
dei quali ancora mi onoro.
-
Voglio
innanzitutto parlare del partito che
dovrebbe essere a me più vicino: il P.D. La
sua miserevole vicenda dimostra
inconfutabilmente che è finita, almeno a
sinistra l’era dei depositari della saggezza
e della rappresentatività e che quando un
‘politicante’ viene scelto dall’alto a
rappresentare il partito, senza che abbia un
legame qualsiasi con la base, non viene
seguito dai più. E se i rappresentanti poi
sono più di uno, secondo la logica della
spartizione tanto cara agli ex
democristiani, e peraltro senza carisma e
capacità da leader, non si può che assistere
alla implosione del partito con schegge che
vanno a cozzare e a conficcarsi dappertutto
(in tre liste o in quattro se fossero state
quattro);
-
se ricordo
quanto appreso dal mio partito di
provenienza, il P.C.I., quando si è iscritti
ad un partito ci si deve riunire e decidere
cosa fare ed una volta presa una decisione,
chi non è d’accordo ha due strade da
percorrere in piena libertà: 1. Accettare la
decisione della maggioranza; 2. Consegnare
la tessera e fare ciò che vuole. Certamente
la prima opzione è quella più politicamente
corretta: mai e poi mai si rompono gli
argini per permettere ad ognuno di andare
ove vuole;
-
certo le cose
per gli altri partiti non sono del tutto
diverse così che posso avanzare una
affermazione indiscutibile: “Se esiste la
politica certamente non esistono più i
partiti che la rappresentano”. Nei tre
schieramenti possiamo ritrovare pezzi di
tutti i partiti: il P.D. è presente in tutte
e tre le liste; i ‘comunisti’ sono presenti
con propri candidati in due liste, ed è
probabile come sempre è accaduto che alcuni
di essi appoggino, più per parentela o
amicizia che per credo politico, la terza;
la vecchia A. N. è presente in almeno due
liste; il P.D.L. idem ecc.; così è, mi è
sembrato di capire, anche per l’U.D.E.U.R.,
l’U.D.C. e per tutti gli altri partiti.
La verità, signori miei, è che se
la
politica
è ancora viva è certamente morta la
Politica.
Ed allora, al che fare di leniniana
memoria si può, ahimè, rispondere solo in un
modo:
finito il tempo
degli schieramenti politici o ideologici anche
per nostra incapacità,
occorre votare per la lista che ha più candidati
onesti e capaci.
Con affetto ai vivitelesini
Michele Di Vico
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