5 novembre 2009
Telese, Aceto: le perle di Del Deo
Gianluca Aceto

 

 

Alcune perle del  DEL DEO PENSIERO

10 giugno 2009:

«Faccio i miei più sinceri auguri a Pino D'Occhio, lanciandogli subito una sfida: dimostri ai suoi concittadini già nei primi giorni che, nonostante lui sia sempre quel gatto Garfield che ben conosciamo, da oggi in poi volterà pagina a Telese, ponendo fine allo squallore cui Capasso ci stava facendo rassegnare. Un tantino di spregiudicatezza nelle scelte a volte non guasta, ma adesso più che mai è necessaria una grande dose di buon senso, quello che da troppi anni a questa parte pare sia mancato del tutto ai nostri amministratori».

 

4 novembre 2009:

«come si apprende dai giornali, lo stesso Pino D'Occhio ha ammesso di aver pilotato gli appalti e perfino di aver preso dei soldi, sebbene a suo dire non fossero tangenti ma "compensi": "l’orientamento di natura politica era stato quello di favorire, nei limiti del possibile, le imprese locali, per evitare infiltrazioni, spesso rischiose, di ditte provenienti da fuori provincia." 

Insomma, dice di aver agito a fin di bene, per tenere lontana la camorra.

 Se D'Occhio avesse studiato la storia del Sud Italia, si sarebbe reso conto che affermazioni di questo genere peggiorano di gran lunga la sua posizione, perché arrogarsi il diritto di essere al di sopra della legge, spacciando la propria arroganza per amore verso la propria comunità, è il seme da cui sono nate mafia, camorra, ndrangheta ecc.. ed è il principio fondante delle principali lobby criminali.

 Alla luce inquietante di questi fatti, i suoi "compagni di squadra" come minimo avrebbero dovuto rassegnare le dimissioni e prendere le dovute distanze. Invece come hanno reagito?

La prima a farsi avanti è stata la dottoressa Filippone, col suo comunicato: "Esprimiamo la nostra solidarietà al Sindaco ing. Giuseppe D’Occhio e manifestiamo la nostra fiducia affinché al più presto venga fatta chiarezza sull’intera vicenda"

Chiede chiarezza, la dottoressa, come se la questione non fosse già chiarissima: c'è un Sindaco detenuto a Capodimonte insieme ad altre 14 persone. Innocenti o colpevoli che siano, sono comunque finiti in galera!

 Questo dato di fatto oggettivo e inoppugnabile, in altre realtà decisamente più democratiche, sarebbe più che sufficiente per indurre i suddetti "compagni di squadra" a lasciare gli impegni pubblici e a ritornare alla propria onesta professione: aver fatto politica fianco a fianco con un uomo invischiato in faccende -quelle sì- poco chiare e non essersi accorti di nulla, deve far riflettere sulle proprie capacità, perché la politica richiede persone sveglie e attente, e può rivelarsi una trappola micidiale per gente incapace di accorgersi di ciò che accade sotto i propri occhi!».

 

SENZA PAROLE (come nelle vignette più riuscite)

 

 

     

 Valle Telesina


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