Dopo un accurato
lavoro di ricerca portato avanti da più di
un anno dall'equipe scientifica di
Telesestein, finalmente si delinea la figura
del candidato alla poltrona di sindaco alle
elezioni comunali di giugno.
Il
suo nome è Igino Mitrale. 54
anni, Campano doc, una moglie, due figli e una
figlia, due lauree, entusiasmo da vendere e
voglia di puntare sempre più in alto; capeggerà
la lista "Miglior Vita per Telese" nelle
elezioni amministrative di giugno.
Ha
concesso a noi di
Telesestein l'esclusiva dello scoop e
l'onore della prima intervista.
Dottor Mitrale, cosa l'ha spinta a scendere
in campo?
Una cosa: diamoci del tu e chiamami Igino. Io
non sono il tipo che si butta in politica per
appartenere alla casta, ma voglio essere un
fratello, un amico di famiglia per tutti voi.
Per darne prova concreta già da subito, ogni
giorno sto andando a pranzo e a cena, a casa di
una famiglia telesina estratta a sorte. Non c'è
che dire, le vostre donne ci sanno fare in
cucina. E io credo che non perderò questa buona
abitudine nemmeno dopo le elezioni, quando il
voto dei cittadini formalizzerà quello che per
me è già una scontatezza. Io
conosco i sacrifici e ne ho fatti. E so che ora
è giunto il mio momento.
In quali rapporti è con il sindaco
uscente e con la sua maggioranza?
In vita mia, non c'è mai stato nulla che mi ha spaventato o
scoraggiato. Ecco, io il sindaco uscente l'ho
conosciuto pochi giorni orsono. E l'ho trovato
insieme ai suoi uomini, là fermi ore intere
seduti su un progetto a interpetrare,
a rischio di farsi venire le emorroidi. Io ho
capito al volo la situazione, e soprattutto qual
era il da farsi. Fra loro c'era un
uomo col sorriso fisso e con tanti peli nel
naso. Ho capito al volo che il capo doveva
essere lui, senza ombra di dubbio. Quando l'ho
visto mi sono tirato un pelo dal naso e l'ho
invitato a fare altrettanto. Così, armati di
quei due peli rigidi, ci siamo affrontati in un
fioretto amichevole. L'ho disarcionato
dopo due battute, ma lui si è saputo ben
difendere e ha perso con onorevolezza.
E questa è stata l'occasione per diventare buoni
amici e per mettere in chiaro chi sono io.
A me, mi piace comunicare così, che ti devo
dire.
Quindi chi c'è nella sua squadra?
personaggi già noti alla politica telesina o
anche nomi nuovi?
Bella domanda. Io confesso che i nomi non me li ricordo mai,
per poco non mi scordo pure il mio... Che ci
devo fare, sono poco fisiognomico.
Ma un'anticipazione la posso dare: dentro ci
sono vecchi e nuovi, per essere coerenti con
quello che recita il nostro slogan:
continuità nel cambiamento. Per facilitarmi
il lavoro, i miei futuri assessori li ho
numerati. E ognuno di loro deve portare il suo
numero attaccato al bavero. A me, mi piace fare
così, che ti devo dire. Io sono uno preciso. E
quando chiamo «Ventiquattro!», so di chi sto
parlando... e devi vedere come scatta
sull'attenti!
"Ventiquattro!" Ma quanti assessori ha
intenzione di nominare? Non le sembrano un po'
troppi, soprattutto in tempi di crisi?
La crisi è solo nella testa di chi si lascia scoraggiare. Da
tutti i pranzi e le cene che sto
condividendo, mi accorgo che in tavola
non c'è nessuna crisi e, soprattutto...
l'appetito vien mangiando. E per appetito
intendo le esigenze della popolazione: quelle,
ti assicuro, non vanno mai in crisi! E io non
voglio scontentare nessuno. A me, mi piace fare
così, che ti devo dire. Ho inquadrato le varie
problematiche (cercando di non dimenticarmene
nessuna), poi per ogni settore di competenza ho
individuato la persona più adatta. Ecco l'
elenco:
-
Bilancio
-
Affari Interni
-
Affari Intercomunali
-
Affari e Basta
-
Lavori Pubblici
-
Lavori Privati
-
Lavori a Metà
-
Viabilità Veicolare
-
Viabilità Pedonale
-
Piste Ciclabili
-
Sport
-
Turismo
-
Spettacolo
-
Vigilanza
-
Edilizia Residenziale
-
Edilizia Economica
-
Edilizia Popolare
-
Edilizia Scolastica
-
Edilizia Sportiva
-
Edilizia Religiosa
-
Edilizia Laica
-
Edilizia Commerciale
-
Edilizia Industriale
-
Edilizia Artigianale
-
Edilizia di Riciclaggio
-
Ambiente
-
Nettezza Urbana
-
Protezione Civile
-
Infanzia
-
Adolescenza
-
Politiche Giovanili
-
Disoccupazione
-
Urbanistica
-
Illuminazione Stradale
-
Semafori e Segnaletica Verticale
-
Segnaletica Orizzontale
-
Parcheggi e Soste
-
Manutenzione reti Tecnologiche
-
Infrastutture
-
Pubbliche Affissioni
-
Pubblicità
-
Sanità
-
Santità
-
Cultura
-
Pubblica Istruzione
-
Arredo Urbano
-
Balconi Fioriti
-
Miniere (viale e piazza)
-
Fontane
-
Cartoline
Cinquanta assessorati! Non le sembra di
esagerare?
Le cifre tonde mi hanno sempre dato soddisfazione. Cento però
erano troppi...
Un tema scottante: il liceo. Crede che si
risolverà questo annoso problema?
Io metto sempre al primo posto i giovani, i nostri figli, il
loro futuro. Queste sono per me le priorità.
Viviamo in una società ormai globalizzata al
100% e proprio per questo è di vitale importanza
sapere con certezza assolutistica
che in futuro nella stanza dei bottoni ci
saranno i nostri figli, altrimenti rischiamo di
ritrovarci anche lì gli extracomunitari. Io non
ce l'ho con loro -per amor di Dio- non sono
razzista, questo mai! La badante di mia madre è
una donna così brava e fa cose che un'Italiana
non solo non farebbe, ma nemmeno io mi
permetterei di pretendere.
Ma è rivoltante il suo modo di pensare!
Proprio così: ognuno nel suo piccolo può e deve rivoltare
la società. E io intendo rivoltarla
prima che sia troppo tardi; perché un conto è la
badante e un conto è la stanza dei bottoni. E
per essere ben sicuri che nel futuro ci staranno
i nostri figli in quella stanza, dobbiamo essere
sicuri che solo loro hanno i titoli per potervi
entrare: diplomi, lauree, specializzazioni
eccetera eccetera.
Quindi una delle sue priorità sarà
l'istruzione, lo studio.
Nella vita, quel che conta sono le mete che ci
prefriggiamo. Cosa fai tu se da qua devi
andare a Caianello? Niente di più semplice:
prendi la Benevento-Caianello. Sicuramente non
te ne vai per Foggia. Perciò: una cosa è lo
studio, un'altra cosa sono i titoli di studio.
Studiare è come andare a Foggia, quando sai che
invece la meta è Caianello. Lo studio lasciamolo
pure agli extracomunitari. Ai nostri giovani
garantiamo la via più breve. Gli esami sono una
cosa stressante e umiliante che non auguro
nemmeno al peggiore nemico. Io, le mie lauree,
l'ho prese sulla fiducia: che ti credi, mica ho
dovuto fare gli esami. Se non c'è fiducia nella
società, allora non ci può essere proprio più
niente. A me, mi piace pensarla così, che ti
devo dire.
Ma si rende conto di cosa sta dicendo!?
L'ascolto con raccapriccio.
Per me riuscire nel mio intento non è un capriccio,
è ancora di più: è un imperativo assoluto.
Quando prometto una cosa, la prometto
soprattutto a me stesso. Ne va del mio amor
proprio se non riesco a mantenere la parola
data. A me, mi piace vederla così, che ti devo
dire.
Ma torniamo alla questione liceo.
Allora, ti garantisco una cosa: su quel terreno vicino alle
Terme non ci sarà solo il liceo, ma anche la
facoltà di Letteratura Cinese dell'Orientale.
Come mai proprio questa scelta?
A Napoli c'è disordine, ci sono tentazioni e ragazze facili.
Non sono pochi quelli che all'università
rischiano di perdersi. Sicuramente ce n'è uno
qui a Telese; per l'esattezza è il figlio di un
mio caro amico, che la moglie è una cuoca
di serie A. Allora che fai? Come si fa a
dire di no davanti a un arrosto di maiale di
quella maniera? Quello poi è un bravo ragazzo,
ingenuo, si lascia facilmente trascinare... E
una di queste napoletane gli ha messo strane
idee nella testa: studiare, fare affidamento
solo sulle proprie forze, niente
raccomandazioni, niente servilismo, esami e
sempre esami! Una senzaddio, una di quelle che
non hanno problemi a ficcarsi nel letto del
primo ingenuo che trovano.
Ma è pazzesco quello che sta dicendo, è
intriso di pregiudizi, è immorale! Non se ne
rende conto?
Certo che me ne rendo conto, anche se i pregiudizi a me non mi
intrigano più di tanto. Io sono un
carattere forte non ho più vent'anni come quel
ragazzino là, che così finisce per diventare
immorale lui appresso alla prima
napoletana che incontra. Perciò ho deciso di
intercedere e ho ottenuto il trasferimento della
facoltà qui a Telese per l'anno prossimo, così
lui sta qui a casa della mamma e tutto torna
sotto il giusto controllo.
Ma come è possibile!?
Come dice il proverbio: c'è chi può e chi non può. Io
può. Saggezza degli antichi.
Forse è meglio cambiare argomento: come
intende risolvere il problema dei cantieri
perenni, dell'edilizia selvaggia, delle strade
dissestate, dei servizi carenti e di quelli del
tutto mancanti?
Per me la vita se non è una sfida quotidiana, un'avventura,
diventa solo noia. E a me la noia non mi piace.
Io così la vedo, che ti devo dire. Quando ho
scoperto Telese, mi sono detto: Igino, questo è
pane per i tuoi denti, bùttatici dentro! E non
esiterò a buttarmici a capofitto non appena voi
cittadini me ne darete il potere. Sono sicuro e
sono convinto che non tradirò le vostre
aspettanze.
Sicuramente avrà letto degli episodi di
microcriminalità qui a Telese. Al di là
dell'intervento repressivo delle Forze
dell'Ordine che è presente ed efficacissimo, le
chiedo: cosa farà di concreto l'Amministrazione
da lei guidata per sottrarre spazio al piccolo
crimine e soprattutto per evitare che si creino
sacche di emarginazione, brodo di coltura per la
manovalanza del crimine organizzato?
Io leggo ogni giorno almeno cinque giornali, nazionali
regionali ed esteri, di destra di centro e di
sinistra. E scopro così che le notizie le fanno
i giornalisti e le fanno come meglio gli
servono. Non è bello gettare cattiva luce su una
regione solo perché si dice che c'è la camorra.
La camorra non esiste. Anzi, esiste nei film.
Senza dubbio ottimi film, come Gomorra. E io
Saviano lo ammiro come regista, ma non lo
condivido come opinionista, come
politico. Saviano in quel modo pensa solo a se
stesso e tira acqua al suo mulino, senza curarsi
di danneggiare l'immagine di una regione
bellissima come la nostra. Non si rende conto
che così fa danno? Sicuramente lui fa un sacco
di soldi, ma fa sparire i turisti dal nostro bel
mare e dalle nostre bellissime montagne. Più o
meno lo stesso, lo ha fatto ultimamente il
nostro parroco, il caro
Don Gerardo. Sicuramente lui l'ha fatto in
buona fede e non per soldi -ci mancherebbe!- ma
comunque anche lui ha arrecato un danno alla
nostra immagine. Io lo capisco, lui ha le sue
buone ragioni per essere arrabbiato col Sindaco,
perché si aspettava molto di più: è normale che
se tu ti senti ingannato da un centro pastorale
che non si è mai realizzato, allora cerchi di
far sentire la tua voce. Io non so dire se gli
scippi ci sono stati davvero, io sono come San
Tommaso e -come dice il proverbio- non ci credo
finché non ci metto il naso. Io ai giornali non
ci credo. Ma anche se ci sono stati davvero gli
scippi, a che serve parlarne adesso? Cerchiamo
di evitarli e cerchiamo di non girare la
lama nel coltello!
Le va di parlare di verde pubblico?
Per me non c'è vita senza natura. In una cittadina in pieno
sviluppo come è la nostra, noi siamo contenti
perché la crescita significa progresso e denaro,
ma l'ambiente rimane comunque la prima
delle priorità. Io mi batterò per
questo,
mi batterò da cima a fondo, anche a
costo di inimicarmi qualcuno.
Per caso ricorda qualcosa dell'assessore
all'Ambiente, il numero 26? Non pretendo il
nome, ma almeno il suo aspetto.
Sì, quello là me lo ricordo bene. E come si fa a scordare una
faccia come quella... da fumetto di Alan Ford!
Ma comunque è una persona seria e
integerrissima. Magro, molto stempiato,
pizzetto e baffi da intellettuale, sguardo
profondo, intelligente. Mi ha detto che ha
lavorato per alcuni anni a dei progetti
fantastici, per la realizzazione di spazi verdi
super-attrezzati, dove anche il prato non è
fatto di semplice erba -sarebbe troppo facile
poi!- ma è una pavimentazione speciale, morbida,
antiurto e antifurto. Perché lui è
uno molto scrupoloso e ci tiene assai alla
sicurezza dei bambini. Perciò anche le panchine
(dove metterà a sedere i nonni) hanno gli angoli
smussati per evitare ferimenti negli eventuali
urti dei nipoti. E poi i giochi: lui li vuole
tutti con la rete sotto, come al trapezio del
circo. Un uomo così attento e previsionale
come lui non l'avevo ancora conosciuto.
Leggo nella lunga lista il numero 50,
l'Assessorato alle Cartoline. A chi intende
affidarlo?
Lo ripeto, per me i nomi sono solo un opscionàl...
figurati che pure ai miei figli li chiamo coi
nomi sbagliati. Luisa la chiamo Giorgio, Andrea
lo chiamo Luisa, e Giorgio lo chiamo Adele come
mia moglie. A mia moglie non la chiamo quasi
mai, o sennò uso i vezzeggiativi che con quelli
non sbagli mai... Il numero cinquanta non so
come si chiama, ma mi ricordo che è un
giovinotto coll'aria triste e coi ticchi
nervosi.
Un'ultima domanda: da quanto ho capito,
la sua lista sarà un grande calderone in cui ci
sarà un po' di tutto, un listone unico. Ma per
caso (o piuttosto per errore) fra di voi
c'è mica qualcuno che sappia parlare usando il
congiuntivo?
Abbiamo uomini e donne, alti e bassi, grassi e magri, giovani
e vecchi, belli e brutti, bruni e biondi... ce
n'è per tutti i gusti, ma difetti di pronuncia,
quelli no, né erre mosce, né zeppole, né
congiuntivi.
Be' adesso credo sia meglio lasciarla al
suo lavoro, sicuramente sarà molto
indaffarato... Se vuole può salutare gli
elettori con un invito.
Cari elettori, (e anche care elettrici che forse voi siete
quelle che meritate di più di ogni altro, perché
senza di voi -si sa- la famiglia non esiste e
soprattutto siete delle grandi cuoche) se volete
per Telese una vita migliore, votate tutti per
ME.
LISTA N. 1
(e unica)
candidato a sindaco IGINO MITRALE
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