Fulvio Del Deo
Mancano ancora due mesi alla fatidica data, ma
già tutti sono in fermento perché in tempo di
crisi -si sa- la posta in gioco diventa ancor
più alta.
Il 6 e il 7 giugno la luna sarà piena e, come
vuole la leggenda, i vampiri si aggireranno
assetati. Io mi guarderò bene alle spalle e
soprattutto starò molto attento al mio collo.
L'idea condivisa dalla maggior parte degli
elettori telesini è che lo scenario sia a dir
poco deprimente. Immagino sia già noto a tutti
il mio impatto col muro di gomma dei
Tulisiom e non credo valga la pena
dilungarsi oltre, su come quella misteriosa
tribù custodisca gelosamente la sua
aria fritta. Non sarò certo io a
guastargliela: sono liberi di tenersela stretta,
per poi offrirla in dono a Pino D’Occhio che
forse, dopo aver elargito con sorniona
generosità troppi smaglianti sorrisi alla
Garfield, è rimasto un tantino a corto di
argomenti.
Intanto Capasso, fatto il pieno di voti alle
provinciali, dà l’impressione di essersi
ubriacato da quella vittoria e, dimentico della
sua congenita antipatia, si tuffa solitario e
spavaldo nella mischia.
Qualcosa comunque riesce ancora a sorprendermi:
un gruppo variegato di persone di palazzo, dei
quali mi guardo bene dal fare i nomi, poiché mi
hanno chiesto espressamente il contrario
affinché gli facessi un po’ di pubblicità
gratuita; un inaspettato incontro in una
pacchiana locanda telesina che non è certo
riuscito nel suo malsano intento di turbare la
cena agli astanti.
Siamo tutti rassegnati all’idea che l’unica vera
novità di queste elezioni sia rappresentata da
un personaggio molto negativo: un uomo virtuale
senza virtù che rivendica senza pudore “diritto
di cittadinanza alla corruzione” intendendo, con
la sua candidatura, sdoganare tutto il
malaffare.
Trattasi di Igino Mitrale, capintesta
dell’infocata lista
Miglior Vita per Telese. Questi costituisce
un caso isolato nel suo genere, almeno qui al
Sud dove non esiste ancora un fenomeno diffuso
come la Lega. A differenza degli altri candidati
che goffamente cercano di apparire sempre come
angioletti, lui non ha nessuna remora a
mostrarsi come è fatto davvero, a dire pane al
pane e vino al vino, facendo leva sui peggiori
sentimenti della gente più gretta, che -ahimé-
abbonda in una società allo sbando come la
nostra.
Ritenendo sia l’unico su cui valga la pena
indagare (non solo da parte della Magistratura)
mi attivo subito introducendo nella sua ormai
famosa
Villa Cazzimma la mitica
Aliza del MOSSAD che si spaccia per
avvenente giornalista del
Ma’ariv. Non appena l'intervista sarà
pronta, mi premurerò di pubblicarla in questo
sito.
Fulvio Del Deo
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