intervento riferito a: replica al sig. Flaviano Di Santo

 

 

8 agosto 2009
Telese, ulteriori riflessioni su smaltimento rifiuti
Flaviano Di Santo

 

 

Le sembrerà strano sig. Pascale ma le mie convinzioni personali sull’ambiente sono molto aderenti alle sue anche se, sottolineo ancora una volta, non ho conoscenze tecniche approfondite quanto lei sembra avere, perlomeno su una  conoscenza informatica dei temi ecologici. Tra l’altro, il legame all’ambiente è naturale per ogni essere umano e non credo ci possa essere qualcuno che possa detestarlo.  Sono anche perfettamente d’accordo su quanto dice circa la pianificazione a medio - lungo periodo e sulla necessità di modificare i nostri stili di vita.

Posso anche segnalarle, nello spirito di apprendere le buone pratiche dagli altri, che ho installato già da molti anni alcuni accessori domestici poco diffusi, che mi consentono l’abbattimento quasi totale dell’umido con un tritarifiuti idraulico ed una “fontana leggera” casalinga (dal 2000) che mi consente l’eliminazione totale del pet per acque minerali senza rinunciare alle bollicine. Il compostaggio poi, è una pratica comune della mia famiglia di origini contadine, lo facevano i miei nonni ed i nonni dei miei nonni.  Potrei continuare su tante altre pratiche che ho adottato, modificando le mie abitudini di vita  nello spirito di ridurre la ‘produzione’ di rifiuti ma avremo modo di parlarne  in altre occasioni, magari insieme ai motori Perendev e le leggi di Tesla.

Sapevo che il mio intervento non avrebbe incontrato alcun plauso; ho ritenuto corretto esprimerlo a decisioni politiche avvenute e gradisco anche il tono molto equilibrato della sua risposta ma sono ancora persuaso del fatto che il tema complessivo dei problemi ambientali si  affronta in genere, con una gran dose di demagogia. E questa, è una figlia anche  mal riuscita di due genitori: l’ignoranza (nel senso di non conoscere) e la presunzione (nel senso di presumere che le proprie conoscenze e convinzioni siano giuste ed assolute).

Nessuno di noi, con me in testa naturalmente, può esimersi completamente da questa cattiva postura mentale. Le ragioni sono ovvie: nessuno, per quanto geniale,  potrà conoscere tutto ed ognuno di noi sviluppa una propria opinione in base a quanto ha appreso nella propria vita e spesso (il peggiore dei casi) ci si lascia facilmente condizionare da convinzioni altrui.

Il punto è uno solo: lei ha detto un sacco di belle parole, tutte condivisibili, ma non mi ha saputo dire che fine fanno i milioni di eco balle che abbiamo già stoccato e come tratteremo quelle che ancora produciamo prima che le nostre abitudini di vita  si modificano. Lo spettacolo dei treni per la Germania sono la peggiore figuraccia  che abbiamo potuto presentare al mondo intero ed io, non intendo ripeterla. Avere un inceneritore adesso avrebbe certamente ‘tamponato’ e, non è detto che tra qualche anno avremo potuto convertire l’impianto con tecnologie migliori ma ora non possiamo permetterci di aspettare ancora . Siamo su una nave su cui si è aperta una falla in mare aperto ed invece di intervenire con una tavolaccia e due chiodi, decidiamo di sostituire lo scafo. Arriviamo prima in porto, poi decidiamo come, di chi è la colpa, e, potremo anche non arrivarci se c’imbattiamo in una bufera!

La demagogia è questa. S’ignora che l’uomo ha modificato già pesantemente e spesso in modo irreversibile l’ambiente ‘naturale’, dove naturale significa il creato senza l’apporto dell’uomo. Che su una collina della vallata ci sia un vigneto piuttosto che una fabbrica di microchip, non cambia., la natura ci aveva messo olmi e querce. Se dovessi scegliere uno dei due, io preferirei una fabbrica di microchip, perché sono più utili del vino ed ho anche la presunzione di affermare che ha un impatto ambientale minore. Anche un inceneritore è più utile del vino. Dico anche che non mi piace, puzza , non lo voglio sotto casa mia, è orribile, al suo posto preferirei una vigna ma poiché la naturalità della nostra vita produce comunque scarti, non è giusto che debbano essere mandati ad Acerra .  Ammesso che, d’incanto, si acquisisse la coscienza sociale di adottare tutti uno stile ‘misurato’, c’è qualcuno che rinuncerebbe all’automobile, la corrente elettrica, farmaci ecc. ? Solo vivendo nelle caverne con le pelli di animali, si ha un impatto minimale. Insomma, toglietemi tutto ma non il superfluo!

La demagogia la vedo in quei neoecologisti-militanti politici che sanno perfettamente di chi sono le responsabilità politiche complessive del degrado regionale che tocca non solo il ciclo dei rifiuti ma la sanità, sicurezza, trasporti, sviluppo del territorio e tant’altro ancora… ma poiché in politica, come in guerra, il fuoco amico è sempre tollerato, ci si limita a vaghe criticucce e non si costituiscono i comitati civici, come farebbe uno che ragiona con la propria testa.

Ancora demagogia è constatare  delle decine di orrendi capannoni siti nell’area scelta per l’inceneritore (e non solo purtroppo!) che nel loro complesso hanno già irreversibilmente devastato il paesaggio e nessuno ha detto mai nulla…anzi credo che a molti abitanti di San Salvatore abbia fatto anche comodo, come è giusto che sia per i proprietari delle aree e per l’indotto creato. E' naturale  pensare che a qualcuno si sta togliendo la 'polpetta dal piatto'.

Demagogico è sostenere che la tipologia di agricoltura attuale è una risposta valida per l’ambiente, la cui produzione, fatta salva solo qualche piccola realtà, è complessivamente scadente ed inquinante e poiché l’agricoltura biodinamica è difficile ed antieconomica senza un volano commerciale saldo come la Toscana o il Trentino, ci si potrebbe orientare verso colture orticole, biofarm, bioturismo ecc….Non so quanti siano capaci e disposti a condurre un orto biologico e per chi lo fa, sa che non è un’attività fisicamente leggera e non si risparmia nemmeno molto. Anzi.

E’ demagogico leggere che dobbiamo difendere i nostri campi quando parte di questi campi  coprono un’altro scempio di proporzioni bibliche, di cui non ho mai visto un comitato civico che ne difenda il valore: la devastazione della zona archeologica dell’antica Telesia.

Immaginate che l’antica Telese,  pur non avendo molto a che fare con l’attuale, ne detiene la responsabilità del nome. Il primo dei 57 vescovi Telesini risale al 465 d.c. e, se non fossero passate le orde Saracene e Longobarde a raderla al suolo, forse esisterebbe ancora il ‘bicu de fremundi’ (o tremundi) e non il mio caro paesino d’origine.

Demagogico è parlare di un paesaggio incontaminato quando le nostre falde acquifere sono zeppe di colibatteri e sarebbe bello conoscere quanti di coloro che hanno sfilato nei cortei no-inceneritore, una volta tornati a casa hanno bevuto comodamente a casa l’acqua che sgorga da montagne a 900 km da noi e non si chiedono nemmeno perché costa meno di quella delle sorgenti casertane…

Non sono una valida scusante ma per una serie di ragioni personali, non sono tra quelli che generalmente ‘scende in campo’ nelle questioni sociali ma chiunque abbia seguito,come me, la vicenda inceneritore nel triangolo Visalli-Aceto-CutilloMucci , avrà visto citare ogni filosofo vivente e vissuto, si sono elencate tutte le leggi possibili ed immaginabili, teorie,complotti e strategie ma quello che ha ogni area civile del pianeta, di cui dovevamo finalmente attrezzarci anche noi nel contingente,  fosse anche la tecnologia meno avanzata,  siamo stati capaci di rinunciarci.

Del triangolo citato, avendo competenze completamente diverse, era peraltro impossibile un punto d’incontro. Sarebbe come se io dicessi ad un ingegnere edile che ha sbagliato i calcoli di un solaio, solo perché non mi piace l’architettura della casa.

Io mi sento responsabile quanto tutti di questa situazione, perché la cosa peggiore da dire adesso è trovare un responsabile e peggio ancora per me, dichiarare vittorie. Siamo tutti noi i colpevoli e se volgiamo davvero differenziarci dal resto degli animali, proviamo a fare tutti un passo indietro. Proviamo per un ‘attimo a sentirci su quella nave che sta affondando e in questo caso, non conta essere ammiragli o mozzi. Se invece, vogliamo sentirci tutti sull’albero maestro, allora, anch’io vorrei sapere chi deve risarcirmi per i 400 euro di spazzatura che ho pagato, in un Comune riciclone (e senza aver prodotto un grammo di umido) e chi mi pagherà i prossimi rincari finché non si trova una soluzione.

Flaviano Di Santo

 

 

     

 Valle Telesina


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