Mi
aggancio agli interventi di Lombardi e Pengue
sulle segnalazioni di degrado del centro storico
di Guardia e le lodevoli proposte fatte in
merito ai Riti del 2010. Mi unisco anche al coro
di quanti, si sentono spettatori inermi di un
processo degenerativo, non solo dal punto di
vista storico-ambientale ma anche sul piano
dello sviluppo socio-economico. Le
considerazioni che esporrò di seguito,
scaturiscono unicamente da una passione
amatoriale per la storia locale e lungi da me
qualsiasi pretesa di storico-ricercatore, anzi,
mi scuso fin d'ora per le involontarie
imprecisioni.
La
processione penitenziale dell’Assunta non va
considerata unicamente, a mio avviso, una
tradizione guardiese. Guardia ha 'solo' il
grande merito di aver fuso insieme, tradizioni
di origini diverse e le ha sapute mantenere
straordinariamente integre per oltre mezzo
millennio.
Le
lontane origini delle componenti di questa
antica tradizione sono a mio avviso due: una
telesina e l’altra napoletana.
Come è stato ampiamente documentato dallo
storico F. Sanzari (I re penitenti), l’icona
dell’Assunta, prima di arrivare a Guardia era
venerata nell’abbazia benedettina di monte Drogo
(comprensorio di Vitulano –attuale monte Taburno)
e poi Limata . La notevole quantità di donazioni
terriere a favore dell’ordine monacale che ne
custodiva la statua, non lascia dubbi
sull’importanza religioso-sociale che aveva
l’Assunta su tutto il territorio di quel
comprensorio geografico che oggi chiamiamo Valle
Telesina. E’molto interessante la ricostruzione
storica basso medioevale ed in particolare il
periodo Federiciano ma mancano però, alcuni
tasselli che mi hanno incuriosito
particolarmente.
La
statua dell’Assunta è di stile
romanico-bizantina , un’autentica Theotekos col
Bambino in braccio e questo vuol dire una sola
cosa: la statua è di alcune centinaia di anni
più antica della data incisa alla base del sec.
XI e per avere l’importanza documentata dal
Sanzari, l’Assunta era venerata già da prima
dell’XI secolo. Prima della costruzione della
badia di S.Maria della Grotta, l’unico sito
compatibile per tradizione religiosa ed
importanza sociale, politica e geografica era
Telesia dove è certamente documentata una forte
tradizione mariana già dal sec. V.
Prima delle invasioni saracene, Telesia era una
città nel suo massimo splendore. Per farsi
un’idea bastano due fattori inconfutabili. Le
dimensioni di Telesia sono ancora visibili e già
nell’anno 465 d.c. essa aveva un vescovo,
Florentivs Telesinvs... e siamo solo agli albori
della cristianità, ad un centinaio di anni da
Costantino e da quello che ha rappresentato
l’impero bizantino. Telesia era sita sull’unico
asse viario che collegava Roma ai porti per
l’oriente. Se questa città è stata presa di mira
nel modo in cui è stata rasa al suolo, può
spiegarsi solo in un modo: la sua importanza
geografica sulla via latina e la sua influenza
religiosa. Lo scontro fra la cultura araba, i
Saraceni, con quella ebraica da cui deriva il
Cristianesimo, è stato sempre acceso ed ha
origini lontane.
Tutti gli attuali comuni della Valle Telesina
non sono altro che una testimonianza dello
sterminio etnico che costrinse i pochi
superstiti ad arroccarsi in collina, di cui
Guardia è certamente il borgo più antico.
Diversi ricercatori hanno asserito che le stesse
colonne dell’attuale basilica dell’Assunta sono
originarie da una chiesa telesina (e potrebbe
essere la stessa dell’Assunta in Telesia ) e la
leggenda del ritrovamento della statua, che
vuole sia stata rinvenuta da alcuni maiali
sottoterra, potrebbe spiegarsi con l’uso di
sotterrare le icone cristiane, per preservarle
da una sicura distruzione dai saraceni, forse
proprio nell’antica Telesia
Sull’origine napoletana dei riti penitenziali si
apre un altro capitolo meno antico delle origini
della statua. In epoca angioina si diffusero in
tutta la Terra di Lavoro, delle associazioni
no-profit sostenute da una forma di azionariato
sociale al fine di tutelare l’infanzia
abbandonata e la cura medica dei poveri. Pur
avendo una struttura ecclesiastica non
dipendevano dal Vaticano ed erano note come AGP
(Ave Gratia Plena). Di essa si ricorderà
certamente ‘la ruota degli esposti’ e ancora
nella metà del sec. XIX, solo ad Aversa (Ce),
questa associazione riusciva a recuperare un
migliaio di bambini abbandonati all’anno,
fornendogli una base educativa, un mestiere ed
un piccolo capitale per iniziare una vita
autonoma. Le AGP avevano un ordine religioso
autonomo nel loro interno e diverse attività
laico-clericali. In tutta Terra di Lavoro se ne
contano circa 70 e molte di queste avevano nel
suo interno una ‘Congrega dei flagellanti’ . Nei
secoli XIII e XIV, era comune assistere ad una
processione di flagellanti lungo l’attuale Corso
Umberto di Napoli, in prossimità della chiesa
AGP matrice. Una delle tante AGP di Terra di
Lavoro, nacque a Guardia nel sec. XIII ed aveva
una Congrega di flagellanti e se si considera
che il nucleo originario di Guardia deriva da
popolazioni sfuggite ai massacri saraceni di
Telesia, in cui esisteva certamente già una
secolare tradizione mariana, il resto è di
facile deduzione.
L’Assunta di Guardia Sanframondi non è una
banale statua antica. Essa è in se il simbolo
della maternità, che è il più grande e
straordinario miracolo della vita ed insieme, il
riferimento religioso di una comunità che ha
saputo ricostruirsi con dolore, coraggio e
dignità, attingendo solo dalle sue
indistruttibili radici culturali.
Queste, che ripeto, sono solo delle ipotesi
personali al momento solo parzialmente
documentate, potrebbero essere almeno un punto
di partenza su cui attivare indagini
archeologiche professionali che non riguardano
solo Guardia ed i suoi riti ma l’intera Valle
Telesina. La straordinaria tradizione
penitenziale dei Riti di Guardia è una sorta di
reperto archeologico che conserva in se, valori,
tradizioni e costumi di un popolo, quello
telesino (nel senso di macroarea), che ha
origini nell’età antica, prima che epoca
medioevale.
Per queste ragioni, sono convinto che la ricerca
storica mirata e la relativa tutela di questo
straordinario patrimonio, sia una priorità
assoluta di tutti i comuni e non
semplicisticamente, un interesse locale.
Se
l’Africa è stata la culla dell’umanità,
certamente Italia e Grecia hanno generato le
componenti alla base della ‘cultura
occidentale’, ed è questo l’unico vero ‘pozzo di
petrolio’ che abbiamo. Sarebbe anche
inesauribile se solo riuscissimo a non
distruggerlo volontariamente, più di quanto non
faccia il tempo e l’incuria da soli.
Per quanto ho esposto, per una volta tutti e
ripeto tutti, cittadini, amministratori e
attivisti di tutte le branche, proviamo a
mettere da parte gli ideologismi
‘partitodipendenti’ (tanto democratici ma tanto
inconcludenti) e a far convogliare
l’intelligentia in un unico intento: tutelare il
nostro patrimonio storico. Prima di ogni altra
cosa.
P.S. C’è una sola motivazione che ho condiviso
con quanto hanno scritto i relatori della cds
per l’inceneritore di San Salvatore: in Valle
Telesina: esiste un patrimonio archeologico di
INTERESSE MONDIALE e se solo sapessero cosa
hanno scritto non avrebbero mai permesso, visto
che hanno questo potere, lo scempio di far
costruire quel centinaio di capannoni
industriali (altro che artigiani), proprio a due
passi da Telesia.
Flaviano Di Santo
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