22 settembre 2009
Telesia, un patrimonio di interesse mondiale
Flaviano Di Santo

 

 

Mi aggancio agli interventi di Lombardi e Pengue sulle segnalazioni di degrado del centro storico di Guardia e le lodevoli proposte fatte in merito ai Riti del 2010. Mi unisco anche al coro di quanti, si sentono spettatori inermi di un processo degenerativo, non solo dal punto di vista storico-ambientale ma anche  sul piano dello sviluppo socio-economico. Le considerazioni che esporrò di seguito, scaturiscono unicamente da una passione amatoriale per la storia locale e lungi da me qualsiasi pretesa di storico-ricercatore, anzi, mi scuso fin d'ora per le involontarie imprecisioni.

La processione penitenziale dell’Assunta non va considerata unicamente, a mio avviso, una tradizione guardiese. Guardia ha 'solo' il grande merito di aver fuso insieme, tradizioni  di origini diverse e le ha sapute mantenere straordinariamente integre per oltre mezzo millennio.

Le lontane origini delle componenti di questa antica tradizione sono a mio avviso due: una telesina e l’altra napoletana.

Come è stato ampiamente documentato dallo storico F. Sanzari (I re penitenti), l’icona dell’Assunta, prima di arrivare a Guardia era venerata nell’abbazia benedettina di monte Drogo (comprensorio di Vitulano –attuale monte Taburno) e poi Limata . La notevole quantità di donazioni terriere a favore dell’ordine monacale che ne custodiva la statua, non lascia dubbi sull’importanza religioso-sociale che aveva l’Assunta su tutto il territorio di quel comprensorio geografico che oggi chiamiamo Valle Telesina.  E’molto interessante la ricostruzione storica basso medioevale ed in particolare il periodo Federiciano ma mancano però, alcuni tasselli che mi hanno incuriosito particolarmente.

La statua dell’Assunta è di stile romanico-bizantina , un’autentica Theotekos col Bambino in braccio e questo vuol dire una sola cosa: la statua è di alcune centinaia di anni più antica della data incisa alla base del sec. XI e per avere l’importanza documentata dal Sanzari, l’Assunta era venerata già da prima dell’XI secolo. Prima della costruzione della badia di S.Maria della Grotta, l’unico sito compatibile per tradizione religiosa ed importanza sociale, politica e geografica era Telesia dove è certamente documentata una forte tradizione mariana già dal sec. V.

Prima delle invasioni saracene, Telesia era una città nel suo massimo splendore. Per farsi un’idea bastano due fattori inconfutabili. Le dimensioni di Telesia sono ancora visibili e già nell’anno 465 d.c. essa aveva un vescovo, Florentivs Telesinvs... e siamo solo agli albori della cristianità, ad un centinaio di anni da Costantino e da quello che ha rappresentato l’impero bizantino. Telesia era sita sull’unico asse viario che collegava Roma ai porti per l’oriente. Se questa città è stata presa di mira nel modo in cui è stata rasa al suolo, può spiegarsi solo in un modo: la sua importanza geografica sulla via latina e la sua influenza religiosa. Lo scontro fra la cultura araba, i Saraceni, con quella ebraica da cui deriva il Cristianesimo, è stato sempre acceso ed ha origini lontane.

Tutti gli attuali comuni della Valle Telesina non sono altro che una testimonianza dello sterminio etnico che costrinse i pochi superstiti ad arroccarsi in collina, di cui Guardia è certamente il borgo più antico.

Diversi ricercatori hanno asserito che le stesse colonne dell’attuale basilica dell’Assunta sono originarie da una chiesa telesina (e potrebbe essere la stessa dell’Assunta in Telesia ) e la leggenda del ritrovamento della statua, che vuole sia stata rinvenuta da alcuni maiali sottoterra, potrebbe spiegarsi con l’uso di sotterrare le icone cristiane, per preservarle da una sicura distruzione dai saraceni, forse proprio nell’antica Telesia

Sull’origine napoletana dei riti penitenziali si apre un altro capitolo meno antico delle origini della statua. In epoca angioina si diffusero in tutta la Terra di Lavoro, delle associazioni no-profit sostenute da una forma di azionariato sociale al fine di tutelare l’infanzia abbandonata e la cura medica dei poveri. Pur avendo una struttura ecclesiastica non dipendevano dal Vaticano ed erano note come AGP (Ave Gratia Plena). Di essa si ricorderà certamente ‘la ruota degli esposti’ e ancora nella metà del sec. XIX, solo ad Aversa (Ce), questa associazione riusciva a recuperare un migliaio di bambini abbandonati all’anno, fornendogli una base educativa, un mestiere ed un piccolo capitale per iniziare una vita autonoma. Le AGP avevano un ordine religioso autonomo nel loro interno e diverse attività laico-clericali. In tutta Terra di Lavoro se ne contano circa 70 e molte di queste avevano nel suo interno una ‘Congrega dei flagellanti’ . Nei secoli XIII e  XIV, era comune assistere ad una processione di flagellanti lungo l’attuale Corso Umberto di Napoli, in prossimità della chiesa AGP matrice. Una delle tante AGP di Terra di Lavoro, nacque a Guardia nel sec. XIII ed aveva una Congrega di flagellanti e se si considera che il nucleo originario di Guardia deriva da popolazioni sfuggite ai massacri saraceni di Telesia, in cui esisteva certamente già una secolare tradizione mariana, il resto è di facile deduzione.

 L’Assunta di Guardia Sanframondi non è una banale statua antica. Essa è in se il simbolo della maternità, che è il più grande e straordinario miracolo della vita ed insieme, il riferimento religioso di una comunità che ha saputo  ricostruirsi con dolore, coraggio e dignità, attingendo solo dalle sue indistruttibili radici culturali.

Queste, che ripeto, sono solo delle ipotesi personali al momento solo parzialmente documentate, potrebbero essere almeno un punto di partenza su cui attivare indagini archeologiche professionali che non riguardano solo Guardia ed i suoi riti ma l’intera Valle Telesina. La straordinaria tradizione penitenziale dei Riti di Guardia è una sorta di reperto archeologico che conserva in se, valori, tradizioni e costumi di un popolo, quello telesino (nel senso di macroarea), che ha origini nell’età antica, prima che epoca medioevale.

Per queste ragioni, sono convinto che la ricerca storica mirata e la relativa tutela di questo straordinario patrimonio, sia una priorità assoluta di tutti i comuni e non semplicisticamente, un interesse locale.

Se l’Africa è stata la culla dell’umanità, certamente Italia e Grecia hanno generato le componenti alla base della ‘cultura occidentale’, ed è questo l’unico vero ‘pozzo di petrolio’ che abbiamo. Sarebbe anche inesauribile se solo  riuscissimo a non distruggerlo volontariamente,  più di quanto non faccia il tempo e l’incuria da soli.

Per quanto ho esposto, per una volta tutti e ripeto tutti, cittadini, amministratori e attivisti di tutte le branche, proviamo a mettere da parte gli ideologismi ‘partitodipendenti’ (tanto democratici ma tanto inconcludenti)  e a far convogliare l’intelligentia in un unico intento: tutelare il nostro patrimonio storico. Prima di ogni altra cosa.

 

P.S. C’è una sola motivazione che ho condiviso con quanto hanno scritto i relatori della cds per l’inceneritore di San Salvatore: in Valle Telesina: esiste un patrimonio archeologico di INTERESSE MONDIALE e se solo sapessero cosa hanno scritto non avrebbero mai permesso, visto che hanno questo potere,  lo scempio di far costruire quel centinaio di capannoni industriali (altro che artigiani), proprio a due passi da Telesia.

Flaviano Di Santo

 

 

     

 Valle Telesina


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